Una mamma uccisa dalla fatica
Isabella, 34 anni. Una mamma uccisa dalla fatica
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ROMA – I dolci Isabella non li preparava anche per i suoi bambini «perché quando tornava a casa era già notte»: poco dopo l’alba avrebbe inghiottito anche l’ultima possibilità di dare un bacio ai suoi quattro figli. «Isabella metteva la sveglia alle 4, poi correva per non perdere il pullman che da Torvaianica la portava a Roma, al bar dove lavorava» e dove cucinava dolci che il quartiere Tuscolano ancora oggi ricorda. Passava tutta la giornata in quel piccololocale color rosa, poi il viaggio di ritorno a casa, oltre due ore di viaggio sui mezzi pubblici. «Giocava un po’ con i bimbi, poi crollava e andava a letto». Isabella Viola, la giovane mamma di quattro figli morta per un malore nelle viscere poco ospitali della metropolitana, «andava a lavoro nonostante stesse male altrimenti non la pagavano».
Anche quella maledetta domenica Isabella non si sentiva bene: prima di indossare giaccone e sciarpa si è voltata e ha sussurrato per non svegliare i bimbi: «Tranquillo amore, ce la faccio, ci vediamo dopo». Alessandro Rossi, 43 anni, il marito di Isabella, si stringe a se stesso quasi cercando un ultimo abbraccio mentre racconta la storia di quella ragazza ribattezzata la «principessa di Torvaianica», per qualcuno addirittura «regina». Peccato sia dovuta morire per essere incoronata.
«Cinquantacinque euro al giorno». Era quanto prendeva la principessa di Torvaianica per gestire un bar che aveva trasformato in pochi mesi in un punto di ritrovo di un intero quartiere. Lo racconta il marito Alessandro in una video intervista pubblicata oggi sul Messaggero.it mentre non riesce a nascondere la rabbia: «Isabella lavorava sette giorni su sette, solo la domenica poteva andare via un po’ prima dal bar e non la pagavano se restava a casa perché stava male: nessun rimborso, non poteva usufruire della malattia perché non aveva un contratto».
Alessandro ha presentato una denuncia contro il gestore del bar, vuole dare «un po’ di giustizia» a quella donna che ogni tanto scompariva dietro il bancone: bastava sporgersi un po’ per ritrovarla accucciata, avvolta come in un bozzolo, seduta sopra una cassetta del latte in cerca di qualche minuto di riposo.
Solidarietà. Alessandro sfoglia le centinaia di e-mail che sono arrivate alla redazione del Messaggero.it, nasconde il volto per non far vedere le lacrime, così come faceva Isabella quando non voleva mostrare le smorfie di dolore per quel malessere che da tempo la perseguitava. «Grazie a tutti quelli che hanno scritto alla nostra famiglia, grazie per l’affetto inaspettato: la sera, prima di cenare, leggo quelle belle parole ai miei piccoli».
Loro, Alessandra, 4 anni, Davide, 6, Francesco 9, e Manuele, 11, sorridono, con gli occhi illuminati di vita, non hanno mai smesso di sperare anche se mamma non c’è più. Giocano con Andrea Capanero, collega di Isabella, amico di famiglia. «Più o meno faccio la vita che faceva Isabella, ora mi chiedo ne varrà la pena?» scrive Letizia, anche lei come Isabella rimasta orfana del papà. Per Luca la principessa di Torvaianica rappresenta «un istante di vita in un mondo che troppo spesso è solo commedia». Gemma Viola digita da Monza: «Anche noi abbiamo 4 figli, vorremmo aiutare». C’è chi ha proposto di intitolare una via a Isabella, e chi, come Francesca, pensa al Natale e a quell’ultimo desiderio di Isabella: risparmiare per fare i regali ai suoi quattro figli creando sul web una Wish list, una lista di regali online. Anche i dipendenti della Camera dei Deputati stanno organizzando una colletta.
In missione da Torino. Solidarietà alla famiglia di Isabella anche dal sindaco Gianni Alemanno: ha ricevuto Alessandro e i suoi figli in Campidoglio e anche oggi continua a stare vicino a quei piccoli con un aiuto concreto. Anche il quartiere non si dimentica di Isabella: la colletta all’edicola in via Nocera Umbra organizzata dalla signora Ada prosegue. Sono stati raccolti circa 4mila euro: 2mila sono stati spesi per i funerali, soldi che il Campidoglio ha poi donato. Ada si commuove quando racconta di quella signora partita da via Trionfale con una missione: «Vengo da parte di mia madre che abita a Torino – ha detto la signora – mi ha chiamata chiedendomi di venire qui e fare un’offerta per i figli di Isabella».
Aiuti anche dal Canada. «Sono padre di 3 bimbi e posso solo immaginare l’incredibile tragedia e il dolore della famiglia di Isabella, vivo in Canada, a Toronto, e vorrei contribuire alla colletta» scrive Fabio. E-mail anche dalla Germania con Daniele che definisce Isabella una «piccola grande donna». «Il comitato Presepe Vivente di Morlupo vuole dedicare l’edizione di quest’anno a Isabella» propone Mariasole Garacci che sta organizzando una colletta.
Articolo tratto da: Il Messaggero
E’ una storia esemplare da profondo Sud, anche se è accaduta alle porte di Roma. Sono nato nel profondo Sud ed ho visto mamme annullate dal lavoro, solo per dare un futuro migliore ai propri figli. Quest’articolo non mi racconta niente di nuovo, Isabella è stata solo più sfortunata, ma tante altre mamme hanno avuto la sua stessa sorte, riuscendo a raggiungere un’età maggiore, ma la fatica è tatuata sui loro volti coperti da rughe, è scolpita nelle loro mani artritiche e callose , ha messo un marchio di fuoco sulle loro carni sconquassate dagli sforzi lavorativi. Gli uomini sono tutti eroi: combattono le guerre, fanno scoperte importanti, gestiscono il destino del mondo (in maniera discutibile a dire il vero). Le mamme sono tigri pronte a sbranare se solo si toccano i loro figli, sono pronte a immolarsi per far crescere e dare una speranza alla loro prole, sono pronte a prendersi le botte e a tacere per i loro uomini. E allora, una considerazione, chi sono i veri eroi?
Giuseppe per le mamme eroine |
#771 |
1° maggio 2012 – Festa del Lavoro
1° maggio 2012 – Festa del LavoroPerchè si festeggia il primo maggio? |
La Festa del lavoro o Festa dei lavoratori è una festività celebrata il 1º maggio di ogni anno che intende ricordare l’impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori. La festa del lavoro è riconosciuta in molte nazioni del mondo ma non in tutte.
Più precisamente, con essa si intendono ricordare le battaglie operaie volte alla conquista di un diritto ben preciso: l’orario di lavoro quotidiano fissato in otto ore. Tali battaglie portarono alla promulgazione di una legge che fu approvata nel 1866 nell’Illinois (USA)[senza fonte]. La Prima Internazionale richiese poi che legislazioni simili fossero approvate anche in Europa.
L’origine della festa risale ad una manifestazione organizzata negli Stati Uniti dai Cavalieri del lavoro (Knights of Labor, associazione fondata nel 1869) a New York il 5 settembre 1882. Due anni dopo, nel 1884, in un’analoga manifestazione i Cavalieri del lavoro approvarono una risoluzione affinché l’evento avesse una cadenza annuale. Altre organizzazioni sindacali affiliate all’ Internazionale dei lavoratori – vicine ai movimenti socialisti ed anarchici – suggerirono come data della festività il primo maggio.
Ma a far cadere definitivamente la scelta su questa data furono i gravi incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago (USA) e conosciuti come rivolta di Haymarket. Questi fatti ebbero il loro culmine il 4 maggio quando la polizia sparò sui manifestanti provocando numerose vittime.
L’allora presidente Grover Cleveland ritenne che la festa del primo maggio avrebbe potuto costituire un’opportunità per commemorare questo episodio. Successivamente, temendo che la commemorazione potesse risultare troppo a favore del nascente socialismo, stornò l’oggetto della festività sull’antica organizzazione dei Cavalieri del lavoro.
La data del primo maggio fu adottata in Canada nel 1894 sebbene il concetto di festa del lavoro sia in questo caso riferito a precedenti marce di lavoratori tenute a Toronto e Ottawa nel 1872.
In Europa la festività del primo maggio fu ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo.
In Italia la festività fu soppressa durante il ventennio fascista – che preferì festeggiare una autarchica Festa del lavoro italiano il 21 aprile in coincidenza con il Natale di Roma ma fu ripristinata subito dopo la fine del conflitto mondiale, nel 1945.
Nel 1947 la ricorrenza venne funestata a Portella della Ginestra (PA) quando la banda di Salvatore Giuliano sparò su un corteo di circa duemila lavoratori in festa, uccidendone undici e ferendone una cinquantina.
I sindacati italiani CGIL, CISL e UIL organizzano annualmente a Roma un concerto per celebrare il primo maggio dall’anno 1991 (il famosissimo Concerto del Primo Maggio a Roma a cui partecipano annualmente centinaia di migliaia di persone).
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Origini, storia e curiosità sul 1°maggioGiuseppe per il primo maggio |
#680 |
Stand up for downs
Stand up for downsLa ballata delle NON-PERSONE
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MINISTRI DI MORTE OVUNQUE NEL MONDO!
MA OGNI GIORNO AVRA’ LA SUA NOTTE,
E NOI CI INSINUEREMO NELLA VOSTRA COSCIENZA
E MAI VI LASCEREMO DORMIRE! Finché un NEONATO DISABILE vi sorriderà,
un NEONATO DOWN stringerà, con la sua minuscola mano,
un dito della vostra mano possente.
E disarmerà il vostro appetito di morte…
E ANCHE VOI GLI SORRIDERETE… È questa la nostra ballata. Perché non vogliamo tacere. Come la “brava gente” della Germania nazista che a tutto si abitua – così ci ha insegnato Paolini nel suo spettacolo “Ausmerzen” –. La “brava gente” vede i Tedeschi “imperfetti” (malati di mente e bambini disabili) salire come un “fumo lento” nel cielo, li vede disperdersi “nel vento”, e tace, fa finta di nulla, volge altrove lo sguardo… No. Noi urliamo. Non vogliamo essere la “brava gente”. Nemmeno davanti a “discussioni teoriche”, a “esercizi di logica” (che poi diventano – ci insegna sempre Paolini – proposte effettive: “Le idee camminano, hanno gambe!”). Noi urliamo. In silenzio. In silenzio noi cantiamo la BALLATA DELLE NON-PERSONE. UCCIDETECI! SI’, UCCIDETECI,
MINISTRI DI MORTE OVUNQUE NEL MONDO!
MA OGNI GIORNO AVRA’ LA SUA NOTTE,
E NOI CI INSINUEREMO NELLA VOSTRA COSCIENZA
E MAI VI LASCEREMO DORMIRE! Finché un NEONATO DISABILE vi sorriderà,
un NEONATO DOWN stringerà, con la sua minuscola mano,
un dito della vostra mano possente.
E disarmerà il vostro appetito di morte…
E ANCHE VOI GLI SORRIDERETE… Appuntamento su Facebook: SABATO 17 MARZO (e FINO A SABATO 24 MARZO)
Qualche giorno fa ho letto questa frase: “Sono nato senza una gamba. A volte sono triste, ma poi penso ai ragazzi meno fortunati di me, quelli che mi prendono in giro. A loro è andata peggio. Sono nati senza cuore.” Beh ho pensato ai due medici dell’articolo, a loro è andata decisamente male, non sono Down però sono, irrimediabilmente, senza cuore.
Giuseppe per gli angeli Down |
#644 |
Manu Chao – Clandestino
Manu Chao - Clandestino |
“Non incontrerai mai due volti assolutamente identici. Non importa la bellezza o la bruttezza: queste cose sono relative. Ciascun volto è il simbolo della vita. E tutta la vita merita rispetto. E’ trattando gli altri con dignità che si guadagna il rispetto per se stessi.” (Tahar Ben Jelloun)
Tutti sono stati clandestini, americani, tedeschi, italiani, albanesi. Tutti possono, in seguito a eventi drammatici, passare da paese ospitante a paese ospite ed essere vittima di pregiudizi! Ricordate come gli italiani sono stati trattati in America e in tutta Europa, non potevano neanche entrare nei locali, cartelli ignominiosi li tenevano fuori. Impariamo la lezione, amate chi ha bisogno di aiuto e punite i criminali. Se lo stato non ci riesce, non è colpa degli stranieri ma di una società ingiusta!!!
Giuseppe clandestino |
#485 |
1° maggio – Festa del Lavoro
1° maggio – Festa del Lavoro
Il Primo maggio: storia e significato di una ricorrenza
Origini del Primo maggio
Il ventennio fascista
fonte: Cgil di Roma e del Lazio – Archivio Storico ”Manuela Mezzelani”
Giuseppe per il primo maggio |
#334 |
No war
L’Italia che amo, che festeggio e che voglio costruire ripudia la guerra, lotta contro la povertà, taglia le spese miitari, investe sull’educazione, rispetta i diritti umani, cura la Terra.
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