Festa della mamma 2014

Festa della mamma 2012 - 13 maggio 2012

Il lavoro più impegnativo al mondo, è anche il migliore del mondo.

 Auguri Mamme!

Festa della mamma 2012 - 13 maggio 2012


Il lavoro più impegnativo al mondo, è anche il migliore del mondo: quello della mamma. 


Giuseppe per la festa della mamma

#850

 

Lettera al maestro di mio figlio

Abram Lincoln

Lettera al maestro di mio figlio

di Abraham Lincoln

 Matite colorate

La lettera che Abraham Lincoln scrisse nel 1830 all’insegnante di suo figlio.

Libreria scogliera“Il mio figlioletto inizia oggi la scuola: per lui, tutto sarà strano e nuovo per un po’ e desidero che sia trattato con delicatezza. È un’avventura che potrebbe portarlo ad attraversare continenti, un’avventura che, probabilmente, comprenderà guerre, tragedie e dolore. Vivere questa vita richiederà Fede, Amore e Coraggio.

Quindi, maestro caro, la prego di prenderlo per mano e di insegnargli le cose che dovrà conoscere. Gli trasferisca l’insegnamento, ma con dolcezza, se può. Gli insegni che, per ogni nemico c’è un amico. Dovrà sapere che non tutti gli uomini sono giusti, che non tutti gli uomini sono sinceri.

Gli faccia però anche comprendere che, per ogni farabutto c’è un eroe, che per ogni politico disonesto, c’è un capo pieno di dedizione.
Gli insegni, se può, che 10 centesimi guadagnati valgono molto di più di un dollaro trovato; a scuola, o maestro, è di gran lunga più onorevole essere bocciato che barare. Gli faccia imparare a perdere con eleganza e, quando vince, a godersi la vittoria. Gli insegni a esser garbato con le persone garbate e duro con le persone dure.  Gli faccia apprendere anzitutto che i prepotenti sono i più facili da vincere. Lo conduca lontano, se può, dall’invidia, e gli insegni il segreto della pacifica risata. Gli insegni, se possibile, a ridere quando è triste, a comprendere che non c’è vergogna nel pianto, e che può esserci grandezza nell’insuccesso e disperazione nel successo. Gli insegni a farsi beffe dei cinici.

 Gli insegni, se possibile, quanto i libri siano meravigliosi, ma gli conceda anche il tempo di riflettere sull’eterno mistero degli uccelli nel cielo, delle api nel sole e dei fiori su una verde collina. Gli insegni ad aver fede nelle sue idee, anche se tutti gli dicono che sbaglia. Cerchi di infondere in mio figlio la forza di non seguire la folla quando tutti gli altri lo fanno. Lo guidi ad ascoltare tutti, ma anche a filtrare quello che ode con lo schermo della verità e a prendere solo il buono che ne fuoriesce. Gli insegni a vendere talenti e cervello al miglior offerente, ma a non mettersi mai il cartellino del prezzo sul cuore e sull’anima. Gli faccia avere il coraggio di essere impaziente e la pazienza di essere coraggioso. Gli insegni sempre ad avere suprema fede nel genere umano e in Dio.

Si tratta di un compito impegnativo, maestro, ma veda che cosa può fare. È un bimbetto così  grazioso, ed è mio figlio.”


I genitori invece di aggredire gli insegnanti per valutazioni didattiche non condivise, dovrebbero seguire l’esempio di Abraham Lincoln, leggendo con attenzione la sua celebre lettera inviata al maestro di suo figlio. Firma

Giuseppe per la strada da seguire

#818

 

Educazione & Tecnologia

IPhone 5 - Regalo

Lettera di una madre al proprio figlio tredicenne.

Regali e Iphone 5

 IPhone 5 - Regalo

I-Phone 5 - NuovoLettera di una madre al figlio tredicenne. Il motivo? Cercare di fargli capire il valore delle cose, ma anche il giusto peso da dare alla tecnologia e il tipo di comportamento da tenere in determinati ambiti. Il patto? Ti ho regalato l’iPhone, ma lo terrai solo rispettando 18 regole. La mamma si chiama Jenell Burley Hofmann e abita nel Massachussets, negli USA. Per Natale ha regalato un iPhone al figlio Gregory, accompagnando il dono con una lettera che elenca le condizioni da accettare per poter ricevere l’ambito regalo. La donna lavora proprio in questo ambito, dato che gestisce programmi per migliorare i rapporti tra i famigliari e proprio per questa sua indole, forse, ha deciso di accompagnare il regalo con una sorta di contratto che il figlio deve accettare per poter ricevere l’iPhone.

Ecco il testo della lettera:

Caro Gregory,

Buon Natale! Sei ora il fiero possessore di un iPhone. Accidenti! Sei un ragazzo di 13 anni bravo e responsabile e ti meriti questo regalo. Ma il regalo comprende alcune regole. Leggi bene il seguente contratto. Spero tu capisca che il mio compito è crescerti in modo che tu possa diventare un uomo sano ed equilibrato, che sa stare al mondo e coesistere con la tecnologia, ma non esserne dominato. Se non rispetterai queste regole metterò fine alla tua condizione di proprietario del telefono.
Ti voglio bene e non vedo l’ora di scambiare con te milioni di messaggi nei giorni a venire.
1. Il telefono è mio. L’ho comprato io. L’ho pagato io. In sostanza te lo sto prestando. Sono la migliore o no?
2. Saprò sempre la password.
3. Se suona, rispondi. È un telefono. Di’ “ciao”, sii educato. Non provare mai a ignorare una telefonata se sullo schermo vedi scritto “Mamma” o “Papà”. MAI.
4. Consegna prontamente il telefono a uno dei tuoi genitori alle ore 19.30 dei giorni di scuola e alle ore 21.00 nei fine settimana. Verrà spento per la notte e riacceso alle 7.30 del mattino. Se c’è un momento in cui non ti verrebbe da chiamare qualcuno sul suo telefono fisso perché temi che potrebbero rispondere i suoi genitori, allora non chiamare o non scrivere messaggi. Dai retta all’istinto e rispetta le altre famiglie, come noi vorremmo essere rispettati.
5. Il telefono non viene a scuola con te. Parlaci un po’ con le persone a cui normalmente mandi messaggi. Fa parte delle cose che si devono imparare nella vita. *Sui giorni in cui esci prima da scuola o i giorni di gita è necessaria una valutazione caso per caso.
6. Se il telefono cade nella tazza del water, va in pezzi cadendo a terra o svanisce nel nulla, sei responsabile del costo di sostituzione o riparazione. Taglia l’erba, fai il babysitter, metti da parte i soldi che ti regalano al compleanno. Se succede devi essere pronto.
7. Non usare la tecnologia per mentire, deridere o ingannare un altro essere umano. Non farti coinvolgere in conversazioni che possono fare del male a qualcun altro. Sii un buon amico e non ti mettere nei guai.
8. Non scrivere in un messaggio o una mail qualcosa che non diresti di persona.
9. Non scrivere in un messaggio o in una mail qualcosa che non diresti in presenza dei tuoi genitori. Cerca di censurarti, stacci attento.
10. Niente porno. Cerca sul web contenuti di cui parleresti anche con me. Se hai domande rispetto a qualsiasi cosa, chiedi a una persona – preferibilmente a me o a papà.
11. Spegnilo, rendilo silenzioso, mettilo via quando sei in pubblico. Specialmente al ristorante, al cinema e mentre parli con un altro essere umano. Non sei una persona maleducata, non permettere all’iPhone di trasformarti.
12. Non inviare e non chiedere foto delle tue parti intime o di quelle di qualcun altro. Non ridere. Un giorno sarai tentato di farlo, a dispetto della tua intelligenza. È rischioso e potrebbe rovinare la tua vita al liceo, all’università, della tua età adulta. Il cyberspazio è vasto e più potente di te. Ed è difficile far sparire le cose da questo spazio, inclusa una cattiva reputazione.
13. Non fare miliardi di foto e video. Non c’è bisogno di documentare tutto. Vivi le tue esperienze, rimarranno nella tua memoria per sempre.
14. Lascia il telefono a casa, qualche volta, e sentiti sicuro di questa decisione. Non è vivo e non è una tua estensione. Impara a fare senza. Sii più grande e potente della PSTM, la paura di sentire la sua mancanza.
15. Scarica musica nuova o classica o diversa da quella che ascoltano milioni di tuoi coetanei. La tua generazione ha un accesso alla musica senza precedenti nella storia. Approfittane, espandi i tuoi orizzonti.
16. Gioca a qualche gioco di parole o di logica che stimoli la tua mente, ogni tanto.
17. Tieni gli occhi aperti. Guarda cosa succede intorno a te. Guarda fuori dalla finestra. Ascolta il canto degli uccellini. Fai una passeggiata, parla con uno sconosciuto, fai lavorare la tua immaginazione senza Google.
18. Farai qualche casino. Ti ritirerò il telefono. Ci metteremo seduti e ne parleremo. Ricominceremo da capo. Io e te continuiamo a imparare cose nuove, giorno per giorno. Io sono dalla tua parte, sono nella tua squadra. Siamo insieme in questo.
Spero che tu possa essere d’accordo su questi punti. Molte delle “lezioni” che fanno parte della lista non si applicano soltanto all’iPhone, ma anche alla vita.
Stai crescendo in un mondo in continuo e veloce cambiamento. È eccitante e seducente. Tu cerca di non complicare le cose, ogni volta che puoi. Fidati della tua testa e del tuo grande cuore, più che di ogni apparecchio. Ti voglio bene. Goditi il tuo nuovo favoloso iPhone.

Buon Natale!

Xoxoxo
Mamma

tratto da: iphoneItalia.it - La versione ufficiale della lettera su  huffingtonpost.com


 Argomento delicato quello dell’educazione nell’era della tecnologia più spinta. probabilmente io avrei aggiunto qualche altro punto al già consistente elenco della mammina americana. Una sola cosa mi chiedo: ma se a 13/16 anni hanno già in regalo il massimo (e più costoso) che offre la tecnologia, a 25 cosa vorranno?Firma


Giuseppe per il “parental control”

#778

 

Una mamma uccisa dalla fatica

Mamma e Figlio

Isabella, 34 anni. Una mamma uccisa dalla fatica

 

 Anna Magnani - Mamma Roma

Isabella Viola - RomaROMA – I dolci Isabella non li preparava anche per i suoi bambini «perché quando tornava a casa era già notte»: poco dopo l’alba avrebbe inghiottito anche l’ultima possibilità di dare un bacio ai suoi quattro figli. «Isabella metteva la sveglia alle 4, poi correva per non perdere il pullman che da Torvaianica la portava a Roma, al bar dove lavorava» e dove cucinava dolci che il quartiere Tuscolano ancora oggi ricorda. Passava tutta la giornata in quel piccololocale color rosa, poi il viaggio di ritorno a casa, oltre due ore di viaggio sui mezzi pubblici. «Giocava un po’ con i bimbi, poi crollava e andava a letto». Isabella Viola, la giovane mamma di quattro figli morta per un malore nelle viscere poco ospitali della metropolitana, «andava a lavoro nonostante stesse male altrimenti non la pagavano».

Anche quella maledetta domenica Isabella non si sentiva bene: prima di indossare giaccone e sciarpa si è voltata e ha sussurrato per non svegliare i bimbi: «Tranquillo amore, ce la faccio, ci vediamo dopo». Alessandro Rossi, 43 anni, il marito di Isabella, si stringe a se stesso quasi cercando un ultimo abbraccio mentre racconta la storia di quella ragazza ribattezzata la «principessa di Torvaianica», per qualcuno addirittura «regina». Peccato sia dovuta morire per essere incoronata.

«Cinquantacinque euro al giorno». Era quanto prendeva la principessa di Torvaianica per gestire un bar che aveva trasformato in pochi mesi in un punto di ritrovo di un intero quartiere. Lo racconta il marito Alessandro in una video intervista pubblicata oggi sul Messaggero.it mentre non riesce a nascondere la rabbia: «Isabella lavorava sette giorni su sette, solo la domenica poteva andare via un po’ prima dal bar e non la pagavano se restava a casa perché stava male: nessun rimborso, non poteva usufruire della malattia perché non aveva un contratto».

Alessandro ha presentato una denuncia contro il gestore del bar, vuole dare «un po’ di giustizia» a quella donna che ogni tanto scompariva dietro il bancone: bastava sporgersi un po’ per ritrovarla accucciata, avvolta come in un bozzolo, seduta sopra una cassetta del latte in cerca di qualche minuto di riposo.

Solidarietà. Alessandro sfoglia le centinaia di e-mail che sono arrivate alla redazione del Messaggero.it, nasconde il volto per non far vedere le lacrime, così come faceva Isabella quando non voleva mostrare le smorfie di dolore per quel malessere che da tempo la perseguitava. «Grazie a tutti quelli che hanno scritto alla nostra famiglia, grazie per l’affetto inaspettato: la sera, prima di cenare, leggo quelle belle parole ai miei piccoli».

Loro, Alessandra, 4 anni, Davide, 6, Francesco 9, e Manuele, 11, sorridono, con gli occhi illuminati di vita, non hanno mai smesso di sperare anche se mamma non c’è più. Giocano con Andrea Capanero, collega di Isabella, amico di famiglia. «Più o meno faccio la vita che faceva Isabella, ora mi chiedo ne varrà la pena?» scrive Letizia, anche lei come Isabella rimasta orfana del papà. Per Luca la principessa di Torvaianica rappresenta «un istante di vita in un mondo che troppo spesso è solo commedia». Gemma Viola digita da Monza: «Anche noi abbiamo 4 figli, vorremmo aiutare». C’è chi ha proposto di intitolare una via a Isabella, e chi, come Francesca, pensa al Natale e a quell’ultimo desiderio di Isabella: risparmiare per fare i regali ai suoi quattro figli creando sul web una Wish list, una lista di regali online. Anche i dipendenti della Camera dei Deputati stanno organizzando una colletta.

In missione da Torino. Solidarietà alla famiglia di Isabella anche dal sindaco Gianni Alemanno: ha ricevuto Alessandro e i suoi figli in Campidoglio e anche oggi continua a stare vicino a quei piccoli con un aiuto concreto. Anche il quartiere non si dimentica di Isabella: la colletta all’edicola in via Nocera Umbra organizzata dalla signora Ada prosegue. Sono stati raccolti circa 4mila euro: 2mila sono stati spesi per i funerali, soldi che il Campidoglio ha poi donato. Ada si commuove quando racconta di quella signora partita da via Trionfale con una missione: «Vengo da parte di mia madre che abita a Torino – ha detto la signora – mi ha chiamata chiedendomi di venire qui e fare un’offerta per i figli di Isabella».

Aiuti anche dal Canada. «Sono padre di 3 bimbi e posso solo immaginare l’incredibile tragedia e il dolore della famiglia di Isabella, vivo in Canada, a Toronto, e vorrei contribuire alla colletta» scrive Fabio. E-mail anche dalla Germania con Daniele che definisce Isabella una «piccola grande donna». «Il comitato Presepe Vivente di Morlupo vuole dedicare l’edizione di quest’anno a Isabella» propone Mariasole Garacci che sta organizzando una colletta.

Articolo tratto da: Il Messaggero


E’ una storia esemplare da profondo Sud, anche se è accaduta alle porte di Roma. Sono nato nel profondo Sud ed ho visto mamme annullate dal lavoro, solo per dare un futuro migliore ai propri figli. Quest’articolo non mi racconta niente di nuovo, Isabella è stata solo più sfortunata, ma tante altre mamme hanno avuto la sua stessa sorte, riuscendo a raggiungere un’età maggiore, ma la fatica è tatuata sui loro volti coperti da rughe, è scolpita nelle loro mani artritiche e callose , ha messo un marchio di fuoco sulle loro carni sconquassate dagli sforzi lavorativi. Gli uomini sono tutti eroi: combattono le guerre, fanno scoperte importanti, gestiscono il destino del mondo (in maniera discutibile a dire il vero). Le mamme sono tigri pronte a sbranare se solo si toccano i loro figli, sono pronte a immolarsi per far crescere e dare una speranza alla loro prole, sono pronte a prendersi le botte e a  tacere per i loro uomini. E allora, una considerazione, chi sono i veri eroi?Firma


Giuseppe per le mamme eroine

#771

 

Festa della mamma 2012

Festa della mamma 2012 - 13 maggio 2012

Il lavoro più impegnativo al mondo, è anche il migliore del mondo.

 Auguri Mamme!

Mamme e Olimpiadi - Cerchi olimpici


Olimpiadi 2012 - Londra 2012 - London 2012 - Olympic Games 2012Il lavoro più impegnativo al mondo, è anche il migliore del mondo: quello della mamma. P&G vuole ringraziare tutte le mamme per i sacrifici e gli sforzi che fanno ogni giorno per crescere i loro figli.


Giuseppe per la festa della mamma

#687

Mamme e Olimpiadi

Mamme e Olimpiadi

Il lavoro più impegnativo al mondo, è anche il migliore del mondo.

 

Mamme e Olimpiadi


Olimpiadi 2012 - Londra 2012 - London 2012 - Olympic Games 2012Il lavoro più impegnativo al mondo, è anche il migliore del mondo: quello della mamma. P&G vuole ringraziare tutte le mamme per i sacrifici e gli sforzi che fanno ogni giorno per crescere i loro figli.


Giuseppe per mamme olimpiche

#681

 

Festa del papà 2012

19 marzo 2012 - Festa del papà - Homer e Bart

19 marzo 2012 – Festa del papà

 19 marzo 2012 - Festa del papà - Homer e Bart

Lettera di un padre alla propria figlia…

19 marzo 2012 - Festa del papàOggi parliamo bene di un uomo che non viene considerato molto, ma che a un certo punto della sua vita NON ha preso una decisione e ha fatto comunque un figlio, o magari meglio per lui, una figlia, ed è a questa ragazza che vorrei parlare… Quando parliamo di quest’uomo che ci conosce un po’ meglio solo da grandi dobbiamo considerare sempre il fatto che parliamo di un bambino che diventa ragazzo e poi uomo suo malgrado, ma non diventa mai adulto e tutte le cose della vita gli cadono addosso anche se lui non vorrebbe, perché sa di doverle affrontare senza sapere come. È quell’uomo che a volte non ha un posto dove stare a casa, perché torna sempre per ultimo, e solo da vecchio lo trovi sempre sulla poltrona con un giornale e ti farà finalmente tenerezza: perché tuo padre è quell’uomo che ti ha insegnato ad andare in bicicletta tenendoti il sellino da dietro per non farti cadere. È quell’uomo del quale ti ricordi solo all’ultimo momento di farti una foto con lui ai tuoi compleanni e se invece al suo ti scordi di fargli gli auguri non ci rimarrà male perché lui lo sa che non l’hai fatto apposta. Sappi che quell’uomo, quando uscirai per la prima volta con un ragazzo, non dormirà 19 marzo 2012 - Festa del papàtutta la notte aspettando il tuo ritorno, e il giorno dopo non ti chiederà come è andata non perché non gli interessa ma perché ha paura che tu ti sia trovata bene con un ragazzo che con te non c’entra niente. È quell’uomo che quando trovi una sua foto da giovane, ti sembra sempre fichissimo e ti dispiace di non averlo conosciuto allora quando faceva lo scemo con tua madre. È un uomo che ogni volta che esce con la macchina spera che piova per incontrarti e darti un passaggio. Tuo padre è quell’uomo che quando tornavi troppo tardi ti sgridava ma dentro ti voleva solo abbracciare. È quell’uomo che può litigare con chiunque per tutta la vita ma con te vorrà sempre fare pace in un attimo perché è quell’uomo che ti amerà come non ha mai amato niente nella sua vita. Tuo padre è quell’uomo che quando ti sposerai compierà l’ultimo sacrificio che la vita gli chiede: portarti all’altare e guardarti da dietro mentre ti lascia la mano… E ricordati, cara figlia mia, che se una volta, quando sarai una donna, dovessi attraversare un momento difficile in cui ti sentirai sola come mai ti è successo e non troverai nessuno accanto, dovrai girare la testa per guardare dietro di te. E troverai un uomo solo. Tuo padre.

Dal web


Leggete anche: 

Dedica di un padre al proprio figlio


Giuseppe per i papà

#646

 

Donne e figli

stampa giornaliLibero: «Togliete i libri alle donne e torneranno a far figli».


Libero: «Togliete i libri alle donne e torneranno a far figli»


Dannata scolarizzazione! 


Secondo voi è il caso di commentare? Io direi proprio di no, l’articolo denuncia la quantità di materia neuronale dell’estensore! 


Giuseppe per i diritti.

#541

 

Padre e figlia

Padre e figlia

10 Semplici regole… per uscire con mia figlia!!!

 Volto enigma

Padre e figlia

Prima regola:
Se entri nel mio vialetto e suoni il clacson é meglio che tu abbia qualche pacco da consegnare, perché di sicuro non carichi nulla.

Seconda regola:
 Non toccare mia figlia davanti a me. Puoi guardarla, finché non sbirci nulla al di sotto del suo collo. Se proprio non riesci a tenere occhi o mani lontani dal corpo di mia figlia, vorrà dire che te li dovrò togliere.

Terza regola:
 Sono al corrente che é considerato di moda, per i ragazzi della tua età, l’indossare dei jeans così larghi che paiono caderti dai fianchi da un momento all’altro. Ti prego, non prenderlo come un insulto, ma tu e i tutti i tuoi amici siete una manica di idioti. Comunque, voglio essere gentile e di mente aperta in proposito, per questo ti propongo un onesto compromesso:   tu puoi arrivare sulla mia porta con la tua biancheria intima ben in vista ed i tuoi jeans più larghi di dieci taglie e io non avrò nulla da obbiettare. 
 Comunque, per essere sicuri che i tuoi vestiti restino al loro posto, almeno durante l’appuntamento con mia figlia, prenderò la mia chiodatrice elettrica e te li fisserò solidamente ai fianchi.

Quarta regola:
 Sono certo che ti é stato detto che, al giorno d’oggi, fare sesso senza utilizzare un “metodo barriera” di un qualche genere ti può uccidere. Lascia che ti chiarisca il concetto, quando arriverai a pensare al sesso con mia figlia, io sarò la barriera, e io ti ucciderò.

Quinta regola:
 Si considera normale che, per conoscerci meglio, noi si debba parlare di sport, politica, e altri argomenti quotidiani. Ti prego di non farlo. L’unica informazione che desidero da te é quando pensi di riportare indietro mia figlia sana e salva a casa, e l’unica parola che mi occorre di sentire in proposito é “presto”.

Padre e figliaSesta regola:
 Non dubito che tu sia un ragazzo popolare, con molte opportunità di appuntamenti con altre ragazze. Questo mi va benissimo fintanto che va bene a mia figlia. Quindi, una volta che sei uscito con mia la mia bambina, continuerai a uscire con lei e nessun’altra finché lei non ti lascerà. Se tu fai piangere lei, io farò piangere te.

Settima regola:
 Mentre te ne stai sul vialetto di casa mia, aspettando che mia figlia appaia, e che quell’oretta e più trascorra, non startene lì a sospirare e lamentarti. Se volevi arrivare in tempo per il film non dovevi prendere appuntamenti. Mia figlia si stà truccando, un procedimento che può richiedere più tempo della costruzione sul ponte sullo stretto.

Invece di startene lì a far nulla, perché non fai qualcosa di utile tipo cambiarmi l’olio alla macchina?

Ottava regola:
 I seguenti posti non sono adeguati per un appuntamento con mia figlia:
 – Luoghi dove ci siano letti, sofà, o qualsiasi cosa più morbido di una seggiola in legno.
 – Luoghi senza genitori, poliziotti o suore a portata di vista. 
 – Luoghi dove c’é poca luce. 
 – Luoghi dove si balla, ci si tiene per mano o dove c’é allegria. 
 – Luoghi dove la temperatura ambiente é abbastanza cada da indurre mia figlia ad indossare shorts, canottiere, mezze magliette o qualsiasi altra cosa che non sia una tuta da lavoro, un maglione e un eskimo,allacciato fino alla gola.
 I film fortemente romantici o a tema sessuale devono essere evitati;
 i film con motoseghe vanno bene.
 Le partite di Hockey sono okay.
 Case di persone anziane vanno meglio.

Nona regola:
 Non mentirmi. Posso sembrarti un ridicolo ometto di mezza età con pancetta e calvizie incipiente, Padre e figliapoco furbo e sorpassato. Ma per mia figlia, io sono l’onniescente e spietato dio del tuo universo. Se io ti chiedo dove stai andando e con chi, tu hai solo una possibilità per dirmi la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità. 

Ho un fucile, una vanga e due ettari di terreno dietro casa. 
 Non cercare di imbrogliarmi.

Decima regola:
 Abbi paura.
 Abbi molta paura.
 Ci vuole veramente poco per confondere il rumore della tua auto sul vialetto con quello di un furgone carico di terroristi a Bagdad. Quando l’ intossicazione che mi sono portato a casa dal golfo torna a farsi sentire, le voci nella mia testa continuano a ripetermi: “pulisci il fucile mentre aspetti che riporta a casa tua figlia”. É per questo che quando arrivi sul vialetto di casa mia devi: 
 – Uscire dalla macchina con entrambe le mani bene in vista.
 – Dire la parola d’ordine, annunciando con voce forte e chiara che hai riportato mia figlia a casa sana, salva e presto
 – Tornare in macchina e andartene.
 No non c’é bisogno che entri. 
 Il volto cammuffato che vedi alla finestra é il mio.

(Trovato in rete)


Leggi anche:

Dedica di un padre al proprio figlio


Non sono padre e quindi non ho nessuna figlia da tutelare, ma se ne avessi una non sarei, nel comportamento, molto dissimile dall’estensore di questo equilibrato decalogo per la difesa delle figlie da testosteronici ragazzi o uomini in genere. Ogni riferimento a fatti o persone attualmente agli onori della cronaca è intenzionale.

horsefly


Giuseppe per la famiglia.

#408

Dedica di un padre al proprio figlio

Padre e figlio

Dedica di un padre al proprio figlio

Padre e figlio

Se un giorno mi vedrai vecchio, se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi….. abbi pazienza.

Padre e figlio Ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo.

Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose… non mi interrompere…… ascoltami. Quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finche’ non ti addormentavi.

Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare… ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perche’ non volevi fare il bagno. Quando vedi la mia ignoranza delle nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico. Ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l’ABC.

Quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso … dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci riesco non ti innervosire … la cosa piu’ importante non e’ quello che dico ma il mio bisogno di essere con te ed averti li che mi ascolti.

Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo non trattarmi come fossi un peso… vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l’ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi.

Quando dico che vorrei essere morto… non arrabbiarti un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive… Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te e che ho tentato di spianarti la strada.

Dammi un po’ del tuo tempo, dammi un po’ della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa allo stesso modo in cui io l’ho fatto per te.

Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza… in cambio io ti daro’ un sorriso e l’immenso amore che ho sempre avuto per te.

Ti amo figlio mio e prego per te anche se mi ignori.

Papà

Autore anonimo


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Padre e figlia


Giuseppe per la paternità

#367

 

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