Negrita – Magnolia

Negrita - Magnolia

Negrita – Magnolia

 

 Negrita - Magnolia

Negrita – Magnolia – testo – lyrics
 
Lentamente scivola
 La tua mano su di te
 Quel tanto che basta per trasformare
 Ogni carezza in un gemito
 Ti guardo accaldata contorcerti
 Tra le lenzuola umide
 Golosa ed implacabile
 Forza fammi male finche’ vuoi
 Lo sai
 Pioggia io sarò
 per toglierti la sete
 E sole salirò
 per asciugarti bene
 Vento arriverò
 per poterti accarezzare
 Ma se vuoi se tu vuoi
 Tra fango e neve
 fango e neve impazzirò
 Ti ammiro per come ti approcci
 A questi anni mutevoli
 Mi piace quel tuo senso pratico
 La tua forza e l’ironia
 I cieli neri intorno a noi
 Sono soltanto nuvole
 Che dolcemente soffi via
 E niente può far male piu’ lo sai
 lo sai
 Pioggia io sarò
 per toglierti la sete
 E sole salirò
 per asciugarti bene
 Vento arriverò
 per poterti accarezzare
 Ma se vuoi se tu vuoi
 Tra fango e neve
 fango e neve impazzirò
 Impazzirò
 Finche’ pioggia diverrò
 per toglierti la sete
 E sole io sarò
 per asciugarti bene
 Vento arriverò
 per poterti accarezzare
 Ma se vuoi se tu vuoi
 Tra fango e neve
 fango e neve impazzirò
 Impazzirò…
 E pioggia io sarò
 Yeah yeah yeah…
 Per toglierti la sete
 per asciugarti bene
 per poterti accarezzare

Una delle più belle canzoni italiane di sempre. Il testo poi è poesia pura.


Giuseppe per la musica italiana sensuale.

#089

Cugini Di Campagna – Preghiera

Preghiera - Cugini Di Campagna  (Una storia tristissima)

Preghiera – Cugini Di Campagna

(Una storia tristissima)

Preghiera - Cugini Di Campagna  (Una storia tristissima)


In un  post avevo scritto che non avrei postato niente dei Cugini di Campagna, perché è ancora un gruppo conosciutissimo degli anni 70 e la canzone “Anima Mia” forse è la traccia più conosciuta di quel periodo, tant’è vero che Fabio  Fazio l’ha utilizzata come titolo per una trasmissione che celebrava gli anni 70 qualche anno fa. Perché ho cambiato idea? Sollecitato da una mia amica (Sim64) di postare almeno “preghiera” mi è venuto in mente che qualche anno fa avevo letto la storia di quella canzone ed era una storia tragica, molto shakespeariana, la ricordavo, l’ho cercata e ve la posto qui senza nessun commento. 

horsefly


In questa pagina è riportato l’articolo di giornale, risalente al 1975, che racconta di una sfortunata storia d’amore di due adolescenti di Sassari, e che ha ispirato la canzone Preghiera. A questo segue la lettera di ringraziamento scritta dalla mamma della ragazza ai Cugini di Campagna, un ricordo al quale essi sono molto affezionati. Per motivi di riservatezza sono state riportate solamente le iniziali dei nomi citati.

ECCO COME A 18 ANNI SI PUO’ ANCORA MORIRE D’AMORE

A diciott’anni E. è morto per amore. Questo, però, la folla che si è accalcata, la mattina di lunedì 18 Agosto, sotto l’alto ponte del Rasello per soddisfare la curiosità morbosa di vedere da vicino i resti di un suicida, non lo sapeva. Per loro quel mucchietto di vestiti, di ossa e di carne, era soltanto “uno che si è buttato da trenta metri”. Orrore, pietà, la parola “follia”, serpeggiavano tra vecchi e giovani, tra padri e madri con i figlioletti in braccio e il collo proteso per guardare.

La verità è venuta dalla lettera che i poliziotti hanno trovato in tasca dei calzoni del ragazzo. E. l’aveva scritta verso mezzanotte: pochi minuti prima di buttarsi oltre la balaustra del ponte che unisce la Sassari vecchia alla nuova. In essa non c’erano scuse. Soltanto un addio a tutti “perchè senza J. la mia vita non ha più senso”.

J., la fidanzatina quindicenne di E., era spirata alcune ore prima, a metà mattina di domenica, nell’ospedale sassarese, stroncata da un male inesorabile, la leucemia. Il ragazzo non è stato capace di sopravviverle. E non si può dire che la sua decisione sia maturata in un momento di sconforto. E’ venuta, invece, purtroppo, dopo un logorante calvario durato dieci giorni, quanti ne sono passati tra le prime avvisaglie del male e la morte di J.

Dieci giorni e dieci notti di agonia che i due giovani hanno condiviso. Lei preda della malattia, lui pervaso ogni ora di più dalla disperazione di non poter fare nulla per salvarla, di vedere dissolversi, istante dopo istante, la felicità che avevano scoperto e assaporato soltanto da pochi mesi.

E. e J. si erano innamorati in primavera. Si trattava per entrambi di quel primo amore che, nonostante la rivoluzione sessuale e gli stress del modo di vivere odierno, ognuno di noi si porta chiuso dentro per tutta la vita, delicato miscuglio di dolce orgoglio, di tenerezza e di piacere.

Presi da questo sentimento esaltante, E. e J. si sono avvicinati, ma con una delicatezza e una serietà davvero d’altri tempi. “Per tutti e due era una cosa seria”, sono concordi nell’affermare gli amici di lui. “Non che parlassero di matrimonio, però tra loro non c’erano quelle “crisi” tipiche delle cottarelle che durano solo qualche mese e poi chi s’è visto s’è visto”, dice una compagna di J.

“Li univa qualcosa di tranqulli e profondo. Non so trovare le parole giuste: ma J. era felice e serena”, spiega un’altra.

Assieme, dunque, E. e J. formavano una coppia affiatata e serena, al riparo dai velleitarismi così comuni a troppi loro coetanei per i quali amore e sesso fanno subito tutt’uno. In comune i due ragazzi avevano anche un particolare interesse: facevano parte di un’associazione scoutistica alla quale si dedicavano con grande entusiasmo.

Erano stati perciò doppiamente felici quando, alla fine di luglio, erano partiti con le loro squadre di giovani esploratori per il campo-raduno di Montepisanu, presso Bono, a un centinaio di chilometri da Sassari. Era un’occasione per vedersi più spesso, per assolvere uno accanto all’altra le incombenze della giornata. Quasi uno spensierato preambolo a quella che sarebbe stata la loro futura vita coniugale. Un sogno a occhi aperti nel quale era naturale giurarsi amore eterno e immergersi in una felicità che nulla sembrava poter scalfire.

La serietà delle intenzioni di entrambi è fuori discussione: un sacerdote vicino a E. e a J. ce l’ha confermato. “Niente di ufficiale per il momento; il ragazzo si sarebbe diplomato geometra l’anno prossimo: J. frequentava il secondo anno del liceo scientifico”, dice il nostro interlocutore. “Erano giovani e per sposarsi potevano tranquillamente aspettare che lui finisse l’università e trovasse una buona sistemazione. Volevano fare le cose con calma e com’è giusto. Invece…”

Invece, dopo una decina di giorni di campeggio, J. ha cominciato ad accusare malesseri e il suo stato di salute si è andato rapidamente aggravando. Tanto che il medico curante ne ha ordinato il ricovero in ospedale per una serie di analisi. Il responso degli esami clinici è stata una sentenza inappellabile: leucemia, il “cancro del sangue” che distrugge i globuli rossi e contro il quale la medicina non ha ancora trovato armi valide. Anche le trasfusioni di sangue, in moltissimi casi, sono soltanto un palliativo.

Per E. quella notizia ha rappresentato il passaggio da un sogno esaltante al peggiore degli incubi. Dapprima incredulo, poi sempre più disperato, si è trovato nella mente l’assillo di una domanda esasperante, che mai trova una risposta: “Perchè doveva capitare proprio a noi? Che cos’ha fatto J., che cosa ho fatto io, per meritarci una punizione simile?”. I rari sprazzi di speranza sono destinati a durare soltanto poche ore. I ricordi di felicità goduta fino a pochi giorni prima, adesso sono motivo di dolore per quanto egli sa ormai perduto e irripetibile.

E. si chiudeva ogni giorno di più in se stesso”, racconta uno dei suoi migliori amici. “Era diventato cupo e a nulla servivano le parole di conforto mie e degli altri. Ogni volta che lasciava l’ospedale appariva più abbattuto. Era come se quel male terribile avesse preso anche lui”.

Quattro giorni prima della morte di J., quando ormai i medici avevano tolto ogni speranza, E. era andato a parlare con un sacerdote, don D., della parrocchia di San Giuseppe, per chiedergli conforto. “Se J. muore non voglio più vivere”, aveva detto al religioso. Questi aveva fatto ricorso a tutta la sua forza di persuasione ricordando al giovane i suoi doveri di cristiano e di uomo, che Dio ci sottopone a prove durissime e che non sta a noi giudicare, che la vera vita non è su questa terra e così via, proponendogli il conforto della fede e della preghiera.

Fosse stato meno innamorato, meno giovane, meno idealista, E. forse avrebbe compreso e si sarebbe fatto una ragione del dramma che stava vivendo. Invece, quando la mattina della domenica seguente ha visto spirare J., è corso fuori dall’ospedale gridando: “La seguirò nella tomba”.

Ai presenti, ed era naturale, è sembrato che si trattasse di una frase pronunciata nel momento del dolore più grande, che la solitudine di alcune ore sarebbe stata la cura migliore. Per questo, soltanto a sera, non vedendolo rientrare, i parenti hanno incominciato a preoccuparsi seriamente. E’ stato diramato l’allarme e sono iniziate le ricerche. Per tutta la notte parenti e amici hanno setacciato le vie di Sassari alla ricerca del ragazzo. Inutilmente.

Soltanto l’indomani mattina un giovane ha visto un corpo sfracellato in un orto sotto l’arcata centrale dell’altissimo ponte del Rasello e ha avvertito la polizia. Tra una folla indisponente di curiosi in cerca di macabre sensazioni, un fratello e due sorelle di E. hanno ricunosciuto ufficialmente il cadavere e hanno letto la lettera con la quale il ragazzo ha detto addio a tutti.

“Perchè senza J. la mia vita non ha più senso”. Cambiate il nome e potrebbe averla scritta il Romeo di Shakespeare.


Gentilissimo complesso,

sono la mamma di J., la ragazza morta a Sassari il 17 Agosto affetta da leucemia, e nella stessa sera E. si buttò dal ponte per amore di mia figlia.

Molti ragazzi dei boy-scout mi dicono che voi avete scritto e musicato la canzone Preghiera dedicata ai nostri ragazzi, mi complimento con voi, è molto bella, è come mia figlia era. Ed E. ha veramente implorato il Signore, ciò che voi con le vostre parole e musica dite. Ve ne sono molto grata di quanto avete scritto e continuate a dire verso i nostri angeli, che sicuramente dall’alto per il breve cammino secondo quanto ha scritto sulla nostra esistenza terrena il buon Dio.
Vorrei da voi un conferma, cercate di capire due mamme.
Vorrei dilungarmi tanto, dandovi tante benedizioni, ma credetemi la commozione mi ha vinta.
L’angelo di J. e di E. vi protegga per tutta la vita.
Vi abbraccio tutti con tanto tanto amore come se voi foste i mei ragazzi.

M.


Giuseppe per le tragedie d’amore.

#248

 

Rino Gaetano – Aida

Rino Gaetano -  Aida

Rino Gaetano –  Aida

Rino Gaetano, Crotone, 29 ottobre 1950 – Roma, 2 giugno 1981

 Rino Gaetano -  Aida

filosofia


Rino Gaetano –  Aida – Testo

Lei sfogliava i suoi ricordi le sue istantanee i suoi tabù le sue madonne i suoi rosari e mille mari e alala’ i suoi vestiti di lino e seta le calze a rete Marlene e Charlot e dopo giugno il gran conflitto e poi l’Egitto e un’altra eta’ marce e svastiche e federali sotto i fanali l’oscurità e poi il ritorno in un paese diviso più nero nel viso più rosso d’amore Aida come sei bella Aida le tue battaglie i compromessi la povertà i salari bassi la fame bussa il terrore russo Cristo e Stalin Aida la costituente la democrazia ma chi ce l’ha e poi trent’anni di safari tra antilopi e giaguari sciacalli e lapin Aida come sei bella come sei bella. come sei bella.

Rino Gaetano -  Aida«C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale! E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta. » (Rino Gaetano ad un concerto prima di cantare Nuntereggae più nel 1979)


Aida è stata scritta nel 1977 e parlava di 50 anni di storia italiana. Era la fotografia di un paese in preda ad una profonda crisi sia economica che di valori: scandali, insabbiamenti, servizi deviati, attentati. Sono passati più di 30 anni e Rino Gaetano è stato cosi tragicamente profetico sullo stato delle cose in questa nazione. L’unica differenza è che il terrorismo ha avuto una virata planetaria, per il resto tutto è rimasto immutato. 

horsefly


Giuseppe per Aida ancora una volta tradita

#242

Pace, Diritti e Lavoro

Ho visto anche degli Zingari Felici - Claudio Lolli

Ho visto anche degli Zingari Felici – Claudio Lolli

 Ho visto anche degli Zingari Felici - Claudio Lolli


 Ho Visto Anche Degli Zingari Felici – Claudio Lolli

E’ vero che dalla finestra non riusciamo a vedere la luce perchè la notte vince sempre sul giorno e la notte sangue non ne produce.E’ vero che la nostra aria diventa sempre più ragazzina e si fa correre dietro lungo strade senza uscita.E’ vero che non riusciamo a parlare e che parliamo sempre troppo.
E’ vero,sputiamo per terra quando vediamo passare un gobbo,un tredici o un ubriaco.
O quando non vogliamo incrinare il meraviglioso equilibrio di un odiosità senza fine di una felicità senza il peggio.
E’ vero che non vogliamo pagare la colpa di non avere colpe e che preferiamo morire.
Piuttosto che abbassare la faccia,è vero,cerchiamo l’amore sempre nelle braccia sbagliata.
E’ vero che non vogliamo cambiare il nostro inverno in estate,è vero che i poeti ci fanno paura.Perchè i poeti accarezzano troppo le gobbe,amano l’odore delle amarmi,odiano la fine della giornata.Perchè i poeti aprano sempre la loro finestra anche se noi diciamo che è una finestra sbagliata.
E’ vero che non ci capiamo,che non parliamo mai in due la stessa lingua.
E abbiamo paura del buio e anche della luce,è vero,che abbiamo tanto da fare che non facciamo mai niente.
E’ vero che spesso la strada sembra un inferno,una voce in cui non riusciamo a stare insieme,dove non riconosciamo mai i nostri fratelli.E’ vero che beviamo il sangue dei nostri padri e odiamo tutte le nostre donne e tutti i nostri amici. 
Ma ho visto anche degli zingari felici corrersi dietro,far l’amore e rotolarsi per terra.Ho visto anche degli zingari felici in piazza Maggiore a ubriacarsi di luna,di vendetta e di guerra. 

Girovagando tra i blog e nei profili facebook a volte si fanno strani incontri (strani perché inusuali). Nella bacheca della mia amica Maria (meglio conosciuta come la blogger “Tittidiruolo”) c’è un post su Claudio Lolli. La mia mente ha cominciato a turbinare, qualche anno fa, per conto della CGIL, ero stato invitato a dare una mano per organizzare un happening (brutta parola) sull’argomento “Pace, Diritti e Lavoro”, io ero un po’ scettico ma quando mi hanno detto che ci sarebbe stato un concerto teatrale di Claudio Lolli non ho avuto dubbi. Una serata stupenda, teatro gremito come nelle migliori occasioni, attesa a mille e nell’anima la consapevolezza di partecipare ad un evento unico. E’ salito sul palcoscenico, la prima cosa che ho pensato di quel piccolo grande uomo è stata che somigliava a “Candido”. Solo che lui era consapevole di nn vivere nel migliore dei mondi possibili. Un piccolo grande uomo, incerto nell’incedere, anche nel parlare. Ma poi partiva la musica e tutto cambiava, una specie di aura di pace e bellezza ci avvolgeva tutti. Una delle serate più belle e intense della mia vita. Forse seconda solo a quando molti anni addietro, giovincello di belle speranza, in un piccolo paese del profondo Sud, ho udito per la prima volta la voce mitica degli Inti Illimani che mi cantava “che il popolo unito non sarebbe mai stato vinto”, ed ho pianto, si pianto. Io ci spero ancora che il Popolo non sarà mai vinto, ma comincio ad avere qualche dubbio. Gl’Inti Illimani in quegli anni non potevano immaginare il potere velenose delle TV, quello che poi alla fine si è rivelato l’oppio dei Popoli. Grazie Claudio, fai parte della colonna sonora della mia vita.

Giuseppe per l’emozioni forti.

#231

Quando mancano i riferimenti

Nada - Ma Che Freddo Fa (1969)

Nada – Ma Che Freddo Fa (1969)

 Nada - Ma Che Freddo Fa (1969)

Correva l’anno 1969…. Ancora esistevano le mezze stagioni: d’estate era caldo, d’inverno si tremava dal freddo. Oggi alla vigilia dell’estate invece torna di moda la canzone di Nada. Cielo gravido di nuvole piovose, pioggia fredda come se fossimo a  Ranchipur, temperatura intorno ai 15 gradi, e l’estate? Lontana e rapida e poi di nuovo dentro a piogge tropicali, monsoni asiatici, cicloni etc etc….. Che sia il caso di preoccuparsi un po’? I Maya non c’entrano niente, ma se non mettiamo freno all’inquinamento, il 21 dicembre 2012 potrebbe davvero essere un triste giorno…. 


Giuseppe per preservare la terra.

#210

Daniel Sentacruz Ensemble – Linda bella Linda

Daniel Sentacruz Ensemble - Linda bella Linda

Daniel Sentacruz Ensemble

Linda bella Linda

 Daniel Sentacruz Ensemble - Linda bella Linda


Linda bella Linda di Festival di Sanremo 1976
(di Ciro Dammicco, Querencio, Sentacruz e Specchia)
Anche per te amico mio
la sera è triste anche per te
ragazzo solo, dalla faccia straniera
lo guardo e poi, accenno un sorriso
sento una brava cosa fai
che strana idea
ti prende stasera
portarti su in casa mia
lasciarmi andare un disco va
a luci spente insieme noi.
Linda bella Linda
Linda sogna Linda
Linda scappa Linda
Linda ama Lina
Linda Linda Linda
balla Linda
Linda Linda Linda
canta Linda
Linda Linda Linda
piange Linda
Linda Linda Linda
ama Linda.
La compagnia, il solito bar
si è fatto tardi meglio andar
rimane solo
quella faccia straniera
senza una scusa
mi viene vicino
dai nella mia che si fa
che strana idea
ti prende stasera
portarmi su in casa tua
per chi mi hai preso amico mio
a luci spente insieme mai.
Linda bella Linda
Linda sogna Linda
Linda scappa Linda
Linda ama Lina
Linda Linda Linda
balla Linda
Linda Linda Linda
canta Linda
Linda Linda Linda
piange Linda
Linda Linda Linda
ama Linda
Linda Linda Linda
balla Linda
Linda Linda Linda
canta Linda
Linda Linda Linda
piange Linda
Linda Linda Linda
ama Linda.

Ancora archeologia musicale, siamo nel 1976 e un gruppo chiamato Daniel Sentacruz Ensemble cantava questa canzoncina intitolata “Linda bella Linda”. Noi piccoli italiani del futuro sognavamo….. in italiano….
horsefly


Giuseppe innamorato di Linda, ma molto di più di Mara :)

#194

 

Francesco Guccini – Canzone dei dodici mesi

Francesco Guccini - Canzone dei dodici mesi

Francesco Guccini – Canzone dei dodici mesi

La maturità… dell’anima (forse)

Francesco Guccini - Canzone dei dodici mesi


Canzone dei dodici mesi: Giugno……… 

Beh cosa dire di questo mese, proviamo a usare le parole di Guccini: “Giugno, che sei maturità dell’anno, di te ringrazio Dio: in un tuo giorno, sotto al sole caldo, ci sono nato io, ci sono nato io…” (grazie sim.64 per il rem). Eh si ci sono nato io! Maturità, una parola che è un leit motiv per questo mese: maturità dell’anno, maturità dell’anima, maturità del fisico, maturità scolastica. Giugno, nel mezzo del cammin di nostra vita, a dire il vero non ci dovremmo trovare smarriti, anzi avremmo dovuto imbroccare la giusta via, ma sarà poi così? I numeri (degli anni) diventano importanti, si cominciano le prime analisi, ci si volta dietro, i dubbi aumentano. Avrò fatto le scelte giuste? Anche se ho sbagliato adesso è decisamente troppo tardi per recuperare, almeno per certe cose……. (Giuseppe)


Giuseppe per la maturità dell’anima

#193

 

Occhi Da Orientale – Vaporidis Vs Silvestri

Occhi Da Orientale - Vaporidis Vs Silvestri

Occhi Da Orientale – Vaporidis Vs Silvestri

 Occhi Da Orientale - Vaporidis Vs Silvestri

Occhi Da Orientale – Daniele Silvestri – Autore delle canzone

 

Occhi Da Orientale – Nicolas Vaporidis & Valentina Izumi

 

Questa notte è ancora nostra – Film

Questa notte è ancora nostra - FilmUn film di Paolo Genovese, Luca Miniero. Con Nicolas Vaporidis, Valentina Izumi, Maurizio Mattioli, Massimiliano Bruno, Ilaria Spada. Commedia, durata 98 min. – Italia 2007. – Buena Vista uscita mercoledì 19 marzo 2008.
l venticinquenne romano Massimo lavora nell’impresa di pompe funebri del padre ma sogna di sfondare nella musica insieme all’amico e collega Andrea. Il pittoresco impresario Cicchilitti consiglia loro di scritturare una cinesina dotata di fondoschiena e voce gradevoli in ugual misura (perché “il culo non canta ma conta”) per affiancarli nel brano Occhi da orientale. Dopo una serie di audizioni fallimentari, si imbattono in Jing, una bella ragazza cinese di seconda generazione. La fanciulla li snobba finché Andrea non ha il colpo di genio: perché Massimo non la seduce? A quel punto convincerla a esibirsi con loro e ingraziarsi Cicchilitti sarà un gioco da ragazzi. Peccato che i genitori di Jing, ipertradizionalisti, l’abbiano promessa in moglie al nipote di un uomo d’affari cinese con cui sono indebitati… – da mymovies -

La canzone è di Daniele Silvestri, ma io l’ho scoperta nel film di Vaporidis  ”Questa notte è ancora nostra”. E’ una canzoncina davvero molto carina, a voi l’ardua sentenza per dire chi la canta meglio: Vaporidis o Silvestri? :)


Giuseppe per la cinematografia musicale.

#192

Franco Battiato – La Cura

Franco Battiato - La Cura

Franco Battiato – La Cura

  Franco Battiato - La Cura

Franco Battiato – La Cura – Testo Lyrics

Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.
Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare. 
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza.
I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
TI salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te…
io sì, che avrò cura di te.

Senza dubbio una delle più belle  canzoni, sull’amore, di tutti i tempi! L’amore non solo per l’altro genere ma ma per tutti. Quando sarebbe bello se anziché dire sempre “me ne fotto” dicessimo “io ho cura di te”! Firma Horsefly

horsefly


Giuseppe…. i care you.

#185

Collage – Due Ragazzi Nel Sole

Collage - Due Ragazzi Nel Sole

Collage – Due Ragazzi Nel Sole

E dal fiume tu rubi le pietre più bianche, è un riflesso nell’acqua il tuo corpo esitante,
nei tuoi occhi di cielo ha trovato il suo posto, anche il sole nascosto.
 Collage - Due Ragazzi Nel Sole


Collage – Due Ragazzi Nel Sole (1976)

(De Sanctis,A – Padovan,G) 
E dal fiume tu rubi
le pietre più bianche,
è un riflesso nell’acqua
il tuo corpo esitante,
nei tuoi occhi di cielo
ha trovato il suo posto,
anche il sole nascosto.
Coi capelli sull’erba
ti metti a sognare,
e tra i rami fioriti
tu aspetti l’amore,
ho raccolto il coraggio
e mi sono seduto,
poi mi sono perduto,
poi mi sono perduto
le tue labbra addormentate
quante volte le ho sognate
da quel ramo sopra le tue ciglia
è caduta una foglia
il tuo piccolo cuore
e ti svegli piano piano
io trattengo la mia mano
mi sorridi e due ragazzi al sole
ora fanno l’amore,
ora fanno l’amore.
Temporale d’agosto,
io corro abbracciato
ci fermiamo un momento
a riprendere fiato,
e non cè piu bisogno
di dire parole
due ragazzi nel sole
ora fanno l’amore,
le tue labbra addormentate
quante volte le ho sognate
da quel ramo sopra le tue ciglia
è caduta una foglia
il tuo piccolo cuore,
e ti svegli piano piano,
io trattengo la mia mano
mi sorridi e due ragazzi al sole,
ora fanno l’amore,
ora fanno l’amore

16 anni…. 2 ragazzi nel sole…… Collage…. Forse era l’alba della creazione o qualche minuto dopo. Piccoli uomini/donne crescono: disorientati, spaventati, senza meta. Ma crescono, i gruppi rock inglesi e americani sono lontani e  irragiungibili, più a portata di mano ci sono “I collage” che interpretano i desideri, i bisogni di noi piccoli esseri della provincia italiana (quella più negletta). Le radio libere nascono e propongono qualcosa di nuovo rispetto al paludato della RAI, ma sempre molto POP (nel senso di popolare). E noi sognamo, non sappiamno neanche bene cosa sognare ma sognano…….e il futuro fa sempre più paura…  e avrebbero voluto fare “lamore” (ellegi)


Giuseppe sedicenne.


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