PFM – Impressioni di Settembre
PFM – Impressioni di SettembrePremiata Forneria Marconi – Ottobre 1971 (di Mussida e Pagani su testo di Mogol) |
PFM – Impressioni di Settembre – testo
(di Mussida e Pagani su testo di Mogol)
Quante gocce di rugiada intorno a me
cerco il sole ma non c’è
Dorme ancora la campagna o forse no
è sveglia
mi guarda
non so
Già l’odore della terra
odor di grano
sale adagio verso me
e la vita nel mio petto batte piano
respiro la nebbia
penso a te
Quanto verde tutto intorno
e ancor più in là
sembra quasi un mare d’erba
e leggero il mio pensiero vola e va
ho quasi paura che si perda
Un cavallo tende il collo verso il prato
resta fermo come me
Faccio un passo
lui mi vede
è già fuggito
respiro
la nebbia
penso a te
No cosa sono adesso non lo so
sono un uomo
un uomo in cerca di se stesso
No cosa sono adesso non lo so
sono solo
solo il suono del mio passo
e in tanto il sole
tra la nebbia filtra già
il giorno
come sempre
sarà
Antiche suggestioni, il mese della riflessione, il riposo dalla sbornia estiva. Alle narici ritorna l’odore della terra bagnata e gli occhi si riempiono di colori intensi ma dalle mille sfumature. Nell’anima la consapevolezza che la gioventù e la maturità, sono passate e si avvicina la stagione delle nubi, delle incertezze, del freddo nelle ossa. Ma ancora è presto e siamo ancora in tempo per raccogliere i frutti della terra, del domani v’è certezza, ma meglio pensare ad altro.
Giuseppe per le impressioni di settembre |
#730 |
Tormentoni musicali estate 2012
Votate il tormentone musicale dell’estate 2012 tra: |
Serebro – Mama Lover
Studio Killers – Ode To The Bouncer
Carly Rae Jepsen - Call Me Maybe
Gusttavo Lima – Balada
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Anche l’estate 2012 ci propone il tormentone musicale – la scelta, secondo me – è tra queste due canzoncine. Denominatore comune dei video è chi mostra di più le mutande. Sarà un segno dei tempi, visto la perniciosa crisi che ci perseguita da anni oramai? mah… ai “poster” l’ardua sentenza, come diceva Baglioni. Voi votate il vostro preferito!
Il 7 agosto 1992 aggiornato con altri 2 tormentoni estivi: Carly Rae Jepsen – Call Me Maybe e Gusttavo Lima – Balada .
Giuseppe per il tormentone musicale 2012 |
#702 |
Caparezza – Non siete Stato voi
Caparezza – Non siete Stato voi |
Il Sogno Eretico – 2011
CapaRezza - Il Sogno Eretico (2011) - Non Siete Stato Voi – Testo
Non siete Stato voi che parlate di libertà come si parla di una notte brava dentro i lupanari. Non siete Stato voi che trascinate la nazione dentro il buio ma vi divertite a fare i luminari. Nonsiete Stato voi che siete uomini di polso forse perché circondati da una manica di idioti. Non siete Stato voi che sventolate il tricolore come in curva e tanto basta per sentirvi patrioti. Non siete Stato voi né il vostro parlamento di idolatri pronti a tutto per ricevere un’udienza. Non siete Stato voi che comprate voti con la propaganda ma non ne pagate mai la conseguenza. Non siete Stato voi che stringete tra le dita il rosario dei sondaggi sperando che vi rinfranchi. Non siete Stato voi che risolvete il dramma dei disoccupati andando nei salotti a fare i saltimbanchi. Non siete Stato voi. Non siete Stato, voi. Non siete Stato voi, uomini boia con la divisa che ammazzate di percosse i detenuti. Non siete Stato voi con gli anfibi sulle facce disarmate prese a calci come sacchi di rifiuti. Non siete Stato voi che mandate i vostri figli al fronte come una carogna da una iena che la spolpa. Non siete Stato voi che rimboccate le bandiere sulle bare per addormentare ogni senso di colpa. Non siete Stato voi maledetti forcaioli impreparati, sempre in cerca di un nemico per la lotta. Non siete Stato voi che brucereste come streghe gli immigrati salvo venerare quello nella grotta. Non siete Stato voi col busto del duce sugli scrittoi e la costituzione sotto i piedi. Non siete Stato voi che meritereste d’essere estripati come la malerba dalle vostre sedi. Non siete Stato voi. Non siete Stato, voi. Non siete Stato voi che brindate con il sangue di chi tenta di far luce sulle vostre vite oscure. Non siete Stato voi che vorreste dare voce a quotidiani di partito muti come sepolture. Non siete Stato voi che fate leggi su misura come un paio di mutande a seconda dei genitali. Non siete Stato voi che trattate chi vi critica come un randagio a cui tagliare le corde vocali. Non siete Stato voi, servi, che avete noleggiato costumi da sovrani con soldi immeritati, siete voi confratelli di una loggia che poggia sul valore dei privilegiati come voi che i mafiosi li chiamate eroi e che il corrotto lo chiamate pio e ciascuno di voi, implicato in ogni sorta di reato fissa il magistrato e poi giura su Dio: “Non sono stato io”.Canzone che fa venire i brividi per la cruda realtà che racconta. Bravo Caparezza.
Giuseppe per lo Stato |
#478 |
Accetta il consiglio
Accetta il consiglio….. per questa volta. |
ACCETTA IL CONSIGLIO tratto dal film “The Big Kahuna”
Interpreti e personaggi | |
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Accetta il consiglio – Testo – Lyrics – Monologo
Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare. Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto. E in un modo che non puoi immaginare adesso. Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi! Non eri per niente grasso come ti sembrava. Non preoccuparti del futuro. Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un’equazionealgebrica. I veri problemi della vita saranno sicu ramente cose che non t’erano mai passate per la mente. Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio. Fa’ una cosa, ogni giorno che sei spaventato… canta. Non esser crudele col cuore degli altri. Non tollerare la gente che è crudele col tuo. Lavati i denti. Non perder tempo con l’invidia. A volte sei in testa. A volte resti indietro. La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso. Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti. Se ci riesci veramente dimmi come si fa. Conserva tutte le vecchie lettere d’amore, butta i vecchi estratti conto. Rilassati. Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita. Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno. Prendi molto calcio. Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno. Forse ti sposerai o forse no. Forse avrai figli o forse no. Forse divorzierai a quarant’anni. Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio. Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche. Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro. Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi. Senza paura e senza temere quel che pensa la gente. E’ il più grande strumento che potrai mai avere. Balla. Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno. Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai. Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo. Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre. Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro. Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno. Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perche più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane. Vivi a New York per un po’, ma lasciala prima che ti indurisca. Vivi anche in California per un po’, ma lasciala prima che ti rammollisca. Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant’anni sembreranno di un 85nne. Sii cauto nell’accettare consigli, mal sii paziente con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga. Ma accetta il consiglio… per questa volta.
Accetta il consiglio…. per questa volta.
Giuseppe per il libero pensiero. |
#464 |
Simon & Garfunkel – The Sound Of Silence
Simon & GarfunkelThe Sound Of Silence |
9 settembre 2001 – 9 settembre 2011
L’originale
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
La canzone
The sound of silence – Testo – Traduzione | |
Salve oscurità, mia vecchia amica ho ripreso a parlarti ancora perché una visione che fa dolcemente rabbrividire ha lasciato in me i suoi semi mentre dormivo e la visione che è stata piantata nel mio cervello ancora persiste con il suono del silenzio Nei sogni agitati io camminavo solo attraverso strade strette e ciottolose nell’alone della luce dei lampioni sollevando il bavero contro il freddo e l’umidità quando i miei occhi furono colpiti dal flash di una luce al neon che attraversò la notte… e toccò il suono del silenzio E nella luce pura vidi migliaia di persone, o forse più persone che parlavano senza emettere suoni persone che ascoltavano senza udire persone che scrivevano canzoni che le voci non avrebbero mai cantato e nessuno osava, disturbare il suono del silenzio “Stupidi” io dissi, “voi non sapete che il silenzio cresce come un cancro ascoltate le mie parole che io posso insegnarvi, a ggrappatevi alle mie braccia che io posso raggiungervi” Ma le mie parole caddero come gocce di pioggia, e riecheggiarono, nei pozzi del silenzio e la gente si inchinava e pregava al Dio neon che avevano creato. e l’insegna proiettò il suo avvertimento, tra le parole che stava delineando. e l’insegna disse “le parole dei profeti sono scritte sui muri delle metropolitane e sui muri delle case popolari. ” E sussurrò nel suono del silenzio
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Hello darkness my old friend, |
Giuseppe per il suono del silenzio |
#430 |
L’orso abbraccia tutti – Colorado
Gorillaz – On Melancholy HillCanzone Originale |
Colorado Cafè: Dj Angelo è L’orso abbraccia tutti
Testo Canzone:
L’orso abbraccia tutti,gira in città
se ti sceglierà
gioia pace e amicizia
lui ti donerà
l’orso abbraccia tutti
gira in città
se ti sceglierà
gioia, pace e amicizia e felicità
lui ti donerà”
Giuseppe per la musica coccolosa |
#402 |
Buon Ferragosto a tutti
Buon Ferragosto a tutti
2011 – Un’estate al mare
“Un’estate al mare” (F. Battiato – G. Pio, 1982)
Canta Giuni Russo
Per le strade mercenarie del sesso
Che procurano fantastiche illusioni
Senti la mia pelle com’è vellutata
Ti farà cadere in tentazioni
Per regalo voglio un harmonizer
Con quel trucco che mi sdoppia la voce
Quest’estate ce ne andremo al mare per le vacanze
Un’estate al mare
Voglia di remare
Fare il bagno al largo
Per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni
Un’estate al mare
Stile balneare
Con il salvagente per paura di affogare
Sopra i ponti delle autostrade
C’è qualcuno fermo che ci saluta
Senti questa pelle com’è profumata
Mi ricorda l’olio di Tahiti
Nelle sere quando c’era freddo
Si bruciavano le gomme di automobili
Quest’estate voglio divertirmi per le vacanze
Un’estate al mare
Voglia di remare
Fare il bagno al largo
Per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni
Un’estate al mare
Stile balneare
Con il salvagente per paura di affogare
Quest’estate ce ne andremo al mare
Con la voglia pazza di remare
Fare un po’ di bagni al largo
Per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni
Un’estate al mare
Stile balneare
Toglimi il bikini
Vacanze cinesi e coreane – Foto assolutamente vere
Qualche salvagente di troppo?
E qui il mare dov’è?
Giuseppe per il ferragosto 2011 |
#361 |
Umberto Napolitano – 1970-2011
Umberto Napolitano1970-2011 |
Umberto Napolitano – 1970 – Come Ti Chiami
Umberto Napolitano – 2011 – Volerò
Umberto Napolitano
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Nato a Brescia nel 1947, si trasferisce con la famiglia a Torino, dove inizia a studiare musica con il maestro Adriano De Grandis; nel frattempo inizia a comporre le prime canzoni, e fa il suo debutto come cantante nel primo cabaret di Milano, il vecchio Nebbia Club di Franco Nebbia, a metà degli anni ‘60.
Ottenuto un contratto con la Vedette, dopo un primo 45 giri pubblicato nel 1964 con un brano scritto da Gian Pieretti, la sua vera carriera di cantautore inizia nel 1966 con la canzone di protesta “Chitarre contro la guerra”, incisa anche da Carmen Villani; l’anno seguente partecipa al Festival di Sanremo come autore, con Il cammino di ogni speranza, proposta da Caterina Caselli e Sonny & Cher, e ad Un disco per l’estate come interprete di Gioventù, che ottiene anch’essa un buon successo di vendite.
Nel 1969, con A Laura, è finalista del programma televisivo Settevoci, presentato da Pippo Baudo.
Le prime incisioni le realizza usando il solo nome di battesimo, Umberto.
Negli anni seguenti si dedica soprattutto alla carriera di autore: ricordiamo Senza discutere per I Nomadi e Meglio libera per Loredana Berté.
Riprende a metà anni settanta l’attività di cantante, e partecipa alla Mostra Internazionale di Musica Leggera nel 1976 con Oggi settembre 26, e al Festival di Sanremo tre volte: nel 1977 con Con te ci sto, nel 1979 con Bimba mia e nel 1981 con Mille volte ti amo.
Con Amiamoci partecipa al Festivalbar 1978.
Il suo maggior successo di vendite si ha nel 1977 con Come ti chiami, canzone trasmessa spesso dalle radio libere, che era impostato con un dialogo fra il cantante ed una ragazza (Come ti chiami? Antonella Che bel nome, io Paolo….); a volte scherzosamente il disco veniva trasmesso a velocità 33 giri invece di 45, ed il dialogo si trasformava in maniera divertente….(la canzone è stata ripresa nel 2007 dallo zoo di 105)
Dal 1982 al 1989 ci fu un rallentamento dell’attività artistica. Nel 1989 uscì un nuovo album: Al mio caro pianeta terra… dieci piccole grandi storie, inciso per l’etichetta Nar. Nel 1998 è uscita una sua raccolta di successi, reinterpretati, pubblicato dalla DvMore. Il suo album di maggior successo è stato Giro di “do” una canzone per ogni innamorato, del 1977.
Spesso ho parlato e postato articoli della musica degli anni 70, la mia musica, la soundtrack della mia vita. Qualche giorno fa su facebook ho stretto amicizia con Umberto Napolitano, un grande degli anni 70. Tante delle sue canzoni hanno fatto da tappetino musicale ai miei amori, alle mie serate estive dei fantastici anni 70. Sono passati tanti anni, ed ho scoperto che Umberto ancora produce musica, non potevo non condividerla con voi. Il secondo video è di un Umberto Napolitano del 2011, che ha ancora la zampata del vecchio leone, il primo invece è quello a me più caro, troppi amori volatili ho condiviso con quel brano. Un grande in bocca al lupo per Umberto Napolitano e un pensiero nostalgico a quel periodo. Grazie Umberto, anche per merito tuo è stato tutto più easy.
P.S: questo è il link facebook di Umberto Napolitano.
Giuseppe ancora e sempre per gli anni 70 |
#751 |
Cugini Di Campagna – Preghiera
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Preghiera – Cugini Di Campagna(Una storia tristissima) |
In questa pagina è riportato l’articolo di giornale, risalente al 1975, che racconta di una sfortunata storia d’amore di due adolescenti di Sassari, e che ha ispirato la canzone Preghiera. A questo segue la lettera di ringraziamento scritta dalla mamma della ragazza ai Cugini di Campagna, un ricordo al quale essi sono molto affezionati. Per motivi di riservatezza sono state riportate solamente le iniziali dei nomi citati.
ECCO COME A 18 ANNI SI PUO’ ANCORA MORIRE D’AMORE
A diciott’anni E. è morto per amore. Questo, però, la folla che si è accalcata, la mattina di lunedì 18 Agosto, sotto l’alto ponte del Rasello per soddisfare la curiosità morbosa di vedere da vicino i resti di un suicida, non lo sapeva. Per loro quel mucchietto di vestiti, di ossa e di carne, era soltanto “uno che si è buttato da trenta metri”. Orrore, pietà, la parola “follia”, serpeggiavano tra vecchi e giovani, tra padri e madri con i figlioletti in braccio e il collo proteso per guardare.
La verità è venuta dalla lettera che i poliziotti hanno trovato in tasca dei calzoni del ragazzo. E. l’aveva scritta verso mezzanotte: pochi minuti prima di buttarsi oltre la balaustra del ponte che unisce la Sassari vecchia alla nuova. In essa non c’erano scuse. Soltanto un addio a tutti “perchè senza J. la mia vita non ha più senso”.
J., la fidanzatina quindicenne di E., era spirata alcune ore prima, a metà mattina di domenica, nell’ospedale sassarese, stroncata da un male inesorabile, la leucemia. Il ragazzo non è stato capace di sopravviverle. E non si può dire che la sua decisione sia maturata in un momento di sconforto. E’ venuta, invece, purtroppo, dopo un logorante calvario durato dieci giorni, quanti ne sono passati tra le prime avvisaglie del male e la morte di J.
Dieci giorni e dieci notti di agonia che i due giovani hanno condiviso. Lei preda della malattia, lui pervaso ogni ora di più dalla disperazione di non poter fare nulla per salvarla, di vedere dissolversi, istante dopo istante, la felicità che avevano scoperto e assaporato soltanto da pochi mesi.
E. e J. si erano innamorati in primavera. Si trattava per entrambi di quel primo amore che, nonostante la rivoluzione sessuale e gli stress del modo di vivere odierno, ognuno di noi si porta chiuso dentro per tutta la vita, delicato miscuglio di dolce orgoglio, di tenerezza e di piacere.
Presi da questo sentimento esaltante, E. e J. si sono avvicinati, ma con una delicatezza e una serietà davvero d’altri tempi. “Per tutti e due era una cosa seria”, sono concordi nell’affermare gli amici di lui. “Non che parlassero di matrimonio, però tra loro non c’erano quelle “crisi” tipiche delle cottarelle che durano solo qualche mese e poi chi s’è visto s’è visto”, dice una compagna di J.
“Li univa qualcosa di tranqulli e profondo. Non so trovare le parole giuste: ma J. era felice e serena”, spiega un’altra.
Assieme, dunque, E. e J. formavano una coppia affiatata e serena, al riparo dai velleitarismi così comuni a troppi loro coetanei per i quali amore e sesso fanno subito tutt’uno. In comune i due ragazzi avevano anche un particolare interesse: facevano parte di un’associazione scoutistica alla quale si dedicavano con grande entusiasmo.
Erano stati perciò doppiamente felici quando, alla fine di luglio, erano partiti con le loro squadre di giovani esploratori per il campo-raduno di Montepisanu, presso Bono, a un centinaio di chilometri da Sassari. Era un’occasione per vedersi più spesso, per assolvere uno accanto all’altra le incombenze della giornata. Quasi uno spensierato preambolo a quella che sarebbe stata la loro futura vita coniugale. Un sogno a occhi aperti nel quale era naturale giurarsi amore eterno e immergersi in una felicità che nulla sembrava poter scalfire.
La serietà delle intenzioni di entrambi è fuori discussione: un sacerdote vicino a E. e a J. ce l’ha confermato. “Niente di ufficiale per il momento; il ragazzo si sarebbe diplomato geometra l’anno prossimo: J. frequentava il secondo anno del liceo scientifico”, dice il nostro interlocutore. “Erano giovani e per sposarsi potevano tranquillamente aspettare che lui finisse l’università e trovasse una buona sistemazione. Volevano fare le cose con calma e com’è giusto. Invece…”
Invece, dopo una decina di giorni di campeggio, J. ha cominciato ad accusare malesseri e il suo stato di salute si è andato rapidamente aggravando. Tanto che il medico curante ne ha ordinato il ricovero in ospedale per una serie di analisi. Il responso degli esami clinici è stata una sentenza inappellabile: leucemia, il “cancro del sangue” che distrugge i globuli rossi e contro il quale la medicina non ha ancora trovato armi valide. Anche le trasfusioni di sangue, in moltissimi casi, sono soltanto un palliativo.
Per E. quella notizia ha rappresentato il passaggio da un sogno esaltante al peggiore degli incubi. Dapprima incredulo, poi sempre più disperato, si è trovato nella mente l’assillo di una domanda esasperante, che mai trova una risposta: “Perchè doveva capitare proprio a noi? Che cos’ha fatto J., che cosa ho fatto io, per meritarci una punizione simile?”. I rari sprazzi di speranza sono destinati a durare soltanto poche ore. I ricordi di felicità goduta fino a pochi giorni prima, adesso sono motivo di dolore per quanto egli sa ormai perduto e irripetibile.
“E. si chiudeva ogni giorno di più in se stesso”, racconta uno dei suoi migliori amici. “Era diventato cupo e a nulla servivano le parole di conforto mie e degli altri. Ogni volta che lasciava l’ospedale appariva più abbattuto. Era come se quel male terribile avesse preso anche lui”.
Quattro giorni prima della morte di J., quando ormai i medici avevano tolto ogni speranza, E. era andato a parlare con un sacerdote, don D., della parrocchia di San Giuseppe, per chiedergli conforto. “Se J. muore non voglio più vivere”, aveva detto al religioso. Questi aveva fatto ricorso a tutta la sua forza di persuasione ricordando al giovane i suoi doveri di cristiano e di uomo, che Dio ci sottopone a prove durissime e che non sta a noi giudicare, che la vera vita non è su questa terra e così via, proponendogli il conforto della fede e della preghiera.
Fosse stato meno innamorato, meno giovane, meno idealista, E. forse avrebbe compreso e si sarebbe fatto una ragione del dramma che stava vivendo. Invece, quando la mattina della domenica seguente ha visto spirare J., è corso fuori dall’ospedale gridando: “La seguirò nella tomba”.
Ai presenti, ed era naturale, è sembrato che si trattasse di una frase pronunciata nel momento del dolore più grande, che la solitudine di alcune ore sarebbe stata la cura migliore. Per questo, soltanto a sera, non vedendolo rientrare, i parenti hanno incominciato a preoccuparsi seriamente. E’ stato diramato l’allarme e sono iniziate le ricerche. Per tutta la notte parenti e amici hanno setacciato le vie di Sassari alla ricerca del ragazzo. Inutilmente.
Soltanto l’indomani mattina un giovane ha visto un corpo sfracellato in un orto sotto l’arcata centrale dell’altissimo ponte del Rasello e ha avvertito la polizia. Tra una folla indisponente di curiosi in cerca di macabre sensazioni, un fratello e due sorelle di E. hanno ricunosciuto ufficialmente il cadavere e hanno letto la lettera con la quale il ragazzo ha detto addio a tutti.
“Perchè senza J. la mia vita non ha più senso”. Cambiate il nome e potrebbe averla scritta il Romeo di Shakespeare.
Gentilissimo complesso,
sono la mamma di J., la ragazza morta a Sassari il 17 Agosto affetta da leucemia, e nella stessa sera E. si buttò dal ponte per amore di mia figlia.
Molti ragazzi dei boy-scout mi dicono che voi avete scritto e musicato la canzone Preghiera dedicata ai nostri ragazzi, mi complimento con voi, è molto bella, è come mia figlia era. Ed E. ha veramente implorato il Signore, ciò che voi con le vostre parole e musica dite. Ve ne sono molto grata di quanto avete scritto e continuate a dire verso i nostri angeli, che sicuramente dall’alto per il breve cammino secondo quanto ha scritto sulla nostra esistenza terrena il buon Dio.
Vorrei da voi un conferma, cercate di capire due mamme.
Vorrei dilungarmi tanto, dandovi tante benedizioni, ma credetemi la commozione mi ha vinta.
L’angelo di J. e di E. vi protegga per tutta la vita.
Vi abbraccio tutti con tanto tanto amore come se voi foste i mei ragazzi.
M.
Giuseppe per le tragedie d’amore. |
#248 |
Goo Goo Dolls – Iris
Goo Goo Dolls – Iris |
Giuseppe per la città degli angeli |
#120 |