Le etichette più bizzarre – 2

Codice a barre - bar code

Il festival dell’ovvio e della demenza

 

 Codice a barre - bar code
  • Codice a barre - bar codeSu una coperta da Taiwan: non usare come protezione da un ciclone.
  • Su uno specchio usato dai ciclisti degli stati uniti: ricordarsi che gli oggetti nello specchio sono realmente dietro voi.
  • Su uno shampoo di Taiwan: usare ripetutamente per danni seri.
  • Sulla bottiglia di una bevanda a base di latte aromatizzato: dopo l’apertura, mantenere verticale.
  • Su uno spray contro gli insetti della nuova zelanda: questo prodotto non è testato sugli animali.
  • In una guida statunitense per settare un nuovo computer: per evitare la condensa, lasciare che la scatola si riscaldi fino alla temperatura ambiente prima dell’ apertura. (Ragionevole, ma l’ istruzione era all’interno della scatola.)
  • Su un prodotto giapponese usato per alleviare le emorroidi dolorose: stando sdraiaiti nel letto inserire poscool lentamente fino all’impugnatura nel condotto anale. Mentre si inserisce poscool per circa 5 minuti, conservare la calma.
  • In alcuni paesi, sulla parte inferiore delle bottiglie di coca cola: aprire l’altra estremità.
  • Su un casco-phon: non usare mentre si dorme.
  • Sulla manopola di un distributore di sapone: attenzione – usare sapone normale. (quale sarebbe non normale?)
  • Su unaAttenzione - Attention - Warning - Achtung scatola di dessert “tesco” tiramisù (stampato sulla parte inferiore della scatola): “non girare sotto-sopra.” (troppo tardi!)
  • Sui contrassegni del “pane di spencer“: il prodotto sarà caldo dopo il riscaldamento. (siete sicuri? Sperimentiamo.)
  • Su una coltello coreano da cucina: conservare lontano dai bambini. (Diamine! Chi sono per dirmi che cosa fare con i miei bambini?)
  • Su un presepe di natale che si illumina fatto in Cina: soltanto per un uso all’interno o all’esterno. (Dove altro potrei usarlo?)
  • Su un forno giapponese: non essere usato per l’altro uso. (Ora sono curioso.)
  • Sulle arachidi di ASainsbury: – attenzione – contiene arachidi. (Davvero? E perché non va bene?)
  • Su un motosega svedese: non tentare di arrestare la catena con le mani o con i genitali. (Che razza di avviso è?)

Giuseppe per la pubblicità

#438

 

Tutto quello che non sopporto ha un nome

Hanno tutti ragione, di Paolo Sorrentino, Feltrinelli 2010

Tutto quello che non sopporto ha un nome

 

 Hanno tutti ragione, di Paolo Sorrentino, Feltrinelli 2010

Tutto quello che non sopporto ha un nome.Puffo arrabbiato

Non sopporto i vecchi. La loro bava. Le loro lamentele. La loro inutilità.

Peggio ancora quando cercano di rendersi utili. La loro dipendenza.

I loro rumori. Numerosi e ripetitivi. La loro aneddottica esasperata.

La centralità dei loro racconti. Il loro disprezzo verso le generazioni successive.

Ma non sopporto neanche le generazioni successive.

Non sopporto i vecchi quando sbraitano e pretendono il posto a sedere in autobus.

Non sopporto i giovani. La loro arroganza. La loro ostentazione di forza e gioventù.

La prosopopea dell’invincibilità eroica dei giovani è patetica.

Non sopporto i giovani impertinenti che non cedono il posto ai vecchi in autobus.

Non sopporto i teppisti. Le loro risate improvvise, scosciate ed inutili.

Il loro disprezzo verso il prossimo diverso. Ancor più insopportabili i giovani buoni, responsabili e generosi. Tutto volontariato e preghiera. Tanta educazione e tanta morte. Nei loro cuori e nelle loro teste.

Non sopporto i bambini capricciosi e autoreferenziali e i loro genitori ossessivi e referenziali solo verso i bambini. Non sopporto i bambini che urlano e che piangono. E quelli silenziosi mi inquietano, dunque non li sopporto. Non sopporto i lavoratori e i disoccupati e l’ostentazione melliflua e spregiudicata della loro sfortuna divina.

Che divina non è. Solo mancanza di impegno.

Ma come sopportare quelli tutti dediti alla lotta, alla rivendicazione, al comizio facile e al sudore diffuso sotto l’ascella? Impossibile sopportarli.

Non sopporto i manager. E non c’è bisogno nemmeno di spiegare il perché. Non sopporto i piccolo borghesi, chiusi a guscio nel loro mondo stronzo. Alla guida della loro vita, la paura. La paura di tutto ciò che non rientra in quel piccolo guscio. E quindi snob, senza conoscere neanche il significato della parola. Non sopporto i fidanzati, poiché ingombrano.

Non sopporto le fidanzate, poiché intervengono.

Non sopporto quelli di ampie vedute, tolleranti e spregiudicati.

Sempre corretti. Sempre perfetti. Sempre ineccepibili.

Tutto consentito, tranne l’omicidio.

Li critichi e loro ti ringraziano della critica. Li disprezzi e loro ti ringraziano bonariamente. Insomma mettono in difficoltà.

Perché boicottano la cattiveria.

Quindi sono insopportabili.

Ti chiedono: “Come stai?” e vogliono saperlo veramente. Uno choc. Ma sotto l’interesse disinteressato, da qualche parte, covano coltellate.

Ma non sopporto neanche quelli che non ti mettono mai in difficoltà. Sempre ubbidienti e rassicuranti. Fedeli e ruffiani.

 

Hanno tutti ragione, di Paolo Sorrentino, Feltrinelli 2010Non sopporto i giocatori di biliardo, i soprannomi, gli indecisi, i non fumatori, lo smog e l’aria buona, i rappresentanti di commercio, la pizza al taglio, i convenevoli, i cornetti con la cioccolata, i falò, gli agenti di cambio, i parati a fiori, il commercio equo e solidale, il disordine, gli ambientalisti, il senso civico, i gatti, i topi, le bevande analcoliche, le citofonate inaspettate, le telefonate lunghe, coloro che dicono che un bicchiere di vino al giorno fa bene, coloro che fingono di dimenticare il tuo nome, colore che per difendersi dicono di essere dei professionisti, i compagni di scuola che dopo trent’anni ti incontrano e ti chiamano per cognome, gli anziani che non perdono mai occasione di ricordarti che loro hanno fatto la Resistenza, i figli sprovvisti che non hanno nulla da fare e decidono di aprire una galleria d’arte, gli ex-comunisti che perdono la testa per la musica brasiliana, gli svampiti che dicono “intrigante”, i modaioli che dicono “figata” e derivati, gli sdolcinati che dicono bellino carino stupendo, gli ecumenici che chiamano tutti “amore”, certe bellezze che ti dicono “ti adoro”, i fortunati che suonano ad orecchio, i finti disattenti che quando parli non ti ascoltano, i superiori che giudicano, le femministe, i pendolari, i dolcificanti, gli stilisti, i registi, le autoradio, i ballerini, i politici, gli scarponi da sci, gli adolescenti, i sottosegretari, le rime, i cantanti rock attempati coi jeans attillati, gli scrittori boriosi e seriosi, i parenti, i fiori, i biondi, gli inchini, le mensole, gli intellettuali, gli artisti di strada, le meduse, i maghi, i vip, gli stupratori, i pedofili, tutti i circensi, gli operatori culturali, gli assistenti sociali, i divertimenti, gli amanti degli animali, le cravatte, le risate finte, i provinciali, gli aliscafi, i collezionisti tutti, un gradino più in su quelli di orologi, tutti gli hobby, i medici, i pazienti, il jazz, la pubblicità, i costruttori, le mamme, gli spettatori di basket, tutti gli attori e tutte le attrici, la video arte, i luna park, gli sperimentalisti di tutti i tipi, le zuppe, la pittura contemporanea, gli artigiani anziani, nella loro bottega, i chitarristi dilettanti, le statue nelle piazze, il baciamano, le beauty farm, i filosofi di bell’aspetto, le piscine con troppo cloro, le alghe, i ladri, le anoressiche, le vacanze, le lettere d’amore, i preti e i chierichetti, le supposte, la musica etnica, i finti rivoluzionari, le telline, i panda, l’acne, i percussionisti, le docce con le tende, le voglie, i calli, i soprammobili, i nei, i vegetariani, i vedutisti, i cosmetici, i cantanti lirici, i parigini, i pullover a collo alto, la musica al ristorante, le feste, i meeting, le case col panorama, gli inglesismi, i neologismi, i figli di papà, i figli d’arte, i figli dei ricchi, i figli degli altri, i musei, i sindaci dei comuni, tutti gli assessori, i manifestanti, la poesia, i salumieri, i gioiellieri, gli antifurti, le catenine d’oro giallo, i leader, i gregari, le prostitute, le persone troppo basse o troppo alte, i funerali, i peli, i telefonini, la burocrazia, le installazioni, le automobili di tutte le cilindrate, i portachiavi, i cantautori, i giapponesi, i dirigenti, i razzisti e i tolleranti, i ciechi, la fòrmica, il rame, l’ottone, il bambù, i cuochi in televisione, la folla, le creme abbronzanti, le lobby, gli slang, le macchie, le mantenute, le cornucopie, i balbuzienti, i giovani vecchi e i vecchi giovani, gli snob, i radical chic, la chirurgia estetica, le tangenziali, le piante, i mocassini, i settari, i presentatori televisivi, i nobili, i fili che si attorcigliano, le vallette, i comici, i giocatori di golf, la fantascienza, i veterinari, le modelle, i rifugiati politici, gli ottusi, le Paolo Sorrentinospiagge bianchissime, le religioni improvvisate e i loro seguaci, le mattonelle di seconda scelta, i testardi, i critici di professione, le coppie lui giovane lei matura e viceversa, i maturi, tutte le persone col cappello, tutte le persone con gli occhiali da sole, le lampade abbronzanti, gli incendi, i braccialetti, i raccomandati, i militari, i tennisti scapestrati, i faziosi e i tifosi, i profumi da tabaccaio, i matrimoni, le barzellette, la prima comunione, i massoni, la messa, coloro che fischiano, coloro che cantano all’improvviso, i rutti, gli eroinomani, i Lions club, i cocainomani, i Rotary club, il turismo sessuale, il turismo, coloro che detestano il turismo e dicono che loro sono “viaggiatori”, coloro che parlano “per esperienza”, coloro che non hanno esperienza e vogliono parlare lo stesso, chi sa stare al mondo, le maestre elementari, i malati di riunioni, i malati in generale, gli infermieri con gli zoccoli, ma perché devono portare gli zoccoli?

Non sopporto i timidi, i logorroici, i finti misteriosi, i goffi, gli svampiti, gli estrosi, i vezzosi, i pazzi, i geni, gli eroi, i sicuri di sé, i silenziosi, i valorosi, i meditabondi, i presuntuosi, i maleducati, i coscienziosi, gli imprevedibili, i comprensivi, gli attenti, gli umili, gli esperti, gli appassionati, gli ampollosi, gli eterni sorpresi, gli equi, gli inconcludenti, gli ermetici, i battutisti, i cinici, i paurosi, i tracagnotti, i litigiosi, i superbi, i flemmatici, i millantatori, i preziosi, i vigorosi, i tragici, gli svogliati, gli insicuri, i dubbiosi, i disincantati, i meravigliati, i vincenti, gli avari, i dimessi, i trascurati, gli sdolcinati, i lamentosi, i lagnosi, i capricciosi, i viziati, i rumorosi, gli untuosi, i bruschi, e tutti quelli che socializzano con relativa facilità.

Non sopporto la nostalgia, la normalità, la cattiveria, l’iperattività, la bulimia, la gentilezza, la malinconia, la mestizia, l’intelligenza e la stupidità, la tracotanza, la rassegnazione, la vergogna, l’arroganza, la simpatia, il doppiogiochismo, il menefreghismo, l’abuso di potere, l’inettitudine, la sportività, la bontà d’animo, la religiosità, l’ostentazione, la curiosità e l’indifferenza, la messa in scena, la realtà, la colpa, il minimalismo, la sobrietà e l’eccesso, la genericità, la falsità, la responsabilità, la spensieratezza, l’eccitazione, la saggezza, la determinazione, l’autocompiacimento, l’irresponsabilità, la correttezza, l’aridità, la serietà e la frivolezza, la pomposità, la necessarietà, la miseria umana, la compassione, la tetraggine, la prevedibilità, l’incoscienza, la capziosità, la rapidità, l’oscurità, la negligenza, la lentezza, la medietà, la velocità, l’ineluttabilità, l’esibizionismo, l’entusiasmo, la sciatteria, la virtuosità, il dilettantismo, il professionismo, il decisionismo, l’automobilismo, l’autonomia, la dipendenza, l’eleganza e la felicità.

Non sopporto niente e nessuno.

Neanche me stesso. Soprattutto me stesso.

Solo una cosa sopporto.

Le sfumature.

(Hanno tutti ragione, di Paolo Sorrentino, Feltrinelli 2010)


L’insostenibile leggerezza dell’Essere (con buona pace di Parmenide e Kundera).

horsefly


Giuseppe per la revisione del proprio Es.

#437

 

Operazioni sui file

Windows 95/98/ME/2000/XP/vista/7

Operazioni sui file

 

 

Le più comuni operazioni su file e cartelle sono quelle di:

  • creazione di una nuova cartella
  • copia, per creare un duplicato di un file o di una cartella (con tutto il suo contenuto) assegnandogli un diverso nome
  • muovi, per spostare un file o una cartella da una cartella a un’altra (conservando lo stesso nome)
  • cancella, per eliminare un file o una cartella
  • rinomina, per cambiare nome ad un file o a una cartella

In generale, queste operazioni possono essere realizzate in almeno tre modi diversi. Per illustrarli brevemente, supponiamo che sia stato selezionato almeno un file o una cartella.

Quando un file o una cartella sono selezionati, le voci del back-menucomprendono le operazioni possibili rispettivamente su file o cartelle. È sufficiente, dunque, attivare il back-menu premendo il tasto destro del mouse per creare, cancellare, tagliare, copiare un file o una cartella.L’utilizzo del back-menu è molto comodo e veloce: normalmente è il metodo che richiede minori spostamenti del mouse e meno clic per completare le operazioni.

Menu della cartella

 

La voce File della cartella che contiene l’elemento selezionato permette di accedere ai comandi diEliminaRinominaCreacollegamento, Nuovo. La voce Modifica contiene invece i comandi Copia,TagliaIncolla.

Combinazione di tasti di scelta rapida

Mediante il tasto ALT è possibile attivare in modo rapido le voci di menu: quando una lettera di una voce di menu è sottolineata, ad esempio File, è sufficiente premere in sequenza ALT e i tasti sottolineati (ad esempio ALT – F) per attivarla. Quindi, poiché il menu File contiene le vociElimina o Rinomina, è sufficiente premere ancora in sequenza il tasto l per attivare il comando Elimina o il tasto r per attivare il comando Rinomina. Menu Modifica

Inoltre, alcune operazioni molto comuni sono associate a delle combinazioni “standard” di tasti (che utilizzano il tasto CTRL insieme ad un altro carattere della tastiera. Si veda l’unità didattica relativa alla tastiera per ulteriori informazioni). Ad esempio, normalmente la pressione contemporanea dei tasti CTRL e X (indicata con CTRL-X) serve a “tagliare” il file selezionato; la combinazione CTRL-V serve invece a “incollare” il file in un’altra cartella; ecc.

Drag & Drop

Molte operazioni sono possibili mediante una semplice successione di selezione, trascinamento e rilascio di oggetti. Ci si riferisce a questa operazione come drag&drop. Per eseguire un drag&drop di un file da una cartella ad un’altra, ad esempio, è sufficiente: fare clic sul file e, senza rilasciare il tasto del mouse, muovere il mouse verso la cartella di destinazione. Con il mouse si muoverà anche un’immagine dell’icona selezionata. Sarà sufficiente rilasciare il tasto del mouse quando l’icona è nell’area di destinazione per determinare lo spostamento del file dalla prima alla seconda cartella.

In alcuni casi esistono altre procedure specifiche che possono essere adottate per realizzare un’operazione. Di seguito vengono descritte singolarmente e in dettaglio le procedure disponibili per le operazioni su file. Le procedure sono descritte per un singolo elemento ma possono anche essere utilizzate per selezioni multiple (di più file e cartelle contemporaneamente).

Per creare una cartella

In primo luogo occorre aprire la cartella di destinazione (quella nella quale si desidera creare la nuova cartella). Supponiamo di voler creare una cartella in C: . Per aprire la cartella corrispondente è sufficiente:

  1. aprire Risorse del Computer con un doppio-clic sull’icona posizionata sul desktop;
  2. cliccare col tasto sinistro del mouse sull’icona del disco rigido C:.

Per procedere alla creazione della cartella si possono seguire due procedure. La prima utilizza il back-menu:

  1. cliccare col tasto destro del mouse su di un’area vuota della cartella (ad esempio, sotto l’ultimo file elencato);
  2. dal menu a tendina che appare selezionare Nuovo;
  3. dal sottomenu che appare scegliere Cartella;
  4. nella finestra verrà creata una nuova cartella col nome Nuova Cartella evidenziato e con il cursore di scrittura lampeggiante. A questo punto è possibile mantenere questo nome o, più probabilmente, digitare il nome desiderato per la nuova cartella (ad esempio, Personale). Al termine bisogna comunque premere il tasto Invio per confermare il nome della cartella.

In alternativa, una volta aperta la cartella destinazione si può utilizzare il menu della cartella:

  1. cliccare una volta col tasto sinistro del mouse sulla voce File del menu orizzontale in testa alla cartella;
  2. dal menu a tendina che appare selezionare Nuovo;
  3. dal sottomenu che appare scegliere Cartella;
  4. nella finestra verrà creata una nuova cartella col nome Nuova Cartella. Procedere come al punto 4 della procedura precedente.

Infine, è possibile abbreviare le operazioni tramite una combinazione di tasti di scelta rapida. Una volta aperta la cartella di destinazione:

  1. premere il tasto ALT e il tasto F (ALT + F);
  2. ALT + U (Nuovo);
  3. ALT + C (Cartella);
  4. nella finestra verrà creata una nuova cartella col nome Nuova Cartella. Procedere come al punto 4 della procedura precedente.

Osserviamo che per creare una cartella dentro quella appena creata è sufficiente fare doppio-clic col tasto sinistro del mouse sulla cartella scelta. Questo determinerà l’apertura di una finestra con il contenuto della cartella scelta. A questo punto si procede come descritto sopra.

Per rinominare una cartella o un file

Dopo aver selezionato un file o una cartella è possibile seguire uno dei soliti tre metodi per le operazioni su file.

Procedure standard

  • Utilizzare il back-menu e selezionare la voce Rinomina.
  • In alternativa, utilizzare il menu della cartella, selezionando la voce File e quindi Rinomina.
  • La procedura precedente può essere abbreviata premendo in successione i tasti ALT F R.

Esiste un’altra modalità, ancora più immediata, per cambiare il nome di un oggetto (e in particolare dei file e delle cartelle).

Procedura specifica

  • Selezionare l’icona dell’oggetto.
  • Fare un secondo clic direttamente sul nome dell’oggetto. Per evitare che questa operazione venga interpretata come un doppio-clic è necessario che i due clic non siano eseguiti troppo velocemente in successione.

Per spostare una cartella o un file

È possibile spostare una cartella o un file in una cartella diversa. A questo scopo sono disponibili sostanzialmente due metodi. Il primo si basa sulle operazioni di Taglia e Incolla; il secondo metodo utilizza invece il Drag&Drop. In entrambi i casi, supponiamo che siano già aperte sia la cartella di partenza che quella di destinazione.

Descriviamo la procedura di Taglia e Incolla:

  1. selezionare il file o la cartella che si desidera spostare;
  2. taglia. Dopo aver tagliato l’oggetto questo sarà temporaneamente visualizzato in grigio.
    • Utilizzare il back-menu e selezionare la voce Taglia.
    • In alternativa, utilizzare il menu della cartella, selezionando la voce Modifica e quindiTaglia.
    • La procedura precedente può essere abbreviata premendo in successione i tasti ALT M T.
    • L’alternativa più rapida, infine, è quella di usare i tasti CTRL – X, associati al comando Taglia.
  3. Posizionarsi sulla cartella di destinazione. Aprirla (con un doppio clic) o renderla attiva (con un clic sulla sua finestra).
  4. Incolla. Dopo questa operazione, l’oggetto sarà eliminato dalla directory di partenza e spostato in quella di destinazione.
    • Utilizzare il back-menu e selezionare la voce Incolla.
    • In alternativa, utilizzare il menu della cartella, selezionando la voce Modifica e quindiIncolla.
    • La procedura precedente può essere abbreviata premendo in successione i tasti ALT M I.
    • L’alternativa più rapida, infine, è quella di usare la combinazione di tasti CTRL – V, associata al comando Incolla.

È possibile anche utilizzare direttamente il Drag&Drop. A tale scopo:

  1. aprire la cartella dove è contenuto il file o la cartella da spostare;
  2. in un’altra finestra aprire la cartella di destinazione;
  3. nella prima finestra selezionare il file o la cartella scelti e, tenendo premuto il tasto sinistro del mouse, trascinarlo nella cartella destinazione. Con il puntatore del mouse apparirà, in trasparenza, la cartella o il file che si stanno trascinando;
  4. rilasciare il pulsante del mouse.

Per copiare una cartella o un file

È possibile creare copie di una cartella o di un file. Quando si crea una copia in una cartella diversa, allora la copia conserverà il nome originale dell’oggetto. Quando invece si crea una copia nella stessa cartella dell’originale, allora il sistema provvederà automaticamente a modificare il nome aggiungendo il prefisso Copia di. Così la copia del file lettera1.doc nella stessa cartella si chiamerà “Copia di lettera1.doc”

L’operazione si svolge in due tempi: prima si esegue un’operazione di copia dell’oggetto selezionato e successivamente si esegue un’operazione di Incolla nella cartella destinazione.

Descriviamo la procedura di Copia e Incolla:

  1. selezionare il file o la cartella che si desidera spostare;
  2. copia:
    • Utilizzare il back-menu e selezionare la voce Copia.
    • In alternativa, utilizzare il menu della cartella, selezionando la voce Modifica e quindiCopia.
    • La procedura precedente può essere abbreviata premendo in successione i tasti ALT M C.
    • L’alternativa più rapida, infine, è quella di usare i tasti CTRL – C, associati al comando Copia;
  3. posizionarsi sulla cartella di destinazione. Aprirla (con un doppio clic) o renderla attiva (con un clic sulla sua finestra);
  4. incolla:
    • Utilizzare il back-menu e selezionare la voce Incolla.
    • In alternativa, utilizzare il menu della cartella, selezionando la voce Modifica e quindiIncolla.
    • La procedura precedente può essere abbreviata premendo in successione i tasti ALT M I.
    • L’alternativa più rapida, infine, è quella di usare la combinazione di tasti CTRL – V, associata al comando Incolla.

Giuseppe per l’informatica.

#436

 

Uomini Vs Donne – Bruno Bozzetto

Uomini Vs Donne

Uomini Vs Donne – Bruno Bozzetto

Uomini Vs Donne

horsefly

L’unica che può portare ad un armistizio nella eterna guerra tra uomini e donne è Lisistrata! ;)  


Giuseppe per l’eterna “μάχη ” battaglia dei sessi.

#435

 

Ho imparato…

Paulo Coelho - Ho imparato.....

Paulo Coelho – Ho imparato…..

 

 Paulo Coelho - Ho imparato.....
  • Ho imparato… Che ignorare i fatti non cambia i fatti. 
  • Ho imparato… Che quando vuoi vendicarti di qualcuno lasci solo che quel qualcuno continui a farti del male. 
  • Ho imparato… Che l’amore, non il tempo guarisce le ferite. 
  • Ho imparato… Che il modo più facile per crescere come persona è circondarmi di persone più intelligenti di me. 
  • Ho imparato… Che quando serbi rancore e amarezza la felicità va da un’altra parte. 
  • Ho imparato… Che un sorriso è un modo economico per migliorare il tuo aspetto. 
  • Ho imparato… Che quando tuo figlio appena nato tiene il tuo dito nel suo piccolo pugno ti ha agganciato per la vita. 
  • Ho imparato… Che tutti vogliono vivere in cima alla montagna ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la scali. 
  • Ho imparato… Che è meglio dare consigli solo in due circostanze: quando sono richiesti e quando ne dipende la vita. 
  • Ho imparato… Che la miglior aula del mondo è ai piedi di una persona anziana. 
  • Ho imparato… Che quando sei innamorato, si vede. 
  • Ho imparato… Che appena una persona mi dice, “mi hai reso felice! “, ti rende felice. 
  • Ho imparato… Che essere gentili è più importante dell’aver ragione. 
  • Ho imparato… Che non bisognerebbe mai dire no ad un dono fatto da un bambino. 
  • Ho imparato… Che posso sempre pregare per qualcuno, quando non ho la forza di aiutarlo in qualche altro modo. 
  • Ho imparato… Che non importa quanto la vita richieda che tu sia serio… Ognuno ha bisogno di un amico con cui divertirsi. 
  • Ho imparato… Che talvolta tutto ciò di cui uno ha bisogno è una mano da tenere ed un cuore da capire. 
  • Ho imparato… Che la vita è come un rotolo di carta igienica… Più ti avvicini alla fine, più velocemente va via. 
  • Ho imparato… Che dovremmo essere contenti per il fatto che Dio non ci dà tutto quel che gli chiediamo. 
  • Ho imparato… Che i soldi non possono acquistare la classe. 
  • Ho imparato… Che sono i piccoli avvenimenti giornalieri a fare la vita così spettacolare. 
  • Ho imparato… Che sotto il duro guscio di ognuno c’è qualcuno che vuole essere apprezzato e amato. 
  • Ho imparato… Che il signore non ha fatto tutto in un giorno solo. Cosa mi fa pensare che io potrei? 
  • Ho imparato… Che ogni persona che incontri merita d’essere salutata con un sorriso. 
  • Ho imparato… Che non c’è niente di più dolce che dormire coi tuoi bambini e sentire il loro respiro sulle tue guance. 
  • Ho imparato… Che nessuno è perfetto, fino a quando non te ne innamori. 
  • Ho imparato… Che la vita è dura, ma io sono più duro. 
  • Ho imparato… Che le opportunità non si perdono mai, qualcuno sfrutterà quelle che hai perso tu. Che desidererei aver detto una volta in più a mio padre che lo amavo, prima che se ne andasse. 
  • Ho imparato… Che ognuno dovrebbe rendere le proprie parole soffici e tenere, perché domani potrebbe doverle mangiare. Ho imparato… Che non posso scegliere come sentirmi, ma posso scegliere cosa fare con queste sensazioni. 
  • Lavora come se non avessi bisogno dei soldi 
  • ama come se nessuno ti avesse mai fatto soffrire 
  • balla come se nessuno ti stesse guardando 
  • canta come se nessuno ti stesse sentendo.

Paulo Coelho


Ho imparato che….. non finirò mai d’imparare. 


Giuseppe….. che non impara mai abbastanza.

#434

Cos’è un bacio?

Penna

di Edmond Rostand dal “Cyrano de Bergerac” Atto III Scena X

 

 Libri

Cyrano De Bergerac - Locandina FilmRossana:  Parlavamo di… di un…

 

Cyrano: Bacio. E’ una parola dolce. Non capisco perchè voi non osiate pronunciarla. Se già questo vi fa bruciare tutta, che accadrà poi più avanti? Non abbiate paura. Non avete poco fa, quasi senz’accorgervene, rinunciato a giocare? Non sieta passata senza traumi dal sorriso al sospiro e dal sospiro al pianto? Andate avanti, ancora un poco, senza farci caso, e vedrete: dalle lacrime al bacio non c’è che un brivido..

 

Rossana: Tacete!

 

Cyrano:Un bacio – ma cos’è poi un bacio? Un giuramento un po’ più da vicino, una promessa più precisa, una confessione che cerca una conferma, u’apostrofo Edmond Rostandroseo fra le parole t’amo, un segreto soffiato in bocca invece che all’orecchio, un frammento d’eternità che ronza come l’ali d’un ape, una comunione che sa di fiore, un modo di respirarsi il cuore e di scambiarsi sulle labbra il sapore dll’anima!

 

Rossana: Tacete

 

Cyrano: Un bacio – è così nobile un bacio, che la stess aregina di Francia – la regina! – non ha saputo negarne uno a un lord d’Inghilterra.

 

Rossana: E con questo?

 

Cyrano (esaltandosi): Io sono quel lord – come Buckingam! – come lui v’amo soffrendo in silenzio, mia regina, come lui sono triste e fedele…

Rossana: Che aspetti? sali a cogliere questo fiore ineguagliabile…Cyrano de Bergerac

Cyrano: (spingendo Cristiano verso il balcone) sali.

 

Rossana: Questo sapore di cuore…

 

Cyrano (sempre a Cristiano): Sali!

 

Rossana: Questo ronzio d’api…

 

Cyrano (a Cristiano): Sali….

Cristiano e Rossana si abbracciano e si baciano.

 

Cyrano: Che strana sensazione! Un bacio – l’amore pranza ed io, come Lazzaro, raccolgo le briciole nel buio. Ma sì, sento che un pò di questo bacio mi appartiene, perchè su quelle labbra Rossana bacia le parole che ho detto io…


Il “Cyrano de Bergerac” opera illuminante di Rostand, prima di Disney con “Bella e la bestia”, fonte per la “pupa e il secchione”, analisi per Quasimodo che ama Esmeralda, turbamenti giovanili che marchiano l’anima per tutta la vita. Cyrano, deforme nelle froge ma nobile d’animo; Cristiano bellimbusto e  decerebrato, Rossana, che come tutte le donne non sa cosa scegliere: bellezza o cervello? soldi o amore? Per una volta non esprimo una mia opinione, stimolo solo la curiosità e la ricerca, per saperne di più cliccate qui. 


Giuseppe, come al solito, tafano socratico.

#433

 

Installare font in Windows

Informatica

Installare Font in Windows

 Informatica  
  1. Se il file del font è zippato procedere in questo modo:
Prima di tutto è necessario estrarre i font dai file .zip
Per estrarre i file in formato .zip, e’ necessario possedere il programma shareware Winzip (preferibilmente nella versione 7.x e superiori). Puoi scaricare WinZip cliccando qui
Scaricato Winzip ecco come estrarre i file .zip
  • da risorse del computer (o gestione risorse) clicca due volte sul file .zip scaricato da FONT.it;
  • accetta con “I Agree” le condizioni imposte per l’uso del software;
  • si apre, a questo punto, la finestra principale di Winzip con la seguente struttura: 
  • clicca sul tasto “extract”;
  • si apre una nuova finestra di questo tipo: 
le impostazioni devono rimanere le stesse, mentre nel campo “extract to” va inserito il percorso per arrivare alla cartella di destinazione (ti consigliamo di decomprimere direttamente nella cartella WINDOWS/FONTS), dove il file decompresso deve essere depositato.
E’ possibile creare una nuova cartella servendosi dell’opzione “new folder” in basso a destra.
  • Scelta la cartella di destinazione premere il tasto “Extract”.
  1. Se il file è nel formato non zippato: nomefont.ttf
 E’ necessario installare i font sul tuo computer Windows, in modo tale che siano condivisi da tutti i programmi presenti nel tuo hard disk (fotoritocco, wordprocessor ecc.): 
  • da “risorse del computer” (o gestione risorse) trascina i file decompressi con estensione .ttf (true type font) nella cartella WINDOWS/FONTS (se hai decompresso da Winzip direttamente in questa cartella salta questo punto);
  • raggiungi la cartella WINDOWS/FONT e visualizza il suo contenuto. Questa operazione apparentemente inutile e’ invece di fondamentale importanza: perche’ i file vengano installati e’ infatti necessario effettuare il refresh di tale cartella;
  • apri un programma di fotoritocco (Paint Shop Pro o PhotoShop) o un Word processor (Word, per esempio) e controlla se i nuovi font sono presenti nel tuo pc.

Giuseppe per la creatività grafica

#432

 

Franco Battiato – La Cura

Franco Battiato - La Cura

Franco Battiato – La Cura

  Franco Battiato - La Cura

Franco Battiato – La Cura – Testo Lyrics

Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.
Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare. 
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza.
I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
TI salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te…
io sì, che avrò cura di te.

Senza dubbio una delle più belle  canzoni, sull’amore, di tutti i tempi! L’amore non solo per l’altro genere ma ma per tutti. Quando sarebbe bello se anziché dire sempre “me ne fotto” dicessimo “io ho cura di te”! 

horsefly


Giuseppe…. i care you.

#431

Simon & Garfunkel – The Sound Of Silence

Simon & Garfunkel - The Sound Of Silence

Simon & Garfunkel

The Sound Of Silence

 Simon & Garfunkel - The Sound Of Silence

9 settembre 2001 – 9 settembre 2011 


L’originale


Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

La canzone

La canzone venne originariamente registrata come pezzo acustico per il primo album del duo, Wednesday Morning, 3 A.M., del 1964, ma in seguito furono aggiunte le parti degli strumenti elettrici ed uscì come singolo. Nel 1965 Paul Simon la inserì nel suo primo LP solista registrato a Londra, “The Paul Simon Songbook”. L’anno seguente il singolo scalò lentamente le classifiche e raggiunse il numero uno il giorno di Capodanno del 1966. La canzone fu quindi inclusa nell’album Sounds of Silence (1966).
Nella canzone Paul Simon suona la chitarra acustica, mentre a cantare sono sia lui sia Art Garfunkel.
Inizialmente la canzone era intitolata “The Sounds of Silence”, ed è con questo nome che è apparsa sui primi album e sul singolo. Nelle raccolte successive il titolo fu cambiato in “The Sound of Silence”. Entrambe le forme del nome sono presenti nel testo della canzone.
Il brano fu usato nel film Il laureato, ed appare nei titoli iniziali, nella scena della piscina (esecuzione integrale) e durante la parte finale; inoltre, appare anche nel film Bobby, che narra di alcune persone che si trovavano nell’albergo dove Robert “Bobby” Kennedy fu ucciso, durante le 24 ore antecedenti il delitto. Nel film, la canzone appare dopo l’assassinio. Appare anche nel film Watchmen, durante il funerale di uno dei personaggi, il Comico.
Significato
Sebbene sia diffusa la convinzione che la canzone fosse stata scritta da Paul Simon in seguito all’assassinio del Presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy, avvenuto il 22 novembre 1963, le note di Art Garfunkel sul retro di copertina dell’album “Wednesday Morning, 3 A.M.” indicano che la musica fu scritta nel novembre 1963; il 19 febbraio 1964 “the song practically wrote itself”, “la canzone praticamente si era scritta da sola”[1]. Non si può quindi sostenere con certezza che Simon concepì la canzone come un modo di rappresentare il trauma provato da molti americani causato dall’improvvisa morte di un leader vigoroso e visionario. Piuttosto, come ricorda Garfunkel, il tema della canzone è l’incapacità dell’uomo di comunicare. Il tutto, con un titolo che riprende la ben nota passione di Simon per gli ossimori.
Anni dopo, Paul Simon affermò in un’intervista che il verso iniziale “Hello, darkness my old friend” deriva dal fatto che nel periodo in cui la scrisse trovava conciliante scrivere e comporre stando chiuso e al buio nel bagno della sua abitazione.[2]
Storia
Dopo aver registrato il loro primo album, il duo si sciolse e Simon si recò in Inghilterra per buona parte del 1965, dove si esibì in alcuni concerti da solista, e registrò il pezzo per la seconda volta nel suo LP, nel maggio 1965.
Nel frattempo, il produttore di Simon and Garfunkel alla Columbia Records a New York, Tom Wilson, aveva appreso che la canzone aveva cominciato ad essere trasmessa alla radio a Boston, Massachusetts, Gainesville e a Cocoa Beach, Florida.
Il 15 giugno 1965, subito dopo la registrazione di Like a Rolling Stone di Bob Dylan, sovrappose alla traccia originale di Simon and Garfunkel parti di chitarra elettrica (suonata da Al Gorgoni), basso (Bob Bushnell), e batteria (Bobby Gregg), e ne fece un singolo senza aver nemmeno consultato i due artisti.
La canzone entrò nelle classifiche pop degli USA nel settembre 1965 ed iniziò la sua inesorabile ascesa.



The sound of silence –  Testo – Traduzione
Salve oscurità, mia vecchia amica
ho ripreso a parlarti ancora
perché una visione che fa dolcemente rabbrividire
ha lasciato in me i suoi semi mentre dormivo
e la visione che è stata piantata nel mio cervello
ancora persiste con il suono del silenzio
Nei sogni agitati io camminavo
solo attraverso strade strette e ciottolose
nell’alone della luce dei lampioni
sollevando il bavero contro il freddo
e l’umidità quando i miei occhi
furono colpiti dal flash di una luce al neon
che attraversò la notte…
e toccò il suono del silenzio
E nella luce pura vidi migliaia di persone,
o forse più persone che parlavano senza emettere suoni
persone che ascoltavano senza udire
persone che scrivevano canzoni
che le voci non avrebbero mai cantato
e nessuno osava, disturbare il suono del silenzio
“Stupidi” io dissi, “voi non sapete che il silenzio
cresce come un cancro ascoltate le mie parole che io posso insegnarvi, a
ggrappatevi alle mie braccia che io posso raggiungervi”
Ma le mie parole caddero come gocce di pioggia,
e riecheggiarono, nei pozzi del silenzio
e la gente si inchinava e pregava al Dio
neon che avevano creato.
e l’insegna proiettò il suo avvertimento,
tra le parole che stava delineando. e
l’insegna disse “le parole dei profeti
sono scritte sui muri delle metropolitane
e sui muri delle case popolari.
” E sussurrò nel suono del silenzio


Hello darkness my old friend,
I’ve come to talk with you again
Because a vision softly creeping
left it’s seeds while I was sleeping
And the vision that was planted in my brain
still remains, within the sounds of silence
In restless dreams I walked alone,
narrow streets of cobblestone
‘neath the halo of a streetlamp
I turned my collar to the cold and damp
when my eyes were stabbed by the flash of a neon light
split the night… and touched the sound of silence
And in the naked light I saw
ten thousand people maybe more
people talking without speaking
people hearing without listening
people writing songs that voices never share
noone dare, disturb the sound of silence
Fools said I you do not know,
silence like a cancer grows,
hear my words that I might teach you
take my arms that I might reach you
but my words, like silent raindrops fell…
and echoed in the well of silence
And the people bowed and prayed,
to the neon god they made
And the sign flashed out its warning
in the words that it was forming
And the sign said, “The words of the prophets
are written on the subway walls, and tenement halls
and whisper the sounds of silence.


Giuseppe per il suono del silenzio

#430

 

Asa Larsson – Tempesta solare

Asa Larsson - Tempesta solare

Asa Larsson – Tempesta solare

 Asa Larsson - Tempesta solare

Asa Larsson - Tempesta solareA Kiruna, una terra avvolta nell’eterna notte polare, giace il corpo massacrato del predicatore più famoso della Svezia, morto per la seconda volta. La prima volta era stato investito da un’auto ma si era risvegliato e aveva raccontato del regno fra la vita e la morte. Diventato una star, aveva usato la sua nuova forza per riunificare tre diverse congregazioni in un’unica, potente comunità religiosa. Chiamata dalla sorella della vittima, l’avvocato Rebecka torna alla sua città natale per aiutare l’amica di gioventù, sospettata dell’omicidio. Avvolte dalla neve e dal buio dell’inverno lappone, Rebecka e l’ispettrice di polizia Anna Maria Mella, in avanzato stato di gravidanza, indagano alla ricerca del vero colpevole.

tratto da ibs.it


Åsa Larsson  (Uppsala, 28 giugno 1966) è un avvocato e scrittrice svedese.
Avvocato fiscalista di professione, esercita dal 2003 anche il mestiere di scrittrice.
La fortunata serie di gialli che l’ha resa famosa, vede protagonista un’avvocatessa, Rebecka Martinsson, incoronata da molti quale “regina del giallo scandinavo”.

Asa Larsson - Tempesta solareÅsa Larsson (Uppsala, 28 giugno 1966) è un avvocato e scrittrice svedese.

Avvocato fiscalista di professione, esercita dal 2003 anche il mestiere di scrittrice. La fortunata serie di gialli che l’ha resa famosa, vede protagonista un’avvocatessa, Rebecka Martinsson, incoronata da molti quale “regina del giallo scandinavo”. Il primo libro dell’autrice Tempesta Solare ha vinto nel 2003 il Premio dell’Accademia Svedese come miglior giallo d’esordio. Nel 2004, invece, il suo secondo libro Il sangue versato ha conquistato il Premio dell’Accademia di Svezia per il miglior giallo.


“Tempesta Solare ha tenuto sveglio Stieg Larsson una notte intera. Non riusciva a smettere di leggere” Sköna Hem 


Così recitava la quarta di copertina di questo noir scandinavo, comprato perchè allegato al “Corriere Della Sera” (poi ho scoperto che mi dovevo comprare pure “Oggi“, vabbè pazienza tanto erano 6.90 euro ed è cmq economico per un libro). Avrebbe dovuto tentarmi la cosa, ma io nn ho letto la trilogia Millennium anche se ho visto il primo film e non è stato malaccio, e non conosco per niente questa Sköna Hem! Ho cominciato a leggerlo con una certa prevenzione, sarà mica un polpettone in salsa svedese? (lo so non esiste la salsa svedese ma è una licenza critica). Le giornate sono strane, è un’agosto sui generis: prima caldo africano, poi piogge monsoniche, poi giornate novembrine, in casa si sta bene e quindi si legge. L’inizio è difficile, proprio non riesco ad ingranare, sarà perchè sono freddi questi svedesi? anche se devo ammettere che poi così freddi non lo sono, almeno di carattere, per il clima invece freddo budello, la temperature nel romanzo non è mai salita a più di -10. Poi mi prende, non riesco più a smettere di leggere (sindrome da Stieg Larsson?), lavo i piatti e penso al libro che mi aspetta. Alla fine devo ammettere che è proprio un gran bel libro, per niente banale, pieno di colpi di scena, con un finale inatteso. Quindi ve lo consiglio caldamente.

horsefly


Visto che si parla di lapponi e di freddo leggetevi questo divertente post: 

Freddo?


Giuseppe per la calda Svezia

#429

 

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