Analfabeta politico

L'analfabeta politico  di Bertold Brecht

L’analfabeta politico

di Bertold Brecht

 L'analfabeta politico  di Bertold Brecht

Il peggiore analfabeta è l’analfabeta politico. Egli non sente, non parla, né s’importa degli avvenimenti politici.

Egli non sa che il costo della vita, il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina, dell’affitto, delle scarpe e delle medicine dipendono dalle decisioni politiche.

L’analfabeta politico è così somaro che si vanta e si gonfia il petto dicendo che odia la politica.

Non sa l’imbecille che dalla sua ignoranza politica nasce la prostituta, il bambino abbandonato, l’assaltante, il peggiore di tutti i banditi, che è il politico imbroglione, il mafioso corrotto, il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.

Bertolt Brecht


Giuseppe per l’alfabetizzazione politica

#816

 

Calendario per l’Anno Scolastico 2013-2014 – Veneto

Calendario per l’Anno Scolastico 2013-2014 - Veneto

Calendario per l’Anno Scolastico 2013-2014 – Veneto

 Calendario per l’Anno Scolastico 2013-2014 - Veneto

Con deliberazione n. 415 del 10/04/2013, la Giunta Regionale ha approvato il calendario scolastico 2013/2014.

Calendario Scolastico 2012/13a. Scuole del primo e del secondo ciclo d’istruzione

  • a.1 inizio attività didattica: 12 settembre 2013 (giovedì);
  • a.2 festività obbligatorie:
    • tutte le domeniche;
    • il 1° novembre, festa di tutti i Santi;
    • l’8 dicembre, Immacolata Concezione (nel 2013 coincidente con la domenica);
    • il 25 dicembre, Natale;
    • il 26 dicembre;
    • il 1° gennaio, Capodanno;
    • il 6 gennaio, Epifania;
    • il lunedì dopo Pasqua;
    • il 25 aprile, anniversario della Liberazione;
    • il 1° maggio, festa del Lavoro;
    • il 2 giugno, festa nazionale della Repubblica;
    • la festa del Santo Patrono;
  • a.3 vacanze scolastiche:
    • da venerdì 1 novembre a domenica 3 novembre 2013 (ponte di Ognissanti);
    • da domenica 22 dicembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014 (vacanze natalizie);
    • da domenica 2 a mercoledì 5 marzo 2014 compreso (carnevale e mercoledì delle Ceneri);
    • da giovedì 17, compreso, a lunedi 21 aprile 2014 (vacanze pasquali);
    • da venerdi 25 a domenica 27 aprile 2014 (ponte del XXV aprile);
  • a.4 fine attività didattica: 7 giugno 2014 (sabato)

b. Scuole dell’infanzia

  • b.1 inizio attività didattica: 12 settembre 2013 (giovedì);
  • b.2 festività obbligatorie: secondo quanto sopra indicato;
  • b.3 vacanze scolastiche: secondo quanto sopra indicato;
  • b.4 fine attività didattica: 30 giugno 2014 (lunedì);

Accedi alla delibera n. 415 del 10/04/2013 [file pdf 585Kb].

Giuseppe per la scuola

#812

Lettera ‘di’ una professoressa

Lettera 'di' una professoressa: "Bocciate mio figlio!

Bocciate mio figlio!

HOAX – BUFALA

 Lettera 'di' una professoressa: "Bocciate mio figlio!

BUONGIORNO - La Stampa
28/06/2013
Beata ingenuità
MASSIMO GRAMELLINI

«Ciao, la lettera sul pizzaiolo costretto a scegliere fra posto fisso e diploma di maturità (pubblicata da alcuni giornali e da cui è stato tratto il Buongiorno di ieri, ndr) non è stata una professoressa a scriverla. E’ opera della nostra agenzia. Abbiamo confezionato una storia da dare in pasto ai media, creato un indirizzo di posta ad hoc e inviato la mail ai tre principali quotidiani italiani con preghiera di non pubblicare il nome dell’autrice. Era l’unico modo per sollevare una riflessione sull’assenza di politiche economiche del governo. Sono certa che Gramellini saprà cogliere il senso di questa operazione che non è pubblicitaria, ma è una denuncia della situazione in cui versano le microimprese come la nostra». Chiara Ioele (Kook Artgency).

Ciao Chiara, sono Gramellini della Pirla Agency. Mi sono fidato di un’identità posticcia, che anche ieri mattina hai confermato con dovizia di particolari alla collega incaricata di intervistarti. Se nella lettera della falsa professoressa ci fossero stati riferimenti offensivi ad altre persone, avrei fatto controlli ulteriori. Invece ti ho creduto. Perché sollevavi un tema che mi sta a cuore: il divorzio, tutto italiano, fra lavoro e cultura. E perché la storia che raccontavi aveva il sapore della vita vera. Sono stato un ingenuo, ma se non mi fidassi – entro certi limiti – della buona fede di chi mi scrive, magari ci saremmo persi la storia di Gabriele Francesco – il neonato abbandonato sotto un traliccio – e quella di Pasquale, il pensionato a cui non aveva mai scritto nessuno. Continuerò a coltivare la mia ingenuità: fa comunque meno danni del cinismo.


Gentile redazione,

Insegno italiano in un istituto tecnico romano e sono commissario interno agli esami di maturità dei miei studenti.
In venti anni di servizio sono tante le cose che mi hanno dato soddisfazione, tanti gli studenti che imparando mi hanno insegnato delle cose. Tanti i sorrisi dopo le promozioni. Qualche più raro, ma impagabile, ringraziamento postumo.
Sono queste le cose che mi hanno dato la forza di continuare questo bellissimo mestiere anche di fronte alla scarsa considerazione professionale ed economica che segna la mia vita come quella di tutti i miei colleghi.
In questo periodo dell’anno è normale ricevere le telefonate da parte dei genitori dei ragazzi. È in gioco il loro futuro dei loro figli e capisco la preoccupazione di ogni genitore di far avere un voto migliore oppure evitare al ragazzo un ulteriore anno scolastico anche quando ce ne sarebbe il bisogno. A seconda del tono dei genitori alcune volte ho sorriso, altre volte mi sono arrabbiata perché sentivo invasa e violata la mia etica educativa. Ho sempre pensato di dover fornire ai miei studenti gli strumenti per affrontare la vita da adulto, per risolvere i problemi o le piccole e grandi complicazioni a cui sarebbero andati incontro una volta usciti da qui.
Ma stamattina ho ricevuto una telefonata che mi ha sconvolto.
Il padre di uno dei miei maturandi, che chiamerò Andrea, mi ha chiesto di bocciare il ragazzo. Andrea è stato uno studente molto volenteroso durante tutto l’anno e non è tra quelli che rischiano in alcun modo la bocciatura. Figlio di una famiglia dignitosa della periferia romana si è barcamenato con caparbia tra lo studio e il lavoro a nero in una pizzeria per aiutare la famiglia.
Non conoscevo il padre del ragazzo e inizialmente pensavo stesse scherzando. Solo dopo le sue insistenze accorate ho capito che diceva sul serio. Mi ha spiegato che i proprietari del ristorante dove Andrea lavora gli hanno assicurato che potevano finalmente assumerlo in maniera stabile grazie alla nuova legge sul lavoro in cui le agevolazioni sono però riservate unicamente a ragazzi senza diploma.
Non sono stata in grado di rispondere, per la prima volta in vita mia mi sono fermata a riflettere sulla mia funzione di educatrice. Un dilemma che non riesco a sciogliere: devo continuare a svolgere il mio ruolo con serietà o non è più giusto assicurare al ragazzo un lavoro stabile e bocciarlo? In fondo come mi ha spiegato il padre, Andrea si può tranquillamente diplomare il prossimo anno avendo però la fortuna di avere già un lavoro.
Io non so davvero cosa fare e spero di essere incappata in un caso limite. Mi chiedo però come sia stato possibile concepire una legge che premiando i giovani privi di diploma rischia di incentivare l’abbandono scolastico. È l’ennesima umiliazione del mio lavoro come di quello di tanti colleghi che nonostante tutto buttano il cuore e l’anima oltre le carenze strutturali della pubblica istruzione. Mi domando a questo punto quale senso abbia il mio lavoro.
(Lettera firmata)


Da stamattina continuo a leggere di questa notizia, professoressa che si sente implorare dal padre di un suo allievo di bocciarlo! Io che avevo pubblicato un’altra lettera ‘ad’ una professoressa , di tenore completamente opposto. Cos’è successo in questo periodo? Cos’è accaduto? Di cosa non mi sono reso conto? La cultura, il sapere dalla notte dei tempi sono sempre stati considerati valori importanti, sia per la sopravvivenza che per la crescita, per lo sviluppo e per il progresso. In che nazione mi trovo adesso, dove tutto ciò è diventato un DISvalore? Ero confuso, adesso sono smarrito, qualcuno mi aiuti. Anche se la lettera è falsa, concordo con quanto afferma Gramellini, è facile cadere nell’imbroglio in quanto in questo Paese, c’è un divorzio in corso tra cultura e lavoro.  (28 giugno 2013).


Giuseppe per la cultura o per la pizza?

#808

 

O capitano! Mio capitano!

O capitano! Mio capitano!  - Antonio Ranzolin

O capitano! Mio capitano!

 O capitano! Mio capitano!  - Antonio Ranzolin

Il genio del professore “matto” del liceo Tron di Schio, nel vicentino. Quando l’ora di religione insegna che con la fede nell’Uomo si aprono le porte di ogni altra fede.

O capitano! Mio capitano!

 Il professore che ama e crede nei giovani.  Antonio Ranzolin è un docente di religione che insegna al liceo Tron di Schio, in provincia di Vicenza, e nelle sue lezioni cerca di seminare valori importanti. Il professore per raggiungere il suo scopo mette in campo lezioni mirabolanti che affascina gli studenti, anche i più svogliati.

Invita alle sue lezioni tante persone che nella vita hanno compiuto scelte importanti: chi ha lasciato tutto ed è diventato missionario, chi dalla dipendenza dell’alcool ha cambiato vita e O capitano! Mio capitano!adesso aiuta gli altri. Prepara meticolosamente le lezioni con gli ospiti esterni dando ai ragazzi tanti motivi di riflessione e approfondimento. In classe, oltre agli ospiti, utilizza con sapienza tutte le tecnologie: video chiamate, collegamenti con internet, video proiettori, tutto per tenere sempre desta l’attenzione. “L’ora di religione del prof Ranzolin – spiega Nicola Dal Santo- la considero l’ora di attualità. Ci fa conoscere tante realtà dell’Italia e del Mondo, dal volontario al missionario, dalla Terra Santa al Terremoto dell’Emilia. Io, come diversi miei compagni facciamo volontariato, esperienze in case famiglie e altro, un seme che ha messo in noi Ranzolin. Dal primo anno di Liceo fino ad oggi (Nicola è al quinto anno, ndr) ci ha fatto conoscere tante iniziative sociali, insegnato i valori veri e ora quel seme sta dando i suoi frutti. Inoltre è per noi un punto di riferimento, ci lancia tanti spunti, e ci incoraggia a fare esperienze nel sociale”.

Il prof Ranzolin trasmette serenità – sottolinea Giulio Pillan- la lezione l’affronta con il sorriso. Ci fa ampliare le conoscenze, affronta i temi più difficili facendoli capire ed è sempre di buon umore”.
Non avrei mai pensato di fare volontariato se non avessi avuto lui come professore- illustra Luca Dal Santo- le sue lezioni ci fanno venire voglia di metterci in gioco, di aiutare gli altri.  Ci dice sempre che facciamo tutto da soli, ma è lui che ci insegna ogni giorno come diventare persone vere. E’ un grande prof, riesce sempre a trasmetterci qualcosa di positivo”.
O capitano! Mio capitano!“Il prof è gioia, positività, allegria. Lui cerca di innescare positività nella gente- spiega Valeria Vallèri- anche in quelli che non la possiedono. Mi porta sempre come un esempio positivo (Valeria soffre di una malattia rara ma dona gioia di vivere) quando qualcuno degli studenti ha dei problemi, racconta di me, che non mi sono mai fermata ai miei problemi e m’impegno nel sociale. Le sue lezioni sono sempre molto interessanti, ci mostra le realtà della vita, temi che la scuola, la società non affronta. Lui ama stare con noi giovani e trasmette sempre cose positive”.
“E’ un uomo che può cambiare il mondo- esclama Cristiano Bertan- è la positività fatta persona, umile, semplice ma molto preparato. Ho avuto una grande fortuna a diventare suo studente, è una persona che tutti dovrebbero conoscere, gli dovrebbero dedicare una statua. I grandi media dovrebbero divulgare le sue parole e tanta gente ascoltandolo sarebbe capace di cambiare e si potrebbero mettere le basi per un mondo migliore. Ogni sua lezione è sorprendente, tocca temi importanti, ha un’impressioO capitano! Mio capitano!nante cultura umanistica. Alla fine di ogni sua lezione mi trovo a riflettere, lui è un vero insegnate che ha cuore la sua professione di educatore”.

L’opera di Antonio Ranzolin e dei suoi ragazzi è sempre più importante, proprio in questi giorni sono stati citati nel libro di Irene Ciambezzi, “ Donne nel Sisma” dell’associazione APG XXIII. L’estate scorsa una cinquantina di ragazzi del Tron sono partiti dal Veneto per andare in Emilia ad aiutare nel dopo terremoto. Anche quest’anno ci sono altri giovani che vogliono fare esperienze importanti sia in Emilia sia in altri posti. Quando ci sono professori come Antonio Ranzolin che credono nei giovani, i giovani rispondono alla grande!

Riccardo Rossi

http://www.goleminformazione.it/le-buone-notizie/liceo-tron-schio-prof-ranzolin.html/


E’ un mio collega, è un mio amico, ed è un grande professore di Religione, ma che dico, è un grande maestro di vita. Se fossi un genitore sarei orgoglioso di aver un prof come lui ad educare mio figlio. Gli faccio solo un piccolo rimprovero, averci lasciato.  Lui capirà cosa intendo. 


Giuseppe per i veri eroi

#803

 

10 tipi di studenti universitari

Studente - Studentessa - Università - Universitario - Universitaria

I 10 tipi di studenti universitari

 Studente - Studentessa - Università - Universitario - Universitaria

Esame universitario - test1. IL FOTOFINISH – Ama le grandi sfide. Pretende di scalare l’Everest in due ore, pretende di andare a New York in mezz’ora, pretende di perdere 3 chili in un giorno. Pretende di studiare 900 pagine in due giorni. Prende per la prima volta in mano il libro a sette giorni dall’esame, a sei lo apre, a cinque lo sottolinea, a quattro finisce il primo capitolo, a tre giorni dalla fine ha fatto solo due capitoli su 39. Di un libro su quattro. E’ messo talmente male che chiede aiuto alla Protezione Civile, ma visto che Bertolaso è a spegnere un incendio del finto vulcano della villa di Berlusconi in Sardegna, si affida al WWF che lo considera specie protetta. Perché quasi sempre, non si sa come (culo, mazzette, scollatura) ce la fa.

2. IL NERVOSO – Pazzo, sclerotico, urla a chiunque gli si avvicini in periodo di esami. Il brutto è che è sempre in periodo di esami, perché studia tutti i giorni, a tutte le ore, forse si riposa solo a Natale. Se mentre sta studiando gli chiedi (gentilmente) l’ora, ti risponde urlando: “MACHECAZZOMICHIEDIL’ORANONVEDICHESTOSTUDIANDO,CAZZO!”. Intrattabile, irascibile, ansioso: sembra Paperino quando, tormentato dalla sfortuna, fa i suoi scatti d’ira. Ora che ha letto questa classifica starà pensando: “Ma come cazzo ti permetti di prendermi in giro brutto coglione??”. Scusami.

Esame università - maturità - di stato3. IL METODICO – Passa più tempo a organizzare lo studio che a studiare. Ha già programmato tutti gli esami da qui al 2015. Sa che il 23 gennaio 2014 avrà un esame di 872 pagine divise in tre libri: 400 da studiare tra il 3 novembre e il 14 dicembre. 300 da studiare e ripassare bene entro e non oltre il 5 gennaio, mentre le restanti da fare per il 16 gennaio, sottolineando questa volta in blu i concetti principali, in rosso le nozioni secondarie e ripetendo tutto. E’ talmente preciso che studia ogni giorno 23,25 pagine, fermandosi esattamente a un quarto della pagina. Niente e nessuno potrà distrarlo dalla sua tabella di marcia, neanche l’uscita al cinema del suo film preferito, neanche un viaggio omaggio ai Caraibi, neanche la caduta di un meteorite sul balcone di casa.

4. IL GHIRO – La sua sveglia sta ancora suonando. Ma lui sta dormendo. E’ il Re del Posponi, il mago del sonnellino pomeridiano sul divano. Si addormenta letteralmente sui libri, crolla sulle pagine. In pratica dorme a tutte le ore. Prova a studiare di notte ma crolla sotto ai colpi del sonno e pensa: “Non è poi così tardi, ora dormo e mi sveglio prima domani mattina per studiare”. Il problema è che il giorno dopo sente la sveglia e la ignora, si alza tardi e alla fine non studia niente né la sera prima né la mattina. Poi mangia e dopo pranzo gli sale l’abbiocco facile, irresistibile. Dice: “Stavolta non dormo, chiudo solo un attimo gli occhi sdraiandomi sul divano ma non dormo”. Come nei film, appare il sottotitolo ‘Due ore dopo…’ e c’è lui ancora schiantato sul divano che sta sognando l’esame.

5. L’AFFAMATO – Non ha fame di cultura, né di libri. Ha solo fame. Di cioccolato, di merendine, di gelato, di tutto. Appena apre un libro, gli viene un vuoto allo stomaco ed è costretto a recarsi in cucina e ad aprire il frigorifero. In periodo di esami si mangerebbe pure il divano, soprattutto nei giorni appena prima dell’appello. Ingrassa talmente tanto che il professore all’esame gli chiede se è parente di Galeazzi. Finito l’esame, si consola ingozzandosi di cibo. Fino all’esame dopo.

Studiare - Studiare - Studiare - Studiare - Studiare - Studiare - Studiare - Studiare - 6. IL POETA – Non pensate che sia un novello Dante o la reincarnazione di Petrarca. No, lui è un ragazzo semplice che però sotto esami si ispira e tira fuori perle di saggezza. E’ quello che: “Come va lo studio? Bene, domani arrivano anche i mobili”. Oppure: “Come vai in università? A piedi. Ma restano nella mente le narrazioni dei suoi orali: “La prima domanda non la sapevo, 1-0 professore con una sassata dalla distanza dopo 5 minuti. In contropiede però trovo l’1-1, salvandomi in corner con alcune cose dette a caso. Colpo importante a fine primo tempo, due domande giuste su due e l’impressione di chi sa: 3-1 e vantaggio per me. Dialettica e sapienza, sembro il Barcellona. Secondo tempo tutto in difesa, catenaccio all’italiano. Ma non basta: domanda tranello ed è 3-2, come un rigore che non c’è. Poi l’unica cosa che non avevo neanche aperto, chiesta: 3-3. Grande sofferenza, risultato in bilico a pochi minuti dalla fine. L’esame sta per finire, ma al novantesimo inoltrato, all’ultima domanda, la fiammata del bomber: risposta esatta e 4-3, esame passato e tre punti preziosi”.

7. MISTER 30 E LODE – E’ una categoria a parte. Quasi una setta. Come se fosse scritto nella Costituzione: loro devono prendere 30 e lode sempre. Chi non è iscritto al club non può capirlo e pensa che ci siano giri di soldi o di mazzette, che abbiano salvato la vita al professore durante una vacanza insieme in Colorado nel 1997, che in realtà il professore sia suo padre in incognito, che visto che ha un 30 e lode sul libretto allora siano costretti a dare solo 30 e lode da quel momento in poi. Un 30 e lode è per sempre, chi entra nel circolo non esce più. Il giorno prima dell’esame, l’amico che prende sempre 18 (chi non ne ha uno), chiede a Mister 30 (spesso una ragazza): “Come sei messo? Io mi sento pronto”. La risposta è sempre: “Stavolta non benissimo, andrà male”. Poi il ’18′ prende 18, il ’30′ prende 30. E amici come prima.

8. LO SCIALLO – Ha l’esame il 13 ma non lo sa. I suoi amici, due giorni prima, lo avvisano: “Ma non avevi l’esame il 13?”. In effetti, a pensarci bene, è vero. Ma si era dimenticato. Il bello è che non prova neanche a rimediare studiando in extremis, preferisce presentarsi e poi ‘come va va’. Guarda solo un po’ su Wikipedia per capire gli argomenti dell’esame. E’ quello che non studia perché si sente dotato di una brillante dialettica. Pensa infatti di intortare il professore, con giri e giri di parole. Il problema ovviamente è che non studiando va sempre male. Però a lui non interessa, va oltre le apparenze, si sente avanti. Ah, è 4 anni fuoricorso.

9. IL BALZATORE – Balza. Sempre e comunque. Uno stile di vita. E’ quello che non dà mai gli esami. Finge di avere qualcosa da fare, ma in realtà ha sempre paura di fare brutte figure. ‘O la va o la spacca’ è l’opposto del suo pensiero. Lui, nel dubbio, non va. Non si presenta agli appelli e si sente come se avesse passato l’esame. E’ ancora convinto di avere un fratello gemello che dà gli esami al posto suo. Nei casi più gravi, dice di aver dato l’esame e di aver preso un onesto 26 mentre in realtà è rimasto fuori dall’università. Sul suo libretto i pochi voti presenti tentano il suicidio per solitudine.

10. IL RIPETITORE – Legge e ripete. Di continuo. Parla, parla, parla. Le sue parole sono come i Rotoloni Regina, non finiscono mai. In pratica ripete tutto quello che c’è da studiare, parola per parola. Il resto della famiglia, dopo aver pensato al suicidio, decide di comprarsi dei tappi per le orecchie, dopo il vano tentativo con le cuffie per la musica. Il bello è che se uno cerca di parlargli, verrà accusato di averlo disturbarlo. Parla così tanto che all’esame si ricorda tutto, ma non ha più voce all’esame. Da premio Oscar le sue interpretazioni dell’esame allo specchio, con tanto di shampoo/microfono.

Fonte: buulb.com

Giuseppe per gli universitari

#802

 

14 regole per la vita

Studenti noia

14 regole per la vita

 di Charles J. Sykes

Erroneamente attribuite a Bill Gates- (Bufala/Hoax)

 Bill Gates - Microsoft windows 8

Regola n° 1: La vita non è giusta. Abituati. I teen-ager, in media, usano la frase: “Non è giusto” 8.6 volte al giorno. L’hai copiata dai tuoi genitori, che la hanno ripetuta così spesso che hai deciso che la loro deve essere stata la generazione più idealista di sempre. In realtà è quando hanno cominciato a sentirla dai loro stessi figli, che i tuoi hanno realizzato cosa significasse la frase della regola n° 1.

Regola n° 2: Il mondo reale non si cura della tua autostima come fa la tua scuola. Forse è uno shock saperlo ma nella vita reale ci si aspetta che tu raggiunga un obiettivo prima che tu ti senta bene con te stesso. Solitamente, quando un’autostima gonfiata non incontra la realtà, i bambini si lamentano dicendo “Non è giusto”. (Vedere regola 1)

Regola n° 3: Siamo spiacenti, non guadagnerai $ 40.000 all’anno dalla fine della scuola superiore. E non sarai vicepresidente, e non avrai neppure sofisticate tecnologie sulla tua macchina. Peggio: potresti persino dover indossare un’uniforme non di marca.

Regola n° 4: Se pensi che il tuo insegnante sia esageratamente severo, aspetta di avere un capo. Lui non ha un contratto di lavoro e così tende ad essere un po’ spigoloso. Quando sbagli, non ti chiede come ti senti al proposito.

Regola n° 5: Girare hamburger in un fast-food non è lesivo della tua dignità. I tuoi nonni avevano una diversa parola per descrivere il girare hamburger, lo chiamavano opportunità. E non erano nemmeno imbarazzati dal salario minimo, piuttosto sarebbero stati in imbarazzo a star seduti a parlare di rock-star tutto il weekend.

Regola n° 6: Non è colpa dei tuoi genitori. Se sbagli sei tu il responsabile: è il rovescio della medaglia di “E’ la mia vita”, “Tu non sei il mio capo” e di altre dichiarazioni eloquenti della tua generazione. Quando compirai 18 anni saranno affari tuoi. Non piangerci sù o farai la figura dell’egoista viziato.

Regola n° 7: Prima che tu nascessi i tuoi genitori non erano così noiosi come sembrano ora. Sono diventati così a furia di pagare le bollette, pulire la tua stanza e ascoltarti quando racconti quanto sei idealista. E a proposito, prima di
di andare a salvare la foresta pluviale da quei parassiti succhia-sangue dei tuoi genitori, prova a disinfestare l’armadio nella tua camera da letto.

Regola n° 8: La tua scuola può aver fatto fuori vincitori e vinti. La vita non l’ha fatto. In alcune scuole, ti daranno tutte le possibilità che vuoi per trovare la risposta giusta. Le insufficienze sono stati abolite e anche le bocciature; per non ferire i sentimenti di nessuno, lo sforzo è paragonato al risultato. Devi sapere però, che per quanto triste, tutto ciò non ha alcuna somiglianza con la vita reale. (Vedi la regola n°1, la regola n°2 e la regola n°4).

Regola n° 9: La vita non è divisa in semestri, e non c’è l’intera estate di vacanza. E… non ci sono nemmeno le vacanze di Pasqua. Lo spettacolo va in onda tutti i giorni; per otto ore al giorno. Non si ricomincia da zero ogni settembre ed ogni febbraio. Si va solo avanti e avanti. Mentre ci siamo: pochi posti di lavoro ti permettono di esprimerti, realizzarti o trovare te stesso. Dovrai trovare te stesso, esprimerti, realizzarti, nelle pause (Vedi regola n° 1 e la regola n° 2.)

Regola n° 10: La televisione non è la vita reale. La tua vita non è un telefilm. I tuoi problemi non saranno tutti risolti in 30 minuti, meno il tempo per la pubblicità. Nella vita reale, in effetti, le persone devono uscire dal bar per andare al lavoro. Ancora, tuoi amici non saranno ne’ vivaci ne’ flessibili come Jennifer Aniston.

Regola n° 11: Sii gentile con i secchioni. Ci sono altissime probabilità che diventino il tuo capo.

Regola n° 12: Il fumo non ti fa sembrare cool. Ti fa sembrare imbecille. La prossima volta che sei in giro, prova a guardare un undicenne con una cicca in bocca: è esattamente come sembra a chiunque abbia superato i 20 anni. Lo stesso vale per il termine “esprimere me stesso” riferito ai capelli viola o al piercing.

Regola n° 13: Non sei immortale. (Vedi regola n° 12.) Se hai l’impressione che vivere velocemente, morire giovani e lasciare un bel cadavere sia romantico, ovviamente non hai visto ultimamente uno dei tuoi coetanei a temperatura controllata.

Regola n° 14: Goditi tutto questo mentre c’è. Certo i genitori sono rompiscatole, la scuola è un fastidio e la vita è deprimente. Ma un giorno ti renderai conto com’era bello essere adolescente. Forse per non perdere tempo potresti cominciare ad apprezzarlo ora.

Tratte dal Libro: Dumbing Down Our Kids: Why American Children Feel Good about Themselves, but Can’t Read, Write, or Add -  (Rincretinendo i nostri figli: perchè i bambini americani stanno bene con se stessi ma non sanno leggere, scrivere o far di conto


Ancora una volta devo recitare il mea culpa e cospargermi la testa di cenere per aver pubblicato una bufala della in rete (come vedete Grillo non ha sempre ragione), per fortuna ha un minimo di verità e allora mi sono premunito di fornirvi la versione originale (almeno si spera!). Dal 2000 girano sulla rete le 11 regole di Bill Gates agli adolescenti, un documento scaricato e condiviso milioni di volte. I consigli non sono 11 ma addirittura 14 e soprattutto non sono di Bill Gates. Bill Gates non si è nemmeno mai minimamente sognato di darli e tantomeno di pubblicarli in rete. I non 11 consigli non di Bill Gates appartengono in realtà ad altra, pur autorevole fonte: il riformatore dell’educazione Charles J. Sykes, autore del libro, non tradotto in italiano, “Dumbing Down Our Kids: Why American Children Feel Good about Themselves, but Can’t Read, Write, or Add” (Rincretinendo i nostri figli: perchè i bambini americani stanno bene con se stessi ma non sanno leggere, scrivere o far di conto); in una rielaborazione successivo le prime 14 regole pubblicate nel 1996 in un editoriale del San Diego Union Tribune, diventano addirittura 50. Chi e perchè le abbia attribuite (riassunte con qualche modifica) a Bill Gates non si sa, forse perchè essendo regole piene di buon senso meritavano una fonte più autorevole? Ed ancora perchè epurare dalla lista le ultime tre regole? Avevano forse un’aria troppo conservatrice? Detto questo, io spero possano essere un valido aiuto alle nostre frizzanti generazioni di adolescenti, e che il buon Dio ce la mandi buona a tutti: genitori, insegnanti, parenti in genere. :)  


Giuseppe per la scuola… di vita.

#799

le dieci regole di bill gates – le 10 regole di bill gates

L’ultimo comizio

Massimo Gramellini - La Stampa

L’ultimo comizio

di Massimo Gramellini

Massimo Gramellini - La Stampa

Massimo Gramellini - La Stampa«Cari elettori, per un disguido tecnico nelle settimane scorse è andata in onda la campagna sbagliata: il cagnolino di Monti, il giaguaro di Bersani, la busta di Berlusconi travestita da rimborso delle tasse, il mago Zurlì che smentisce la partecipazione di Giannino allo Zecchino d’Oro. In realtà avremmo dovuto intrattenervi su una questione più pregnante e approfittiamo di quest’ultimo comizio per farlo tutti insieme. Noi politici di destra e di sinistra registriamo con preoccupazione l’allarme lanciato dal linguista Tullio De Mauro: «Più della metà degli italiani ha difficoltà a comprendere l’informazione scritta, con inevitabili conseguenze negative per la democrazia: molti sono spinti a votare più con la pancia che con la testa e non hanno gli strumenti culturali per controllare l’operato delle classi dirigenti».

Questa splendida situazione non è soltanto merito nostro – dall’Unità a oggi vi hanno contribuito generazioni di politici, impegnate a garantire attraverso i media e la scuola uno scrupoloso rispetto degli standard di ignoranza e rincoglionimento collettivo – ma tocca purtroppo a noi porvi termine. Fin qui eravamo sempre riusciti a conciliare il progresso economico con l’immobilismo culturale: quando i soldi girano nessuno si preoccupa se i cervelli rimangono in pausa, consentendo a chi li manipola di continuare a fare, indisturbato, i propri comodi. Ma per uscire dalla crisi attuale sembra non resti altra strada che investire nella ricerca, nella cultura e nella scuola. Riserveremo dunque a questi obiettivi quote più ingenti del Pil, finché non vi sarete trasformati da sudditi in cittadini. Ci scusiamo fin d’ora per i disagi».

Da La Stampa del 22/02/2013.


Assolutamente d’accordo con Gramellini, sono anni che lo ripeto. Vox clamantis in deserto.


Giuseppe per l’ultima spiaggia

#789

 

Scuola, lo stato dell’arte

Scuola - Matite

Scuola, la denuncia: «Classi strapiene e pochi stimoli»

 Scuola - Matite
La fine della scuola? La fine della scuola?

Anna Piccoli è la manager dei Têtes de Bois, la band italiana di musica d’autore folk rock che è nata nel 1992. In questa lettera denuncia che nella scuola di suo figlio, come in altre scuole romane, a causa dei tagli sono state sospese tutte le attività aggiuntive del piano di offerta formativo.

Cari amici,

la scuola di mio figlio, come altre scuole romane, ha preso una decisione obbligata assai grave, e cioè la sospensione di TUTTE le attività aggiuntive regolamentate dal POF (Piano offerta formativa). Che significa? Che quest’anno per i bambini non ci saranno gite, uscite, teatro, sport, progetti di alcun tipo al di fuori dall’ordinaria didattica.Non solo, la sospensione determina anche la fine di servizi come quello di logopedia o psicologico.

I soldi degli istituti destinati al POF sono stati progressivamente saccheggiati negli ultimi anni (a scapito delle energie dei docenti e della qualità dell’offerta), e l’accordo raggiunto, di cui forse avrete sentito parlare, per cui le ore degli insegnanti non sono state innalzate a 24, si è raggiunto a spese di questo stesso capitolo. I soldi verranno presi da lì e il bacino del POF ulteriormente svuotato e non si sa di quanto. A questo punto gli istituti scolastici, che ancora non hanno ricevuto la lettera di assegnazione dei fondi, sono paralizzati, e hanno deciso di dare un segnale forte, prefigurare la scuola di domani che assomiglia tanto a quella di cinquant’anni fa. A parte lo sciopero e la sospensione degli scrutini è l’unico strumento legale che gli resta.

Classi strapiene, maestro ormai unico, pochi stimoli (che a volte erano gli unici, per aree e famiglie disagiate) e se un ragazzino non ce la fa nessun sostegno e l’abbandono “signora, mi dispiace, suo figlio non ci arriva”. La distruzione della scuola pubblica. Per un bambino che nasce in una famiglia povera o carente sotto il profilo culturale, laurearsi ed emergere sarà quasi impossibile, come nel dopoguerra.

Mario Monti va da Fazio e dice di fronte a milioni di italiani che gli insegnanti si sono “rifiutati di fare due ore in più”. Cosa possono le nostre voci, le manifestazioni, le proteste, di fronte a questo? Un granello di sabbia.

Non abbandonate la scuola, anche se non avete figli o se li avete già grandi, diffondete, discutete, informatevi, aiutateci a protestare. I bambini sono il futuro, per tutti.

Grazie.


Dopo 3 fantastici ministri: Moratti, Gelmini e Profumo missione compiuta. La scuola primaria ai vertici delle classifiche internazionale per efficacia ed efficienza perde posizioni. Occorrono commenti? Ancora un piccolo sforzo e la (d)istruzione pubblica è compiuta! Grazie. 

Firma

Giuseppe per la scuola efficacie ed efficiente

#774

 

Siamo venuti già menati!!!

Matite colorate

La scuola si riappropria della dignità persa, con l’ironia….

“Semo venuti già menati!!!

 Matite colorate

Semo venuti già menati!!!


 Semo venuti già menati!!!


Slogan, scolapasta in testa al posto dei caschi, sfottò sugli scontri e i lacrimogeni dello scorso 14 novembre. “Semo venuti già menati”. In piazza a Roma e nel resto di Italia, gli studenti sfilano anche con l’ironia.Firma

Giuseppe per la scuola creativa

#766

 

Porta a scuola i tuoi sogni

Matite colorate

Porta a scuola i tuoi sogni 

con il prof. Roberto Vecchioni 

 Lavagna scuola


Filmato istituzionale realizzato per il lancio del Tumblr ministeriale.
Portaascuolaituoisogni.it è lo spazio di ascolto dedicato a studenti, docenti e famiglie.
Collaterals Films con la regia di Leone Balduzzi.
Creative direction & copywriting di Paolo Iabichino
Ideazione progetto di Riccardo Luna


Grande Roberto Vecchioni, prendo a prestito le parole di una tua canzone: “Sogna, ragazzo sogna non cambiare un verso della tua canzone, non lasciare un treno fermo alla stazione, non fermarti tu… “, per invitare i miei alunni a non abbandonare i loro sogni. La scuola è la palestra dove allenarsi per costruire e realizzare i propri sogni, sogna ragazzo sogna…. Firma


Giuseppe per i sogni scolastici

#756

 

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