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Lupo Alberto - Compleanno - Torta
54 (sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic!)

Giuseppe …

#852

 

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53 (sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic!)

  La luna mi porterà fortuna?

23 giugno 2013 - Luna rossa       23 giugno 2013 – Luna rossa
Giuseppe …

#807

Pooh feat Mario Biondi – Ci penserò domani

Pooh - Boomerang - 1978

Pooh feat Mario Biondi

Ci penserò domani

 Pooh - Opera Seconda - 2012

Pooh – Boomerang – Ci penserò domani…..


Pooh feat Mario Biondi – Opera Seconda – Ci penserò domani…


Pooh – Boomerang – Ci penserò domani

Lei entrò, sulle scale qualcuno guardo
i suoi strani vestiti
appoggiò le spalle alla porta dicendo:
con lui ci siamo lasciati
osservai due occhi segnati
e il viso bagnato dalla pioggia
non so, mi disse, non so come uscirne fuori, non lo so.
La guardai,
ed ebbi un momento di pena,
perché sembrava smarrita,
io vorrei mi disse, vorrei che non fosse cosí,
ma è proprio finita disse poi
ritrovando un sorriso a stento:
comunque l’ho voluta lo sai,
le strade per farmi del male non le sbaglio mai.
Poi mi raccontò la storia che io sapevo già
dall’ultima volta si sentiva
che era più sola, più cattiva.
Si calmò, guardandosi intorno
e parlammo di me, bevendo più volte
si sdraiò in mezzo ai cuscini e mi disse:
con te ero io la più forte
disse poi inseguendo un pensiero:
è vero, con te io stavo bene
e se io fossi una donna che torna
è qui che tornerei.
Poi cenammo qui, le chiesi:
domani cosa fai
la pioggia batteva sui balconi
rispose: ci penserò domani!
Mi svegliai la mattina
e sentii la sua voce di là:
parlava in inglese la guardai:
aveva il telefono in mano e il caffè
e non mi sorprese accettai il breve sorriso
e il viso di una che non resta.
Se puoi, mi disse, se puoi,
non cambiare mai da come sei!
Poi se ne andò via nel modo che io sapevo già,
passava un tassi, lo prese al volo
abbi cura di te, pensai da solo.


Era il 1978. Io avevo 18 anni e tanti sogni nel cassetto. La scuola era il centro di gravità permanente e intorno ruotavano milioni di pensieri e sogni. Le lezioni, le occupazioni, le assemblee, i cineforum e i dibattiti mai concessi. Intorno una violenza cieca, appena percepita dall’incoscienza dell’età. La mattina a manifestare per un mondo migliore, la sera alla festa di compleanno di Cinzia, e in regalo il disco dei Pooh, anche se fino a pochi minuti prima si cantava: “El pueblo unido jamás será vencido”. Ma alle 18.00 la lotta di classe si abbandonava, e tutti a far festa con lo stereo e i dischi in vinile. Finalmente si poteva stare un po’ insieme a Giovanna, tanto desiderata e solo ammirata da lontano. Finalmente si poteva ballare con lei e se tutto andava bene ci scappava anche un fuggevole bacio, solo a labbra sfiorate, ma che era quasi come toccare il paradiso. Dopo le 23 tutti a casa e io ragazzo di provincia tornavo al mio paesello, nelle orecchie i Pooh che c’avrebbero pensato domani, e il domani è già oggi… e forse l’oggi è anche un po’ passato. 


Giuseppe per il futuro che verrà.. abbi cura di te, pensai da solo.

#765

 

Quasi una riflessione catartica

Vivere la vita

Compiere gli anni è sempre piacevole, però: 

Vivere la vita

NIck Carter - Saggio CineseHo contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in avanti, di quanto ho vissuto fino adesso.
Mi sento come quella giovane che vinse una scatola di cioccolatini; i primi li mangiò con indifferenza ma, quando percepì
Che ne rimanevano pochi, ha cominciato a consumarli lentamente ed a gustarli di più.
Ormai non ho tempo per combattere la mediocrità.
Non amo stare in riunioni dove sfilano ego gonfiati.
Disprezzo gli opportunisti e le persone graffianti.
Non tollero gliinvidiosi che cercano di discreditare i più capaci per appropriarsi dei loro posti, talenti e risultati.
Ormai non ho tempo per progetti grandiosi.
Non parteciperò a conferenze che stabiliscono regole ingannevoli per sradicare la miseria nel mondo.
Non voglio che mi invitino a eventi dove si pretende di risolvere i problemi del millennio.
Ormai non ho tempo per riunioni interminabili dove si discutono: statuti, norme, procedimenti e politiche, sapendo che non si risolverà nulla.
Ormai non ho tempo per sopportare delle persone che, malgrado la loro età cronologica, sono degliinmaturi.
Non voglio vedere le lancette dell’orologio che camminano nelle riunioni di “confronto”, dove “mettiamo sul tavolo” solo le opinioni dei potenti.
Mi disturba essere testimone dei difetti che genera la lotta per il “maestoso” carico del direttore.
Ricordo ora mario de andrade, che affermò: “le persone non discutono i contenuti, solo i loro titoli”.
Il mio tempo è scarso per discutere i titoli; amo l’ essenza.
La mia anima ha fretta.
Senza molti cioccolatini nella scatola, voglio vivere al fianco di gente umana, molto umana……che sappia ridere dei propri errori, che non si insuperbisca per i propri trionfi, che non si consideri eletta prima del tempo, che non fugga dalle proprie
Responsabilità …….. che difenda la dignità degli emarginati e che desideri solamente camminare al fianco di dio (ad ognuno il suo) ……
Camminare insieme a cose e persone vere.
Godere assolutamente di un affetto senza frodi, non sarà mai una perdita di tempo.
L’essenziale è che la vita vale la pena di essere vissuta.
Voglio circondarmi di gente che sappia toccare il cuore delle persone.
Gente a cui i duri colpi della vita, hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima.
Si…. Ho fretta di vivere con l’intensità che solo la maturità può dare.
Pretendo di non sprecare nessuno dei cioccolatini che mi rimangono……. Perchè sono sicuro che saranno più squisiti di quelli che ho mangiano fino ad oggi.
La mia meta è arrivare alla fine soddisfatto e in pace con Dio e con gli uomini.
E la tua meta? Qual’è per questo tempo magico che ci resta?
Perchè alla luce del breve periodo di vita che ci è concesso, dobbiamo cercare il tempo per vivere, godere e essere felici.
Pensaci… Pensaci

Mario de Andrade 

Giuseppe per le riflessioni speciali al momento giusto

#764

 

Cosa vedete nei miei occhi

La storia del vecchio Cranky

La storia del vecchio Cranky

 

La storia del vecchio Cranky

a storia del vecchio Cranky“Cosa vedi infermiera? Cosa vedete? Che cosa stai pensando mentre mi guardi? “Un povero vecchio”, non molto saggio, con lo sguardo incerto ed occhi lontani, che schiva il cibo, non dà risposte … e che quando provi a dirgli a voce alta : “Almeno assaggia”
Sembra che nulla gli importi di quello che fai per lui. Uno che perde sempre il calzino o la scarpa, che ti resiste, non permettendoti di occuparti di lui, per fargli il bagno, per alimentarlo e la giornata diviene lunga. Ma cosa stai pensando? E cosa vedi ?? Apri gli occhi infermiera !! Perchè tu non sembri davvero interessata a me..
Ora ti dirò chi sono, mentre me ne stò ancora seduto quì a ricevere le tue attenzioni lasciandomi imboccare per compiacerti.
“Io sono un piccolo bambino di dieci anni con un padre ed una madre, Fratelli e sorelle che si voglion bene.
Sono un ragazzo di sedici anni con le ali ai piedi, che sogna presto di incontrare l’amore .. A vent’anni sono già sposo, il mio cuore batte forte, giurando di mantener fede alle sue promesse.
A venticinque ho già un figlio mio.. che ha bisogno di me e di un tetto sicuro, di una casa felice in cui crescere.
Sono già un uomo di trent’anni e mio figlio è cresciuto velocemente, siamo molto legati uno all’altro da un sentimento che dovrebbe durare nel tempo.
Ho poco più di quarant’anni, mio figlio ora è un adulto e se ne va, ma la mia donna mi sta accanto per consolarmi affinché io non pianga.
A poco più di cinquant’anni… i bambini mi giocano attorno alle ginocchia , Ancora una volta, abbiamo con noi dei bambini io e la mia amata..
Ma arrivano presto giorni bui…. mia moglie muore.. guardando al futuro rabbrividisco con terrore..
Abbiamo allevato i nostri figli e poi loro ne hanno allevati dei propri.
E così penso agli anni vissuti… all’amore che ho conosciuto.
Ora sono un uomo vecchio… e la natura è crudele. Si tratta di affrontare la vecchiaia… con lo sguardo di un pazzo.

La storia del vecchio Cranky

Il corpo lentamente si sbriciola… grazia e vigore mi abbandonano. Ora c’è una pietra… dove una volta ospitavo un cuore. Ma all’interno di questa vecchia carcassa un giovane uomo vive ancora e così di nuovo il mio cuore martoriato si gonfia… Mi ricordo le gioie… ricordo il dolore. Io vorrei amare, amare e vivere ancora .. ma gli anni che restano son pochissimi… tutto è scivolato via … veloce.

E devo accettare il fatto che niente può durare..”
Quindi aprite gli occhi gente.. apriteli e guardate..
“Non un uomo vecchio”.. avvicinatevi meglio e… vedete ME !!
Ricordatevi queste parole quando incontrate una persona anziana per evitare di metterla da parte senza guardare all’anima giovane che le sta all’interno perché tutti noi un giorno, saremo così..  Purtroppo”.


Quando un uomo anziano è morto nel reparto geriatrico di una casa di cura in un paese di campagna australiana, si credeva che nulla di valore egli avesse potuto lasciare. Più tardi, le infermiere sistemando i suoi pochi averi, trovarono questa poesia. La qualità ed il contenuto impressionarono lo staff che volle farne tante copie da distribuire agli di tutto infermieri l’ospedale. Un’infermiera di Melbourne volle che una copia della poesia comparisse nelle edizioni di Natale delle riviste di tutto il paese come unico lascito di questo vecchio per i posteri e facendo in modo che figurasse su tutte le riviste per la salute mentale. E’ stata anche fatta una raccolta di immagini dedicata a questa semplice ma eloquente poesia. E così questo vecchio, che nulla pareva potesse dare al mondo, ora è l’autore di questa poesia ‘anonima’ che vola attraverso la rete internet.


Giuseppe per i diversamente giovani

#727

 

Piccolo mondo antico e tempi moderni

Carosello Sigla

Bilancio di un’epoca

Un noi che… di rimpianti?

Carosello Sigla

Latte, burro e uova

1950: Vai a prendere il latte dal lattaio, che ti saluta, con in mano il bidone in alluminio; prendi il burro fatto con latte di mucca, tagliato a panetti. Poi chiedi una dozzina di uova che sono messe in un vaso di vetro. Paghi con il sorriso della lattaia ed esci sotto il sole splendente. Il tutto ha richiesto 10 minuti di tempo.

2010: Prendi un carrello del cavolo, che ha una ruota bloccata, che lo fa andare in tutti i sensi salvo in quello che tu vorresti, passi per la porta che dovrebbe girare, ma che è bloccata perché un cretino l’ha spinta; poi cerchi il settore latticini, dove normalmente ti ghiacci e cerchi di scegliere fra 12 marche di burro, che dovrebbe essere fatto a base di latte comunitario. E controlli la data di scadenza…. Per il latte: devi scegliere fra vitaminico, intero, scremato, nutriente, per bambini, per malati o magari in promozione, ma con la data di scadenza ed i componenti…. Lasciamo perdere! Per le uova: cerchi la data di deposizione, il nome della ditta e soprattutto verifichi che nessun uovo sia incrinato o rotto e, accidenti!!! Ti ritrovi i pantaloni sporchi di giallo! Fai la coda alla cassa, ma la cicciona davanti a te ha preso un articolo in promozione che non ha il codice…. allora aspetti e aspetti…. Poi sempre con questo carrello del cavolo, esci per prendere la tua auto sotto la pioggia, ma non la trovi perché hai dimenticato il numero della corsia…. Infine, dopo aver caricato l’auto, bisogna riportare l’arnese rotto e solo in quel momento ti accorgi che è impossibile recuperare la moneta…. Torni alla tua auto sotto la pioggia che è raddoppiata nel frattempo…. E’ più di un’ora che sei uscito.


 Fare un viaggio in aereo

1965: Viaggi con Alitalia, ti danno da mangiare e ti invitano a bere quello che vuoi, il tutto servito da bellissime hostess: il tuo sedile è talmente largo che ci può stare in due.

2010: Entri in aereo continuando ad impigliarti con la cintura, che ti hanno fatto togliere in dogana per passare il controllo. Ti siedi sul tuo sedile e se respiri un po’ forte dai una botta con il gomito allo schienale del vicino. Se hai sete lo stewart ti porta la lista e i prezzi sono stratosferici.


 Michele vuole andare nel bosco all’uscita da scuola. Mostra il suo coltellino a Giovanni, con il quale pensa di fabbricarsi una fionda.

1960: Il direttore scolastico vede il suo coltello e gli domanda dove l’ha comprato, per andarsene a comprare uno uguale.

2010: La scuola chiude, si chiama la polizia, che porta Michele in commissariato. Il TG1 presenta il caso durante il telegiornale in diretta dalla porta della scuola.


 Disciplina scolastica

1960: Fai il bullo in classe. Il professore ti molla una sberla. Quando arrivi a casa tuo padre te ne molla un altro paio.

2010: Fai il bullo. Il professore ti domanda scusa. Tuo padre ti compra una moto e va a spaccare la faccia al prof!


 Franco e Marco litigano. Si mollano qualche pugno dopo la scuola.

1960: Gli altri seguono lo scontro. Marco vince. I due si stringono la mano e sono amici per tutta la vita.

2010: La scuola chiude. Il TG1 denuncia la violenza scolastica. Il Corriere della Sera mette la notizia in prima pagina su 5 colonne.


 Enrico rompe il parabrezza di un auto nel quartiere. Suo padre sfila la cintura e gli fa capire come va la vita.

1960: Enrico farà più attenzione la prossima volta, diventa grande normalmente, fa degli studi, va all’università e diventa una bravo professionista.

2010: La polizia arresta il padre di Enrico per maltrattamenti sui minori. Enrico si unisce ad una banda di delinquenti. Lo psicologo arriva a convincere sua sorella che il padre abusava di lei e lo fa mettere in prigione.


 Giovanni cade dopo una corsa a piedi. Si ferisce il ginocchio e piange. La professoressa lo raggiunge, lo prende in braccio per confortarlo.

1960: In due minuti Giovanni sta meglio e continua la corsa.

2010: La prof è accusata di perversione su minori e si ritrova disoccupata, si becca 3 anni di prigione con la condizionale. Giovanni va in terapia per 5 anni. I suoi genitori chiedono i danni e gli interessi alla scuola per negligenza nella sorveglianza e alla professoressa per trauma emotivo. Vincono tutti i processi. La prof disoccupata è interdetta e si suicida gettandosi da un palazzo. Più tardi Giovanni morirà per overdose in una casa occupata.


 Arriva il 25 ottobre.

1960: Non succedeva nulla.

2010: E’ il giorno del cambio dell’ora legale: le persone soffrono d’insonnia e di depressione.


La fine delle vacanze.

1969: Dopo aver passato 15 giorni di vacanza con la famiglia, nella roulotte trainata da una Fiat 125, le vacanze terminano. Il giorno dopo si ritorna al lavoro freschi e riposati.

2010: Dopo 2 settimane alle Seychelles, ottenute a buon mercato grazie ai “buoni vacanze” ditta, rientri stanco ed esasperato a causa di 4 ore di attesa all’aeroporto, seguite da 12 ore di volo. Al lavoro ti ci vuole una settimana per riprenderti dal fuso orario.


 Come si dice: viviamo in un’epoca davvero formidabile!

Giuseppe per la società che muta

#722

 

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52 (sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic! e ancora un altro sic per averlo trascorso in ospedale!!!!!!)

 

 

 

Giuseppe …

#691

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Lupo Alberto torta compleanno
51 (sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic!)
 

 

 

 

 

Giuseppe …

#345

 

Antonello Venditti – Compagno di Scuola

Antonello Venditti - Compagno di Scuola

Antonello Venditti – Compagno di Scuola

Lavagna - scuola - giustificazione - alunni - professore

Antonello Venditti - Sotto La Pioggia (1982) - Compagno Di Scuola

Davanti alla scuola tanta gente 
otto e venti, prima campana
“e spegni quella sigaretta”
e migliaia di gambe e di occhiali
di corsa sulle scale.
Le otto e mezza tutti in piedi
il presidente, la croce e il professore
che ti legge sempre la stessa storia
sullo stesso libro, nello stesso modo,
con le stesse parole da quarant’anni di onesta professione.
Ma le domande non hanno mai avuto
una risposta chiara.
E la Divina Commedia, sempre più commedia
al punto che ancora oggi io non so
se Dante era un uomo libero, un fallito o un servo di partito.
Ma Paolo e Francesca, quelli io me li ricordo bene
perché, ditemi, chi non si è mai innamorato
di quella del primo banco,
la più carina, la più cretina,
cretino tu, che rideva sempre
proprio quando il tuo amore aveva le stesse parole,
gli stessi respiri del libro che leggevi di nascosto
sotto il banco.
Mezzogiorno, tutto scompare,
“avanti! tutti al bar”.
Dove Nietsche e Marx si davano la mano
e parlavano insieme dell’ultima festa
e del vestito nuovo, fatto apposta
e sempre di quella ragazza che filava tutti (meno che te)
e le assemblee e i cineforum i dibattiti
mai concessi allora
e le fughe vigliacche davanti al cancello
e le botte nel cortile e nel corridoio,
primi vagiti di un ’68
ancora lungo da venire e troppo breve, da dimenticare!
E il tuo impegno che cresceva sempre più forte in te…
“Compagno di scuola, compagno di niente
ti sei salvato dal fumo delle barricate?
Compagno di scuola, compagno per niente
ti sei salvato o sei entrato in banca pure tu?

Davanti alla scuola tanta gente, otto e venti, prima campana……

Lui era timido, lui era spaesato, la scuola era già un momento troppo grande. Veniva dalla campagna, non era abituato ai ritmi metropolitani, negli occhi aveva le interminabili giornate assolate con gli amici, le partite al pallone in mezzo al niente, la caccia alle lucertole e adesso? Città, impegno, politica, ragazze emancipate….. La scuola, non solo come momento aggregante e rifornimento di un sapere che ti sarebbe servito in futuro, forse in banca, visto che le commerciali gioco forza portavano in banca. Non solo questo, ma primo banco di prova della vita, primo vero banco di prova. Affrontare una realtà strana, distante dalle sicurezze della fanciullezza. Il “68″, tutti ne parlavano, ma era una specie di chimera, l’impegno politico, lo schierarsi, con chi? e perchè? Troppo in fretta, troppo caotico per un piccolo uomo che non aveva assolutamente voglia di crescere….. Si è salvato o è finito in banca pure lui????


Giuseppe per la scuola

#217

50

50 (sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic! sic!)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giuseppe …

#213

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