Donne e figli
Natale 2011 – Countdown
Natale 2011 – Countdown
Giuseppe per il Natale 2011 |
#540 |
Prodigio di semplicità
Prodigio Di Semplicità di Emanuela Pozzan
In un attimo tutto sembra passato, il mio impeto è svanito nella speranza di assopire un bisogno. In me si cerca: il sapore, l’ebbrezza di un momento e la pace di un sorso di nettare dal gusto sublime. Presto, la curiosità sulla mia natura, darà pace alla brama di sapere com’è l’annata. Io sono la vite, io sono la vita e nel mio succo si racchiude l’attesa di dodici mesi. Nell’alba di una domenica autunnale mi ritrovo qui, anonima tra sconosciute ed attendo paziente che il sole sorga pigramente dal capanno affiancato al mio filare. Mi sento soddisfatta ed orgogliosa anche quest’anno, ad ogni stagione che trascorre, assaporo sempre più il piacere di donare il mio prezioso succo; altro scopo non ho. Sono stata scelta, la mia missione è questa: dare pace ad un desiderio dei sensi. Con il mio verdeggiare e l’armonia delle mie onde lignee sono un incanto per gli occhi ed i miei tralci sembrano corde di un violino naturale che suona melodie di passione; con le mie foglie rugose e fresche ricordo l’acqua di fonte che sgorga tra innumerevoli bollicine; con il profumo dei miei frutti inebrio le menti ed evoco con gli acini che maturo piano, la pace di un molesto sogno di conoscenza. Ora è arrivato il tempo per il riposo e posso pensare; posso ricordare. Amo la mia terra, leggermente inclinata a Sud e di cui sento tutto il calore che sale dalle mie radici, profonde idealmente sino al centro del globo. L’inverno è stato lungo, solo per magia sono scampata all’acqua delle alluvioni che infondo alla collina ha creato il ristagno, e per fortuna io ero protetta su nel mio colle. Ho sentito la grande umidità fin dentro le mie scheletriche ramificazioni e non ne potevo più di sentirmi inebriata di acqua, ho pensato sonnecchiando alle calde giornate estive che prosciugano fin dentro l’intimo. Tutto ha uno scopo. Alla fine anche l’inverno è passato, lungo e freddo, mi ha ghiacciato la corteccia, avevo paura, e poi, è giunta la potatura, un misto di dolore e di piacere. Sento ancora il vibrare del mio corpo all’avvicinarsi del contadino che mi tocca, sento le sue mani calde in un pomeriggio di sole sofferente, sembra quasi sia primavera ed invece il suo tocco, dapprima dolce e rincuorante, si trasforma in una mano esperta che sradica i miei tralci inutili, e taglia, mi lascia lo stretto necessario per crescere ancora e rinvigorire. Mi chiedo a volte se lui si renda conto del dolore che mi provoca, se vede che poi piango. In realtà mi medico dove lui mi lacera, ma gli uomini chiamano: “lacrime”, il mio sangue. Laddove loro sanguinano, io irrigo le mie ferite di linfa, considerata medicamentosa, tanto che qualcuno ancora gira per i vigneti per raccogliere queste gocce ritenute un balsamo per gli occhi. Tra i prodigi della natura c’è anche questo: assistere ad un’alba nel vigneto che piange lacrime necessarie. Un altro anno è passato, sonnecchio nel pomeriggio tedioso di novembre e penso a quando, su qualche tavolo imbandito o nell’allegria delle osterie, qualcuno stapperà una bottiglia e penserà inconsciamente a me che sono qui pronta al riposo, ma in prima linea per ripetere il mio miracolo con l’avventarsi delle stagioni. Il sonno giunge avvolgente come nebbia ed offusca i miei pensieri ed io delirio, tra finzione e realtà, nel sognare il momento in cui il mio nettare darà la gioia, magari adesso, magari tra anni, tra gli scaffali di una cantina, amerò come un’amante appassionata chi mi sceglierà, chi mi avrà. Emanuela Pozzan per http://www.santamargherita.com/
Bello questo racconto vero? Ha vinto un premio, che un’importante casa vinicola italiana ha bandito. Vi chiederete perché l’ho pubblicato? C’è un motivo, l’autrice è una mia ex-alunna. Quando l’ho letto mi sono emozionato molto per queste parole ed ho subito scritto una mail a Manuela, vi riporto il testo qui: “Cara Manu, ho letto il tuo breve racconto con voracità, così come quando da piccolo, assaporavo i grappoli d’uva dolcissimi, che il mio papà coltivava. Ho sentito il profumo dell’uva, il sapore del sole, della vita, dell’essenza delle cose. Hai descritto con pennellate di colori e sapori ciò che noi suggiamo dalla natura. Sei stata fantastica! Mi hai commosso! Grazie per queste emozioni che ci dai.” La cosa che mi ha colpito di più di questo breve racconto è stata la vite come metafora della vita. Non a caso hanno nomi simili, almeno in italiano. Così come la vite è orgogliosa di poter donare il proprio nettare, così noi dovremmo essere orgogliosi di donare noi stessi agli altri, senza pretendere grossi ringraziamenti, fieri soltanto di essere stati utili. Il senso dell’altruismo, che oramai è perso e forse faremo fatica a ritrovare. Ma quanto è bello sapere di essere utili a qualcuno, sapere che la nostra linfa alimenta gli altri, che non siamo piante sterili destinate a inaridirci perché incapaci di donare. Ringrazio ancora Manuela per le belle parole con cui ha espresso il concetto di vita, semplicità e amore. Bastano parole come queste per pensare che 26 anni d’insegnamento non sono stati inutili, ripagano di una vita intera dedicata alla scuola.
Giuseppe per i sapori veri. |
#539 |
Google nel mondo
Google in the world - Google nel mondo
Giuseppe per Google |
#538 |
Trolololo
Trololo – Real version
Il motivo che fa impazzire il mondo
Eduard Anatol’evič Khill (Эдуард Анатольевич Хиль; Mosca, 4 settembre 1934) è un baritono russo.
È nato il 4 settembre 1934 a Smolensk.
Nel 1960 si è diplomato al Conservatorio di Leningrado (classe di canto EG Olkhovskoye e ZP Lody) e ha iniziato ad esibirsi come solista Lenkontserta. Dal 1977 al 1979 ha insegnato canto solista presso LGITMIK. Dal 1997 è stato coinvolto con suo figlio in un progetto congiunto con il gruppo rock “Prepinaki”. Ha lavorato a Parigi, al caffè “Rasputin”. Nel 2010 è stato caricato su YouTube un video del 1966 di Khil che canta Я очень рад, ведь я, наконец, возвращаюсь домой (Sono felice, perché sto finalmente ritornando a casa) ed in breve tempo è diventato un meme conosciuto come “Trololo”, tanto che al baritono è stato attribuito il soprannome di “Mr. Trololo” o “Trololo Man” e l’attore Christoph Waltz ne ha girato una parodia. Anche Muslim Magomayev, Valery Obodzinsky e la cantante ungherese Janos Koosh si sono esibiti in questo vocalizzo.
Giuseppe per le pazzie della rete |
#537 |
Non chiamarlo amore
25 Novembre 2014 – Giornata mondiale contro la violenza sulle donne
”Non chiamarlo amore”, lo spot della Comencini contro la violenza sulle donne. La regista Francesca Comencini firma lo spot per Solidea - il progetto antiviolenza della Provincia di Roma – in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che si celebra oggi
Giuseppe per le donne |
#536 |
Vita e felicità
John Lennon - Vita e felicità |
Mi dissero che non avevo capito il compito, e io dissi loro che non avevano capito la vita.
Bravo John, tu e tua madre avevate capito tutto!!!!!!
Giuseppe per la ricerca della felicità |
#535 |
La musica è vita
Extraordinary Pantene Commercial(fantastica pubblicità della PANTENE) |
Straordinario video pubblicitario della Pantene
Se vi è piaciuta questa pubblicità, dovete assolutamente vedere anche quest’altra:
Quando la pubblicità è arte
E per i più curiosi, la colonna sonora è di..
Johann Pachelbel
da Wikipedia
L’abate Johann Pachelbel (in lingua tedesca joˈhan ˈpaxɛlbl, [ˈpaxl̩bɛl], o [paˈxɛlbl̩];; Norimberga, 1º settembre 1653 – Norimberga, 3 marzo 1706) è stato un religioso, compositore e organista tedesco.
Organista e compositore di numerose pagine di musica barocca, è ricordato per essere l’autore del celebre brano conosciuto con il suo nome, il Canone di Pachelbel.
Iniziò l’attività di musicista ad Erfurt, in Turingia, regione centrale della Germania, e contribuì allo sviluppo della musica sacra della Chiesa Protestante con numerose opere principalmente per tastiera.
Le armonizzazioni corali liturgiche da lui create traevano ispirazione – secondo molti storici della musica – dall’opera del giovane Johann Sebastian Bach il cui fratello maggiore, Johann Christoph, fu studente di organo presso lo stesso Pachelbel. Eisenach era la città natale di Ambrosius Bach e luogo di nascita dei numerosi figli di quest’ultimo, fra i quali Johann Sebastian e Johann Christoph. Pachelbel fu padrino della figlia di Ambrosius Bach (sorella di Johann Sebastian), Johanna Judith Bach.
Oltre al celebre Canone e a numerosi arrangiamenti per inni liturgici, Pachelbel scrisse un cospicuo numero di cantate per la chiesa luterana e sonate da camera per vari strumenti, soprattutto violino.
Questo è il celebre “Canone in re maggiore” per violini e archi:
Quando la pubblicità diventa una fantastica opera d’arte cinematografica. Brava Pantene!
Giuseppe per i commercial d’autore. |
#534 |
Ipse Dixit – Celebrità
Della serie hanno la faccia come il cu…bo.
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- “Cocaina sui miei jeans? Ma no. E solo un po’ di zucchero sulla torta, una festicciola tra amici” - Kate Moss
E’ vietato il dolcino nelle feste? Horsefly
- Dopo una serata in discoteca a Capri fu sorpreso a impadronirsi di un taxi. Alla richiesta del tassista di lasciare il veicolo nelle sue mani, Elkann cominciò a inveire contro tutti i capresi e si rifiutò di abbandonare il volante, sostenendo che l’auto era di sua proprietà dato che si trattava di una Fiat Marea. – Lapo Elkann - http://seidimoda.repubblica.it/fotovideo/home/24473726
Della serie “è mia e guai a chi me la tocca (la macchina)”!!!! Horsefly
- “Ho preso questi pantaloni in prestito. Non ho idea di chi abbia messo la droga nelle tasche” – Lindsay Lohan
Il primo straccetto al volo… prestato. Horsefly
- ”Sta meglio, è stata vicina alla morte per ben due volte. Abbiamo lavorato duro perché stesse meglio. Il macello? Si stava solo divertendo, faceva finta di essere un cavallo” - Il papà di Amy Winehouse
Dopo ” a little party”, una festicciuola insomma in albergo) Horsefly
- ”Siamo allo scempio generale. Io non ho fatto altro che andare a cena con un amico che mi ha presentato la ragazza che, siccome era tardi, è venuta a letto con me. Questa storia non c?entra nulla con i valori della famiglia. Non posso non essere un buon padre, un buon marito solo perché dopo cinque, sei giorni fuori casa capita un?occasione….» – Cosimo Mele deputato del parlamento italiano
Un viatico per la lontanza da casa Horsefly
- “L’ntervista mi è stata sostanzialmente carpita, io penso esattamente il contrario: la droga fa male, la considero pericolosa e inutile. Mi hanno teso una trappola” - Morgan
I soliti giornalisti!!! Horsefly
- “E’ una persona molto ospitale – spiegò il suo avvocato – accoglie spesso molti amici nel suo appartamento, non dovrebbe essere ospitale?” Boy George
Ottimo anfitrione, coca per tutti gli ospiti Horsefly
- Sorpresa con una sostanza bianca nel naso ha dichiarato, tramite il suo portavoce, che si trattava di panna o zucchero dal dessert – Paris Hilton
Adesso è forse proibito il dessert???!! Horsefly
- “Solo zafferano” - Cecchi Gori
Ma lo zafferano è bianco, nn è giallo….. almeno il risotto allo zafferano è colorato di giallo…. abbiamo sempre mangiato zafferano adulterato??? Horsefly
- “Mi hanno pagato la casa a mia insaputa” – Claudio Scajola
Occorre commentarla?
Giuseppe per le frasi celebri |
#533 |