Ho imparato…

Paulo Coelho - Ho imparato.....

Paulo Coelho – Ho imparato…..

 

 Paulo Coelho - Ho imparato.....
  • Ho imparato… Che ignorare i fatti non cambia i fatti. 
  • Ho imparato… Che quando vuoi vendicarti di qualcuno lasci solo che quel qualcuno continui a farti del male. 
  • Ho imparato… Che l’amore, non il tempo guarisce le ferite. 
  • Ho imparato… Che il modo più facile per crescere come persona è circondarmi di persone più intelligenti di me. 
  • Ho imparato… Che quando serbi rancore e amarezza la felicità va da un’altra parte. 
  • Ho imparato… Che un sorriso è un modo economico per migliorare il tuo aspetto. 
  • Ho imparato… Che quando tuo figlio appena nato tiene il tuo dito nel suo piccolo pugno ti ha agganciato per la vita. 
  • Ho imparato… Che tutti vogliono vivere in cima alla montagna ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la scali. 
  • Ho imparato… Che è meglio dare consigli solo in due circostanze: quando sono richiesti e quando ne dipende la vita. 
  • Ho imparato… Che la miglior aula del mondo è ai piedi di una persona anziana. 
  • Ho imparato… Che quando sei innamorato, si vede. 
  • Ho imparato… Che appena una persona mi dice, “mi hai reso felice! “, ti rende felice. 
  • Ho imparato… Che essere gentili è più importante dell’aver ragione. 
  • Ho imparato… Che non bisognerebbe mai dire no ad un dono fatto da un bambino. 
  • Ho imparato… Che posso sempre pregare per qualcuno, quando non ho la forza di aiutarlo in qualche altro modo. 
  • Ho imparato… Che non importa quanto la vita richieda che tu sia serio… Ognuno ha bisogno di un amico con cui divertirsi. 
  • Ho imparato… Che talvolta tutto ciò di cui uno ha bisogno è una mano da tenere ed un cuore da capire. 
  • Ho imparato… Che la vita è come un rotolo di carta igienica… Più ti avvicini alla fine, più velocemente va via. 
  • Ho imparato… Che dovremmo essere contenti per il fatto che Dio non ci dà tutto quel che gli chiediamo. 
  • Ho imparato… Che i soldi non possono acquistare la classe. 
  • Ho imparato… Che sono i piccoli avvenimenti giornalieri a fare la vita così spettacolare. 
  • Ho imparato… Che sotto il duro guscio di ognuno c’è qualcuno che vuole essere apprezzato e amato. 
  • Ho imparato… Che il signore non ha fatto tutto in un giorno solo. Cosa mi fa pensare che io potrei? 
  • Ho imparato… Che ogni persona che incontri merita d’essere salutata con un sorriso. 
  • Ho imparato… Che non c’è niente di più dolce che dormire coi tuoi bambini e sentire il loro respiro sulle tue guance. 
  • Ho imparato… Che nessuno è perfetto, fino a quando non te ne innamori. 
  • Ho imparato… Che la vita è dura, ma io sono più duro. 
  • Ho imparato… Che le opportunità non si perdono mai, qualcuno sfrutterà quelle che hai perso tu. Che desidererei aver detto una volta in più a mio padre che lo amavo, prima che se ne andasse. 
  • Ho imparato… Che ognuno dovrebbe rendere le proprie parole soffici e tenere, perché domani potrebbe doverle mangiare. Ho imparato… Che non posso scegliere come sentirmi, ma posso scegliere cosa fare con queste sensazioni. 
  • Lavora come se non avessi bisogno dei soldi 
  • ama come se nessuno ti avesse mai fatto soffrire 
  • balla come se nessuno ti stesse guardando 
  • canta come se nessuno ti stesse sentendo.

Paulo Coelho


Ho imparato che….. non finirò mai d’imparare. 


Giuseppe….. che non impara mai abbastanza.

#434

Cos’è un bacio?

Penna

di Edmond Rostand dal “Cyrano de Bergerac” Atto III Scena X

 

 Libri

Cyrano De Bergerac - Locandina FilmRossana:  Parlavamo di… di un…

 

Cyrano: Bacio. E’ una parola dolce. Non capisco perchè voi non osiate pronunciarla. Se già questo vi fa bruciare tutta, che accadrà poi più avanti? Non abbiate paura. Non avete poco fa, quasi senz’accorgervene, rinunciato a giocare? Non sieta passata senza traumi dal sorriso al sospiro e dal sospiro al pianto? Andate avanti, ancora un poco, senza farci caso, e vedrete: dalle lacrime al bacio non c’è che un brivido..

 

Rossana: Tacete!

 

Cyrano:Un bacio – ma cos’è poi un bacio? Un giuramento un po’ più da vicino, una promessa più precisa, una confessione che cerca una conferma, u’apostrofo Edmond Rostandroseo fra le parole t’amo, un segreto soffiato in bocca invece che all’orecchio, un frammento d’eternità che ronza come l’ali d’un ape, una comunione che sa di fiore, un modo di respirarsi il cuore e di scambiarsi sulle labbra il sapore dll’anima!

 

Rossana: Tacete

 

Cyrano: Un bacio – è così nobile un bacio, che la stess aregina di Francia – la regina! – non ha saputo negarne uno a un lord d’Inghilterra.

 

Rossana: E con questo?

 

Cyrano (esaltandosi): Io sono quel lord – come Buckingam! – come lui v’amo soffrendo in silenzio, mia regina, come lui sono triste e fedele…

Rossana: Che aspetti? sali a cogliere questo fiore ineguagliabile…Cyrano de Bergerac

Cyrano: (spingendo Cristiano verso il balcone) sali.

 

Rossana: Questo sapore di cuore…

 

Cyrano (sempre a Cristiano): Sali!

 

Rossana: Questo ronzio d’api…

 

Cyrano (a Cristiano): Sali….

Cristiano e Rossana si abbracciano e si baciano.

 

Cyrano: Che strana sensazione! Un bacio – l’amore pranza ed io, come Lazzaro, raccolgo le briciole nel buio. Ma sì, sento che un pò di questo bacio mi appartiene, perchè su quelle labbra Rossana bacia le parole che ho detto io…


Il “Cyrano de Bergerac” opera illuminante di Rostand, prima di Disney con “Bella e la bestia”, fonte per la “pupa e il secchione”, analisi per Quasimodo che ama Esmeralda, turbamenti giovanili che marchiano l’anima per tutta la vita. Cyrano, deforme nelle froge ma nobile d’animo; Cristiano bellimbusto e  decerebrato, Rossana, che come tutte le donne non sa cosa scegliere: bellezza o cervello? soldi o amore? Per una volta non esprimo una mia opinione, stimolo solo la curiosità e la ricerca, per saperne di più cliccate qui. 


Giuseppe, come al solito, tafano socratico.

#433

 

Asa Larsson – Tempesta solare

Asa Larsson - Tempesta solare

Asa Larsson – Tempesta solare

 Asa Larsson - Tempesta solare

Asa Larsson - Tempesta solareA Kiruna, una terra avvolta nell’eterna notte polare, giace il corpo massacrato del predicatore più famoso della Svezia, morto per la seconda volta. La prima volta era stato investito da un’auto ma si era risvegliato e aveva raccontato del regno fra la vita e la morte. Diventato una star, aveva usato la sua nuova forza per riunificare tre diverse congregazioni in un’unica, potente comunità religiosa. Chiamata dalla sorella della vittima, l’avvocato Rebecka torna alla sua città natale per aiutare l’amica di gioventù, sospettata dell’omicidio. Avvolte dalla neve e dal buio dell’inverno lappone, Rebecka e l’ispettrice di polizia Anna Maria Mella, in avanzato stato di gravidanza, indagano alla ricerca del vero colpevole.

tratto da ibs.it


Åsa Larsson  (Uppsala, 28 giugno 1966) è un avvocato e scrittrice svedese.
Avvocato fiscalista di professione, esercita dal 2003 anche il mestiere di scrittrice.
La fortunata serie di gialli che l’ha resa famosa, vede protagonista un’avvocatessa, Rebecka Martinsson, incoronata da molti quale “regina del giallo scandinavo”.

Asa Larsson - Tempesta solareÅsa Larsson (Uppsala, 28 giugno 1966) è un avvocato e scrittrice svedese.

Avvocato fiscalista di professione, esercita dal 2003 anche il mestiere di scrittrice. La fortunata serie di gialli che l’ha resa famosa, vede protagonista un’avvocatessa, Rebecka Martinsson, incoronata da molti quale “regina del giallo scandinavo”. Il primo libro dell’autrice Tempesta Solare ha vinto nel 2003 il Premio dell’Accademia Svedese come miglior giallo d’esordio. Nel 2004, invece, il suo secondo libro Il sangue versato ha conquistato il Premio dell’Accademia di Svezia per il miglior giallo.


“Tempesta Solare ha tenuto sveglio Stieg Larsson una notte intera. Non riusciva a smettere di leggere” Sköna Hem 


Così recitava la quarta di copertina di questo noir scandinavo, comprato perchè allegato al “Corriere Della Sera” (poi ho scoperto che mi dovevo comprare pure “Oggi“, vabbè pazienza tanto erano 6.90 euro ed è cmq economico per un libro). Avrebbe dovuto tentarmi la cosa, ma io nn ho letto la trilogia Millennium anche se ho visto il primo film e non è stato malaccio, e non conosco per niente questa Sköna Hem! Ho cominciato a leggerlo con una certa prevenzione, sarà mica un polpettone in salsa svedese? (lo so non esiste la salsa svedese ma è una licenza critica). Le giornate sono strane, è un’agosto sui generis: prima caldo africano, poi piogge monsoniche, poi giornate novembrine, in casa si sta bene e quindi si legge. L’inizio è difficile, proprio non riesco ad ingranare, sarà perchè sono freddi questi svedesi? anche se devo ammettere che poi così freddi non lo sono, almeno di carattere, per il clima invece freddo budello, la temperature nel romanzo non è mai salita a più di -10. Poi mi prende, non riesco più a smettere di leggere (sindrome da Stieg Larsson?), lavo i piatti e penso al libro che mi aspetta. Alla fine devo ammettere che è proprio un gran bel libro, per niente banale, pieno di colpi di scena, con un finale inatteso. Quindi ve lo consiglio caldamente.

horsefly


Visto che si parla di lapponi e di freddo leggetevi questo divertente post: 

Freddo?


Giuseppe per la calda Svezia

#429

 

Pablo Neruda – Ho fame della tua bocca

Pablo Neruda - Ho fame della tua bocca

Pablo Neruda

Ho fame della tua bocca

Filosofia - Enigma

Ho fame della tua bocca, della tua voce, dei tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso, non mi sostiene il pane,
l’alba mi sconvolge, cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.

Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.
Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell’aitante volto,
voglio mangiare l’ombra fugace delle tue ciglia
e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe

[Pablo Neruda]


Giuseppe per la fame… d’amore.

#419

New moon

Eros e Thanatos

Eros e Thanatos

 

 New moon

Eros e Thanathos
“Dall’erotismo di un freddo bacio,
istantaneamente tramutato in orgasmo fatale,

vittima e carnefice percorrono la legge dando vita al dualismo piacere dolore,

amore odio, vita morte.Ecco che la luce giunge, dal buio della foresta;

due occhi gialli si inebriano di narcisismo e potere,

di furia e freddezza, di oscurità e atroce bellezza.

Trauma e paura nelle grida della vittima..

Desiderio ed istinto nel coito del rapace.

In un rapporto che nulla ha di banale il sangue sgorga dai corpi orgasmanti,

quasi come burattini in preda a forze arcane che pochi conoscono.

L’ultimo amplesso dona l’energia,

’ultimo amplesso dona la morte.

La coppa si innalza colma di oscuri segreti che mai saranno svelati all’uomo indignato.”

[ E l i z a b e t h   B a t h o r y ] 


Giuseppe…..vampiresco.

#316

I Passi Dell’amore

I Passi Dell'amore - Nicholas Sparks

I Passi Dell’amore - Nicholas Sparks

 I Passi Dell'amore - Nicholas Sparks

L’amore è sempre paziente e gentile, non è mai geloso… L’amore non è mai presuntuoso o pieno di se, non è mai scortese o egoista, non si offende e non porta rancore. L’amore non prova soddisfazione per i peccati degli altri ma si delizia della verità… è sempre pronto a scusare, a dare fiducia, a sperare e a resistere a qualsiasi tempesta.

I passi dell’amore è un romanzo scritto da Nicholas Sparks nel 1998, pubblicato in Italia dall’editore Frassinelli nel 1999

Attraverso un lungo flash-back Nicholas Sparks racconta la storia di Landon Carter, un adolescente giovane, bello, ma piuttosto ribelle per l’America degli anni Cinquanta. In bilico tra l’assenza di un padre mai conosciuto davvero e gli scambi di battute con compagnie poco prestigiose,Landon si vede costretto a frequentare il corso di teatro, dove incontra Jamie Sullivan, la figlia del reverendo, una ragazza dolce e sensibile ma soprattutto diversa: sempre desiderosa di aiutare il prossimo, spesso immersa nella lettura della Bibbia. Il ballo di inizio anno si avvicina ma Landon non ha trovato nessuna ragazza disposta ad accompagnarlo, così si rivolge a Jamie che accetta a patto che lui non s’innamori di lei.I due iniziano, così, a frequentarsi, seppure Landon non provi nessun sentimento nei confronti della giovane. Le prove a teatro si fanno sempre più numerose e il giorno della prima lo spettacolo riscuote un successo inaudito, mentre Landon sembra notare per la prima volta l’angelica bellezza di Jamie. Da qui in poi avviene l’inevitabile: il giovane Carter si innamora della ragazza docile e matura e per quanto assurdo possa sembrare, lei ricambia il suo sentimento. I due vivono una meravigliosa storia d’amore interrotta, però, da una realtà ingiusta e inaspettata. Jamie sta morendo. La leucemia consuma ogni fibra del suo corpo, ma prima di morire, Landon riesce a regalarle ciò che più desiderava: un matrimonio felice, in una chiesa gremita di persone.


Giuseppe per l’amore puro.

#301

Niccolò Ammaniti – Io e Te

Niccolò Ammaniti  Io e Te / Branchie

Niccolò Ammaniti 
Io e Te / Branchie

 Niccolò Ammaniti  Io e Te / Branchie

Niccolò Ammaniti  Io e Te / BranchieBarricato in cantina per trascorrere di nascosto da tutti la sua settimana bianca, Lorenzo, un quattordicenne introverso e un po’ nevrotico, si prepara a vivere il suo sogno solipsistico di felicità: niente conflitti, niente fastidiosi compagni di scuola, niente commedie e finzioni. Il mondo con le sue regole incomprensibili fuori della porta e lui stravaccato su un divano, circondato di Coca-Cola, scatolette di tonno e romanzi horror. Sarà Olivia, che piomba all’improvviso nel bunker con la sua ruvida e cagionevole vitalità, a far varcare a Lorenzo la linea d’ombra, a fargli gettare la maschera di adolescente difficile e accettare il gioco caotico della vita là fuori. Con questo racconto di formazione Ammaniti aggiunge un nuovo, lancinante scorcio a quel paesaggio dell’adolescenza di cui è impareggiabile ritrattista. E ci dà con Olivia una figura femminile di fugace e struggente bellezza.


Tratto da IBS.it


Niccolò Ammaniti  Io e Te / BranchieProtagonista è un ragazzo che fabbrica acquari e studia il comportamento dei pesci. Malato di cancro, si trascina abulico da una festa all’altra al seguito di una fidanzatina, nei quartieri alti di Roma. Finché gli arriva una proposta curiosa: trasferirsi in India e costruire un acquario per una misteriosa signora. L’India di Ammaniti si rivela un continente fragorosamente eccessivo, che sembra nato da una mente eccitata e febbricitante. Succede di tutto: il ragazzo è sequestrato da una banda di arancioni, si unisce a un gruppo di musicisti che vivono sottoterra, viene sedotto da una ragazza che vive in un castello, e scopre che la signora capeggia una banda di delinquenti specializzati in trapianti di organi prelevati ad indiani vivi.

Tratto da IBS.it


In una settimana ho letto due libri di Niccolò Ammaniti, forse il nostro maggior scrittore del genere pulp.  Due giudizi completamente opposti per i due libri.
Ho letto prima “Branchie”, non mi è piaciuto per niente. Niccolò Ammaniti  Io e Te / BranchieLo so, è il suo primo libro mentre faceva ancora lo studente e quindi non era maturo. E’ quello squisitamente più di genere pulp,  il plot poteva essere anche carino ed originale, ma  l’ambientazione in una New Dahli 
ciociara-littoria-romana non mi è sembrata una trovata geniale.  Girare per New Dhali e descrivere Roma o Latina mi ha quasi infastidito. Anche certi personaggi erano decisamente “eccessivi”.  Forse è colpa mia, ho un rapporto con il genere pulp di amore ed odio, mi succede anche con i film di Tarantino, non sarebbero il mio genere, ma mi sorprendo a guardarli ogni volta che li danno in tv, e peggio ancora a comprare i DVD. Troppo sangue e troppa merda (è pulp non dimentichiamolo) ma mi attirano come una mosca alla…. Vabbè avete capito, visto che si parla di pulp.

Un po’ prevenuto dalla lettura precedente mi sono avvicinato a “Io e te”, una gran bella scoperta, un libro delicato, pieno d’amore, e anche molto originale (anche se il tema di ritirarsi in una cantina è un dejà vu).  L’amore fraterno che finalmente si rivela, il richiamo del sangue al quale nessuno di noi può resistere, sono stati trattati con ironia e delicatezza. La rimozione del trauma infantile che emerge da una seduta quasi psico-analitica con lo sorellastra e non con soloni della psico-analisi che ti fanno sdraiare sui loro costosissimi lettini, è una bella trovata. La risoluzione del complesso per uno e l’affondare nelle proprio debolezze per l’altra. E poi il finale davvero molto bello.
Alla fine Ammaniti Vs Ammaniti è finita con un pareggio: 1 a 1! 

horsefly


Giuseppe per il pulp/splash e il post-pulp

#291

 

Andrea Camilleri – L’intermittenza

Volto enigma

Andrea Camilleri – L’intermittenza

 

 libri

Andrea Camilleri - L'intermittenzaUna grande azienda, la Manuelli, che sostiene l’economia del Paese e dà lavoro a migliaia di operai. Il suo presidente, vecchio padre della rinascita industriale italiana. Il figlio di lui, inetto e velleitario. Il direttore del personale, abile e cinico. E il direttore generale, il solo a non mostrare cedimenti: Mauro De Blasi. Su questa realtà si allunga l’ombra della crisi: e allora bisogna tagliare e cassintegrare, trattare con ministri e sottosegretari, fronteggiare sindacalisti e occupazioni. Ma la Manuelli tiene botta, anzi, fiuta l’affare: si tratta dell’azienda Birolli, il cui proprietario è assillato dai creditori e pronto a svendere tutto pur di salvarsi. Un solo bene nemmeno il curatore fallimentare potrebbe togliergli: la nipote Licia, superbo esemplare di femmina determinata, intelligente e sensuale. Ancora una volta Mauro De Blasi si dimostra più furbo di tutti anche se c’è qualcosa, uno strano fenomeno, che inizia a manifestarsi con inquietante frequenza nelle sue giornate: l’intermittenza. Un thriller finanziario spietato, un dramma che ha il passo implacabile che Camilleri ci ha già mostrato in “Un sabato, con gli amici”, quando i suoi personaggi appaiono scolpiti con scabra efficacia, quasi con crudeltà, rastremati attorno alle pure motivazioni del loro agire: l’odio, il desiderio, la vendetta, il potere.

Tratto da IBS


Libro scritto completamente in italiano a differenza del suo solito “gramelot” siculo-italiano. Sembra di sfogliare la stampa quotidiana, ovviamente non quella di regime, asservita al più bieco servilismo che si ricordi a memoria d’uomo. Come al solito a condurre il gioco è la solita élite che detiene i famosi poteri forti: comunicazione, economia, istruzione e religione. La finanza, colpevole dell’ormai celeberrima “crisi”, spadroneggia impunita. Gli squali dell’economia navigano in acque melmose impunemente. Il potere politico e religioso ovviamente tengono bordone. Non mancano le figure femminili, molto attuali. Moglie decerebrate, bellissime, dalle cosce lunghe più del loro cervello (profetiche le frasi del nostro premier quando paragona la bellezza con l’intelligenza delle donne della classe politica avversa). Segretarie vittime dell’ormone e della decadenza neuronale, un vero cliché.  Donne rampanti in carriera che ovviamente usano la loro bellezza e più ancora il loro corpo come strumento per il raggiungimento del successo.
I soliti lavoratori sfigati, che salgono, inutilmente, sui tetti delle loro fabbriche per evitare una delocalizzazione sempre più inevitabile ma solo per gli appetiti e l’ingordigia di una classe imprenditoriale che ha dismesso l’etica e la morale come i suoi capannoni ormai obsoleti.
Le solite trame di potere che oramai conosciamo da decenni. La buonanima di Cossiga dava anche lezioni agli epigoni ministri degli interni su come organizzare e infiltrare nelle sacrosante rivendicazioni agenti statali.
Insomma la solita politica del “facimm ammuina” della nostra classe politica che affonda le sue origini più che nella corte Sabauda in quella di Franceschiello.
Bel libro, vale davvero la pena di leggerlo per farsi un’idea del costume dell’attuale italietta.
E ancora non era arrivato il tempo del “bunga bunga”…. (sic!)
Colpo di scena nelle ultime 3 righe del libro che ovviamente non vi svelo.  Ma allora Dio esiste!

horsefly


Giuseppe per la lettura.

#284

 

Michela Murgia – Accabadora

Libri

Michela Murgia – Accabadora

(Vincitore Premio Campiello 2010 – XLVIII Edizione)

 Penna

 Michela Murgia - Accabadora   (Vincitore Premio Campiello 2010 - XLVIII Edizione)Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero  che a Soreni si fa fatica a comprendere. Lavecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure è così semplice: Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno. Quarta figlia femmina di madre vedova, Maria è abituata a pensarsi, lei per prima, come “l’ultima”. Per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. “Tutt’a un tratto era come se fosse stato sempre così, anima e fili’e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia”. Eppure c’è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c’è un’aura misteriosa che l’accompagna, insieme a quell’ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. Quello che tutti sanno e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell’accabadora, l’ultima madre.

Tratto da IBS.IT


Michela Murgia è nata a Cabras nel 1972. Nel 2006 ha pubblicato con Isbn Il mondo deve sapere, il diario tragicomico di un mese di lavoro che ha ispirato il film di Paolo Virzì, Tutta la vita davanti. Per Einaudi ha pubblicato nel 2008 Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell’isola che non si vede e nel 2009 il romanzo Accabadora.


Michela MurgiaLeggere questo libro e precipitare nella propria nfanzia. Per fortuna anch’io sono nato in un piccolo paese, di una realtà rurale carica di significati antropologicamente alti.  Sono stato l’ultimo – forse – a vedere le ampie gonne plissettate delle vecchie del paese o almeno di una delle mie nonne, l’altra era troppo avanti per rimanere schiava di tradizioni che stavano inesorabilmente tramontando. L’ultimo che ancora sentiva aleggiare nei discorsi degli adulti di fatti che non erano di questo mondo, un contatto diretto con l’aldilà o con il soprannaturale. La morte che, come un avvenimento ineluttabile, veniva esorcizzato in vari modi. E’ strano, la morte era un avvenimento molto famigliare e compreso dai più, ma aveva sempre una manifestazione tragica quando avveniva. Non ho mai visto le “piangine” di professione, ma era la rete di conoscenze sociale che sopperiva e l’impianto della commedia greca era sempre presente con il coro tragico.  

Realtà rurale periferica quindi anche tanta povertà. L’istituto del “Fillus de animaera presente anche dalle mie parti solo che si chiamava “figl’n’sant”. Un affido ante-litteram, che sopperiva le carenze di uno stato sociale ancora molto debole. E tutto era naturale. La famiglia, di solito operaia o contadina poverissima, affidava uno dei suoi tanti figli ad un parente ricco, un notabile o semplicemente un benestante, che lo cresceva come suo senza però estirparlo dal nucleo di provenienza. Forse era semplicemente buon senso, cosa che sembra mancare in questo periodo per quanto riguarda l’affido o l’adozione.

E l’eutanasia? Argomento troppo delicato da affrontare, troppo legato alle singole coscienze, la verità assoluta sull’argomento non esiste.

horsefly


Giuseppe per la lettura… sarda.

#266

Paolo Giordano – La solitudine dei numeri primi

Penna

La solitudine dei numeri primi

Paolo Giordano

 

 Libri

Il romanzo racconta la storia di due persone, entrambe torinesi, Alice Della Rocca e Mattia Balossino, le cui vitePaolo Giordano - La solitudine dei numeri primi vengono gravemente segnate da vicende accadute nella loro infanzia. Sebbene Torino non sia mai menzionata in modo esplicito, vengono fatti riferimenti alla chiesa della Gran Madre, dove si svolge il matrimonio di Viola Bai, ed alla basilica di Superga.

Alice viene presentata come una bambina di sette anni che pur odiando la scuola di sci e non mostrando alcuna attitudine particolare per questo sport, viene costretta a frequentarne un corso dal padre, che nutre grandi aspettative nei suoi confronti. Una mattina, Alice si separa dal resto del gruppo e, nel tentativo di tornare a valle, finisce in un dirupo rimanendo gravemente ferita. La ragazza rimarrà zoppa per il resto della vita.

Mattia è un bambino dotato ed intelligentissimo, al contrario della gemella Michela che invece è affetta da una forma di ritardo mentale. Isolato dal resto dei coetanei per via della sua “scomoda” sorella, Mattia vive la propria infanzia in solitudine. Poi, un giorno, per poter partecipare alla festa di compleanno di un compagno di classe, lascia la sorella in un parco, pensando di andarla a riprendere più tardi. Ma al suo ritorno Michela è scomparsa, probabilmente annegata in un fiume vicino.

Questi avvenimenti segnano profondamente la vita dei due ragazzi. Il racconto si sposta nel periodo della loro adolescenza: Alice soffre di anoressia ed è snobbata dai ragazzi per la zoppia. Con una vita sociale pressoché nulla, Alice attira l’attenzione di Viola Bai, compagna di classe molto popolare, che decide di ammetterla nel proprio giro di amicizie. Grazie all’incoraggiamento di Viola, Alice conosce Mattia. Quest’ultimo è un ragazzo problematico: non ha alcun interesse nelle interazioni sociali e ha una malsana attitudine all’autolesionismo.

Alba Rohrwacher: Alice Della Rocca Luca Marinelli: Mattia BalossinoAlice e Mattia stringono un’amicizia particolare: ognuno svolge la propria esistenza autonomamente, ma ogni volta tornano a cercarsi. Continuano a frequentarsi anche dopo il liceo, quando Mattia si iscrive a matematica e Alice sviluppa la propria passione per la fotografia. Nel frattempo, Fernanda, la madre di Alice, si ammala di un tumore e viene fatta ricoverare in ospedale. Lì, Alice conoscerà Fabio Rovelli, un giovane medico. Mattia intanto consegue la laurea ed ottiene un prestigioso posto di lavoro in Scandinavia, che non sa se accettare. In questo periodo della sua vita, Mattia racconta per la prima volta ad Alice la storia di Michela, e per la prima volta i due ragazzi si scambieranno un bacio. Ciò nonostante un litigio fra Alice e Mattia convince il ragazzo a partire. Alla fine Fernanda muore ed Alice sposa Fabio, mentre Mattia vive in Scandinavia in solitudine.

Il matrimonio tra Fabio ed Alice declina lentamente: Fabio infatti vuole un figlio da Alice, ma lei, non avendo più le mestruazioni da anni per via dell’anoressia, non può restare incinta. La coppia si separa e Alice cade in depressione. Nel frattempo Mattia esercita in Scandinavia la professione di insegnante di topologia algebrica e conosce un collega, Alberto, anch’esso italiano. I due fanno un’importante scoperta che riguarda l’algebra e vanno a festeggiare a casa di Alberto. Lì, Mattia conosce una donna, Nadia, amica del collega, con cui passerà una notte di sesso. Alice decide di tornare in ospedale a chiarire il rapporto con Fabio, però vede una ragazza che somiglia molto a Mattia, e che ad Alice fa tornare in mente Michela, la gemella scomparsa. Nonostante non sia sicura di quanto ha visto, Alice decide di avvisare Mattia.

Mattia, pur non sapendo di cosa si tratti, accorre all’invito di Alice di raggiungerla e torna in Italia. Alice non trova il coraggio di raccontare a Mattia ciò che credeva di aver visto, ma i due amici passano un pomeriggio insieme e approfittando di un momento, la ragazza lo bacia, scoprendo così di essere ancora innamorata di lui. Nonostante ciò non riescono a superare il muro di solitudine che li separa, e Mattia ripartirà senza che il loro rapporto abbia avuto alcuno sviluppo.

I due ragazzi sono infatti paragonati a due numeri primi gemelli (i numeri primi che differiscono tra loro di due): accomunati dalle stesse particolarità, attratti l’uno verso l’altra, non riescono mai ad unirsi, separati da un solo invalicabile ostacolo.

Tratto da Wikipedia 


Ho appena finito di leggere il libro, dentro di me è rimasto un senso d’incompiuto. Sono di quelli che odiano i lieto fine nei romanzi o nei film, stavolta però mi è mancato. Come avrei voluto che Alice ritrovasse Michela e liberasse Mattia dai demoni che lo affliggono. Però la vita è così e non sempre c’è il lieto fine.  Ho compreso fino in fondo la solitudine di Mattia, liberarsi dei fantasmi dell’infanzia è davvero impossibile se sono di quelle dimensioni. Alice è un personaggio più complesso, come tutte le donne in genere. Il trauma che ha vissuto spiega, ma solo in parte il suo atteggiamento. Potrebbe, se solo lo volesse realmente, essere finalmente felice ma non ne ha il coraggio o meglio secondo me è preda di una pigrizia dell’anima che la tiene calda nel suo bozzolo di sofferenze. Non aggiungo altro, vi lascio alla lettura di questo libro che vi consiglio, si legge tutto d’un fiato e alla fine dentro rimangono forti emozioni. Emozioni che variano sicuramente da lettore a lettore ma di sicuro vale la pena di leggerlo. 

Giuseppe per i numeri primi gemelli

#234

 

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