Mi chiamo Italia
Corso accelerato Inglese/Veneto
Corso accelerato Inglese/Veneto |
They locked me | I me ga ciavà |
Twohands | Doman |
I have expensive | Go caro |
Hungry a charity | Fame na carità |
Always finger | Sempre dito |
I’m papered | Me son incartà |
It’s a boom missing winds | Ze unboto manca venti |
Gold verygood | Oro benon |
For power | Par forsa |
I come cakes | Vegno torte |
My father yes | Me par de si |
It’s not glass | Non ze vero |
Dog of the pig | Can dal porco |
Website out? | Sito fora? |
Pig and out | Porco e fora |
It’s a boom missing winds | Ze unboto manca venti |
Your sea bitch | To mare putana |
Gold verygood | Oro benon |
For power | Par forsa |
If you fly✈ | Se te voi |
My father yes | Me par de si |
Dizionario Inglese/Romano
Questo post è comprensibile solo per i veneti
Giuseppe per il Veneto |
#874 |
In nome di Dio, andatevene!
In nome di Dio, andatevene!(Oliver Cromwell – 20 aprile 1653 sciogliendo il Parlamento Inglese) |
“Voi siete un gruppo fazioso, nemici del buon governo, banda di miserabili mercenari, scambiereste il vostro Paese con Esaù per un piatto di lenticchie; come Giuda, tradireste il vostro Dio per pochi spiccioli.
Avete conservato almeno una virtù ?
C’è almeno un vizio che non avete preso ?
Il mio cavallo crede più di voi; l’oro è il vostro Dio; chi fra voi non baratterebbe la propria coscienza in cambio di soldi ?
E’ rimasto a qualcuno a cui almeno interessa il bene della Repubblica ?
Siete diventati intollerabilmente odiosi per l’intera nazione; il popolo vi aveva scelto per riparare le ingiustizie, siete voi ora l’ingiustizia !
Ora basta !
Portate via la vostra chincaglieria luccicante e chiudete le porte a chiave.
In nome di Dio, andatevene !”
A voi ricordano qualcosa queste parole? Non vi sembrano dannatamente attuali, in questa Italietta da commedia dell’arte, e allora cari politici tutti: “in nome di Dio andatevene, tutti!” Colpito dal virus dall’antipolitica? No, direi proprio di no, la politica si occupa dei sui cittadini, questi di sicuro no! Cromwell non era una uno stinco di santo, anzi tutt’altro, però il senso della sua frase resta molto attuale.
Giuseppe per un nuovo Rinascimento italiano |
#794 |
Buon Compleanno Italia
150 anni dell’unità d’Italia.
London Philharmonic Orchestra, Luciano Pavarotti, Pier Francesco Poli, Piero de Palma, The John Alldis Choir, Tom Krause & Zubin Mehta - Turandot: Nessun dorma!
Italia mia di Francesco Petrarca Italia mia, benché ’l parlar sia indarno a le piaghe mortali che nel bel corpo tuo sí spesse veggio, piacemi almen che’ miei sospir’ sian quali spera ‘l Tevero et l’Arno, e ‘l Po, dove doglioso et grave or seggio. Rettor del cielo, io cheggio che la pietà che Ti condusse in terra Ti volga al Tuo dilecto almo paese. Vedi, Segnor cortese, di che lievi cagion’ che crudel guerra e i cor’, che ‘ndura et serra Marte superbo et fero apri Tu, Padre, e ‘ntenerisci et snoda ivi fa’ che ‘l Tuo vero, qual io mi sia, per la mia lingua s’oda. Voi cui Fortuna à posto in mano il freno de le belle contrade, di che nulla pietà par che vi stringa, che fan qui tante pellegrine spade? perché ‘l verde terreno del barbarico sangue si depinga? Vano error vi lusinga: poco vedete, et parvi veder molto, ché ‘n cor venale amor cercate o fede. Qual piú gente possede, colui è piú da’ suoi nemici avolto. O diluvio raccolto di che deserti strani, per inondar i nostri dolci campi! Se da le proprie mani questo n’avene, or chi fia che ne scampi? Ben provide Natura al nostro stato, quando de l’Alpi schermo pose fra noi et la tedesca rabbia; ma ‘l desir cieco, e ‘ncontra ‘l suo ben fermo, s’è poi tanto ingegnato, ch’al corpo sano à procurato scabbia. Or dentro ad una gabbia fiere selvagge et mansuete gregge s’annidan sí, che sempre il miglior geme; et è questo del seme, per piú dolor, del popol senza legge, al qual, come si legge, Mario aperse sí ‘l fianco, che memoria de l’opra ancho non langue, quando assetato et stanco non piú bevve del fiume acqua che sangue. Cesare taccio che per ogni piaggia fece l’erbe sanguigne di lor vene, ove ‘l nostro ferro mise. Or par, non so per che stelle maligne, che ‘l cielo in odio n’aggia: vostra mercé, cui tanto si commise. Vostre voglie divise guastan del mondo la piú bella parte. Qual colpa, qual giudicio o qual destino fastidire il vicino povero, et le fortune afflicte et sparte perseguire, e ‘n disparte cercar gente et gradire, che sparga ‘l sangue et venda l’alma a prezzo? Io parlo per ver dire, non per odio d’altrui, né per disprezzo. Né v’accorgete anchor per tante prove del bavarico inganno ch’alzando il dito colla morte scherza? Peggio è lo strazio, al mio parer, che ‘l danno; ma ‘l vostro sangue piove piú largamente, ch’altr’ira vi sferza. Da la matina a terza di voi pensate, et vederete come tien caro altrui che tien sé così vile. Latin sangue gentile, sgombra da te queste dannose some; non far idolo un nome vano senza soggetto: ché ‘l furor de lassú, gente ritrosa, vincerne d’intellecto, peccato è nostro, et non natural cosa. Non è questo ‘l terren ch’i’ tocchai pria? Non è questo il mio nido ove nudrito fui sí dolcemente? Non è questa la patria in ch’io mi fido, madre benigna et pia, che copre l’un et l’altro mio parente? Perdio, questo la mente talor vi mova, et con pietà guardate le lagrime del popol doloroso, che sol da voi riposo dopo Dio spera; et pur che voi mostriate segno alcun di pietate, vertú contra furore prenderà l’arme, et fia ‘l combatter corto: ché l’antiquo valore ne l’italici cor’ non è anchor morto. Signor’, mirate come ‘l tempo vola, et sí come la vita fugge, et la morte n’è sovra le spalle. Voi siete or qui; pensate a la partita: ché l’alma ignuda et sola conven ch’arrive a quel dubbioso calle. Al passar questa valle piacciavi porre giù l’odio et lo sdegno, vènti contrari a la vita serena; et quel che ‘n altrui pena tempo si spende, in qualche acto piú degno o di mano o d’ingegno, in qualche bella lode in qualche honesto studio si converta: così qua giù si gode, et la strada del ciel si trova aperta. Canzone, io t’ammonisco che tua ragion cortesemente dica, perché fra gente altera ir ti convene, et le voglie son piene già de l’usanza pessima et antica, del ver sempre nemica. Proverai tua ventura fra’ magnanimi pochi a chi ‘l ben piace. Di’ lor: – Chi m’assicura? I’ vo gridando: Pace, pace, pace. Canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta) O patria mia, vedo le mura e gli archi All’Italia di Giacomo Leopardi E le colonne e i simulacri e l’erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi I nostri padri antichi. Or fatta inerme, Nuda la fronte e nudo il petto mostri. Oimè quante ferite, Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio, Formosissima donna! Io chiedo al cielo E al mondo: dite dite; Chi la ridusse a tale? E questo è peggio, Che di catene ha carche ambe le braccia; Sì che sparte le chiome e senza velo Siede in terra negletta e sconsolata, Nascondendo la faccia Tra le ginocchia, e piange. Piangi, che ben hai donde, Italia mia, Le genti a vincer nata E nella fausta sorte e nella ria. Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive, Mai non potrebbe il pianto Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno; Che fosti donna, or sei povera ancella. Chi di te parla o scrive, Che, rimembrando il tuo passato vanto, Non dica: già fu grande, or non è quella? Perché, perché? dov’è la forza antica, Dove l’armi e il valore e la costanza? Chi ti discinse il brando? Chi ti tradì? qual arte o qual fatica O qual tanta possanza Valse a spogliarti il manto e l’auree bende? Come cadesti o quando Da tanta altezza in così basso loco? Nessun pugna per te? non ti difende Nessun de’ tuoi? L’armi, qua l’armi: io solo Combatterò, procomberò sol io. Dammi, o ciel, che sia foco Agl’italici petti il sangue mio. Dove sono i tuoi figli? Odo suon d’armi E di carri e di voci e di timballi: In estranie contrade Pugnano i tuoi figliuoli. Attendi, Italia, attendi. Io veggio, o parmi, Un fluttuar di fanti e di cavalli, E fumo e polve, e luccicar di spade Come tra nebbia lampi. Né ti conforti? e i tremebondi lumi Piegar non soffri al dubitoso evento? A che pugna in quei campi L’itala gioventude? O numi, o numi: Pugnan per altra terra itali acciari. Oh misero colui che in guerra è spento, Non per li patrii lidi e per la pia Consorte e i figli cari, Ma da nemici altrui Per altra gente, e non può dir morendo: Alma terra natia, La vita che mi desti ecco ti rendo. Oh venturose e care e benedette L’antiche età, che a morte Per la patria correan le genti a squadre; E voi sempre onorate e gloriose, O tessaliche strette, Dove la Persia e il fato assai men forte Fu di poch’alme franche e generose! Io credo che le piante e i sassi e l’onda E le montagne vostre al passeggere Con indistinta voce Narrin siccome tutta quella sponda Coprìr le invitte schiere De’ corpi ch’alla Grecia eran devoti. Allor, vile e feroce, Serse per l’Ellesponto si fuggia, Fatto ludibrio agli ultimi nepoti; E sul colle d’Antela, ove morendo Si sottrasse da morte il santo stuolo, Simonide salia, Guardando l’etra e la marina e il suolo. E di lacrime sparso ambe le guance, E il petto ansante, e vacillante il piede, Toglieasi in man la lira: Beatissimi voi, Ch’offriste il petto alle nemiche lance Per amor di costei ch’al Sol vi diede; Voi che la Grecia cole, e il mondo ammira. Nell’armi e ne’ perigli Qual tanto amor le giovanette menti, Qual nell’acerbo fato amor vi trasse? Come sì lieta, o figli, L’ora estrema vi parve, onde ridenti Correste al passo lacrimoso e duro? Parea ch’a danza e non a morte andasse Ciascun de’ vostri, o a splendido convito: Ma v’attendea lo scuro Tartaro, e l’onda morta; Né le spose vi foro o i figli accanto Quando su l’aspro lito Senza baci moriste e senza pianto. Ma non senza de’ Persi orrida pena Ed immortale angoscia. Come lion di tori entro una mandra Or salta a quello in tergo e sì gli scava Con le zanne la schiena, Or questo fianco addenta or quella coscia Tal fra le Perse torme infuriava L’ira de’ greci petti e la virtute. Ve’ cavalli supini e cavalieri; Vedi intralciare ai vinti La fuga i carri e le tende cadute E correr fra’ primieri Pallido e scapigliato esso tiranno; Ve’ come infusi e tinti Del barbarico sangue i greci eroi, Cagione ai Persi d’infinito affanno, A poco a poco vinti dalle piaghe, L’un sopra l’altro cade. Oh viva, oh viva: Beatissimi voi Mentre nel mondo si favelli o scriva. Prima divelte, in mar precipitando, Spente nell’imo strideran le stelle, Che la memoria e il vostro Amor trascorra o scemi. La vostra tomba è un’ara; e qua mostrando Verran le madri ai parvoli le belle Orme del vostro sangue. Ecco io mi prostro, O benedetti, al suolo, E bacio questi sassi e queste zolle, Che fien lodate e chiare eternamente Dall’uno all’altro polo. Deh foss’io pur con voi qui sotto, e molle Fosse del sangue mio quest’alma terra. Che se il fato è diverso, e non consente Ch’io per la Grecia i moribondi lumi Chiuda prostrato in guerra, Così la vereconda Fama del vostro vate appo i futuri Possa, volendo i numi, Tanto durar quanto la vostra duri.
Giuseppe per l’unità d’Italia |
#315 |
L’itagliano, almeno sallo!
L’itagliano…..Corso accelerato d’italiano |
- Anche l’occhio va dalla sua parte/Anche l’ottico vuole la sua parte
- Spezziamo un’arancia in favore della libertà
- Scambiamoci i connotati
- Ha bruciato tutte le mappe del successo
- Non mettere il dito nella piastra
- Non dare alito ai pettegolezzi
- Eh, qui gatta ci-cogna
- Eh, qui gatta ci-coria
- Il cane bordò
- Ho avuto un lampo di luce
- Mettiamo i bastoncini sulle ‘i’
- Non bisogna piangere sul latte macchiato
- Non fare occhi da mercante
- Tagliamo la testa al topo
- Non è tutto oro quello che illumina
- Dulcis in findus
- De gustibus non est sputante
- Affrontare le cose a spadatrak
- Non posso vivere con la spada di Adamo sulla testa
- Non sapevo dove andare, brulicavo nel buio
- Uniamo l’utero al dilettevole
- Ti licenzio sul tronco
- Finchè la vacca va…..
- Non voglio fare da capro respiratorio
- Non posso fare tutto, non ho il dono dell’obliquità
- Chi più lo ha più lo metta
-
Il buco dell’orzoro
- Le api impallinano i fiori
- I cristalli di Skaroski
- I giardini prensili
- Le notti di pediluvio
- Divieto di balenazione
- Arrivano certe zampate di caldo
- E all’improvviso un’onda anonima
- Attenzione ai branchi di nebbia
- La camicia con i vulevan
- Piume di stronzo
- I pantaloni a zampa di fosso
- Hai preso i depilant nell’agenzia di viaggio?
- Qui si batte la fiaccola
- Il lavoro mobilita l’uomo
- Mi sono dato la zuppa sui piedi
- Ha vinto per il rotto della muffa/rotolo della cuffia
- Occhio pinocchio dente perdente
- Non farmi uscire dai gamberi….ma stendiamo un velo peloso
- E’ raro come l’araba felice
- Capisce le cose a scopo ritardato
- Sono scremato dalla fatica
- Non bisogna foschilizzarsi così
- Sono un po’ duro di comprensorio/sospensorio
- E’ diventata la pietra biliare
- Sono il fax-totum
- Mi sono uscite le orbite fuori dagli occhi
TRASPORTI
- ‘Ministerico’ dei trasporti
- Gli autobus possono camminare lungo le corsie
- previdenziali/presidenziali
- In metropolitana ci sono i tappeti rullanti
- Ho sbattuto la macchina sul paraguail
- La mia macchina ha la marmitta paralitica
- Banchine spargitraffico
- Non riusciro’ a partire, c’e’ lo sciopero dei voli incontinentali
- Mi hanno multato per guida in stato di brezza
- La mia auto ha il salvasterzo
- La domenica certi treno vengono oppressi
- In autostrada sono vietate le immersioni ad u
- I catarro rinfrangenti
- L’ambulanza correva a sirene spietate
- Meno male che l’auto aveva l’iceberg incorporato
- (in autobus) Scende o perseguita?
- Odio il traffico, per questo prendo i mezzi pubici
- Che bell’auto nuova fiammegiante
DICA 33
- Sono piena di smanigliature sulle coscie
- Ho un dolore in mezzo allo sterco
- Ho un accesso al dente
- Ho la prospera ingrossata
- Quando ho la pressione bassa cado in calesse
- Non posso mangiare dolci, ho l’abete alto
- Sono giorni che non vado al bagno, ho una occasione intestinale
- Da quando fa la dieta è diventata una sifilide
- Purtroppo è nel mio carattere:sodomizzo tutto
- L’adidas è la peste del secolo
- Ho la spalla lustrata
- Dovrò fare le cure termiche
- Le vene vorticose
- Devo avere le piastrelle basse
- Ho lo zagarolo nell’occhio
- La vena giubilare
- Mi hanno prescritto i gargarozzi contro il mal di gola
- E’ spizzotremito
- I raggi ultraviolenti
- Le pupille gustative
MATERNITA’
- Scusi dov’e’ il reparto ginecologia donne?
- I bambini devono mangiare i biscotti al plasma
- Quella signora ha avuto due gemelli monozotici
- Chiamate l’ostrica, mia moglie sta per partorire
LENTI
- Da vicino vedo bene, da lontano sono lesbica
- E’ miopia o presbiterio?
- Mi mancano 4 dottrine
- Non sono fotoigienica
IN FARMACIA
- Aspirina: fluorescente, pubescente, evanescente, fosforescente
- Il sapone clinicamente intestato
- Ho una dafne in bocca
- La tintura di odio
- Il bicarbonato di soia
- Gli isterismi della cellulite
- I sandali del dottor Kilder
CULINARIA
- Dolce con l’uva passera
- La frittura di crampi
- La birra doppio smalto
- Le scorie di parmigiano reggiano
- Il pisto alla genovese
- Una granata di limone con panna
- La pasta con le gondole voraci
- A Londra mi ingozzerò di after shave
- Mi metta la spesa nella busta di cefalon
- Un caffè con una zolla di zucchero
- Caciocavallo ammufficato
- Pesche sciroccate
- Il forno a microbombe
- Funghi traforati/intrufolati
- Zucchero al vento
- Me lo avvolge nella carta spagnola
- Non mangiare la cioccolata, ti vengono le eruttazioni cutanee
- Ci facciamo due braciole sul beautycase?
- Carta all’uminio
- La pasticerria mignot
- Latte pazzamente scremato/parzialmente stremato/screpolato,
- e a lunga conversazione
VARIE
- Che fisico…fai bidi bolding?
- Posso affliggere questi manifesti?
- Riposiamoci e diamoci una rifucilata
- Tomba ha vinto lo slavo gigante
- Al TG parlavano degli ambientalisti islamici
- Adoro leggere, ma solo nei rigagnoli di tempo
- Ho comprato un puzzolo da ’200 pezzi
- Il patè d’animo
- Di fronte a queste cose rimango putrefatto
- Sei il non super ultra’
Stringi, non ti divulgare
- Illudere la sorveglianza
- Siamo agli antilopi
- La forza di gravidanza
- Le discriminature razziali
- Quando passa lascia uno sciame di profumo
- La rovina della Russia è stata la Pera storica
- Per le elezioni bisogna procedere allo sballottamneto
- Lo sciopero è stato rievocato
- Sintonizziamo gli orologi
- Quando muoio mi faccio cromare
- Ho un dubbio a croce
- Sono rimasto stereofatto
- C’e’ peluria di operai
- La polizia ha usato i gas saporiferi
- Non ha il senso il senso dell’umus
- Ha studiato da solo e’ un auto di latta
- L’album degli avvocati
- Si spende bene nei boyscout
- Una mandria di pesci
- Le mando un fax simile
- Ha lasciato le impronte digitate sulla porta
- Ha la pedina penale sporca
Giuseppe per la grammatica |
#064 |
Lapsus linguae?
Non è ben chiaro se si debba ridere o piangere, perchè sono frasi effettivamente dette!! |
- Mi puoi disinnescare la segreteria telefonica? (Ordigni moderni)
- Soffro di vene vorticose. (Sarà un ballerino)
- Di fronte a queste cose rimango putrefatto! (Che schifo!)
- In farmacia: Puoi darmi un ‘una tantum’? (Forse si chiama ‘tantum verde’?)
- Quando muoio mi faccio cromare. (Valido!)
- Arriva il treno, hai blaterato il biglietto? (…)
- Come faccio a fare tutte queste cose simultaneamente?Dovrei avere il dono dell’obliquità!(La torre di Pisa???)
- Un’onda anonima ha travolto i surfisti. (E nessuno la sa riconoscere???)
- Almeno l’italiano… sallo! (Eh…)
- Basta! Vi state coagulando contro di me!(trasfusione?)
- E’ nel mio carattere: quando qualcosa non va, io sodomizzo! (Stategli lontano!)
- Anche l’occhio va dalla sua parte. (Si chiama strabismo…)
- Non so a che santo riavvolgermi. (Una video cassetta devota…)
- Avete i nuovi telefonini GPL? (No mi spiace solo benzina!!!)
- Il cadavere presentava evidenti segni di decesso. (Ma va?! Strano)
- Prima di operarmi mi fanno un’ autopsia generale. (Auguri!)
- Vorrei un pacco di cotone idraulico. (Ha una perdita???)
- Abbiamo mangiato la trota salmonellata. (Ancora auguri!)
- Vorrei un’aspirina in supposte effervescenti. (Quando si dice faccia da culo…)
- Vorrei una maglia con il collo a volpino. (Non era lupetto?)
- Devo andare dall’otorinolalinguaiatra. (Che dire…)
- Ho visitato palazzo degli infissi a Firenze. (Si ci sono infissi alla finestre e allora??)
- Vorrei una pomata per l ‘Irpef. (Herpes è difficile!)
- Se lo sapevo glielo divo! (Ovvio…)
- Usare il DDT fa diventare più grande il buco nell’Orzoro.. (Addio colazione)
- Tu non sei proprio uno sterco di santo. (Menomale…)
- Tu l’hai letto il fu Mattia Bazar? (Antonella Ruggero???)
- E’ andato a lavorare negli evirati arabi. (Contento lui…)
- Lo scontro ha causato 5 feriti e 10 confusi. (Uno dei confusi sei tu??)
- A forza di andare di corpo mi sono quasi disintegrata. (O disidratata??? Alla faccia della diarrea!)
- Mia nonna ha il morbo di Pakistan. (…)
- La mia auto ha la marmitta paralitica. (E al posto dei cavalli ha le sedie a rotelle??)
- Verrà in ufficio una stragista per il tirocinio. (Si salvi chi può!)
- Sono momentaneamente in stand-bike. (L’attesa in bicicletta?)
- Che lingua si parla in Turchia? Il turchese. (Logico!!)
- Davanti alla sua prepotenza resto illibato.(Si…)
- Scendi il cane che lo piscio. (Guinzagliato però!!!!)
- Da vicino vedo bene, è da lontano che sono lesbica.(Aiuto)
- C’è una peluria di operai. (Che schifo!!)
- E’ inutile piangere sul latte macchiato. (Meglio farlo su un bel cappuccino…)
- Sono sempre io il cappio espiatorio (L’ impiccato)
- Beviamo una Magnum di Kruger. (Salute)
- Signora, vorrei 100 grammi di prosciutto senza polistirolo. (Che faccio un po’ fatica a digerirlo)
- Mi sono fatta il Leasing al viso. (Pensavo un mutuo…)
Giuseppe per il CEPU |
#012 |