Mi chiamo Italia

Mi chiamo Italia...  Lo Zoo di 105

Mi chiamo Italia…

Lo Zoo di 105

 Mi chiamo Italia...  Lo Zoo di 105


Mi chiamo Italia – Lo zoo di 105 – Dedico questo video a tutti coloro che ancora ci credono. Grazie allo zoo di 105Firma


Giuseppe per l’Italia.

#888

In nome di Dio, andatevene!

Italia

In nome di Dio, andatevene!

(Oliver Cromwell – 20 aprile 1653 sciogliendo il Parlamento Inglese)

 parlamento Italiano

Oliver Cromwell (Huntingdon, 25 aprile 1599 – Londra, 3 settembre 1658) è stato un condottiero e politico inglese.“Voi siete un gruppo fazioso, nemici del buon governo, banda di miserabili mercenari, scambiereste il vostro Paese con Esaù per un piatto di lenticchie; come Giuda, tradireste il vostro Dio per pochi spiccioli.
Avete conservato almeno una virtù ?
C’è almeno un vizio che non avete preso ?
Il mio cavallo crede più di voi; l’oro è il vostro Dio; chi fra voi non baratterebbe la propria coscienza in cambio di soldi ?
E’ rimasto a qualcuno a cui almeno interessa il bene della Repubblica ?
Siete diventati intollerabilmente odiosi per l’intera nazione; il popolo vi aveva scelto per riparare le ingiustizie, siete voi ora l’ingiustizia !
Ora basta !
Portate via la vostra chincaglieria luccicante e chiudete le porte a chiave.
In nome di Dio, andatevene !”


A voi ricordano qualcosa queste parole? Non vi sembrano dannatamente attuali, in questa Italietta da commedia dell’arte, e allora cari politici tutti: “in nome di Dio andatevene, tutti!” Colpito dal virus dall’antipolitica? No, direi proprio di no, la politica si occupa dei sui cittadini, questi di sicuro no! Cromwell non era una uno stinco di santo, anzi tutt’altro, però il senso della sua frase resta molto attuale.Firma


Giuseppe per un nuovo Rinascimento italiano

#794

 

Ai miei amici Grillini – Attenzione!

Movimento 5 stelle - Beppe Grillo

L’Uomo Qualunque ovvero l’arché del Grillino contemporaneo?

 

 Movimento 5 stelle - Beppe Grillo
L'uomo qualunque = Movimento 5 Stelle? « Questo è il giornale dell’uomo qualunque, stufo di tutti, il cui solo, ardente desiderio, è che nessuno gli rompa le scatole. » (Guglielmo Giannini)

Nel dicembre 1944, proprio mentre la Resistenza subisce al nord la prova più dura e la Monarchia gioca la carta del referendum (Umberto di Savoia, come Luogotenente, in un’intervista al «New York Times» del 7 novembre 1944, sosteneva che un apposito referendum, e non l’Assemblea costituente, dovesse decidere tra monarchia e repubblica), nasce il settimanale L’uomo Qualunque, destinato a diventare l’organo di un vasto movimento e poi nel febbraio 1946 di un vero partito.
Ne è promotore Guglielmo Giannini, un geniale commediografo napoletano, che dimostra acuta sensibilità per contenuti di opinione e sentimenti che agiscono nel profondo della società italiana, ai quali dà voce in maniera brillante e polemica.
Giannini si oppone ad ogni idea di Stato etico «che pretende di insegnare a pensare al cittadino», nega ogni spazio alla politica che non sia quello della «amministrazione». Alle classi sociali contrappone la «folla» degli «uomini qualunque», nega ogni valore ideale alla patria; definisce come unico e ardente desiderio dell’uomo qualunque quello «che nessuno gli rompa più le scatole», come scrive il 27 dicembre nel primo numero del settimanale. Giannini non è un nostalgico del fascismo. Critica aspramente la guerra nella quale il fascismo ha trascinato il paese e che fra l’altro è costata la vita a un suo figlio, ma di fatto raccoglie tutti i sentimenti di delusione e di risentimento che vanno formandosi nell’Italia liberata nei confronti dei primi e incerti passi dei partiti e del C.L.N. L’uomo Qualunque, che raccoglie consensi diffusi anche in ambienti cattolici e polemizza aspramente contro la Democrazia Cristiana, rappresenta l’espressione più significativa di quello che è stato definito «il vento del sud» in contrapposizione al «vento del nord», alimentato dalla esperienza della Resistenza.

Guglielmo Giannini Guglielmo Giannini = Giuseppe Pietro Grillo (Beppe Grillo)?

Per capire con precisione cosa sia L’Uomo qualunque, basti tener presente che nelle elezioni politiche del 2 giugno 1946 (alle quali partecipa col nome di Fronte dell’Uomo qualunque ) esso avrà 30 deputati. Sui 20 deputati eletti nei singoli collegi (gli altri 10 rientrano nel Collegio nazionale) uno soltanto proviene dal nord (dal collegio elettorale di Milano – Pavia): gli altri 19 vengono eletti nei collegi di Roma, Benevento-Campobasso, Napoli-Caserta e Bari-Foggia (il massimo: 4 per ogni collegio), a Salerno, in Calabria, in Sicilia e in Sardegna. Alle lezioni amministrative del 1946, L’Uomo qualunque avrà 30 candidati.
Alle elezioni dell’aprile 1948 avviene il crollo di questo movimento, il quale non è altro che un segno di protesta; il suo significato, per così dire, è quello d’una reazione: trascorso un certo periodo, il suo compito sarà esaurito.


Io sono, assolutamente, un estimatore di Giambattista Vico, con la sua tesi dei “corsi e ricorsi” storici, o flussi. Niente accade per la prima volta, tutto ha avuto già un decorso. Dovrebbe essere facile imparare dai nostri errori, ma non lo facciamo mai, e ripetiamo, inesorabilmente gli errori fatti in passato. Ripassiamo un po’ la storia: nel 1944, un signore, tale Gugliemo Giannini, di professione commediante, vi ricorda qualcosa?, fonda un nuovo partito, il Partito dell’Uomo Qualunque (o Fronte o Movimento). Parla solo con la stampa estera!!! Raggiunge ottimi risultati dando sfogo alla pancia degli italiani di quel tempo. Dura pochi anni e nel 1948 ha già terminato il suo compito. Troppo qualunquista per essere qualcosa di serio. Qualcuno lo definiva il partito della “pastasciutta”. Io non aggiungo altro, troppo scaltri e intelligenti i miei lettori per non capire i riferimenti. Come mi sono definito con il mio nickname del blog, io non ho soluzioni, io evidenzio solo dubbi, come un fastidioso tafano (horsefly). Ultima mia annotazione e citazione: “Historia magistra vitae”, la storia è maestra di vita! 


Giuseppe pizia?

#792

 

L’ultimo comizio

Massimo Gramellini - La Stampa

L’ultimo comizio

di Massimo Gramellini

Massimo Gramellini - La Stampa

Massimo Gramellini - La Stampa«Cari elettori, per un disguido tecnico nelle settimane scorse è andata in onda la campagna sbagliata: il cagnolino di Monti, il giaguaro di Bersani, la busta di Berlusconi travestita da rimborso delle tasse, il mago Zurlì che smentisce la partecipazione di Giannino allo Zecchino d’Oro. In realtà avremmo dovuto intrattenervi su una questione più pregnante e approfittiamo di quest’ultimo comizio per farlo tutti insieme. Noi politici di destra e di sinistra registriamo con preoccupazione l’allarme lanciato dal linguista Tullio De Mauro: «Più della metà degli italiani ha difficoltà a comprendere l’informazione scritta, con inevitabili conseguenze negative per la democrazia: molti sono spinti a votare più con la pancia che con la testa e non hanno gli strumenti culturali per controllare l’operato delle classi dirigenti».

Questa splendida situazione non è soltanto merito nostro – dall’Unità a oggi vi hanno contribuito generazioni di politici, impegnate a garantire attraverso i media e la scuola uno scrupoloso rispetto degli standard di ignoranza e rincoglionimento collettivo – ma tocca purtroppo a noi porvi termine. Fin qui eravamo sempre riusciti a conciliare il progresso economico con l’immobilismo culturale: quando i soldi girano nessuno si preoccupa se i cervelli rimangono in pausa, consentendo a chi li manipola di continuare a fare, indisturbato, i propri comodi. Ma per uscire dalla crisi attuale sembra non resti altra strada che investire nella ricerca, nella cultura e nella scuola. Riserveremo dunque a questi obiettivi quote più ingenti del Pil, finché non vi sarete trasformati da sudditi in cittadini. Ci scusiamo fin d’ora per i disagi».

Da La Stampa del 22/02/2013.


Assolutamente d’accordo con Gramellini, sono anni che lo ripeto. Vox clamantis in deserto.


Giuseppe per l’ultima spiaggia

#789

 

L’uomo politico più povero del mondo

Il presidente più povero del mondo - Mujica presidente mas pobre - Mujica the poorest president

Il presidente più povero del mondo

Mujica presidente mas pobre – Mujica the poorest president

José “Pepe” Mujica

 Il presidente più povero del mondo - Mujica presidente mas pobre - Mujica the poorest president

José "Pepe" Mujica - Il presidente più povero del mondo - Mujica presidente mas pobre - Mujica the poorest presidentMentre i leader di altri paesi poveri vivono in lussuosi palazzi e i parlamentari risiedono in suite di hotel a 5 stelle, il presidente dell’Uruguay,  Josè Mujica, primo presidente al mondo ad aver donato il 90% del suo stipendio ai poveri, vive in un antico casale situato a pochi chilometri di distanza dalla capitale .
77 anni, vegetariano, vive con sua moglie e il suo cane a tre zampe in una casa colonica semi fatiscente e il il bene più prezioso in possesso di questo contadino part-time è il suo vecchio “maggiolino”.
Il carismatico presidente uruguaiano José Mujica si è rifiutato di adattare il suo stile di vita alle “trappole della ricchezza “ che deri vano dall’essere la figura più potente del paese.
Non vi è alcuna possibilità che si verifichino a suo carico scandali per spese non giustificate o per evasione fiscale poiché trattiene per sé a malapena il 10% dello stipendio (circa 7.500, cioè molto meno di un insignificante consigliere regionale o di uno oscuro deputato italiano) mentre il 90% lo devolve ai bisognosi!
Senza scorta e cortei di auto blindate, l’unico segno del suo importante ruolo è rappresentato dalla coppia di agenti di polizia che fanno guardia fissa alla fine del suo viottolo di casa..
Josè Mijuca, ex della sinistra rivoluzionaria, in un’intervista alla BBC ha candidamente dichiarato: “Mi chiamano il presidente più povero del mondo, ma io non mi sento povero. I poveri sono coloro che lavorano solo per cercare di mantenere uno stile di vita costoso e vogliono sempre di più. E’ una questione di libertà. Se non si dispone di molti beni allora non c’è bisogno di lavorare per tutta la vita come uno schiavo per sostenerli, e si ha più tempo per se stessi”.



Tra un paio di mesi in Italia ci saranno le elezioni. I partiti sono a caccia dei nostri voti e tutti i mezzi saranno leciti per ottenerli. Assisteremo all’eterno circo Barnum della nostra politica: nani, ballerine, clown e fenomeni da baraccone vari. Io suggerisco, alle varie teste d’uovo dei partiti, di analizzare questo fenomeno sudamericano. I voti sarebbero assicurati. 


Giuseppe per la FIL, “Felicità Interna Lorda

#777

 

Il sogno berlusconiano

Berlusconi ridens

Il sogno berlusconiano, purtroppo, è diventato realtà!!!

 

 Berlusconi ridens

 Amaca - Michele Serra

L’amaca di Michele Serra è pubblicata su Repubblica


Quoto completamente il pensiero di Michele Serra in questa “Amaca”, il sogno di Berlusconi è completamente realizzato, i fatti parlano da soli.


Giuseppe per i sogni che, non sempre, terminano all’alba.

#747


Gentilissima signora Polverini

Gentilissima signora Polverini...  di Angela Vitaliano | 22 settembre 2012

Gentilissima signora Polverini…

di Angela Vitaliano | 22 settembre 2012

 Gentilissima signora Polverini...  di Angela Vitaliano | 22 settembre 2012

Gentilissima signora Polverini...  di Angela Vitaliano | 22 settembre 2012La smetta, per cortesia, e se le resta un briciolo di dignità, di parlare del suo tumore, come vittima, come metafora, come difesa, come paravento.

Le ricordo prima di tutto che Lei è una sopravvissuta mentre c’è chi questa battaglia la sta ancora vivendo, senza molte speranze o chi non l’ha vinta. Perciò la smetta. Le ricordo ancora che è volgare e patetico provare ad usare una malattia per attirarsi simpatie di cittadini che, invece, in ogni caso, dovrebbero cacciarla via senza neppure un arrivederci. Perciò la smetta. Le ricordo che in un paese civile, anzi no, mi scusi, normale, lei dignitosamente avrebbe già annunciato e dato seguito alle sue dimissioni. E, invece, non lo ha fatto. Perciò la smetta.

Le ricordo, infine, che quando un rappresentante delle istituzioni tradisce il significato più importante del suo ruolo e cioè, glielo ricordo, occuparsi dei cittadini (e non tradirli) non dovrebbe provare minore o maggiore vergogna solo perché sopravvissuta a qualche malattia. Perciò la smetta.

Se non vuole abbandonare il suo posto come dovrebbe, si difenda usando, se le riesce, la ragione politica e la legalità. Ma, in nome dell’umana dignità, la smetta di usare la sua malattia.

Cordialmente.

Giuseppe per la dignità tradita

#742

Natalino Balasso è l’ispettore Poaret (di Equitalia)

Natalino Balasso- Logo Equitalia

Natalino Balasso è l’ispettore Poaret (di Equitalia)

 Natalino Balasso testimonial Rolex


Microfilm di 6 minuti. L’ispettore Poaret di Equitalia. In un paese in cui per fare un partito il primo passo è depositare un logo, in un paese in cui se viene un terremoto i giornalisti ti chiedono “Ha avuto paura?”, in un paese in cui le prime notizie al telegiornale parlano di papi, regine e zoccole come nell’800; c’è un uomo che lotta contro l’ingiustizia in nome di un’altra ingiustizia. L’ispettore Poaret si tiene stretto il suo lavoro perché non ne ha un altro.

Natalino Balasso testimonial Rolex

Balasso testimonial smartphone

Balasso testimonial Frecciarossa

Balasso testimonial Mercedes

Balasso testimonial Superalcolici

Giuseppe per il noir rovigino.

#740

Nicole Minetti – Vera o falsa?

Quelli che il calcio - Imitazione di Nicole Minetti

Quelli che il calcio – Imitazione di Nicole Minetti

 

 Quelli che il calcio - Imitazione di Nicole Minetti



Trasmissione: Quelli che… il calcio
Data: 16 settembre 2012
Protagonisti: Victoria Cabello – Virginia Raffaele
Rete: Rai 2


A ”Quelli che” arriva Nicole: l’imitazione della Minetti - Con l’inseparabile telefonino in una mano e il gloss per le labbra nell’altra, debutta nel programma condotto da Victoria Cabello la consigliera regionale protagonista del caso Ruby. Un’imitazione, questa di Virginia Raffaele, che ha già suscitato un certo malumore in alcuni esponenti del Pdl, in primis Alessandra Mussolini.

Io ho fatto molta fatica a distinguerla dall’originale. A volte la fantasia è più reale della realtà. Povera Italia, questa è la consigliera di una delle regioni più ricche e importanti del mondo! (la Lombardia)…. povera Italia e… povera pure la Lombardia, come direbbe il grande Jannacci. 


Giuseppe per la nuova classe politica italiana…. un po’ peripatetica….ovvero che è sempre in cammino

#736

La tassa sul dolore

La tassa sul dolore: PAGARE (caro) il parcheggio per andare in ospedale?

La tassa sul dolore: PAGARE il parcheggio per andare in ospedale?
Il ticket del dolore Il ticket del dolore

In Italia mancava solo questa, la tassa sul dolore! Volete sapere quanto costa? 1.20 euro all’ora, per un massimo di 6 euro giornalieri. Vi sembra equo? Direi proprio di no, visto che oramai gli stipendi boccheggiano come pesci su un letto di fiume asciutto. La tassa del dolore è una invenzione tutta italica. Raschiamo il fondo, mentre i soliti noti ingrassano! Volete le coordinate di questa tassa? Ospedale Alto Vicentino in quel di Santorso (Vicenza), dove anche il dolore ha un prezzo! per accedere ai reparti bisogna pagare il parcheggio dell’auto che costa quanto anzidetto. Altre possibilità? Nessuna, visto che l’ospedale è situato in zona periferica e l’auto è l’unico modo per arrivarci, se non si vogliono fare km a piedi.

Giuseppe per equità sociale

#704

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