Signori presidenti
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Signori Presidenti – Herbert Pagani
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Signori Presidenti
H. Pagani – A. Limentani – M. Totaro
(1976)
Per quella schiuma bianca che copre i nostri fiumi
Per tutti i nostri pesci che vanno a pancia in su
E per la primavera che cede i suoi profumi
Al superdetersivo con i granelli blu.
E per i panni sporchi lavati troppo tardi
In certe lavatrici intorno al Quirinale
Che puzzano d’inganni di sangue e di miliardi
Mentre la lira scende ed il terrore sale.
Per tutta la violenza che scende nelle case
Dai cieli crocefissi da antenne di tivù
Quando non è di turno tra Cirio e Belpaese
Il papa che consiglia: votate per Gesù.
Per l’urlo del pallone che vomita la radio
Coprendo altre urla nei vostri mattatoi
Prima che ci stendiate sull’erba di uno stadio
Signori Presidenti grazie da tutti noi.
E bravi per le belle centrali nucleari
Che tutti già paghiamo e che nessuno vuole
E che circonderete di mille militari
Finché non metterete un contatore al sole.
Bravi per la giustizia, che se non tace, giace
Per la rivoluzione che ha i piedi gonfi e siede
E per aver ridotto la libertà e la pace
A tristi prostitute che fanno il marciapiede
Bravi per le colombe costrette a fare i falchi
Perché vendete armi al meglio compratore
E per i vostri amori imposti ai rotocalchi
Perché la gente creda che voi c’avete un cuore
io vi ringrazio ancora e me ne vado adesso
La musica era bella e le parole no
Ma il mondo è bello e voi ne avete fatto un cesso
E finché ci sarete, così io canterò.
Proviamo ad immaginare quando è stata scritta questa canzone. Direte che è dei giorni nostri, visto gli argomenti trattati. Sbagliato. Questa canzone è stata scritta nel 1976. Come al solito la Storia NON INSEGNA NIENTE!
25 aprile 1945 – 25 aprile 2012 – Festa della liberazione
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25 aprile 1945 – 25 aprile 2012Festa della liberazione |
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O bella Ciao – Testo in italiano e Inglese – Lirycs
Una mattina mi son svegliato O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao Una mattina mi son svegliato Eo ho trovato l’invasor |
One morning I woke up O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao One morning I woke up And I found the invader |
O partigiano porta mi via O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao O partigiano porta mi via Che mi sento di morir |
Oh partisan, carry me away, O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao Oh partisan, carry me away, For I feel I’m dying |
E se io muoio da partigiano O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao E se io muoio da partigiano Tu mi devi seppellir |
And if I die as a partisan O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao And if I die as a partisan You have to bury me |
Mi seppellire lassù in montagna O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao Mi seppellire lassù in montagna Sotto l’ombra di un bel fiore |
But bury me up in the mountain O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao, But bury me up in the mountain Under the shadow of a beautiful flower |
E le genti che passeranno O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao E le genti che passeranno Mi diranno: “Che bel fior” |
And the people who will pass by O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao, And the people who will pass by Will say to me: “what a beautiful flower” |
È questo il fiore del partigiano O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao È questo il fiore del partigiano Morto per la libertà |
This is the flower of the partisan O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao This is the flower of the partisan Who died for freedom |
La canzone dei partigiani italiani diventa l’inno della “rivolta verde” contro Ahmadinejad. In un video diffuso su Youtube, infatti, la canzone è cantata in italiano, con sottotitoli in farsi e in inglese. Ad accompagnare le parole, le immagini della rivolta, degli scontri, dei caduti e delle proteste in tutto il mondo. Alcune foto ritraggono Neda, la ragazza uccisa il 20 giugno, dopo le elezioni. E’ bello sapere che un “prodotto” italiano sia il simbolo della rivolta contra la tirannia, ancora una volta questa canzone si rivela attuale, perché i nemici della libertà sono numerosi, cambiano di nome, diventano più subdoli, ma sono sempre lì a tenere sotto scacco la “gente”. Buona festa della Liberazione a tutti, e auguriamoci una liberazione anche dalle ultime piaghe che ci affliggono: spread, cattiva politica, corruzione, TUS, BCE, FMI…etc…etc….
Leggete e ascoltate anche:
Bella Ciao: International
9 differenti versioni di “Bella Ciao”, in varie lingue.
Giuseppe per la libertà |
#675 |
Caparezza – Non siete Stato voi
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Caparezza – Non siete Stato voi |
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Il Sogno Eretico – 2011
CapaRezza - Il Sogno Eretico (2011) - Non Siete Stato Voi – Testo
Non siete Stato voi che parlate di libertà come si parla di una notte brava dentro i lupanari. Non siete Stato voi che trascinate la nazione dentro il buio ma vi divertite a fare i luminari. Nonsiete Stato voi che siete uomini di polso forse perché circondati da una manica di idioti. Non siete Stato voi che sventolate il tricolore come in curva e tanto basta per sentirvi patrioti. Non siete Stato voi né il vostro parlamento di idolatri pronti a tutto per ricevere un’udienza. Non siete Stato voi che comprate voti con la propaganda ma non ne pagate mai la conseguenza. Non siete Stato voi che stringete tra le dita il rosario dei sondaggi sperando che vi rinfranchi. Non siete Stato voi che risolvete il dramma dei disoccupati andando nei salotti a fare i saltimbanchi. Non siete Stato voi. Non siete Stato, voi. Non siete Stato voi, uomini boia con la divisa che ammazzate di percosse i detenuti. Non siete Stato voi con gli anfibi sulle facce disarmate prese a calci come sacchi di rifiuti. Non siete Stato voi che mandate i vostri figli al fronte come una carogna da una iena che la spolpa. Non siete Stato voi che rimboccate le bandiere sulle bare per addormentare ogni senso di colpa. Non siete Stato voi maledetti forcaioli impreparati, sempre in cerca di un nemico per la lotta. Non siete Stato voi che brucereste come streghe gli immigrati salvo venerare quello nella grotta. Non siete Stato voi col busto del duce sugli scrittoi e la costituzione sotto i piedi. Non siete Stato voi che meritereste d’essere estripati come la malerba dalle vostre sedi. Non siete Stato voi. Non siete Stato, voi. Non siete Stato voi che brindate con il sangue di chi tenta di far luce sulle vostre vite oscure. Non siete Stato voi che vorreste dare voce a quotidiani di partito muti come sepolture. Non siete Stato voi che fate leggi su misura come un paio di mutande a seconda dei genitali. Non siete Stato voi che trattate chi vi critica come un randagio a cui tagliare le corde vocali. Non siete Stato voi, servi, che avete noleggiato costumi da sovrani con soldi immeritati, siete voi confratelli di una loggia che poggia sul valore dei privilegiati come voi che i mafiosi li chiamate eroi e che il corrotto lo chiamate pio e ciascuno di voi, implicato in ogni sorta di reato fissa il magistrato e poi giura su Dio: “Non sono stato io”.Canzone che fa venire i brividi per la cruda realtà che racconta. Bravo Caparezza.
Giuseppe per lo Stato |
#478 |
Comma ammazza-blog
Comma ammazza-blog: un post a Rete unificata
Raccolgo l’invito di Valigia Blu
Raccolgo l’invito di Valigia Blu
Raccolgo l’invito di Valigia Blu
Cosa prevede il comma 29 del ddl di riforma delle intercettazioni, sinteticamente definito comma ammazzablog?

@valigia blu – riproduzione consigliata
Post originale: http://www.tisbe.it/2011/09/29/comma-ammazza-blog-un-post-a-rete-unificata/#ixzz1ZRYIwjTP
Giuseppe per la libertà d’espressione. |
#467 |
Er ber paese
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Er ber paese
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Qualche giorno fa mi è capitato di leggere questo sonetto del Belli e ….. grandissima sorpresa, sembra scritto in questi giorni. Ma allora è proprio vero, in Italia niente mai cambia? Siamo ancor alla situazione del 1863, sono passati quasi due secoli e tutto rimane immobile. Caro Giuseppe Tomasi avevi proprio ragione, questa è la terra dei gattopardi, bisogna cambiare tutto per non cambiare niente!!!
ERRATA CORRIGE: in prima battuta avevo attribuito il sonetto al Belli (la fonte da cui avevo tratto la notizia era molto attendibile), ma quasi certamente è opera di un autore contemporaneo molto bravo nell’emulare la metrica e la poetica del Belli. Complimenti vivissimi all’autore e tante scuse ai miei lettori
Le considerazioni fatte in alto restano comunque valide. (01/02/2011)
Giuseppe per il BelPaese. |
#307 |
Scuola pubblica o privata?
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Piero Calamandrei, 1950:Una profezia agghiacciante sulla scuola pubblica |
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Piero Calamandrei, 1950
Giuseppe per la scuola |
#285 |
Primo giorno di scuola?
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Riflessioni di un prof…… fannullone (e forse anche un po’ trippone) |
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In realtà non è il primo giorno di scuola, o almeno l’opinione pubblica LO CREDE. Gli insegnanti cominciano a lavorare, se va bene, a metà settembre (addirittura il 1° ottobre un po’ di tempo fa). Hanno iniziato le vacanze il 10 giugno, quindi facendo due calcoli dal 10 giugno al 15 settembre passeranno 97 giorni!!!! Cavolo ma questi insegnati sono davvero dei privilegiati!!!!! La realtà non è così, tra pratiche varie ed esami di stato siamo andati in ferie intorno al 10 luglio (io a dire il vero il 23 luglio perché seguivo un progetto di stage) e rientriamo in servizio oggi per recuperare i giudizi sospesi. Quindi in realtà sono solo circa 45 giorni (sabato e domenica compresi), 45 giorni per staccare da un lavoro che dire stressante è poco, dove il drop out è superiore del 30% alla media degli altri “mestieri”, se non si stacca la spina la strada è una sola e conduce ai CIM (Centro d’Igiene Mentale).
Ma tant’è, per la nostra ministra siamo dei privilegiati, specie per quanto riguarda la maternità (Lettera a una ministra), per non parlare di quello che afferma il ministro per la pubblica amministrazione, che siamo dei “fannulloni” e in qualche caso anche “tripponi”. Certo non lavoriamo 8 ore all’altoforno metallurgico, però io inviterei i genitori ad assistere ad una giornata di lavoro con i loro dolci “pargoletti” e poi vediamo cos’è meglio!!!
Iniziamo oggi un lavoro che si completerà a metà luglio 2011, duro, difficile e di grande responsabilità. Nella mia vita ho fatto un po’ di tutto, quindi ho assaporato un po’ varie scelte lavorative e alla fine ho scelto questo lavoro perché lo amo, nonostante tutto.
Giuseppe per la scuola |
#249 |