Identità in movimento

Mani bianche e nere - No Razzismo

Identità in movimento

 

 Mani bianche e nere - No Razzismo


Mani bianche e nere - No Razzismo Identità in movimento

Questo video è il risultato di un intero anno di lavoro. E’ stato un laboratorio dove s’incrociavano conoscenze tecniche su argomenti specifici (fotografia, comunicazione, …) e conoscenze dell’altro (personale, culturale, antropologica, etc). Un melting pot che ha dato i suoi risultati. Adesso bisogna votarlo ad un concorso, basta mettere MI PIACE al video su YOUTUBE. Votatelo al seguente indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=FRhrwbtk5ZI. E’ un progetto sviluppato nella mia scuola, con tanto lavoro da parte di tutti: docenti, allievi, personale della scuola. Grazie!


Giuseppe per l’integrazione

#866

 

Quando l’allievo supera il maestro

Professori e alunni

Una storiella per imparare ad essere umili…

 Uno studente con più talento del professore

 Professori e alunni
Professoressa stressata Professoressa stressata

Un  insegnante pranza in mensa quando uno studente si siede di fronte a lui.

L’insegnante  con un sorriso,  prende in giro lo studente: “Gli uccelli e maiali non pranzano insieme!” “Oh! Chiedo scusa, volo via.” rispose lo studente.

Sdegnato per essere stato trattato in quel modo, il professore decide di interrogarlo la settimana successiva, ma lo studente risponde perfettamente a tutte le domande.

Alla fine l’insegnante gli pone un piccolo problema: “Tu sei per strada e trovi due borse, una contenente banconote e l’altre intelligenza, quale delle due prendi?”

“La borsa piena di soldi», rispose lo studente.

“Se fossi stato in te, avrei scelto l’intelligenza!”

“La gente prende sempre ciò che non ha” rispose lo studente! Il professor inghiottì la rabbia, ma diede una nota allo studente: “STRONZO”.

Lo studente prende la sua nota, e va a sedersi, dopo pochi minuti torna indietro dall’insegnante.

“Signore,” dice “ha firmato, ma si è dimenticato di mettermi la nota!”


Versione originale in francese

Subject: Pour rire avant demain
Une petite histoire pour rythmer la semaine et apprendre à rester humble
 Un élève plus doué que le maître

Un professeur déjeune à la cantine quand un étudiant vient s’asseoir en face de lui.
Le prof lui dit avec un sourire narquois, pour le taquiner :
«Les oiseaux et les cochons ne déjeunent pas ensemble !»
- «Oh ! s’cusez, alors je m’envole». lui répond l’étudiant.
Honteux de s’être fait avoir si bêtement, le professeur décide de le coller lors du contrôle de la semaine suivante, mais l’étudiant répond parfaitement à toutes les questions.
Alors le prof lui pose un petit problème : “Tu es dans la rue et tu trouves deux sacs, l’un contient des billets de banque et l’autre de l’intelligence, lequel choisis-tu ?”
- ” Le sac rempli de billets” répond l’étudiant.
- “Moi, à ta place, j’aurais choisi l’intelligence ! “
- “Les gens prennent toujours ce qu’ils n’ont pas”  lui répond l’étudiant !
Le professeur ravale sa rage, mais il prend la copie de l’étudiant et inscrit dans la marge: “CONNARD”.
L’étudiant reprend sa copie, va s’asseoir et au bout de quelques minutes revient.
“Monsieur” lui dit-il “vous avez signé mais vous avez oublié de me mettre une note ! “
M.P.

Giuseppe per l’allievo ideale

#857

 

Lista dei compiti delle vacanze estive

Matite colorate

Lista dei compiti per le vacanze estive

 

 Matite colorate

Bambini colorati e feliciLista dei compiti per le vacanze ideale, per bambini di tutte le età:

1) Fare almeno una capriola al giorno.
2) Correre nei prati o sulla spiaggia.
3) Urlare all’eco: “Ciao, chi è più bello tra me e te?” e ascoltare cosa risponde.
4) Inventare una parola alla settimana, tipo ohporcalochettina.
5) Giocare con la fantasia.
6) Annoiarsi di tanto in tanto.
7) Farsi portare in libreria e gironzolare alla ricerca di un bel libro colorato e simpatico.
8 ) Assaggiare tutti i gusti del gelato.
9) Guardare le stelle cadenti e esprimere il desiderio più bello.
10) Farsi leggere dal nonno una storia e, a due pagine dalla fine, chiudere il libro e giocare al finale a sorpresa, poi andare a vedere come va finire la storia.
11) Scrivere una lettera alla nonna, è valido anche un disegno.
12) A scelta, ma almeno due: andare a pesca con papà, preparare una torta con la mamma, andare al cinema all’aperto con gli amici, fare un tuffo nel mare, visitare un museo.
13) Inventare le parolacce da dire quando si è arrabbiati, tipo: oh bulacca! peralessa! facciadibrodinoriscaldato!
14) Contare quante cose belle si sono fatte durante la settimana.


In rete circola questa bellissima lista di “compiti”  da fare per l’estate. E’ fantastica, è quella che avrei dato anch’io se fossi stato un maestro, però poi, pensandoci bene, credo che sia estensibile ai bambini/studenti di tutte le età. Dopo il duro impegno, penso sia doveroso riposarsi e bisogna farlo in modo sano. Sciupare un periodo della vita che non avrà replica è un po’ da dissennati, e allora divertiamoci  e riposiamoci, ma con un progetto interessante da svolgere e queste semplice regole sono applicabili al riposo estivo di tutti i “bambini/studenti”. Discorso diverso per chi deve recuperare qualche materia, e anche qui una favola ci viene in aiuto per la giusta morale, chi non ricorda la cicala e la formica… Buone estate a tutti e mi raccomando mettete in pratica tutto, alla fine io controllo. ;)  Firma


Giuseppe per le sane vacanze scolastiche

#851

 

Note a scuola 3

Scuola, alunni, note, studenti, disciplina

Note a scuola….

continua la saga.

 

 Scuola, alunni, note, studenti, disciplina

Il sito Retenews24 ha stilato una classifica delle 21 note disciplinari “più divertenti”comminate dai professori nei confronti degli alunni, ecco l’elenco:

1. “Non è possibile svolgere la lezione causa olezzo nauseabondo proveniente da luogo ignoto.”
2. “C.D. aizza i compagni a lanciare penne e gomme verso il sottoscritto.”
3. “A.C. bacia appassionatamente S.D. mentre S.F. fotografa l’idillio.”
4. “Per festeggiare la sufficienza in arte L.S. spara un fumogeno dalla finestra dell’aula.”
5. “A. parla in arabo in classe e non vuole dire il significato in italiano”
6. “C. disturba la lezione dando testate al muro.”
7. “L’alunno F.M. ritorna dal bagno dopo 20 minuti dicendo che non lo trovava.”
8. “R.F. non ha il materiale di musica e tenta di nascondersi agli occhi della docente. Sono delusa.”
9. “Invito i colleghi docenti della 3^F a fare una riflessione sulla condotta dei propri alunni. La mia è la seguente: Una classe allo sbando!”
10. “L’alunno D.L. giustifica l’assenza del **/**/**** per: Ha ceduto una diga in Puglia (siamo
in Lombardia)”
11. “L’alunno A.S. assente il 16/03/2008 motivo: Dovevo picchiare bene il mio cugino”
12. “S.L. nell’ora di inglese canta con le cuffiette, poi insulta l’insegnante e viene allontanato dalla classe. D.O. di risposta si mette a cantare.”
13. “L’alunno B.C. lancia bottigliette d’acqua vuote dalla finestra facendo starnuti finti per coprire il rumore”
14. “L’alunno L.T. rimane in bagno per mezz’ora. Al suo ritorno sostiene di aver aiutato un alunno di quinta che si era perso”
15. “L’alunno B.D. peregrina senza meta per la classe.”
16. “L’alunno M.D. giustifica l’assenza del **/11/2008 per: Raccolta olive”
17. “L’alunno G.P. messaggia con mia figlia in classe e chiede al sottoscritto se è libera questo pomeriggio.”
18. “L’alunno T.U. butta il proprio banco e la sedia del suo compagno fuori dalla classe per motivi ignoti.”
19. “L.F. giustifica l’assenza del 24/05/1999 per: Mi sto preparando, con largo anticipo, alla fine del mondo”
20. “D.L. ‘abbaia’ durante la lezione”
21. “metà della classe è assente, l’altra metà tenta di convincermi che gli assenti non sono mai esistiti”

Note a scuola 1Note a scuola 2


Esagerazioni? Assolutamente no, da docente vi posso assicurare che è solo la punta di un iceberg, la realtà, adesso, è ben peggiore. Come porre rimedio a tutto ciò? Forse tutte gli attori in causa dovrebbero tornare a fare il proprio compito, senza eccezioni!


Giuseppe per la giusta disciplina scolastica

#846

 

Golem… Praga e dintorni

Golem: Praga, robot,computer e dintorni...

Golem: Praga, robot, computer e dintorni…

 Golem: Praga, robot,computer e dintorni...

Praga - Ponte CarloIl Golem in ebraico: גולם‎ è una figura antropomorfa immaginaria della mitologia ebraica e del folklore medievale.
Il termine deriva probabilmente dalla parola ebraica gelem che significa “materia grezza”, o “embrione”, termine presente nella Bibbia (Antico Testamento, Salmo 139,16) per indicare la “massa ancora priva di forma”, che gli Ebrei accomunano ad Adamo prima che gli fosse infusa l’anima. In ebraico moderno golem significa anche robot.

Secondo la leggenda, chi viene a conoscenza della kabbalah, e in particolare dei poteri legati ai nomi di Dio, può fabbricare un golem, un gigante di argilla forte e ubbidiente, che può essere usato come servo, impiegato per svolgere lavori pesanti e come difensore del popolo ebraico dai suoi persecutori. Può essere evocato pronunciando una combinazione di lettere alfabetiche.
Si dice che il Golem sia stato formato attraverso il testo Sefer Yetzirah: esso risale alla sapienza di Avraham e si distingue per l’esegesi sui segreti dell’alfabeto ebraico, delle Sefirot nel legame con l’anatomia del corpo umano, con i pianeti e con mesi, giorni e segni zodiacali: queste tre figure – l’uomo, il mondo e l’anno – rappresentano tre testimoni completi. Il maestro che voleva formare un Golem, così si racconta, si serviva delle lettere ebraiche.
Il Golem era dotato di una straordinaria forza e resistenza ed eseguiva alla lettera gli ordini del suo creatore di cui diventava una specie di schiavo, tuttavia era incapace di pensare, di parlare e di provare qualsiasi tipo di emozione perché era privo di un’anima e nessuna magia fatta dall’uomo sarebbe stata in grado di fornirgliela.
Nella cronaca di Ahimaaz ben Paltiel, cronista medievale del XII secolo, si narra che nel IX secolo un rabbino, Ahron di Bagdad, scopre un golem a Benevento, un ragazzo a cui era stata donata la vita eterna per mezzo di una pergamena. Sempre alla fine del IX secolo, secondo la cronaca di Ahimaaz, nella città di Oria risiedevano dei sapienti ebrei capaci di creare golem, i quali smisero di praticare questa attività dopo una divina ammonizione.
Si narra che nel XVI secolo un sapiente europeo, il rabbino Jehuda Löw ben Bezalel di Praga, cominciò a creare golem per sfruttarli come suoi servi, plasmandoli nell’argilla e risvegliandoli scrivendo sulla loro fronte la parola “verità” (in ebraico אמת [emet]). C’era però un inconveniente: i golem così creati diventavano sempre più grandi, finché era impossibile servirsene: il mago decideva di tanto in tanto di disfarsi dei golem più grandi, trasformando la parola sulla loro fronte in “morte” (in ebraico מת [met]); ma un giorno perse il controllo di un gigante, che cominciò a distruggere tutto ciò che incontrava. Il Golem, non come deità ma come una sorta di angelo, la cui natura nella Qabbalah è segreta, però creato dal maestro in grado di unirne il potere spirituale alla Volontà di Dio, si racconta operasse anche per la difesa di alcune comunità ebraiche dell’Europa orientale. Ripreso il controllo della situazione, il mago decise di smettere di servirsi dei golem che nascose nella soffitta della Sinagoga Vecchia-Nuova, nel cuore del vecchio quartiere ebraico, dove, secondo la leggenda, si troverebbero ancora oggi.


Passeggiare nel ghetto ebraico di Praga o nel quartiere di Malà Strana,  può far risvegliare antiche suggestioni. Città magica ed esoterica, affascina e strega, ti rapisce e ti porta indietro nel tempo come in un flashback cinematografico, inquietante, ma al tempo stesso ineludibile. Sei sul Ponte Carlo e dietro di te senti la presenza, liquida, del Golem. Viene per aiutarti, in quel che è plebeo per l’uomo, o porta un nuovo ordine mondiale? Un antico presagio che diviene realtà? Ma poi cala ancora la nebbia e tutto scompare. Rialzi il bavero del cappotto e ti dirigi verso una birreria, dove trovi calore e sicurezza. Qui nessun Golem può farti del male, nessuno può lanciarti nel fossato, defenestrandoti, i fantasmi restano fuori….. Anche questa è Praga.


Giuseppe per le città esoteriche e tecnologiche…

#828

 

Lettera al maestro di mio figlio

Abram Lincoln

Lettera al maestro di mio figlio

di Abraham Lincoln

 Matite colorate

La lettera che Abraham Lincoln scrisse nel 1830 all’insegnante di suo figlio.

Libreria scogliera“Il mio figlioletto inizia oggi la scuola: per lui, tutto sarà strano e nuovo per un po’ e desidero che sia trattato con delicatezza. È un’avventura che potrebbe portarlo ad attraversare continenti, un’avventura che, probabilmente, comprenderà guerre, tragedie e dolore. Vivere questa vita richiederà Fede, Amore e Coraggio.

Quindi, maestro caro, la prego di prenderlo per mano e di insegnargli le cose che dovrà conoscere. Gli trasferisca l’insegnamento, ma con dolcezza, se può. Gli insegni che, per ogni nemico c’è un amico. Dovrà sapere che non tutti gli uomini sono giusti, che non tutti gli uomini sono sinceri.

Gli faccia però anche comprendere che, per ogni farabutto c’è un eroe, che per ogni politico disonesto, c’è un capo pieno di dedizione.
Gli insegni, se può, che 10 centesimi guadagnati valgono molto di più di un dollaro trovato; a scuola, o maestro, è di gran lunga più onorevole essere bocciato che barare. Gli faccia imparare a perdere con eleganza e, quando vince, a godersi la vittoria. Gli insegni a esser garbato con le persone garbate e duro con le persone dure.  Gli faccia apprendere anzitutto che i prepotenti sono i più facili da vincere. Lo conduca lontano, se può, dall’invidia, e gli insegni il segreto della pacifica risata. Gli insegni, se possibile, a ridere quando è triste, a comprendere che non c’è vergogna nel pianto, e che può esserci grandezza nell’insuccesso e disperazione nel successo. Gli insegni a farsi beffe dei cinici.

 Gli insegni, se possibile, quanto i libri siano meravigliosi, ma gli conceda anche il tempo di riflettere sull’eterno mistero degli uccelli nel cielo, delle api nel sole e dei fiori su una verde collina. Gli insegni ad aver fede nelle sue idee, anche se tutti gli dicono che sbaglia. Cerchi di infondere in mio figlio la forza di non seguire la folla quando tutti gli altri lo fanno. Lo guidi ad ascoltare tutti, ma anche a filtrare quello che ode con lo schermo della verità e a prendere solo il buono che ne fuoriesce. Gli insegni a vendere talenti e cervello al miglior offerente, ma a non mettersi mai il cartellino del prezzo sul cuore e sull’anima. Gli faccia avere il coraggio di essere impaziente e la pazienza di essere coraggioso. Gli insegni sempre ad avere suprema fede nel genere umano e in Dio.

Si tratta di un compito impegnativo, maestro, ma veda che cosa può fare. È un bimbetto così  grazioso, ed è mio figlio.”


I genitori invece di aggredire gli insegnanti per valutazioni didattiche non condivise, dovrebbero seguire l’esempio di Abraham Lincoln, leggendo con attenzione la sua celebre lettera inviata al maestro di suo figlio. Firma

Giuseppe per la strada da seguire

#818

 

Calendario per l’Anno Scolastico 2013-2014 – Veneto

Calendario per l’Anno Scolastico 2013-2014 - Veneto

Calendario per l’Anno Scolastico 2013-2014 – Veneto

 Calendario per l’Anno Scolastico 2013-2014 - Veneto

Con deliberazione n. 415 del 10/04/2013, la Giunta Regionale ha approvato il calendario scolastico 2013/2014.

Calendario Scolastico 2012/13a. Scuole del primo e del secondo ciclo d’istruzione

  • a.1 inizio attività didattica: 12 settembre 2013 (giovedì);
  • a.2 festività obbligatorie:
    • tutte le domeniche;
    • il 1° novembre, festa di tutti i Santi;
    • l’8 dicembre, Immacolata Concezione (nel 2013 coincidente con la domenica);
    • il 25 dicembre, Natale;
    • il 26 dicembre;
    • il 1° gennaio, Capodanno;
    • il 6 gennaio, Epifania;
    • il lunedì dopo Pasqua;
    • il 25 aprile, anniversario della Liberazione;
    • il 1° maggio, festa del Lavoro;
    • il 2 giugno, festa nazionale della Repubblica;
    • la festa del Santo Patrono;
  • a.3 vacanze scolastiche:
    • da venerdì 1 novembre a domenica 3 novembre 2013 (ponte di Ognissanti);
    • da domenica 22 dicembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014 (vacanze natalizie);
    • da domenica 2 a mercoledì 5 marzo 2014 compreso (carnevale e mercoledì delle Ceneri);
    • da giovedì 17, compreso, a lunedi 21 aprile 2014 (vacanze pasquali);
    • da venerdi 25 a domenica 27 aprile 2014 (ponte del XXV aprile);
  • a.4 fine attività didattica: 7 giugno 2014 (sabato)

b. Scuole dell’infanzia

  • b.1 inizio attività didattica: 12 settembre 2013 (giovedì);
  • b.2 festività obbligatorie: secondo quanto sopra indicato;
  • b.3 vacanze scolastiche: secondo quanto sopra indicato;
  • b.4 fine attività didattica: 30 giugno 2014 (lunedì);

Accedi alla delibera n. 415 del 10/04/2013 [file pdf 585Kb].

Giuseppe per la scuola

#812

14 regole per la vita

Studenti noia

14 regole per la vita

 di Charles J. Sykes

Erroneamente attribuite a Bill Gates- (Bufala/Hoax)

 Bill Gates - Microsoft windows 8

Regola n° 1: La vita non è giusta. Abituati. I teen-ager, in media, usano la frase: “Non è giusto” 8.6 volte al giorno. L’hai copiata dai tuoi genitori, che la hanno ripetuta così spesso che hai deciso che la loro deve essere stata la generazione più idealista di sempre. In realtà è quando hanno cominciato a sentirla dai loro stessi figli, che i tuoi hanno realizzato cosa significasse la frase della regola n° 1.

Regola n° 2: Il mondo reale non si cura della tua autostima come fa la tua scuola. Forse è uno shock saperlo ma nella vita reale ci si aspetta che tu raggiunga un obiettivo prima che tu ti senta bene con te stesso. Solitamente, quando un’autostima gonfiata non incontra la realtà, i bambini si lamentano dicendo “Non è giusto”. (Vedere regola 1)

Regola n° 3: Siamo spiacenti, non guadagnerai $ 40.000 all’anno dalla fine della scuola superiore. E non sarai vicepresidente, e non avrai neppure sofisticate tecnologie sulla tua macchina. Peggio: potresti persino dover indossare un’uniforme non di marca.

Regola n° 4: Se pensi che il tuo insegnante sia esageratamente severo, aspetta di avere un capo. Lui non ha un contratto di lavoro e così tende ad essere un po’ spigoloso. Quando sbagli, non ti chiede come ti senti al proposito.

Regola n° 5: Girare hamburger in un fast-food non è lesivo della tua dignità. I tuoi nonni avevano una diversa parola per descrivere il girare hamburger, lo chiamavano opportunità. E non erano nemmeno imbarazzati dal salario minimo, piuttosto sarebbero stati in imbarazzo a star seduti a parlare di rock-star tutto il weekend.

Regola n° 6: Non è colpa dei tuoi genitori. Se sbagli sei tu il responsabile: è il rovescio della medaglia di “E’ la mia vita”, “Tu non sei il mio capo” e di altre dichiarazioni eloquenti della tua generazione. Quando compirai 18 anni saranno affari tuoi. Non piangerci sù o farai la figura dell’egoista viziato.

Regola n° 7: Prima che tu nascessi i tuoi genitori non erano così noiosi come sembrano ora. Sono diventati così a furia di pagare le bollette, pulire la tua stanza e ascoltarti quando racconti quanto sei idealista. E a proposito, prima di
di andare a salvare la foresta pluviale da quei parassiti succhia-sangue dei tuoi genitori, prova a disinfestare l’armadio nella tua camera da letto.

Regola n° 8: La tua scuola può aver fatto fuori vincitori e vinti. La vita non l’ha fatto. In alcune scuole, ti daranno tutte le possibilità che vuoi per trovare la risposta giusta. Le insufficienze sono stati abolite e anche le bocciature; per non ferire i sentimenti di nessuno, lo sforzo è paragonato al risultato. Devi sapere però, che per quanto triste, tutto ciò non ha alcuna somiglianza con la vita reale. (Vedi la regola n°1, la regola n°2 e la regola n°4).

Regola n° 9: La vita non è divisa in semestri, e non c’è l’intera estate di vacanza. E… non ci sono nemmeno le vacanze di Pasqua. Lo spettacolo va in onda tutti i giorni; per otto ore al giorno. Non si ricomincia da zero ogni settembre ed ogni febbraio. Si va solo avanti e avanti. Mentre ci siamo: pochi posti di lavoro ti permettono di esprimerti, realizzarti o trovare te stesso. Dovrai trovare te stesso, esprimerti, realizzarti, nelle pause (Vedi regola n° 1 e la regola n° 2.)

Regola n° 10: La televisione non è la vita reale. La tua vita non è un telefilm. I tuoi problemi non saranno tutti risolti in 30 minuti, meno il tempo per la pubblicità. Nella vita reale, in effetti, le persone devono uscire dal bar per andare al lavoro. Ancora, tuoi amici non saranno ne’ vivaci ne’ flessibili come Jennifer Aniston.

Regola n° 11: Sii gentile con i secchioni. Ci sono altissime probabilità che diventino il tuo capo.

Regola n° 12: Il fumo non ti fa sembrare cool. Ti fa sembrare imbecille. La prossima volta che sei in giro, prova a guardare un undicenne con una cicca in bocca: è esattamente come sembra a chiunque abbia superato i 20 anni. Lo stesso vale per il termine “esprimere me stesso” riferito ai capelli viola o al piercing.

Regola n° 13: Non sei immortale. (Vedi regola n° 12.) Se hai l’impressione che vivere velocemente, morire giovani e lasciare un bel cadavere sia romantico, ovviamente non hai visto ultimamente uno dei tuoi coetanei a temperatura controllata.

Regola n° 14: Goditi tutto questo mentre c’è. Certo i genitori sono rompiscatole, la scuola è un fastidio e la vita è deprimente. Ma un giorno ti renderai conto com’era bello essere adolescente. Forse per non perdere tempo potresti cominciare ad apprezzarlo ora.

Tratte dal Libro: Dumbing Down Our Kids: Why American Children Feel Good about Themselves, but Can’t Read, Write, or Add -  (Rincretinendo i nostri figli: perchè i bambini americani stanno bene con se stessi ma non sanno leggere, scrivere o far di conto


Ancora una volta devo recitare il mea culpa e cospargermi la testa di cenere per aver pubblicato una bufala della in rete (come vedete Grillo non ha sempre ragione), per fortuna ha un minimo di verità e allora mi sono premunito di fornirvi la versione originale (almeno si spera!). Dal 2000 girano sulla rete le 11 regole di Bill Gates agli adolescenti, un documento scaricato e condiviso milioni di volte. I consigli non sono 11 ma addirittura 14 e soprattutto non sono di Bill Gates. Bill Gates non si è nemmeno mai minimamente sognato di darli e tantomeno di pubblicarli in rete. I non 11 consigli non di Bill Gates appartengono in realtà ad altra, pur autorevole fonte: il riformatore dell’educazione Charles J. Sykes, autore del libro, non tradotto in italiano, “Dumbing Down Our Kids: Why American Children Feel Good about Themselves, but Can’t Read, Write, or Add” (Rincretinendo i nostri figli: perchè i bambini americani stanno bene con se stessi ma non sanno leggere, scrivere o far di conto); in una rielaborazione successivo le prime 14 regole pubblicate nel 1996 in un editoriale del San Diego Union Tribune, diventano addirittura 50. Chi e perchè le abbia attribuite (riassunte con qualche modifica) a Bill Gates non si sa, forse perchè essendo regole piene di buon senso meritavano una fonte più autorevole? Ed ancora perchè epurare dalla lista le ultime tre regole? Avevano forse un’aria troppo conservatrice? Detto questo, io spero possano essere un valido aiuto alle nostre frizzanti generazioni di adolescenti, e che il buon Dio ce la mandi buona a tutti: genitori, insegnanti, parenti in genere. :)  


Giuseppe per la scuola… di vita.

#799

le dieci regole di bill gates – le 10 regole di bill gates

Porta a scuola i tuoi sogni

Matite colorate

Porta a scuola i tuoi sogni 

con il prof. Roberto Vecchioni 

 Lavagna scuola


Filmato istituzionale realizzato per il lancio del Tumblr ministeriale.
Portaascuolaituoisogni.it è lo spazio di ascolto dedicato a studenti, docenti e famiglie.
Collaterals Films con la regia di Leone Balduzzi.
Creative direction & copywriting di Paolo Iabichino
Ideazione progetto di Riccardo Luna


Grande Roberto Vecchioni, prendo a prestito le parole di una tua canzone: “Sogna, ragazzo sogna non cambiare un verso della tua canzone, non lasciare un treno fermo alla stazione, non fermarti tu… “, per invitare i miei alunni a non abbandonare i loro sogni. La scuola è la palestra dove allenarsi per costruire e realizzare i propri sogni, sogna ragazzo sogna…. Firma


Giuseppe per i sogni scolastici

#756

 

Lettera al ministro Profumo

Ministro pubblica istruzione Profumo

Lettera molto seria di una insegnante al Ministro Profumo di Mariangela Galatea Vaglio

 Lavagna scuola

Scuola: il vuoto. - DesolanteEgregio Signor Ministro,

ho letto come tutti la sua proposta di aumentare dall’anno prossimo a noi professori l’orario a 24 ore di docenza in classe. Gratis, naturalmente, nel senso che queste ore in più non saranno seguite da alcun aumento di stipendio. Ce lo chiede l’Europa, dice lei, per adeguarci agli standard degli altri paesi comunitari. E sarà vero, se Lei lo dice. Ma, da docente, non capisco perché, a questo punto, anche il mio stipendio non si dovrebbe adeguare a quello dei colleghi stranieri, che è notevolmente più alto.
Ma anche lasciando stare i soldi, Egregio Signor Ministro, a farmi star male è proprio tutto il tono delle interviste da Lei rilasciate sull’argomento, a cominciare da quel “Con gli insegnanti ci vuole il bastone e la carota” citato nell’incipit. A casa mia il bastone e la carota sono cose che si usano con gli asini. Se Lei per primo, signor Ministro, ha una così alta considerazione della nostra categoria da considerare gli insegnanti equiparabili ai somari, cominciamo bene.
Entrando però nello specifico del Suo provvedimento, ci sono parecchie cose che non mi tornano (del resto sono un asino, me l’ha cortesemente fatto capire Lei).
Per esempio mi sfugge come alzare per tutti a 24 ore la presenza in classe dovrebbe portare automaticamente un miglioramento della qualità dell’insegnamento. A scuola, e sono la prima a riconoscerlo, ci sono anche docenti che fanno poco o nulla. Ma non certo per una questione di orario. Ora poltriscono per 18 ore, fategnene fare 24, poltriranno per 24 in classe, esattamente allo stesso modo.
Chi invece si troverà nelle peste causa aumento dell’orario di docenza saranno quegli insegnanti che lavorano bene. Perché vede, Egregio Signor Ministro, da quanto si capisce queste ore in più, che farò gratis et amore dei, non saranno ore aggiuntive nelle mie classi. Fosse così, sarei anche contenta. Attualmente io alle medie ho 6 ore di italiano, 4 di storia e geografia. Vogliamo aumentare la qualità dell’insegnamento? Concedetemi di farne almeno 8 di Storia e Geografia e due in più di Italiano per classe. Potrei lavorare meglio, approfondire il programma, avere più tempo per i recuperi di chi rimane indietro e per fare esercitazioni.
Scolaro che piangeNo, quelle 6 ore in più serviranno ad ammollarmi un’altra classe da seguire, e risparmiare così i soldi dello stipendio di un collega. Il che vuole dire, Egregio Signor Ministro, che io già oggi, con le classi stipate di 27/30 alunni, ho circa 90 ragazzini da seguire con le mie 18 ore; con 24 ne avrò circa 120. non voglio neanche pensare ai colleghi di altre materie, tipo lingue. Secondo lei, facendo anche un mero conto a spanne, la qualità del mio insegnamento migliorerà?
No, peggiorerà. Perché adesso le ore a casa, nel pomeriggio, quelle che tutti credono dedicate al riposo, le passo a correggere pacchi di compiti, temi, test di grammatica: sono almeno quattro a quadrimestre, tacendo di quelli che assegno per casa e dei compitini di Storia e Geografia. E altro tempo lo spendo perché, pensi un po’, mi devo preparare le lezioni che tengo in classe: sono asina, che vuole, non sono capace di entrare alla mattina improvvisando. Ho bisogno, la sera prima, di prepararmi gli schemi, il materiale da consegnare, pensare a cosa dire perché poi ogni classe è diversa, e la lezione va impostata in modo differente.
Tutto questo, Egregio Signor Ministro, lo faccio oltre alle ore in cui sono in classe, ma è sempre lavoro. E sono costretta a farlo a casa non perché sono privilegiata, ma per un semplice motivo logistico: a scuola, dove è la mia sede di lavoro, non ho né un ufficio né una scrivania, e il computer che uso per trovare i materiali o crearli è quello che mi sono comprata con i miei soldi, perché la scuola non me lo dà.
Evidentemente ai tecnici del suo Ministero e a Lei tutto questo sfugge, perché pare che mi sia computato come “lavoro” solo il tempo che passo in classe, e tutto il resto non esista. Bene, ne prendo atto. Ma la conseguenza di tutto ciò è che, aumentandomi il tempo di docenza e il numero di alunni, avrò meno spazio per fare il resto. Il che vuole dire, Egregio Signor Ministro, che ridurrò giocoforza il numero di compiti scritti, riciclerò i materiali uguali per ogni classe senza personalizzarli. Finirò per lavorare di meno a casa e sicuramente peggio a scuola: non per cattiva volontà mia o per deliberata voglia di sabotare il Suo meraviglioso progetto, ma per forza di cose. Quindi il grande risultato della Sua idea non sarà, come dice, aumentare l’efficienza della scuola e la qualità, ma peggiorarla: chi non ha mai fatto un tubo continuerà a non fare nulla, chi invece riusciva bene o male a insegnare qualcosa, si vedrà costretto a ridurre quanto prima era sempre riuscito a fare, perché lo sforzo fisico di stare anche solo cinque ore di fila in classe con ragazzi adolescenti e preadolescenti, con i quali non ti puoi distrarre un attimo, si farà sentire.

La scuola è finita - Lavagna La scuola è finita

Per cui, Egregio Signor Ministro, da docente che ogni giorno entra in classe, questo le volevo dire. Approvi pure il nostro aumento di ore di docenza, per altro passando a tutti il messaggio che noi insegnanti siamo degli scansafatiche privilegiati che fino ad oggi han lavorato poco. Avrà il plauso popolare e Le riuscirà di certo, perché la società, dopo anni di martellamento mediatico, ne è già convinta, e la applaudirà. Ma non gabelli questo taglio per uno strumento per aumentare la qualità della scuola, o migliorare l’efficienza di noi docenti. E’ solo l’ennesimo taglio imposto ad una categoria che al momento non ha la forza di opporsi, né i mezzi, perché non facciamo neppure un lavoro considerato socialmente fondamentale, come i tassisti, ad esempio. In fondo siamo solo quelli che formano le prossime generazioni: degli asini che meritano un po’ di bastone e manco la carota, ha ragione Lei.

Tratta da: L’Espresso


Passano i ministri ma la sostanza rimane la stessa, povera scuola! Sono davvero sfiduciato.Firma


Giuseppe per i somari a scuola, tutti: prof e studenti.

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