Lucio Dalla – 4 Marzo 1943

Lucio Dalla - 4 Marzo 1943  - Copertina disco

Lucio Dalla – 4 Marzo 1943

1 Marzo 2012 – Ciao Lucio!

 Lucio Dalla - 4 Marzo 1943  - Copertina disco


Lucio Dalla - 4 Marzo 1943 - 1 marzo 2012Lucio Dalla (Bologna, 4 marzo 1943 – Montreux, 1º marzo 2012) è stato un cantautore, attore e regista italiano.
Sul piano musicale è stato uno dei più affermati cantautori italiani, considerando la continuità della sua carriera che sfiora i 50 anni di attività artistica. Musicista di formazione jazz, riscopertosi poi autore dei testi delle sue canzoni in una fase matura, suona da clarinettista e sassofonista, e talvolta da tastierista. La sua produzione musicale ha attraversato numerose fasi, dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d’autore, arrivando a varcare i confini della lirica e della melodia italiana.

Ciao Lucio, tutta la mia vita ha avuto come colonna sonora le tue canzoni, sono cresciuto con te, ho imparato ad avere un po’ meno paura della vita anche grazie alla tua musica. Muore l’uomo, ma nel tuo caso, l’opera rimarrà eterna. Firma


Giuseppe per Lucio

#637

 

Francesco de Gregori – Viva l’Italia

Italia stampelleItalia Bandiera

Viva l’Italia, Francesco de Gregori


Viva l’Italia, l’Italia del 12 dicembre (1969 – Piazza Fontana). 16 morti, nessun colpevole…. e certe ombre su apparati dello stato.


Giuseppe per le stragi ancora impunite.

#559

 

Francesco Guccini – Il vecchio e il bambino

Il vecchio e il bambino

AUGURI A TUTTI I NONNI DEL MONDO, ANCHE A QUELLI CHE CI GUARDANO DALL’ALTO



Il Vecchio e il Bambino

Un vecchio e un bambino si presero per mano
e andarono insieme incontro alla sera,
la polvere rossa si alzava lontano
e il sole brillava di luce non vera;
l’immensa pianura sembrava arrivare
fin dove l’occhio di un uomo poteva guardare
e tutto d’intorno non c’era nessuno,
solo il tetro contorno di torri di fumo.
I due camminavano, il giorno cadeva,
il vecchio parlava e piano piangeva
con l’anima assente, con gli occhi bagnati
seguiva il ricordo di miti passati;
i vecchi subiscono l’ingiuria degli anni,
non sanno distinguere il vero dai sogni,
i vecchi non sanno nel loro pensiero
distinguere nei sogni il falso dal vero.
E il vecchio diceva, guardando lontano,
“Immagina questo coperto di grano,
immagina i frutti, immagina i fiori,
e pensa alle voci e pensa ai colori,
e in questa pianura, fin dove si perde,
crescevano gli alberi e tutto era verde,
cadeva la pioggia, segnavano i soli,
il ritmo dell’uomo e delle stagioni”.
Il bimbo ristette, lo sguardo era triste
e gli occhi guardavano cose mai viste,
e poi disse al vecchio, con voce sognante
“Mi piacciono le fiabe, raccontane altre”.
Francesco Guccini

Giuseppe per i nonni

#472

 

Napoli è … – Napule è …

Pino Daniele - Napule è...

Pino Daniele – Napule è…

Napule è ‘na carta sporca –  e nisciuno se ne importa e  - ognuno aspetta a’ ciorta (la buona sorte).

 Pino Daniele - Napule è...

note_musicali

Ciao Pino!

(4 gennaio 2015)



 

 Pino Daniele 

Concerto (2002)

Napule è

Testo 

 

Napule è mille culure 
Napule è mille paure Napule
è a voce de’ criature
che saglie chianu chianu e
tu sai ca nun si sulo.
Napule è nu sole amaro
Napule è addore ‘e mare
Napule è ‘na carta sporca
e nisciuno se ne importa e
ognuno aspetta a’ ciorta.
Napule è ‘na cammenata
inte viche miezo all’ato
Napule è tutto ‘nu suonno
e ‘a sape tutti o’ munno ma
nun sanno a verità.
Napule è mille culure
(Napule è mille paure)
Napule è ‘nu sole amaro
(Napule è addore e’ mare)
Napule è ‘na carta sporca
(e nisciuno se ne importa)
Napule è ‘na camminata
(inte viche miezo all’ato)
Napule è tutto nu suonno
(e a’ sape tutti o’ munno)

Pino DanieleFiumi di parole, titoli a tutta pagina su tutte le testate giornalistiche del mondo, reportage televisivi impietosi, ma alla fine Napoli è: ‘na carta sporca e nisciuno se ne importa. Invece Napoli è: a voce de’ criature  che saglie chianu chianu e tu sai ca nun si sulo. Grazie Pino, al momento, la tua descrizione di Napoli è la più calzante. 

horsefly


Giuseppe per Napoli

#347

 

Carmen Consoli – AAA Cercasi

Carmen Consoli - AAA Cercasi

Carmen Consoli – AAA Cercasi

 Carmen Consoli - AAA Cercasi

note_musicali

Cercasi avvenente signorina, ben fornita intraprendente. Giovane brillante, ma più di ogni altra cosa dolce e consenziente



Giuseppe head-hunter

#317

 

Francesco Guccini – Nomadi – Per fare un uomo

Francesco Guccini e i Nomadi - Per fare un uomo

Francesco Guccini e i Nomadi – Per fare un uomo

 Francesco Guccini e i Nomadi - Per fare un uomo


Per fare un uomo di Francesco Guccini

“E cade la pioggia e cambia ogni cosa
la morte e la vita non cambiano mai
l’ inverno è tornato, l’ estate è finita
la morte e la vita rimangono uguali
la morte e la vita rimangono uguali
Per fare un uomo ci voglion vent’anni
per fare un bimbo un’ ora d’amore
per una vita migliaia di ore
per il dolore è abbastanza un minuto
per il dolore è abbastanza un minuto
E verrà il tempo di dire parole
quando la vita una vita darà
e verrà il tempo di fare l’ amore
quando l’ inverno più a nord se ne andrà
quando l’ inverno più a nord se ne andrà
Poi andremo via come fanno gli uccelli
che dove vanno nessuno lo sa
ma verrà un tempo e quel cielo vedremo
quando l’ inverno dal nord tornerà
quando l’ inverno dal nord tornerà
E cade la pioggia e cambia ogni cosa
la morte e la vita non cambiano mai
l’ estate è passata, l’ inverno è alle porte
la vita e la morte rimangono uguali
la vita e la morte rimangono uguali”.
Francesco Guccini e i NomadiPer fare un uomo -

Album: Album Concerto (1979)


Giuseppe per la musica esegetica… e per Sim (detto fatto!)

#276

 

Riccardo Cocciante – Il Treno

Riccardo Cocciante - Il Treno

Riccardo Cocciante – Il Treno

Fugge frattanto, fugge il tempo irrecuperabile (Virgilio) 

 Riccardo Cocciante - Il Treno

Riccardo Cocciante > …E Io Canto (1979) > Il Treno

(R.Cocciante – M. Luberti) 
E il treno corre forte il treno va lontano
e il quadro cambia sempre là dietro al finestrino
io non ho avuto il tempo di stringere la mano
io non ho avuto il tempo di dire una parola
per asciugare il pianto di una madre che resta sola
per sciogliere quel nodo che mio padre aveva in gola
Ma il treno va lontano il treno porta via
e batte un tempo strano lungo la strada mia
più indietro c’è un bambino col naso che gli cola
poi vengono gli amici dei tempi della scuola
l’amore chiuso al bagno con una mano sola
le canzoni sconce urlate a squarciagola
Ma il treno corre forte e il treno adesso vola
sulle distese immense di ciclamini viola
sulle colline dolci coperte da lenzuola
sopra quei balli tristi coi buchi nella suola
sopra le notti spese in cerca di puttane
sui versi di Pavese sulle promesse vane
Ma il treno corre forte su tutta la mia vita
che passa via veloce che sfugge fra le dita
risento la sua voce si riapre la ferita
la gioventù è passata per non ritornare mai più
Ma il treno va lontano e non si è mai fermato
ma gli occhi di quest’ uomo conservano il passato
e adesso vedo i visi di gente sconosciuta
che cerca nei sorrisi la libertà perduta
la zingara fortuna che scopre le mie carte
che legge nella luna quale sarà la sorte
Ma il treno corre forte si fermerà soltanto
quando qualcuno un giorno mi chiamerà nel vento
na na na na na na na na na ….. (ad libitum)

Io non ho avuto il tempo di dire una parola 

per asciugare il pianto di una madre che resta sola 

Non si può asciugare il pianto di una madre che resta sola, passano gli anni, cambiano le condizioni, si costruiscono nuove micro cellule famigliari, ma il pianto di una madre non si asciuga, rimane fino alla fine il senso di abbandona e anche quando sei vicino a lei continua a ripeterti “ma quando parti?”, troppo profonda è la ferita per guarire.

per sciogliere quel nodo che mio padre aveva in gola 

Un padre “risolve” meglio l’abbandono, il nodo resta nella gola all’infinito, ma è troppo intimo per essere mostrato al mondo, troppo personale per divulgarlo.

Ma il treno va lontano il treno porta via 

e batte un tempo strano lungo la strada mia 

più indietro c’è un bambino col naso che gli cola 

E’ un tempo stranissimo, nessuna regola di metrica potrà omologarlo,  quel moccio al naso rimane come una stalattite nei ricordi del bambino che non muore mai dentro di noi.

poi vengono gli amici dei tempi della scuola 

l’amore chiuso al bagno con una mano sola 

le canzoni sconce urlate a squarciagola 

Le prime amicizie, i primi tradimenti (bilaterali), le prime delusioni, le prime esperienze, per forza egocentriche. La voglia di urlare al mondo per essere finalmente ascoltati, in un mondo di sordi.

Ma il treno corre forte e il treno adesso vola

sulle distese immense di ciclamini viola

sulle colline dolci coperte da lenzuola

sopra quei balli tristi coi buchi nella suola

sopra le notti spese in cerca di puttane

sui versi di Pavese sulle promesse vane

Ma la vita comunque scorre, fatti brutti, fatti belli o mediocri, comunque corre veloce inesorabile. Ci si sente forti e invincibili, ma in certi momenti anche deboli e abbandonati. Ci sono le basse voglie e gli alti ideali e soprattutto un progetto di vita da realizzare al quale tendere tutte le proprie forze.

Ma il treno corre forte su tutta la mia vita

che passa via veloce che sfugge fra le dita

risento la sua voce si riapre la ferita

la gioventù è passata per non ritornare mai più

Ma la vita è moderna, non è una lenta locomotiva che ti fa attraversare le praterie e ti fa godere dello spettacolo, è un TGV, il paesaggio non è nitido, scorre ad una velocità incredibile, non è sabbia che scorre tra le dita, è una giro sulle montagne russe.

Ma il treno va lontano e non si è mai fermato

ma gli occhi di quest’ uomo conservano il passato

e adesso vedo i visi di gente sconosciuta

che cerca nei sorrisi la libertà perduta

la zingara fortuna che scopre le mie carte

che legge nella luna quale sarà la sorte

La vita ti porta lontana, ma non è necessario muoverti geograficamente, si può essere lontani dalla famiglia, dagli affetti, dal sociale anche standoci dentro. Sei circondato da gente sconosciuta a casa tua, e la zingara non svela altro che un fato che conoscevi da sempre, e la ta sorte è lì che ti attende irremovibile.

Ma il treno corre forte si fermerà soltanto 

quando qualcuno un giorno mi chiamerà nel vento

na na na na na na na na na ….. (ad libitum)

E’ dopo? Lo scopriremo….?????

horsefly


Giuseppe per la Grande Clessidra

#268

Rino Gaetano – Aida

Rino Gaetano -  Aida

Rino Gaetano –  Aida

Rino Gaetano, Crotone, 29 ottobre 1950 – Roma, 2 giugno 1981

 Rino Gaetano -  Aida

filosofia


Rino Gaetano –  Aida – Testo

Lei sfogliava i suoi ricordi le sue istantanee i suoi tabù le sue madonne i suoi rosari e mille mari e alala’ i suoi vestiti di lino e seta le calze a rete Marlene e Charlot e dopo giugno il gran conflitto e poi l’Egitto e un’altra eta’ marce e svastiche e federali sotto i fanali l’oscurità e poi il ritorno in un paese diviso più nero nel viso più rosso d’amore Aida come sei bella Aida le tue battaglie i compromessi la povertà i salari bassi la fame bussa il terrore russo Cristo e Stalin Aida la costituente la democrazia ma chi ce l’ha e poi trent’anni di safari tra antilopi e giaguari sciacalli e lapin Aida come sei bella come sei bella. come sei bella.

Rino Gaetano -  Aida«C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale! E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta. » (Rino Gaetano ad un concerto prima di cantare Nuntereggae più nel 1979)


Aida è stata scritta nel 1977 e parlava di 50 anni di storia italiana. Era la fotografia di un paese in preda ad una profonda crisi sia economica che di valori: scandali, insabbiamenti, servizi deviati, attentati. Sono passati più di 30 anni e Rino Gaetano è stato cosi tragicamente profetico sullo stato delle cose in questa nazione. L’unica differenza è che il terrorismo ha avuto una virata planetaria, per il resto tutto è rimasto immutato. 

horsefly


Giuseppe per Aida ancora una volta tradita

#242

Francesco Guccini – Canzone dei dodici mesi

Francesco Guccini - Canzone dei dodici mesi

Francesco Guccini – Canzone dei dodici mesi

La maturità… dell’anima (forse)

Francesco Guccini - Canzone dei dodici mesi


Canzone dei dodici mesi: Giugno……… 

Beh cosa dire di questo mese, proviamo a usare le parole di Guccini: “Giugno, che sei maturità dell’anno, di te ringrazio Dio: in un tuo giorno, sotto al sole caldo, ci sono nato io, ci sono nato io…” (grazie sim.64 per il rem). Eh si ci sono nato io! Maturità, una parola che è un leit motiv per questo mese: maturità dell’anno, maturità dell’anima, maturità del fisico, maturità scolastica. Giugno, nel mezzo del cammin di nostra vita, a dire il vero non ci dovremmo trovare smarriti, anzi avremmo dovuto imbroccare la giusta via, ma sarà poi così? I numeri (degli anni) diventano importanti, si cominciano le prime analisi, ci si volta dietro, i dubbi aumentano. Avrò fatto le scelte giuste? Anche se ho sbagliato adesso è decisamente troppo tardi per recuperare, almeno per certe cose……. (Giuseppe)


Giuseppe per la maturità dell’anima

#193

 

Franco Battiato – La Cura

Franco Battiato - La Cura

Franco Battiato – La Cura

  Franco Battiato - La Cura

Franco Battiato – La Cura – Testo Lyrics

Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.
Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare. 
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza.
I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
TI salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te…
io sì, che avrò cura di te.

Senza dubbio una delle più belle  canzoni, sull’amore, di tutti i tempi! L’amore non solo per l’altro genere ma ma per tutti. Quando sarebbe bello se anziché dire sempre “me ne fotto” dicessimo “io ho cura di te”! Firma Horsefly

horsefly


Giuseppe…. i care you.

#185

Copyright © All Rights Reserved · Green Hope Theme by Sivan & schiy · Proudly powered by WordPress