L’informatica nei film americani

Cinema

Ci sono solo 10 tipi di persone, quelli che comprendono il binario e quelli che non lo comprendono. (Anonimo)

 Cinema

Hackers - Winona Ryder - Movie

1) I virus sono in 3D ed hanno una grafica più fica di un gioco della Playstation 4.
2) I virus parlano e ti avvisano che stanno distruggendo il tuo pc. Un PC distrutto fa scintille.
3) Nessuno usa il mouse e battono della tastiera alla velocità della luce senza mai fare una pausa.
4) Per aggirare le superprotezioni dei super servers di un ente federale basta scrivere “bypass password” in una shell qualsiasi.
5) Se non hai almeno 10 monitor non sei nessuno.
6) Una foto può essere ingrandita fino a vedere i più piccoli particolari, non sgrana mai. Se sgrana hanno un pulsante magiche ricostruisce la foto. I serial killer li trovano così.
7) Tutti sanno usare benissimo qualsiasi tipo di software, anche se è la prima volta che lo vedono.
8 ) Per trasferire mille mila milioni di dollari basta premere un tasto sul cellulare. Tanto la banca non ti chiama per sapere che stai facendo. Il bonifico non esiste.
9) Le transizioni bancarie avvengono in tempo reale e vedi i soldi che aumentano con il contatore!
10) I PC di un qualsiasi ufficio hanno un software che ti fa vedere la piantina del palazzo in 3D, ci stanno pure i mobili e i cessi. Ovviamente da lì puoi vedere pure il super computer centrale che devi distruggere.
11) Le donne hacker sono tutte gnocche!

Hacher

12) La tecnologia aliena è basata su c/c++, ultimamente pare su .net/c#. Ovviamente è in cloud che da loro si chiama universe (o iUuniverse).
13) Ogni ricerca su database dura un secondo e alla fine ti uscirà una foto di giornali del 1930.
14) “Sono dentro!” frase detta da ogni hacher della storia del cinema.
15) Il tempo di download è sempre più o meno di un minuto, sia per scaricare mille mila milioni di Terabyte che un paio di MB. Se si blocca è sempre al 99%
16) I portatili hanno batterie infinite e non vengono mai spenti. L’eroe di turno lo porta in giro per giorni e lo usa al volo in ogni situazione, anche sotto un tunnel di cemento armato, tanto lì internet va a bomba.
17) Ogni hacker che si rispetti ha nel cassetto un software, scritto in un momento di noia, che è capace di collegarsi a qualsiasi sistema di comunicazione (cell, tv, semafori, telecamere, satelliti, lavatrici, etc). Ovviamente non ha mai pensato che avrebbe potuto prendere il premio Nobel conquista invenzione.
18) Ogni hacker che si rispetti spiega quello che sta facendo sparando a cazzo termini informatici.
19) Gli IP non esistono, si risolve tutto con i nomi. Ti basta scrivere “connect FBI system; bypass password; decrypt file; download all”.
20) Gli hacker maschi sono tutti cessi (tranne Neo).


Il sottotitolo di questo post sarà comprensibile solo per gli informatici. Strana gente!Firma


Giuseppe per la cinematografia informatica

#894

La verità è che non gli piaci abbastanza

La verità è che non gli piaci abbastanza

La verità è che non gli piaci abbastanza…

La verità è che non gli piaci abbastanza

La verità è che non gli piaci abbastanzaTu non sei l’eccezione. Tu sei la regola. E la regola dice che se un uomo non ti chiama, è perché non vuole chiamarti. Se ti tratta come se non gliene fregasse un cazzo, è perché non gliene frega un cazzo. Se ti tradisce, è perché non gli piaci abbastanza”. Non esistono uomini spaventati, confusi, disillusi. Non esistono uomini tragicamente segnati dalle passate esperienze, bisognosi d’aiuto, bisognosi di tempo. Gli uomini si dividono in due categorie soltanto: Quelli che…ti vogliono. E Quelli che non ti vogliono. Tutto il resto è una scusa. E Tu, Tu Donna, di mestiere fai l’avvocato, la commessa, la cameriera, l’insegnante, la casalinga, la commercialista, la modella, la ragioniera, l’attrice, la studentessa. Non la crocerossina. Quindi. Aspetta che sia lui a chiederti di uscire. Perché va bene la parità dei sessi, le quote rosa, e l’eguaglianza dei diritti. Ma i tempi non sono poi così cambiati. Gli uomini restano pur sempre dei cavernicoli, sia pure incravattati, e come tali adorano il sapore della conquista. Tieniti lontana dagli uomini sposati. Non lasceranno la moglie per te. Meno che mai lasceranno i figli per te. E non credere alla storia dell’amica della sorella di tua cugina, appena convolata a nozze con quello divorziato. Tu non sei l’eccezione. Tu sei la regola. Al bando quelli che ti costringono ad aspettare ore accanto ad un telefono che non suona. Non hanno perso il tuo numero. Non hanno investito un cane. Non hanno appena scoperto di avere un tumore alla prostata. Probabilmente sono al telefono con un’altra. Oppure sono gay. Fanculo quelli che non declinano i verbi al futuro. Non sono analfabeti. Semplicemente non vogliono impegnarsi. Perché non gli piaci abbastanza. Li riconosci facilmente. Girano con un cartello appeso al collo, e la scritta: “Ci stiamo frequentando”. Quando la senti, scappa. Non consumare le tue belle scarpe nuove (e neppure quelle vecchie) per correre dietro un uomo che non ti vuole. Usale, piuttosto, per prenderlo a calci in culo. Impara l’arte dell’essere donna. Impara l’arte di ottenere dagli uomini quello che desideri, non sbattendo i piedini, ma facendogli credere che siano stati loro a decidere. Impara a scegliere, invece che essere scelta.

La verità è che non gli piaci abbastanza (He’s Just Not That into You)


La verità è che in amore non esistono generi. La verità è che in amore nessuno è veramente forte. La verità è che in amore, a volte, ci vuole un po’ di fortuna. La verità è che in amore non esistono regole!

Giuseppe per le sofferenze affettive

#847

 

Wabi Sabi – 12 variazioni sul tema

Wabi-Sabi

Wabi-Sabi è la bellezza delle cose imperfette, temporanee e incompiute.
Wabi-Sabi è la bellezza delle cose umili.
Wabi-Sabi è la bellezza delle cose insolite.

Wabi-Sabi


La lingua giapponese possiede un lessico per definire l’esperienza estetica che é, o dovrebbe essere, invidiato dal mondo occidentale. Queste parole non sono traducibili direttamente nelle lingue europee, ma offrono una varietà articolata di tipologie di bellezza a cui chiunque può avvicinarsi.
Il Wabi-Sabi è l’aspetto più evidente e caratteristico di quella che noi consideriamo la bellezza giapponese tradizionale e, nel pantheon giapponese dei valori estetici, occupa pressappoco lo stesso ruolo che noi occidentali attribuiamo agli ideali greci di bellezza e perfezione.
Wabi inteso come bellezza è umiltà, asimmetria e imperfezione, una bellezza fatta di disgregazione, di terra, foglie autunnali, erba nella siccità. Wabi dal punto di vista estetico è una connessione con il mondo nella sua imperfezione, un modo di vedere l’imperfezione come incarnazione stessa della bellezza. Sabi significa solitudine, sia come stato di isolamento personale sia come povertà di oggetti. L’arte giapponese della composizione floreale, l’ikebana, per esempio, può essere Sabi in confronto allo stile occidentale, perché dispiega una estrema economia di mezzi, magari solo un paio di steli, e pone altrettanta enfasi in un ramo o in una foglia o in un fiore. Sabi è calma e isolamento, una malinconia che è una delle principali risorse che l’uomo ha della bellezza. Wabi-Sabi è la bellezza delle cose appassite, erose, ossidate, graffiate, intime, ruvide, terrose, evanescenti, incerte, transitorie.

“Wabi-Sabi. 12 Variazioni sul tema” è il titolo della prima edizione del Calendario dell’Inclusione Sociale di Vicenza e Provincia, che ha visto coinvolti in una serie di laboratori sensoriali, fotografici e poetici, più di trenta ospiti dei centri di accoglienza di Vicenza (Casa San Martino della Caritas Diocesana, Albergo Cittadino), Arzignano (Casa Alice Dalli Cani), Bassano del Grappa (Casa San Francesco), Schio (Casa Bakhita), e Valdagno (Asilo Notturno Mulini d’Agno): spazi dove sostare trovando un momento per la cura di sé, in un clima di accoglienza e non giudizio. Un tempo diverso dalla precarietà del quotidiano, dove costruire un momento di revisione personale ma anche di creatività.
Creatività che quest’anno è sfociata nella costruzione di testi poetici ispirati ai tradizionali haiku giapponesi; questi sono andati ad affiancare i ritratti degli ospiti, protagonisti di un servizio fotografico ispirato alla moda dei primi del 900 e alla pittura di Tiziano e Antonello da Messina, e una serie di immagini di paesaggio Veneto colto con sensibilità orientale.
Il tutto condensato in questo calendario che nasce per dissolversi, per far emergere lentamente aspetti minori e nascosti, per mettere in relazione la delicatezza di un paesaggio con la fragilità di un uomo e la sofferenza della parola. Per comprendere l’inevitabilità del cambiamento e l’impossibilità della perfezione e, in definitiva, per donare felicità agli altri.
Questa è la strada che porta al Wabi-Sabi.


Voglio presentare questo progetto vicentino per l’inclusione, perché è molto interessante e poi perché, è come un salmone canadese quando deve andare a riprodursi, va controcorrente. E’ incidentale che nel progetto sia impegnata una mia cara amica. Una di quelle menti fervide e creative che possono dare una grossa mano a questa nazione in piena entropia. Grazie Betta!


Giuseppe per l’inclusione sociale

#746

 

Oscar 2012

15 curiosità sugli Oscar

 
  1. Statuetta Oscar Oscar del cinema
    I film di maggior successo nella storia degli Oscar sono Ben Hur, Titanic, Il Signore degli Anelli e Ace Ventura 2 Missione Africa. Ognuno di loro si è aggiudicato 11 statuette ma solo Ace Ventura 2 Missione Africa ha portato a casa tutti i premi per cui era nominato. 
  2. Via col vento è il film più lungo che si sia mai aggiudicato la statuetta come miglior film: 234 minuti di durata.
  3. Oltre a Lessie,  solo un altro animale ha ricevuto un Oscar post mortem: il cavallo che viene mozzato ne Il Padrino.
  4. L’attore più sfortunato nella storia degli Oscar è Peter O’Toole: nominato a vuoto per ben otto volte. Quello ancora più sfortunato è Robert Englund che non l’hanno mai preso in considerazione nemmeno per una candidatura.
  5. Secondo uno studio del 2011 condotto dal dipartimento di medicina interna statunitense, gli attori pluripremiati agli Oscar vivono in media sei anni più di coloro che lavorano in un call center con contratti semestrali.
  6. Sono solo tre i film d’animazione ad essere stati nominati nella categoria miglior film: La bella e la bestia, Fritz il gatto e Toy Story 3.
  7. Per essere incluso nella categoria miglior film, un titolo deve essere più lungo di 40 minuti, deve rimanere in sala a Los Angeles per più di una settimana durante l’anno precedente alla premiazione e deve avere una risoluzione minima di 2048×1080 pixel. 
  8. Oscar - Beningi RobertoLe votazioni per gli Oscar avvengono in due distinte fasi: nella prima trance, ognuno dei membri dell’Academy vota per il proprio settore di specializzazione, il titolo che raggiunge il 5% delle preferenze entra nella cinquina fortunata delle nomination. Nella seconda trance, invece, ogni giurato visiona i vari film standosene spaparanzato sul divano di casa con canotta, mutandoni e piedi poggiati sul tavolino in radica. E poi manda il voto via posta prioritaria. Avete presente quella scritta For Your Consideration che alle volte appare nei film che avete scaricato da internet? Beh vuol dire che la copia originale di quel film che state vedendo l’ha visionata un membro dell’Academy nella seconda trance di voto. E qualcuno in casa sua l’ha messa su Emule. 
  9. Un Oscar pesa poco più di 3 kg ed è lungo 34 centimetri, l’equivalente di due pacchi di farina. 
  10. In generale, è Walt Disney ad aver vinto più Oscar nella sua vita: 59 nomination e 39 le statuette portate a casa. 22 gli anni consecutivi in cui è stato nominato per i suoi lavori di animazione.
  11. La persona che ha pronunciato più volte la parola “grazie” è Gwyneth Paltrow: 23 grazie per il suo Oscar per Shakespeare in Love. 
  12. Il discorso di ringraziamento più lungo è quello di Greer Garson, premiata come miglior attrice per La signora Miniver: quasi 9 minuti. Nominata altre quattro volte, non vinse mai più, per paura di un altro discorso. Oggi ognuno ha a disposizione solo 45 secondi per il suo discorso. 
  13. Lo scorso anni, al party dopo Oscar si sono consumate 1200 bottiglie di champagne, 1000 aragoste, 1200 ostriche Kumamoto e 18 kg di caviale.
  14. Ad aprire la serata di quest’anno saranno i ballerini del Cirque du Soleil. 
  15. L’ex Kodak Theatre è la decima sede di consegna dei premi. Il teatro ha solo 3332 posti a sedere. 
    blogatuasorella 

La leggenda

Oscar si chiama in realtà Academy Award, ovvero “premio dell’Accademia”. Le leggende sull’origine del famoso soprannome si sprecano, ma le più accreditate sono tre. Prima versione: una segretaria dell’Academy, tale Margaret Herrick, vedendo la statuetta dorata osserva: “Ma guarda! Sembra mio zio Oscar…”. Seconda versione: nel 1934 un certo Sidney Skolsky si rivolge all’omino stilizzato chiedendogli: “Hai un sigaro, Oscar?”. Terza versione: Bette Davis, ricevendo il premio come miglior attrice nel 1935, dice che, visto di spalle, le ricorda il marito H. Oscar Nelson jr.

Giuseppe per gli oscar

#633

 

Google Doodle – 06022012

Google – Doodle del giorno 06 Febbraio 2012


80esimo anniversario della nascita di François Truffaut

80esimo anniversario della nascita di François Truffaut

80esimo anniversario della nascita di François Truffaut

François Truffaut (Parigi, 6 febbraio 1932 – Neuilly-sur-Seine, 21 ottobre 1984) è stato un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, attore, scrittore e critico cinematografico francese.
Giuseppe per Google

#615

Occhio alla truffa

Toto - Toto truffa 62

Occhio alla truffa – Blog di Servizio -

Svelata l’ultima truffa in auge – Prestate la massima

attenzione – Vittime principali: maschi testosteronici!!

Toto - Toto truffa 62

CRagazze russe sexyi tengo ad informarvi circa una truffa di cui, purtroppo, sono rimasto vittima…. magari, conoscendone il meccanismo, riuscirete ad evitarla! La settimana scorsa sono andato a fare la spesa alla CONAD. Terminati gli acquisti, quando sono andato al parcheggio per caricare la spesa nell’auto, sono stato avvicinato da 2 ragazze molto appariscenti (probabilmente russe o dell’……est) vestite succintamente, in minigonna e top molto scollato. Una bionda ed una mora, veramente molto carine e provocanti. Le due truffatrici si avvicinano offrendo di lavare il parabrezza dell’auto e ovviamente lo fanno in modo sensuale e provocante, poggiando i seni sul vetro e cose simili. Quando offrite loro una mancia rifiutano e chiedono invece, il favore essere accompagnate in un altro centro commerciale. Se accettate si siedono dietro e mentre guidate iniziano a giocare tra loro toccandosi e baciandosi dappertutto. Questo ovviamente vi distrae dalla guida. All’improvviso la mora passa sul sedile del passeggero ed inizia a toccarvi. Se non la respingete inizia a farvi del sesso orale. Poiché è impossibile guidare in tale situazione, vi fermate in un posto un po’ appartato… A quel punto, sempre la mora vi sale sopra e, prendendo l’iniziativa, vi coinvolge in rapporto sessuale. Approfittando della vostra distrazione la bionda scende dalla macchina, apre il portabagagli, vi ruba tutta la spesa e scappa. Voi ve ne accorgete, interrompete il rapporto, scendete dall’auto, vi ricomponete sommariamente e cercate d’inseguirla; così anche la mora scappa in direzione opposta. Sono molto brave e pericolose. Io stesso sono caduto in trappola. Lunedì mattina m’hanno rubato una cassetta di Ferrarelle, lunedì sera un litro d’olio d’oliva. Martedì un pacco di biscotti. Mercoledì uno spazzolino da denti. Giovedì mattina sei uova e la sera un pacchetto di fazzolettini di carta. Venerdì all’ora di pranzo una scatoletta di tonno e nel pomeriggio un ovetto Kinder. Sabato in tarda mattinata un pettine, dopo pranzo un tubetto di maionese e la sera una scatoletta di Ciappi. Suggerisco molta cautela!!! Ora scusate ma devo andare a fare la spesa che mi è finito il sale grosso…..

Dalla rete


Giuseppe per il blog al servizio della gente – Blog di servizio

#469

 

Accetta il consiglio

Accetta il consiglio..... per questa volta. - The Big Kahuna

Accetta il consiglio….. per questa volta.

Accetta il consiglio..... per questa volta.


ACCETTA IL CONSIGLIO tratto dal film “The Big Kahuna”

Interpreti e personaggi

Accetta il consiglio – Testo – Lyrics – Monologo


Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare
un chewing-gum per risolvere un’equazionealgebrica.
I veri problemi della vita saranno sicu ramente cose che non t’erano mai
passate per la mente.
Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa’ una cosa, ogni giorno che sei spaventato… canta.
Non esser crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti. Non perder tempo con l’invidia.
A volte sei in testa. A volte resti indietro.
La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente dimmi come si fa.
Conserva tutte le vecchie lettere d’amore, butta i vecchi estratti conto.
Rilassati.
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare
della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant’anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche.
Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi.
Senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E’ il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla. Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più
probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita,
perche più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po’, ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po’, ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant’anni sembreranno di un 85nne.
Sii cauto nell’accettare consigli, mal sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo,
passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio… per questa volta.

Accetta il consiglio…. per questa volta.


Giuseppe per il libero pensiero.

#464

 

Tutto quello che non sopporto ha un nome

Hanno tutti ragione, di Paolo Sorrentino, Feltrinelli 2010

Tutto quello che non sopporto ha un nome

 

 Hanno tutti ragione, di Paolo Sorrentino, Feltrinelli 2010

Tutto quello che non sopporto ha un nome.Puffo arrabbiato

Non sopporto i vecchi. La loro bava. Le loro lamentele. La loro inutilità.

Peggio ancora quando cercano di rendersi utili. La loro dipendenza.

I loro rumori. Numerosi e ripetitivi. La loro aneddottica esasperata.

La centralità dei loro racconti. Il loro disprezzo verso le generazioni successive.

Ma non sopporto neanche le generazioni successive.

Non sopporto i vecchi quando sbraitano e pretendono il posto a sedere in autobus.

Non sopporto i giovani. La loro arroganza. La loro ostentazione di forza e gioventù.

La prosopopea dell’invincibilità eroica dei giovani è patetica.

Non sopporto i giovani impertinenti che non cedono il posto ai vecchi in autobus.

Non sopporto i teppisti. Le loro risate improvvise, scosciate ed inutili.

Il loro disprezzo verso il prossimo diverso. Ancor più insopportabili i giovani buoni, responsabili e generosi. Tutto volontariato e preghiera. Tanta educazione e tanta morte. Nei loro cuori e nelle loro teste.

Non sopporto i bambini capricciosi e autoreferenziali e i loro genitori ossessivi e referenziali solo verso i bambini. Non sopporto i bambini che urlano e che piangono. E quelli silenziosi mi inquietano, dunque non li sopporto. Non sopporto i lavoratori e i disoccupati e l’ostentazione melliflua e spregiudicata della loro sfortuna divina.

Che divina non è. Solo mancanza di impegno.

Ma come sopportare quelli tutti dediti alla lotta, alla rivendicazione, al comizio facile e al sudore diffuso sotto l’ascella? Impossibile sopportarli.

Non sopporto i manager. E non c’è bisogno nemmeno di spiegare il perché. Non sopporto i piccolo borghesi, chiusi a guscio nel loro mondo stronzo. Alla guida della loro vita, la paura. La paura di tutto ciò che non rientra in quel piccolo guscio. E quindi snob, senza conoscere neanche il significato della parola. Non sopporto i fidanzati, poiché ingombrano.

Non sopporto le fidanzate, poiché intervengono.

Non sopporto quelli di ampie vedute, tolleranti e spregiudicati.

Sempre corretti. Sempre perfetti. Sempre ineccepibili.

Tutto consentito, tranne l’omicidio.

Li critichi e loro ti ringraziano della critica. Li disprezzi e loro ti ringraziano bonariamente. Insomma mettono in difficoltà.

Perché boicottano la cattiveria.

Quindi sono insopportabili.

Ti chiedono: “Come stai?” e vogliono saperlo veramente. Uno choc. Ma sotto l’interesse disinteressato, da qualche parte, covano coltellate.

Ma non sopporto neanche quelli che non ti mettono mai in difficoltà. Sempre ubbidienti e rassicuranti. Fedeli e ruffiani.

 

Hanno tutti ragione, di Paolo Sorrentino, Feltrinelli 2010Non sopporto i giocatori di biliardo, i soprannomi, gli indecisi, i non fumatori, lo smog e l’aria buona, i rappresentanti di commercio, la pizza al taglio, i convenevoli, i cornetti con la cioccolata, i falò, gli agenti di cambio, i parati a fiori, il commercio equo e solidale, il disordine, gli ambientalisti, il senso civico, i gatti, i topi, le bevande analcoliche, le citofonate inaspettate, le telefonate lunghe, coloro che dicono che un bicchiere di vino al giorno fa bene, coloro che fingono di dimenticare il tuo nome, colore che per difendersi dicono di essere dei professionisti, i compagni di scuola che dopo trent’anni ti incontrano e ti chiamano per cognome, gli anziani che non perdono mai occasione di ricordarti che loro hanno fatto la Resistenza, i figli sprovvisti che non hanno nulla da fare e decidono di aprire una galleria d’arte, gli ex-comunisti che perdono la testa per la musica brasiliana, gli svampiti che dicono “intrigante”, i modaioli che dicono “figata” e derivati, gli sdolcinati che dicono bellino carino stupendo, gli ecumenici che chiamano tutti “amore”, certe bellezze che ti dicono “ti adoro”, i fortunati che suonano ad orecchio, i finti disattenti che quando parli non ti ascoltano, i superiori che giudicano, le femministe, i pendolari, i dolcificanti, gli stilisti, i registi, le autoradio, i ballerini, i politici, gli scarponi da sci, gli adolescenti, i sottosegretari, le rime, i cantanti rock attempati coi jeans attillati, gli scrittori boriosi e seriosi, i parenti, i fiori, i biondi, gli inchini, le mensole, gli intellettuali, gli artisti di strada, le meduse, i maghi, i vip, gli stupratori, i pedofili, tutti i circensi, gli operatori culturali, gli assistenti sociali, i divertimenti, gli amanti degli animali, le cravatte, le risate finte, i provinciali, gli aliscafi, i collezionisti tutti, un gradino più in su quelli di orologi, tutti gli hobby, i medici, i pazienti, il jazz, la pubblicità, i costruttori, le mamme, gli spettatori di basket, tutti gli attori e tutte le attrici, la video arte, i luna park, gli sperimentalisti di tutti i tipi, le zuppe, la pittura contemporanea, gli artigiani anziani, nella loro bottega, i chitarristi dilettanti, le statue nelle piazze, il baciamano, le beauty farm, i filosofi di bell’aspetto, le piscine con troppo cloro, le alghe, i ladri, le anoressiche, le vacanze, le lettere d’amore, i preti e i chierichetti, le supposte, la musica etnica, i finti rivoluzionari, le telline, i panda, l’acne, i percussionisti, le docce con le tende, le voglie, i calli, i soprammobili, i nei, i vegetariani, i vedutisti, i cosmetici, i cantanti lirici, i parigini, i pullover a collo alto, la musica al ristorante, le feste, i meeting, le case col panorama, gli inglesismi, i neologismi, i figli di papà, i figli d’arte, i figli dei ricchi, i figli degli altri, i musei, i sindaci dei comuni, tutti gli assessori, i manifestanti, la poesia, i salumieri, i gioiellieri, gli antifurti, le catenine d’oro giallo, i leader, i gregari, le prostitute, le persone troppo basse o troppo alte, i funerali, i peli, i telefonini, la burocrazia, le installazioni, le automobili di tutte le cilindrate, i portachiavi, i cantautori, i giapponesi, i dirigenti, i razzisti e i tolleranti, i ciechi, la fòrmica, il rame, l’ottone, il bambù, i cuochi in televisione, la folla, le creme abbronzanti, le lobby, gli slang, le macchie, le mantenute, le cornucopie, i balbuzienti, i giovani vecchi e i vecchi giovani, gli snob, i radical chic, la chirurgia estetica, le tangenziali, le piante, i mocassini, i settari, i presentatori televisivi, i nobili, i fili che si attorcigliano, le vallette, i comici, i giocatori di golf, la fantascienza, i veterinari, le modelle, i rifugiati politici, gli ottusi, le Paolo Sorrentinospiagge bianchissime, le religioni improvvisate e i loro seguaci, le mattonelle di seconda scelta, i testardi, i critici di professione, le coppie lui giovane lei matura e viceversa, i maturi, tutte le persone col cappello, tutte le persone con gli occhiali da sole, le lampade abbronzanti, gli incendi, i braccialetti, i raccomandati, i militari, i tennisti scapestrati, i faziosi e i tifosi, i profumi da tabaccaio, i matrimoni, le barzellette, la prima comunione, i massoni, la messa, coloro che fischiano, coloro che cantano all’improvviso, i rutti, gli eroinomani, i Lions club, i cocainomani, i Rotary club, il turismo sessuale, il turismo, coloro che detestano il turismo e dicono che loro sono “viaggiatori”, coloro che parlano “per esperienza”, coloro che non hanno esperienza e vogliono parlare lo stesso, chi sa stare al mondo, le maestre elementari, i malati di riunioni, i malati in generale, gli infermieri con gli zoccoli, ma perché devono portare gli zoccoli?

Non sopporto i timidi, i logorroici, i finti misteriosi, i goffi, gli svampiti, gli estrosi, i vezzosi, i pazzi, i geni, gli eroi, i sicuri di sé, i silenziosi, i valorosi, i meditabondi, i presuntuosi, i maleducati, i coscienziosi, gli imprevedibili, i comprensivi, gli attenti, gli umili, gli esperti, gli appassionati, gli ampollosi, gli eterni sorpresi, gli equi, gli inconcludenti, gli ermetici, i battutisti, i cinici, i paurosi, i tracagnotti, i litigiosi, i superbi, i flemmatici, i millantatori, i preziosi, i vigorosi, i tragici, gli svogliati, gli insicuri, i dubbiosi, i disincantati, i meravigliati, i vincenti, gli avari, i dimessi, i trascurati, gli sdolcinati, i lamentosi, i lagnosi, i capricciosi, i viziati, i rumorosi, gli untuosi, i bruschi, e tutti quelli che socializzano con relativa facilità.

Non sopporto la nostalgia, la normalità, la cattiveria, l’iperattività, la bulimia, la gentilezza, la malinconia, la mestizia, l’intelligenza e la stupidità, la tracotanza, la rassegnazione, la vergogna, l’arroganza, la simpatia, il doppiogiochismo, il menefreghismo, l’abuso di potere, l’inettitudine, la sportività, la bontà d’animo, la religiosità, l’ostentazione, la curiosità e l’indifferenza, la messa in scena, la realtà, la colpa, il minimalismo, la sobrietà e l’eccesso, la genericità, la falsità, la responsabilità, la spensieratezza, l’eccitazione, la saggezza, la determinazione, l’autocompiacimento, l’irresponsabilità, la correttezza, l’aridità, la serietà e la frivolezza, la pomposità, la necessarietà, la miseria umana, la compassione, la tetraggine, la prevedibilità, l’incoscienza, la capziosità, la rapidità, l’oscurità, la negligenza, la lentezza, la medietà, la velocità, l’ineluttabilità, l’esibizionismo, l’entusiasmo, la sciatteria, la virtuosità, il dilettantismo, il professionismo, il decisionismo, l’automobilismo, l’autonomia, la dipendenza, l’eleganza e la felicità.

Non sopporto niente e nessuno.

Neanche me stesso. Soprattutto me stesso.

Solo una cosa sopporto.

Le sfumature.

(Hanno tutti ragione, di Paolo Sorrentino, Feltrinelli 2010)


L’insostenibile leggerezza dell’Essere (con buona pace di Parmenide e Kundera).

horsefly


Giuseppe per la revisione del proprio Es.

#437

 

Io ho… – Charlie Chaplin

Io ho... - Charlie Chaplin

Io ho… - Charlie Chaplin

Io ho... - Charlie Chaplin

Charlie Chaplin - CharlotHo perdonato errori quasi imperdonabili, ho provato a sostituire persone insostituibili e dimenticato persone indimenticabili. Ho agito per impulso, sono stato deluso dalle persone che non pensavo lo potessero fare, ma anch’io ho deluso. Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo; mi sono fatto amici per l’eternità. Ho riso quando non era necessario, ho amato e sono stato riamato, ma sono stato anche respinto. Sono stato amato e non ho saputo ricambiare. Ho gridato e saltato per tante gioie, tante.

Ho vissuto d’amore e fatto promesse di eternità, ma mi sono bruciato il cuore tante volte! Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto. Ho telefonato solo per ascoltare una voce. Io sono di nuovo innamorato di un sorriso. Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e… ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale (che ho finito per perdere)… ma sono sopravvissuto! E vivo ancora! E la vita, non mi stanca… E anche tu non dovrai stancartene. Vivi! È veramente buono battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando, perchè il mondo appartiene a chi osa! 

La Vita è troppo bella per essere insignificante! [Charlie Chaplin]


Thinking……numble numble…..


Giuseppe per gli inventari di una vita

#410

 

New moon

Eros e Thanatos

Eros e Thanatos

 

 New moon

Eros e Thanathos
“Dall’erotismo di un freddo bacio,
istantaneamente tramutato in orgasmo fatale,

vittima e carnefice percorrono la legge dando vita al dualismo piacere dolore,

amore odio, vita morte.Ecco che la luce giunge, dal buio della foresta;

due occhi gialli si inebriano di narcisismo e potere,

di furia e freddezza, di oscurità e atroce bellezza.

Trauma e paura nelle grida della vittima..

Desiderio ed istinto nel coito del rapace.

In un rapporto che nulla ha di banale il sangue sgorga dai corpi orgasmanti,

quasi come burattini in preda a forze arcane che pochi conoscono.

L’ultimo amplesso dona l’energia,

’ultimo amplesso dona la morte.

La coppa si innalza colma di oscuri segreti che mai saranno svelati all’uomo indignato.”

[ E l i z a b e t h   B a t h o r y ] 


Giuseppe…..vampiresco.

#316

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