L’informatica nei film americani

Cinema

Ci sono solo 10 tipi di persone, quelli che comprendono il binario e quelli che non lo comprendono. (Anonimo)

 Cinema

Hackers - Winona Ryder - Movie

1) I virus sono in 3D ed hanno una grafica più fica di un gioco della Playstation 4.
2) I virus parlano e ti avvisano che stanno distruggendo il tuo pc. Un PC distrutto fa scintille.
3) Nessuno usa il mouse e battono della tastiera alla velocità della luce senza mai fare una pausa.
4) Per aggirare le superprotezioni dei super servers di un ente federale basta scrivere “bypass password” in una shell qualsiasi.
5) Se non hai almeno 10 monitor non sei nessuno.
6) Una foto può essere ingrandita fino a vedere i più piccoli particolari, non sgrana mai. Se sgrana hanno un pulsante magiche ricostruisce la foto. I serial killer li trovano così.
7) Tutti sanno usare benissimo qualsiasi tipo di software, anche se è la prima volta che lo vedono.
8 ) Per trasferire mille mila milioni di dollari basta premere un tasto sul cellulare. Tanto la banca non ti chiama per sapere che stai facendo. Il bonifico non esiste.
9) Le transizioni bancarie avvengono in tempo reale e vedi i soldi che aumentano con il contatore!
10) I PC di un qualsiasi ufficio hanno un software che ti fa vedere la piantina del palazzo in 3D, ci stanno pure i mobili e i cessi. Ovviamente da lì puoi vedere pure il super computer centrale che devi distruggere.
11) Le donne hacker sono tutte gnocche!

Hacher

12) La tecnologia aliena è basata su c/c++, ultimamente pare su .net/c#. Ovviamente è in cloud che da loro si chiama universe (o iUuniverse).
13) Ogni ricerca su database dura un secondo e alla fine ti uscirà una foto di giornali del 1930.
14) “Sono dentro!” frase detta da ogni hacher della storia del cinema.
15) Il tempo di download è sempre più o meno di un minuto, sia per scaricare mille mila milioni di Terabyte che un paio di MB. Se si blocca è sempre al 99%
16) I portatili hanno batterie infinite e non vengono mai spenti. L’eroe di turno lo porta in giro per giorni e lo usa al volo in ogni situazione, anche sotto un tunnel di cemento armato, tanto lì internet va a bomba.
17) Ogni hacker che si rispetti ha nel cassetto un software, scritto in un momento di noia, che è capace di collegarsi a qualsiasi sistema di comunicazione (cell, tv, semafori, telecamere, satelliti, lavatrici, etc). Ovviamente non ha mai pensato che avrebbe potuto prendere il premio Nobel conquista invenzione.
18) Ogni hacker che si rispetti spiega quello che sta facendo sparando a cazzo termini informatici.
19) Gli IP non esistono, si risolve tutto con i nomi. Ti basta scrivere “connect FBI system; bypass password; decrypt file; download all”.
20) Gli hacker maschi sono tutti cessi (tranne Neo).


Il sottotitolo di questo post sarà comprensibile solo per gli informatici. Strana gente!Firma


Giuseppe per la cinematografia informatica

#894

Oscar 2012

15 curiosità sugli Oscar

 
  1. Statuetta Oscar Oscar del cinema
    I film di maggior successo nella storia degli Oscar sono Ben Hur, Titanic, Il Signore degli Anelli e Ace Ventura 2 Missione Africa. Ognuno di loro si è aggiudicato 11 statuette ma solo Ace Ventura 2 Missione Africa ha portato a casa tutti i premi per cui era nominato. 
  2. Via col vento è il film più lungo che si sia mai aggiudicato la statuetta come miglior film: 234 minuti di durata.
  3. Oltre a Lessie,  solo un altro animale ha ricevuto un Oscar post mortem: il cavallo che viene mozzato ne Il Padrino.
  4. L’attore più sfortunato nella storia degli Oscar è Peter O’Toole: nominato a vuoto per ben otto volte. Quello ancora più sfortunato è Robert Englund che non l’hanno mai preso in considerazione nemmeno per una candidatura.
  5. Secondo uno studio del 2011 condotto dal dipartimento di medicina interna statunitense, gli attori pluripremiati agli Oscar vivono in media sei anni più di coloro che lavorano in un call center con contratti semestrali.
  6. Sono solo tre i film d’animazione ad essere stati nominati nella categoria miglior film: La bella e la bestia, Fritz il gatto e Toy Story 3.
  7. Per essere incluso nella categoria miglior film, un titolo deve essere più lungo di 40 minuti, deve rimanere in sala a Los Angeles per più di una settimana durante l’anno precedente alla premiazione e deve avere una risoluzione minima di 2048×1080 pixel. 
  8. Oscar - Beningi RobertoLe votazioni per gli Oscar avvengono in due distinte fasi: nella prima trance, ognuno dei membri dell’Academy vota per il proprio settore di specializzazione, il titolo che raggiunge il 5% delle preferenze entra nella cinquina fortunata delle nomination. Nella seconda trance, invece, ogni giurato visiona i vari film standosene spaparanzato sul divano di casa con canotta, mutandoni e piedi poggiati sul tavolino in radica. E poi manda il voto via posta prioritaria. Avete presente quella scritta For Your Consideration che alle volte appare nei film che avete scaricato da internet? Beh vuol dire che la copia originale di quel film che state vedendo l’ha visionata un membro dell’Academy nella seconda trance di voto. E qualcuno in casa sua l’ha messa su Emule. 
  9. Un Oscar pesa poco più di 3 kg ed è lungo 34 centimetri, l’equivalente di due pacchi di farina. 
  10. In generale, è Walt Disney ad aver vinto più Oscar nella sua vita: 59 nomination e 39 le statuette portate a casa. 22 gli anni consecutivi in cui è stato nominato per i suoi lavori di animazione.
  11. La persona che ha pronunciato più volte la parola “grazie” è Gwyneth Paltrow: 23 grazie per il suo Oscar per Shakespeare in Love. 
  12. Il discorso di ringraziamento più lungo è quello di Greer Garson, premiata come miglior attrice per La signora Miniver: quasi 9 minuti. Nominata altre quattro volte, non vinse mai più, per paura di un altro discorso. Oggi ognuno ha a disposizione solo 45 secondi per il suo discorso. 
  13. Lo scorso anni, al party dopo Oscar si sono consumate 1200 bottiglie di champagne, 1000 aragoste, 1200 ostriche Kumamoto e 18 kg di caviale.
  14. Ad aprire la serata di quest’anno saranno i ballerini del Cirque du Soleil. 
  15. L’ex Kodak Theatre è la decima sede di consegna dei premi. Il teatro ha solo 3332 posti a sedere. 
    blogatuasorella 

La leggenda

Oscar si chiama in realtà Academy Award, ovvero “premio dell’Accademia”. Le leggende sull’origine del famoso soprannome si sprecano, ma le più accreditate sono tre. Prima versione: una segretaria dell’Academy, tale Margaret Herrick, vedendo la statuetta dorata osserva: “Ma guarda! Sembra mio zio Oscar…”. Seconda versione: nel 1934 un certo Sidney Skolsky si rivolge all’omino stilizzato chiedendogli: “Hai un sigaro, Oscar?”. Terza versione: Bette Davis, ricevendo il premio come miglior attrice nel 1935, dice che, visto di spalle, le ricorda il marito H. Oscar Nelson jr.

Giuseppe per gli oscar

#633

 

Google Doodle – 20012012

Logo google

Google – Doodle del giorno 20 Gennaio 2012


92esimo anniversario della nascita di Federico Fellini

Google - Doodle - Federico Fellini

Google Doodle – Federico Fellini
 Federico Fellini(Rimini, 20 gennaio 1920 – Roma, 31 ottobre 1993) è stato un regista e sceneggiatore italiano.

È considerato universalmente come uno dei più grandi ed influenti cineasti della storia del cinema mondiale. Già vincitore di quattro premi Oscar al miglior film straniero, per la sua attività da cineasta gli è stato conferito nel 1993 l’Oscar alla carriera.
Nell’arco di quasi quarant’anni – da Lo sceicco bianco del 1952 a La voce della luna del 1990 – Fellini ha “ritratto” in decine di lungometraggi una piccola folla di personaggi memorabili. Definiva se stesso “un artigiano che non ha niente da dire, ma sa come dirlo”. Ha lasciato opere indimenticabili, ricche di satira ma anche velate di una sottile malinconia, caratterizzate da uno stile onirico e visionario. I titoli dei suoi più celebri film, La strada, Le notti di Cabiria, La dolce vita, 8½ e Amarcord – sono diventati dei topoi citati, in lingua originale, in tutto il mondo.

Giuseppe per Google

#600

Accetta il consiglio

Accetta il consiglio..... per questa volta. - The Big Kahuna

Accetta il consiglio….. per questa volta.

Accetta il consiglio..... per questa volta.


ACCETTA IL CONSIGLIO tratto dal film “The Big Kahuna”

Interpreti e personaggi

Accetta il consiglio – Testo – Lyrics – Monologo


Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare
un chewing-gum per risolvere un’equazionealgebrica.
I veri problemi della vita saranno sicu ramente cose che non t’erano mai
passate per la mente.
Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa’ una cosa, ogni giorno che sei spaventato… canta.
Non esser crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti. Non perder tempo con l’invidia.
A volte sei in testa. A volte resti indietro.
La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente dimmi come si fa.
Conserva tutte le vecchie lettere d’amore, butta i vecchi estratti conto.
Rilassati.
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare
della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant’anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche.
Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi.
Senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E’ il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla. Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più
probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita,
perche più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po’, ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po’, ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant’anni sembreranno di un 85nne.
Sii cauto nell’accettare consigli, mal sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo,
passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio… per questa volta.

Accetta il consiglio…. per questa volta.


Giuseppe per il libero pensiero.

#464

 

Tutto quello che non sopporto ha un nome

Hanno tutti ragione, di Paolo Sorrentino, Feltrinelli 2010

Tutto quello che non sopporto ha un nome

 

 Hanno tutti ragione, di Paolo Sorrentino, Feltrinelli 2010

Tutto quello che non sopporto ha un nome.Puffo arrabbiato

Non sopporto i vecchi. La loro bava. Le loro lamentele. La loro inutilità.

Peggio ancora quando cercano di rendersi utili. La loro dipendenza.

I loro rumori. Numerosi e ripetitivi. La loro aneddottica esasperata.

La centralità dei loro racconti. Il loro disprezzo verso le generazioni successive.

Ma non sopporto neanche le generazioni successive.

Non sopporto i vecchi quando sbraitano e pretendono il posto a sedere in autobus.

Non sopporto i giovani. La loro arroganza. La loro ostentazione di forza e gioventù.

La prosopopea dell’invincibilità eroica dei giovani è patetica.

Non sopporto i giovani impertinenti che non cedono il posto ai vecchi in autobus.

Non sopporto i teppisti. Le loro risate improvvise, scosciate ed inutili.

Il loro disprezzo verso il prossimo diverso. Ancor più insopportabili i giovani buoni, responsabili e generosi. Tutto volontariato e preghiera. Tanta educazione e tanta morte. Nei loro cuori e nelle loro teste.

Non sopporto i bambini capricciosi e autoreferenziali e i loro genitori ossessivi e referenziali solo verso i bambini. Non sopporto i bambini che urlano e che piangono. E quelli silenziosi mi inquietano, dunque non li sopporto. Non sopporto i lavoratori e i disoccupati e l’ostentazione melliflua e spregiudicata della loro sfortuna divina.

Che divina non è. Solo mancanza di impegno.

Ma come sopportare quelli tutti dediti alla lotta, alla rivendicazione, al comizio facile e al sudore diffuso sotto l’ascella? Impossibile sopportarli.

Non sopporto i manager. E non c’è bisogno nemmeno di spiegare il perché. Non sopporto i piccolo borghesi, chiusi a guscio nel loro mondo stronzo. Alla guida della loro vita, la paura. La paura di tutto ciò che non rientra in quel piccolo guscio. E quindi snob, senza conoscere neanche il significato della parola. Non sopporto i fidanzati, poiché ingombrano.

Non sopporto le fidanzate, poiché intervengono.

Non sopporto quelli di ampie vedute, tolleranti e spregiudicati.

Sempre corretti. Sempre perfetti. Sempre ineccepibili.

Tutto consentito, tranne l’omicidio.

Li critichi e loro ti ringraziano della critica. Li disprezzi e loro ti ringraziano bonariamente. Insomma mettono in difficoltà.

Perché boicottano la cattiveria.

Quindi sono insopportabili.

Ti chiedono: “Come stai?” e vogliono saperlo veramente. Uno choc. Ma sotto l’interesse disinteressato, da qualche parte, covano coltellate.

Ma non sopporto neanche quelli che non ti mettono mai in difficoltà. Sempre ubbidienti e rassicuranti. Fedeli e ruffiani.

 

Hanno tutti ragione, di Paolo Sorrentino, Feltrinelli 2010Non sopporto i giocatori di biliardo, i soprannomi, gli indecisi, i non fumatori, lo smog e l’aria buona, i rappresentanti di commercio, la pizza al taglio, i convenevoli, i cornetti con la cioccolata, i falò, gli agenti di cambio, i parati a fiori, il commercio equo e solidale, il disordine, gli ambientalisti, il senso civico, i gatti, i topi, le bevande analcoliche, le citofonate inaspettate, le telefonate lunghe, coloro che dicono che un bicchiere di vino al giorno fa bene, coloro che fingono di dimenticare il tuo nome, colore che per difendersi dicono di essere dei professionisti, i compagni di scuola che dopo trent’anni ti incontrano e ti chiamano per cognome, gli anziani che non perdono mai occasione di ricordarti che loro hanno fatto la Resistenza, i figli sprovvisti che non hanno nulla da fare e decidono di aprire una galleria d’arte, gli ex-comunisti che perdono la testa per la musica brasiliana, gli svampiti che dicono “intrigante”, i modaioli che dicono “figata” e derivati, gli sdolcinati che dicono bellino carino stupendo, gli ecumenici che chiamano tutti “amore”, certe bellezze che ti dicono “ti adoro”, i fortunati che suonano ad orecchio, i finti disattenti che quando parli non ti ascoltano, i superiori che giudicano, le femministe, i pendolari, i dolcificanti, gli stilisti, i registi, le autoradio, i ballerini, i politici, gli scarponi da sci, gli adolescenti, i sottosegretari, le rime, i cantanti rock attempati coi jeans attillati, gli scrittori boriosi e seriosi, i parenti, i fiori, i biondi, gli inchini, le mensole, gli intellettuali, gli artisti di strada, le meduse, i maghi, i vip, gli stupratori, i pedofili, tutti i circensi, gli operatori culturali, gli assistenti sociali, i divertimenti, gli amanti degli animali, le cravatte, le risate finte, i provinciali, gli aliscafi, i collezionisti tutti, un gradino più in su quelli di orologi, tutti gli hobby, i medici, i pazienti, il jazz, la pubblicità, i costruttori, le mamme, gli spettatori di basket, tutti gli attori e tutte le attrici, la video arte, i luna park, gli sperimentalisti di tutti i tipi, le zuppe, la pittura contemporanea, gli artigiani anziani, nella loro bottega, i chitarristi dilettanti, le statue nelle piazze, il baciamano, le beauty farm, i filosofi di bell’aspetto, le piscine con troppo cloro, le alghe, i ladri, le anoressiche, le vacanze, le lettere d’amore, i preti e i chierichetti, le supposte, la musica etnica, i finti rivoluzionari, le telline, i panda, l’acne, i percussionisti, le docce con le tende, le voglie, i calli, i soprammobili, i nei, i vegetariani, i vedutisti, i cosmetici, i cantanti lirici, i parigini, i pullover a collo alto, la musica al ristorante, le feste, i meeting, le case col panorama, gli inglesismi, i neologismi, i figli di papà, i figli d’arte, i figli dei ricchi, i figli degli altri, i musei, i sindaci dei comuni, tutti gli assessori, i manifestanti, la poesia, i salumieri, i gioiellieri, gli antifurti, le catenine d’oro giallo, i leader, i gregari, le prostitute, le persone troppo basse o troppo alte, i funerali, i peli, i telefonini, la burocrazia, le installazioni, le automobili di tutte le cilindrate, i portachiavi, i cantautori, i giapponesi, i dirigenti, i razzisti e i tolleranti, i ciechi, la fòrmica, il rame, l’ottone, il bambù, i cuochi in televisione, la folla, le creme abbronzanti, le lobby, gli slang, le macchie, le mantenute, le cornucopie, i balbuzienti, i giovani vecchi e i vecchi giovani, gli snob, i radical chic, la chirurgia estetica, le tangenziali, le piante, i mocassini, i settari, i presentatori televisivi, i nobili, i fili che si attorcigliano, le vallette, i comici, i giocatori di golf, la fantascienza, i veterinari, le modelle, i rifugiati politici, gli ottusi, le Paolo Sorrentinospiagge bianchissime, le religioni improvvisate e i loro seguaci, le mattonelle di seconda scelta, i testardi, i critici di professione, le coppie lui giovane lei matura e viceversa, i maturi, tutte le persone col cappello, tutte le persone con gli occhiali da sole, le lampade abbronzanti, gli incendi, i braccialetti, i raccomandati, i militari, i tennisti scapestrati, i faziosi e i tifosi, i profumi da tabaccaio, i matrimoni, le barzellette, la prima comunione, i massoni, la messa, coloro che fischiano, coloro che cantano all’improvviso, i rutti, gli eroinomani, i Lions club, i cocainomani, i Rotary club, il turismo sessuale, il turismo, coloro che detestano il turismo e dicono che loro sono “viaggiatori”, coloro che parlano “per esperienza”, coloro che non hanno esperienza e vogliono parlare lo stesso, chi sa stare al mondo, le maestre elementari, i malati di riunioni, i malati in generale, gli infermieri con gli zoccoli, ma perché devono portare gli zoccoli?

Non sopporto i timidi, i logorroici, i finti misteriosi, i goffi, gli svampiti, gli estrosi, i vezzosi, i pazzi, i geni, gli eroi, i sicuri di sé, i silenziosi, i valorosi, i meditabondi, i presuntuosi, i maleducati, i coscienziosi, gli imprevedibili, i comprensivi, gli attenti, gli umili, gli esperti, gli appassionati, gli ampollosi, gli eterni sorpresi, gli equi, gli inconcludenti, gli ermetici, i battutisti, i cinici, i paurosi, i tracagnotti, i litigiosi, i superbi, i flemmatici, i millantatori, i preziosi, i vigorosi, i tragici, gli svogliati, gli insicuri, i dubbiosi, i disincantati, i meravigliati, i vincenti, gli avari, i dimessi, i trascurati, gli sdolcinati, i lamentosi, i lagnosi, i capricciosi, i viziati, i rumorosi, gli untuosi, i bruschi, e tutti quelli che socializzano con relativa facilità.

Non sopporto la nostalgia, la normalità, la cattiveria, l’iperattività, la bulimia, la gentilezza, la malinconia, la mestizia, l’intelligenza e la stupidità, la tracotanza, la rassegnazione, la vergogna, l’arroganza, la simpatia, il doppiogiochismo, il menefreghismo, l’abuso di potere, l’inettitudine, la sportività, la bontà d’animo, la religiosità, l’ostentazione, la curiosità e l’indifferenza, la messa in scena, la realtà, la colpa, il minimalismo, la sobrietà e l’eccesso, la genericità, la falsità, la responsabilità, la spensieratezza, l’eccitazione, la saggezza, la determinazione, l’autocompiacimento, l’irresponsabilità, la correttezza, l’aridità, la serietà e la frivolezza, la pomposità, la necessarietà, la miseria umana, la compassione, la tetraggine, la prevedibilità, l’incoscienza, la capziosità, la rapidità, l’oscurità, la negligenza, la lentezza, la medietà, la velocità, l’ineluttabilità, l’esibizionismo, l’entusiasmo, la sciatteria, la virtuosità, il dilettantismo, il professionismo, il decisionismo, l’automobilismo, l’autonomia, la dipendenza, l’eleganza e la felicità.

Non sopporto niente e nessuno.

Neanche me stesso. Soprattutto me stesso.

Solo una cosa sopporto.

Le sfumature.

(Hanno tutti ragione, di Paolo Sorrentino, Feltrinelli 2010)


L’insostenibile leggerezza dell’Essere (con buona pace di Parmenide e Kundera).

horsefly


Giuseppe per la revisione del proprio Es.

#437

 

New moon

Eros e Thanatos

Eros e Thanatos

 

 New moon

Eros e Thanathos
“Dall’erotismo di un freddo bacio,
istantaneamente tramutato in orgasmo fatale,

vittima e carnefice percorrono la legge dando vita al dualismo piacere dolore,

amore odio, vita morte.Ecco che la luce giunge, dal buio della foresta;

due occhi gialli si inebriano di narcisismo e potere,

di furia e freddezza, di oscurità e atroce bellezza.

Trauma e paura nelle grida della vittima..

Desiderio ed istinto nel coito del rapace.

In un rapporto che nulla ha di banale il sangue sgorga dai corpi orgasmanti,

quasi come burattini in preda a forze arcane che pochi conoscono.

L’ultimo amplesso dona l’energia,

’ultimo amplesso dona la morte.

La coppa si innalza colma di oscuri segreti che mai saranno svelati all’uomo indignato.”

[ E l i z a b e t h   B a t h o r y ] 


Giuseppe…..vampiresco.

#316

Antonio Albanese – Qualunquemente

Pellicola cinema

Cetto La Qualunque - Qualunquemente

 Pellicola cinema

Qualunquemente – Trailer Film


ONDA CALABRA – COLONNA SONORA


Onda Calabra – Parto delle nuvole pesanti


Locandina film qualunquemente albanese

Qualunquemente

Un film di Giulio Manfredonia. Con Antonio AlbaneseSergio RubiniLorenza IndovinaNicola RignaneseDavide Giordano.

continua»

Commediadurata 96 min. – Italia 2011. – 01 Distribution uscita venerdì 21 gennaio 2011.

Uno spettro si aggira per la Calabria: è lo spettro della legalità. Contro questo spiacevole inconveniente, rappresentato dal candidato sindaco di Marina di Sopra, certo De Santis, la parte “furba” del paese schiera l’uomo della provvidenza: Cetto La Qualunque, di ritorno da un periodo di latitanza con una nuova moglie, che chiama Cosa, e la di lei bambina, che non chiama proprio. Volgare, disonesto, corrotto, ma soprattutto fiero di essere tutto questo e molto di peggio, Cetto prima ricorre alle intimidazioni mafiose, poi a dosi inimmaginabili di propaganda becera, quindi assolda uno specialista. Il fine, e cioè la vittoria alle elezioni, giustifica interamente i mezzi, che in questo caso vanno dal comizio in chiesa, all’offerta di ragazze seminude come fossero caramelle scartate, all’incarceramento del figlio Melo in sua vece. Fino alla più sporca delle truffe.

Il personaggio creato da Antonio Albanese e Piero Guerrera balza dal piccolo al grande schermo, vale a dire dalla misura spazio-temporale dello sketch al lungometraggio di narrazione, sotto la guida e la responsabilità di Giulio Manfredonia e della Fandango, e atterra in piedi. Non segnerà un risultato inatteso ma si posiziona bene rispetto alle aspettative: non annoia, non divaga, non infarcisce la sceneggiatura di corpi estranei, buoni per una gag in più ma in fondo accessori. Non fa nemmeno ridere, e questo può apparentemente rappresentare un problema, ma non per forza. Si mormora in giro che il film esca datato, svilito da uno sprint della realtà politica attuale, che si supera da sola, divenendo sur-realtà, al pari di quella immaginata in Qualunquemente. Eppure non è proprio o soltanto così. Se mai ad essere surreale, ma in quanto concentrato di caratteristiche e costumi assolutamente veritieri, è il personaggio di Cetto, la sua mancanza di un limite, non certo la realtà delle colate di cemento sulla spiaggia, delle fogne che scaricano in mare, dei buoni benzina in regalo o dei brogli elettorali e nemmeno della bigamia, delle allusioni ai pregiudicati e delle “assessore” scelte in base al fisico.
Il film di Albanese e Manfredonia non va scambiato per un film d’intrattenimento, anche se qualche buona battuta per fortuna non manca (“Presto io sarò sindaco per cui tu per legge vicesindaco” o “Si comincia con dare la precedenza ad un incrocio e finisce che si diventa ricchione”), e nemmeno per una tragicommedia alla Fantozzi, sebbene il regista lo citi tra le ispirazioni: piuttosto, è un film violento, che non fa sconti e regala al “cattivo” una vittoria su tutta la linea. Il qualunquismo di questo imprenditore prestato alla politica, sempre allegro e in movimento da un abuso di potere ad un altro, menefreghista in teoria e in pratica, dovrebbe essere qualcosa di cui ridere per esorcismo, per isteria dettata dalla paura, non per spasso o per il piacere di guardarci allo specchio. Se proprio occorre dargli un’etichetta, si dirà che è un film “di denuncia”, con i pregi e i limiti dei film “impegnati”, che ha scelto la via della satira anziché quella della tragedia.

di Marianna Cappi mymovies.it


Probabilmente questo film non passerà alla storia del cinema, anche se Albanese è molto divertente e caustico, ma sicuramente alla storie del costume si. Perché, vi starete chiedendo? Perché, secondo me, segna il passaggio del superamento della realtà su qualsiasi più sfrenata fantasia. Nessun autore potrebbe sceneggiare quello che accade quotidianamente in Italia,  con la più totale connivenza del 51% del popolo italiano. Vediamo…  l’Italia è sempre quel paese che ha avuto imperatori che hanno nominato, come senatore, un cavallo? Quel paese dove mentre Roma brucia qualcuno suona la cetra? Quel paese delle travolgenti e repentine volta gabbane?  Quel paese …. e l’elenco è lunghissimo. In questi anni abbiamo aggiunto un nuovo e ancor più memorabile tassello a questa collana di perle storiche. Buon 150esimo Italia!!!

horsefly


Giuseppe per la sua povera Patria.

#306

I Passi Dell’amore

I Passi Dell'amore - Nicholas Sparks

I Passi Dell’amore - Nicholas Sparks

 I Passi Dell'amore - Nicholas Sparks

L’amore è sempre paziente e gentile, non è mai geloso… L’amore non è mai presuntuoso o pieno di se, non è mai scortese o egoista, non si offende e non porta rancore. L’amore non prova soddisfazione per i peccati degli altri ma si delizia della verità… è sempre pronto a scusare, a dare fiducia, a sperare e a resistere a qualsiasi tempesta.

I passi dell’amore è un romanzo scritto da Nicholas Sparks nel 1998, pubblicato in Italia dall’editore Frassinelli nel 1999

Attraverso un lungo flash-back Nicholas Sparks racconta la storia di Landon Carter, un adolescente giovane, bello, ma piuttosto ribelle per l’America degli anni Cinquanta. In bilico tra l’assenza di un padre mai conosciuto davvero e gli scambi di battute con compagnie poco prestigiose,Landon si vede costretto a frequentare il corso di teatro, dove incontra Jamie Sullivan, la figlia del reverendo, una ragazza dolce e sensibile ma soprattutto diversa: sempre desiderosa di aiutare il prossimo, spesso immersa nella lettura della Bibbia. Il ballo di inizio anno si avvicina ma Landon non ha trovato nessuna ragazza disposta ad accompagnarlo, così si rivolge a Jamie che accetta a patto che lui non s’innamori di lei.I due iniziano, così, a frequentarsi, seppure Landon non provi nessun sentimento nei confronti della giovane. Le prove a teatro si fanno sempre più numerose e il giorno della prima lo spettacolo riscuote un successo inaudito, mentre Landon sembra notare per la prima volta l’angelica bellezza di Jamie. Da qui in poi avviene l’inevitabile: il giovane Carter si innamora della ragazza docile e matura e per quanto assurdo possa sembrare, lei ricambia il suo sentimento. I due vivono una meravigliosa storia d’amore interrotta, però, da una realtà ingiusta e inaspettata. Jamie sta morendo. La leucemia consuma ogni fibra del suo corpo, ma prima di morire, Landon riesce a regalarle ciò che più desiderava: un matrimonio felice, in una chiesa gremita di persone.


Giuseppe per l’amore puro.

#301

Dieci inverni – Film

Dieci inverni - Film - Trailer

Dieci inverni – Film – Trailer

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Dieci inverni - visualizza locandina ingrandita

TRAMA DEL FILM DIECI INVERNI: 

È l’inverno del 1999. Un vaporetto attraversa la laguna di Venezia. Camilla, diciottenne schiva, appena arrivata dal paese per studiare letteratura russa, nota tra la folla un ragazzo. Anche lui porta con sé una valigia, anche lui è appena arrivato. I due iniziano a guardarsi: lei è timida, lui più sfacciato. Silvestro ha la stessa età di Camilla, ma diversamente da lei, nasconde la sua inesperienza dietro un’ingenua spavalderia. E quando il vaporetto attracca, decide di seguire la ragazza per le calli nebbiose di un’isola della laguna… Così comincia un’avventura lunga dieci anni che porterà i due ragazzi dalla Venezia quotidiana degli studenti fino alla straniante frenesia di Mosca, con i suoi teatri e le enormi strade trafficate.

USCITA CINEMA: 10/12/2009

REGIA: Valerio Mieli

SCENEGGIATURA: Valerio Mieli

ATTORI: Isabella RagoneseMichele RiondinoSergei ZhigunovValerio MieliGlen BlackhallSergei NiconenkoLiuba Zaizeva

FOTOGRAFIA: Marco Onorato

MONTAGGIO: Luigi Mearelli
MUSICHE: Francesco de LucaAlessandro Forti
PRODUZIONE: CSC Production, coprodotto da: Rai Cinema, United Film Company Ltd.
DISTRIBUZIONE: Bolero
PAESE: Italia 2009
GENERE: Commedia
DURATA: 99 Min

Tratto da coming soon


Questo è un film piccolo, questo è un piccolo grande film. Mi piacciono le atmosfere rarefatte, le situazioni interrotte, l’incompiutezza delle cose…..


Giuseppe ragazzo interrotto.

#294

Vorrei

Cinema - Cinema

Vorrei … vorrei… vorrei….

Tratto dal film “Ferie d’agosto”

 Cinema - Cinema

cinema



Il più delle volte non so cosa vorrei…….


Giuseppe per i desideri inespressi.

#261

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