Perché spendiamo tanto al Supermercato?

Carrello - Spesa - Costo

I trucchi dei supermarket per farci spendere di più

Suggestioni e ”nascondino”

 Carrello - Spesa - Costo
Carrello spesa Carrello Stracolmo

A chi non è capitato, appena uscito dal supermercato, di guardare incredulo lo scontrino e pensare: “Ma come ho fatto a spendere così tanto?”. E non è colpa di un prodotto “battuto” due volte dalla cassiera o inserito senza lo sconto.

Se questa situazione vi suona familiare non allarmatevi: siete in buona compagnia. La responsabilità di quel conto più salato del previsto non è infatti imputabile solo a una semplice disattenzione o al fatto di essersi lasciati tentare da un prodotto. Il primo colpevole del nostro carrello strabordante si chiama marketing.

Per spingerci a comprare di più, i supermercati delle grandi catene di distribuzione mettono infatti in atto delle strategie di condizionamento psicologico. Un insieme di sottili tattiche di persuasione alle quali anche le persone più dotate di autocontrollo faticano a resistere.

Qualche esempio? I prodotti più costosi sono posizionati all’altezza degli occhi, il pane e il latte si trovano sempre alla fine del supermercato, la frutta e la verdura occupano lo spazio all’inizio del market. Il tour degli acquisti inutili continua anche quando si aspetta in fila per pagare: il breve percorso che ci separa dalla cassa è spesso costellato di espositori di cioccolatini, caramelle e snack.

Un caso? “Certo che no. Nei punti vendita della grande distribuzione nulla lo è”, spiega Antonella Carù, docente di Marketing esperienziale all’Università Bocconi di Milano. “Da un lato si cerca di attrarre i clienti con le promozioni, dall’altro invece si lavora sul cosiddetto marketing esperienziale. La capacità del negozio di far vivere al cliente un’esperienza piacevole che influirà sulle sue abitudini di consumo”.

Il condizionamento comincia nel momento in cui si varca la soglia. Quasi tutti i supermercati espongono come primo prodotto la frutta e la verdura. “La visione di questi alimenti, così belli e colorati, dà l’impressione di trovarsi in un luogo sano e di qualità. Tutto è disposto per far sembrare l’ambiente il più simile possibile a un piccolo mercato” rivela Carù.

Lo stesso avviene, secondo uno studio condotto dall’associazione di consumatori inglesi “Which?”, con le aree panetteria, pescheria, macelleria, gastronomia. Lo scopo è di dare l’idea che il supermercato sia serio e affidabile come potrebbe esserlo un piccolo negozio di quartiere.

Shopping - Buste Shopping

“I grandi supermercati – spiega Antonella Carù – studiano le abitudini di consumo dei clienti per prevederne e condizionarne le scelte. Le ricerche vanno dal modo in cui è meglio disporre i reparti alimentari fino alla posizione del singolo prodotto sullo scaffale. In genere il criterio più usato è quello dell’occasione d’uso”. Questo spiega ad esempio perché spesso il caffè si trova vicino al latte. “Il cliente verrà inconsciamente spinto a comprarli entrambi anche se magari gliene serve solo uno dei due”.

Nemmeno la posizione di pane, sale, zucchero e altri alimenti considerati di prima necessità è casuale. In quasi tutti i supermercati questi prodotti si trovano alla fine del negozio o in scaffali poco visibili. La ragione – spiega la professoressa Carù – è che “in questo modo il consumatore è costretto a cercarli, e, di conseguenza, a rimanere più a lungo nel punto vendita, aumentando così le possibilità di fare acquisti impulsivi”.

Lo stesso rischio che il cliente corre con le merci “ad altezza occhi”. Questi prodotti sono quasi sempre i più costosi o appartenenti al marchio dalla catena. Vengono posizionati in questo modo per attrarre più facilmente il consumatore. Un’altra posizione privilegiata è quella delle cosiddette “testate di gondola”, cioè l’inizio delle corsie. Qui i supermercati collocano le offerte speciali o i nuovi articoli da lanciare. “Le catene della grande distribuzione – spiega ancora Carù – conducono studi sul percorso dei consumatori all’interno del punto vendita per capire dove è meglio posizionare i prodotti”. Lo scopo è sia quello di sfruttare al meglio lo spazio, sia quello di spingere il cliente verso un tragitto prestabilito.

A condizionare gli spostamenti del consumatore sono anche gli enormi cartelli con la scritta “speciale” o “offerta”. Questi segnali spingono inconsciamente il cliente a pensare che se un prodotto viene definito così, non può non essere buono o conveniente. A rafforzare questa idea, contribuisce anche il colore rosso. Una tonalità, ha notato “Which?”, che attira la nostra attenzione. Il giallo, invece, richiama il colore del grasso evocando all’istante la sensazione della fame.

Shopping - Bags - Sconti - Sale Shopping – Bags – Sconti – Sale

E se anche il povero consumatore fosse riuscito ad arrivare indenne alla cassa, senza nemmeno un prodotto in più rispetto a quelli che si era prefissato di acquistare, è proprio lì che il marketing ha in serbo l’attacco finale. Caramelle, cioccolatini, snack, riviste e bibite riempiono, infatti, gli espositori davanti ai quali i clienti, annoiati e stanchi, aspettano il proprio turno.

Contro questo stratagemma si sta battendo il sito specializzato in tematiche alimentari, Il fatto alimentare. Attraverso una petizione su Change.org, il sito ha infatti lanciato la campagna “Stop a dolci, caramelle e snack venduti alle casse dei supermercati”. L’appello è stato rivolto alle più importanti catene: Coop, Conad, Esselunga, Auchan, Carrefour, Simply, Eurospin, Lidl, Il Gigante, Pam, Iper, Billa, Crai, Unes, Selex, Sma, Gruppo Lombardini, MD Market, LD Market, Supersigma, NaturaSì.

“Questa zona – spiega il vicedirettore Dario Dongo - è molto importante per i supermercati. È qui infatti che si registra il più alto numeri di acquisti d’impulso. Dolciumi e caramelle attirano soprattutto i bambini che, complice la noia dell’attesa, fanno i capricci per averli. Una strategia di marketing molto pericolosa se si pensa che quasi il 30% della popolazione è in sovrappeso e si corrono ancora più rischi durante l’infanzia”.

I dolci alle casse sono già spariti in tutti i negozi della catena Tesco in Gran Bretagna, in quelli della catena Lidl in Svizzera. Mentre in Nuova Zelanda, dopo le proteste di numerose associazioni di consumatori, le più importanti aziende della grande distribuzione stanno valutando la possibilità di sostituire il cosiddetto junk food con prodotti sani come noci, frutta secca e succhi di frutta biologici.

di Silvia Pasqualotto – Tratto da: Kataweb.it


Vi è mai capitato di andare al supermercato per comprare “solo”: il pane, il latte e la marmellata per la colazione? E di uscire dal supermercato con: una compilation di canti popolari uzbeki (esiste una nazione che si chiama Uzbekistan?), la macchina per fare i waffel (880 euro), l’ombrello per il cane (che non avete) e 300 metri di merletti di Murano (si lo so a Murano fanno i vetri e i merletti in realtà sono cinesi!)? ECCO PERCHE’ ACCADE!!!!


Giuseppe per l’economia… domestica

#881

 

Al supermercato: donna contro uomo

Carrello Spesa

Al supermercato: donna contro uomo

Carrello Spesa

Smile

Umorismo e Guerra dei sessi: lettura maschilista sulle differenze tra uomo e donna nel fare la spesa


Procedura maschile al supermercato. L’uomo..

  • Entra a colpo sicuro nelle porte automatiche scorrevoli.
  • Ruba un carrello alla prima donna in catalessi davanti ad una vetrina.Carrello Spesa
  • Segue le indicazioni delle frecce per il supermercato.
  • Legge la lista della spesa (che comprende 5 voci di cui le prime tre sono patatine, birra e cioccolata)
  • Mette nel carrello la metà delle spese elencate nella lista.
  • Raggiunge le casse.
  • Paga.
  • Esce.

Procedura femminile. La donna..

tralascio volutamente la lunga parte relativa al trucco e al make-up stile “devo andare a un gala”..

  • Vuole entrare a tutti i costi dalle uniche porte scorrevoli NON FUNZIONANTI…
  • Segue il primo uomo che arriva e imita DA CHE PARTE entra.
  • Ingaggia una lotta col fango con altre 3 donne che hanno avvistato il medesimo carrello.
  • Trova la prima superficie riflettente e si da una sistemata.
  • Controlla stato dei graffi sul viso, messa in piega, si cambia la camicia strappata.
  • Segue le indicazioni delle frecce “Gioielleria“.
  • Si ferma per 10 minuti davanti alle vetrine in rispettoso silenzio.
  • Esce dalla trance e seguire le frecce “Scarpe e Borse”.
  • Entra nel negozio.Donna supermercato
  • Prova TUTTI i modelli di scarpe e borse disponibili (anche i numeri non suoi)
  • Non acquista niente e si lascia alle spalle una montagna di scatole aperte (e un commesso in lacrime)
  • Esce
  • Segue le indicazioni delle frecce “Abbigliamento”.
  • Si tiene in allenamento squadrando da cima a fondo tutti i difetti delle altre donne
  • Le boccia regolarmente tutte (”La minigonna alla sua età !” – “Che vacca!” – “Non HA STILE!” – “Ma quanto è truccata!”, etc.)
  • Pausa incipriamento naso
  • Intravedere la vetrina delle PELLICCE.
  • Si auto-convince psicologicamente a sorpassare la vetrina (anche perchè è luglio).
  • Avvista la profumeria.
  • Entra.
  • Riesce ad acquistare a caso profumi, gel anticellulite, rossetti di colori mai uditi prima, fard, fondotinta e altri accessori in offerta
  • Richiede insieme agli acquisti, campioncini gratuiti di varia e INDISPENSABILE utilità .
  • Paga con la carta di credito (del marito)
  • Esce
  • Si appropinqua al il negozio “Abbigliamento”.
  • Entra.
  • Trance.
  • Per essere sicura di vedere bene i colori si fa accompagnare fuori alla luce del sole Shoppingalmeno 30 volte
  • Si impietosisce solo a seguito di collasso con stramazzamento al suolo della persona che la sta servendo nel negozio.
  • Capisce che è il caso di acquistare qualcosa: si presenta alla cassa con un paio di collant.
  • Esce.
  • Torna indietro perchè ha lasciato sul bancone il resto
  • Segue le frecce “Reparto Alimentari”.
  • Entra con il fiatone nel reparto perchè leggermente in ritardo…
  • Punta come uno missile patriot sul bersaglio: le OFFERTE (paghi 4 prendi 2…).
  • Mette nel carrello tutto quello che CI ENTRA o che LUCCICA o che reca la scritta IN OFFERTA.
  • Paragona i prezzi di prodotti diversi (zucchine col detersivo, ecc.)
  • Mette nel carrello quello SCADUTO.
  • Con la scusa di acquistare dei Findus infila la testa nel freezer.
  • Prestando attenzione a non incollarsi le labbra su qualche surgelato riesce a RINNOVARE il rossetto sulle labbra.
  • Raggiunge le casse.
  • Paga & e trasale
  • Esce
  • Si avvia fuori dal centro commerciale allo SPEGNIMENTO delle ultime luci.
  • Cerca disperatamente dove ha lasciato la propria vettura.
  • Percorre il parcheggio semi-deserto per quattro volte.
  • Avvista l’auto dopo esserci passata DAVANTI solo 2 volte.
  • Parte in gran carriera alla volta della propria abitazione prima che la famiglia sporga denuncia…
  • Fa retromarcia e recupera le borse della spesa.
  • Finalmente riparte.

Giuseppe per la coop :)

#554

Shopping time

Carrello Spesa

Shopping time – Tipi da… supermercato

 

 Carrello Spesa

Separatore Arancione

Nei supermercati, guardo sempre nei carrelli degli altri, analizzo i carrelli delle persone e cerco di immaginare le loro piccole abitudini domestiche.

Molto frequente la salutista, carrello pieno di cibo bio, naturale, frutta improbabile per origine, bibite assolutamente salutari. Quella spesa mette assolutamente malinconia, vista anche l’esiguità delle quantità. La salutista però è sempre ben truccata, sotto i vestiti si possono intravvedere muscoli guizzanti frutto di ore ed ore in palestra a fare pilates. La salutista ha quasi sempre capi firmati addosso, è ricercata nel parlare e alla cassa è molto gentile con la cassiera, dopo aver preso il sacchetto biodegradabile al 1000%.

I carrelli da meno di 1.000 euro al mese e con famiglia a carico, anche quelli sono facili da individuare, pieni all’inverosimile di prodotti primo prezzo, di offerte speciali, di generi alimentari essenziali, niente è concesso al surplus, tutto è essenziale, anche la carte igienica, che a volte ha doppio uso, la puoi utilizzare  come carta vetrata.  Quelli da 1.000 euro al mese (e anche meno) non possono concedersi lussi, altrimenti si arriva solo al 21 del mese, come diceva il buon Battisti.

Il single da poco, carrello pieno all’inverosimile di cose inutili, attrezzi per la pulizia della casa che non userà mai, tanto cibo pre-cotto, candele e ammennicoli vari per la casa e tutto quanto non serve a niente. Il carrello del neo-single è quasi sempre pieno di cose inutili, tanto poi va a mangiare e porta i panni sporchi da mammà :)

Il single organizzato e di lungo corso, ha affinato le tecniche d’acquisto dopo anni e anni  di devastanti esperienza negative: cibo andato a male, yogurt scaduto in quantità industriali, thè al jojoba disgustoso e consumato per un’unica bustina, e vari esperimenti alimentari che poi nel frigo, dopo un po’ di tempo, hanno preso vita propria. Adesso non lo freghi più, si è organizzato e porta da casa anche le sportine della spesa :)

L’alcoolista-borderline o conclamato, compra una quantità incredibile di alcool di tutti i tipi, il più delle volte di qualità scadentissima: birra neozelandese da 0.30 cents al litro, vino da tenute improbabili e altisonanti come Rocca Dei Papi, Ricosoli (si si Ricosoli e non Ricasoli), Terre di Vini. Accompagna questi acquisti alcoolici con junk food che metterebbero a dura prova anche il fegato di Homer Simpson. Nel carrello dell’alcoolista borderline non trovi mai altro, ma chi gli farà mai la spesa?

La mamma di casa. Compra bene, tutto senza spreco. Trovi nel carrello qualche concessione per i piccoli e per il marito ma con molta parsimonia. La mamma di casa riesce a comprare tutto con poco più di 20 euro, praticamente un miracolo economico. La mamma di casa ha 27 tessere fedeltà, 25 raccolte punti in corso, le monete per il carrello, i sacchetti sapientemente piegati in macchina per la spesa successiva. La mamma di casa è laureanda in ingegneria gestionale domestica e si laureerà a pieni voti, con la lode e il bacio accademico. :)

Continua……


E io che aquirente sono? Voi che dite? :)


Giuseppe per l’economia domestica

#322

Musicaccia – muzak

Musicaccia - muzak

Post con profonde  riflessioni psico-sociologiche

 

 Musicaccia - muzak

(Se il tutto sia scientificamente vero non lo so, ma sono un tafano e instillo il dubbio, è il mio lavoro)

Musicaccia - muzakLa Falsa Credenza: La musica soffusa che si sente in centri commerciali e supermercati è solo musicaccia (muzak) di sottofondo.
 
La Verità: La musicaccia è progettata per manipolare le abitudini d’acquisto dei consumatori.
 
L’hai sentita magari in un ascensore, magari al supermercato, e magari ci hai fatto caso.
 
Una versione di merda di una canzone di merda viene diffusa da qualche entità invisibile. Sembra innocua, ma non lo è.
 
Tu liquidi la questione adducendola al cattivo gusto del proprietario, o forse pensi che si tratta del tentativo di trovare qualcosa che piaccia al grande pubblico.
 
No, è Muzak, ed è progettata per far cambiare il tuo comportamento.
 
Douglas Rushkoff ha scritto un libro definitivo sulla coercizione del mercato, e questo è quello che scrive:
“I clienti dei centri commerciali esposti alla muzak fanno durare la spesa il 18% in più ed acquistano il 17% in più. I clienti di un supermercato rispondono meglio a muzak che ha tempi lenti, causando un enrome 38% in più di acquisti.
I fast-food usano muzak che ha un alto numeri di beat al minuto per aumentare la frequenza con cui un cliente mastica.”
 
La muzak è intorno a noi da circa 70 anni. Iniziò come una specie di impianto privato in filodiffusione ma tale modalità non funzionò del tutto.
 
Negli Anni ’50 si passò alla musica registrata su dischi e fu venduta agli amministratori delegati promettendo un aumento di produttività dei lavoratori.
 
E furono condotte ricerche per sostenere tali affermazioni.
 
Per i successivi 20 anni, le aziende assunsero orde di psicologi per disegnare la perfetta esperienza musicale per forgiare la mente del perfetto lavoratore – dolce, senza emozioni, piuttosto subliminale.
 
L’intento della muzak è di avere uno specifico set di brani per ogni ora del giorno, in modo accompagnare il cambiamento di umore delle persone: sincopato quando è ora di lavorare, lento quando è ora di digerire.
 
Casa Bianca e la NASA iniziarono ad usarla e, l’esplosione del business di ospedali e grattacieli, portò all’espressione attuale: musica da ascensore.
 
Ora, con 70 anni di studi psicologici alle spalle, un cliente può disporre di un soprendentemente specifico set di comportamenti che la muzak promette di influenzare.
 
Volete che la gente trovi scomode le loro scarpe? Volete che le persone si prendano cura dei loro figli o dei loro animali domestici? O volete che la gente acquisti del caffè o che si sieda in un negozio? La muzak vi assicura che ciò accada.
 
Quella area di lettura così carina che vedete in libreria non è per il vostro conforto. E’ basata su intense ricerche che dimostrano che è ciò che serve per farvi comprare un libro.
 
Musicaccia - muzakNon c’è più bisogno di vendere dischi, musicassette o CD, le aziende distribuiscono attualmente 2,6 milioni di brani attraverso servizi via satellite come XM e Sirius.
 
Ma è intervenuto un imprevisto a salvarci da tutto questo: la diffusione di dispositivi portatili personali per l’ascolto della musica, quali player e cuffiette per PC. Ciò ha praticamente distrutto il business delle case discografiche ormai sulla via della bancarotta.
 
Forse ci siamo salvati dal lavaggio del cervello della muzak, ma non perchè siamo particolarmente furbi, solo perchè Bill Gates Steve Jobes lo è. (E perchè le case discografiche sono ancora più coglioni di noi).

Tratto da Il blog di ChartItalia


Ho letto questo post sul blog di Chart Italia, che uso per controllare le classifiche di musica degli anni andati e mi ha un po’ sorpreso (beh neanche tanto a dire il vero). In maniera istintiva ho capito che la musica che mi propinano nei negozi, al supermercato e un po’ ovunque c’è d’acqusitare  non è casuale e la mia atavica diffidenza mi ha portato ad usare il mio personal I-Pod quando vado a far la spesa. Ho capito che qualcosa va a sovrapporsi alla mia psiche, mentre  semplicemente compro la pasta. Direte: sei un paranoico delle cospirazioni. Vabbè potrebbe anche essere vero però. Io, nel mio piccolo, mi difendo come posso.  Voi pensateci un po’ e poi traete le vostre considerazioni. Ciao gente.

horsefly


Giuseppe per la manipolazione subliminale.

#297

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