Richard Bach – Gabbiano Jonathan Livingston
Gabbiano Jonathan LivingstonRichard Bach |
Ciascuno di noi è, in verità,
un’immagine del Grande Gabbiano, un’infinita idea di libertà, senza limiti.
…. . ….
Il Vostro corpo, dalla punta del becco alla coda, dall’una all’altra punta delle ali,
non è altro che il vostro pensiero, una forma del vostro pensiero,
visibile, concreta. Spezzate le catene che imprigionano il pensiero,
e anche il vostro corpo sarà libero.
…. . ….
Il segreto consisteva nel sapere che la sua vera natura viveva,
perfetta come un numero non scritto, contemporaneamente dappertutto,
nello spazio e nel tempo.
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..Scegliamo il nostro mondo successivo
in base a ciò che noi apprendiamo in questo.
Se non impari nulla, il mondo di poi sarà identico a quello di prima,
con le stesse limitazioni.
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Tu seguita ad istruirti sull’amore.
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Mettere in pratica l’amore voleva dire rendere partecipe
qualche altro gabbiano che a quella stessa verità anelasse.
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ogni giorno un pochino di più..
…. . ….
Egli imparò a volare,
Scoprì che erano la noia e la paura e la rabbia
a rendere così breve la vita di un gabbiano.
…. . ….
D’ora in poi vivere qui sarà più vario e interessante …
Noi avremo una nuova ragione di vita. Ci solleveremo dalle tenebre dell’ignoranza,
ci accorgeremo di essere creature di grande intelligenza e abilità.
Saremo liberi! Impareremo a volare!
…. . ….
Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi.
Gli occhi vedono solo ciò’ che è limitato.
Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conoci già’,
allora imparerai come si vola.
Le poesie sono le lacrime del cuore…
Giuseppe per il volo libero |
#189 |
Siddharta – Herman Hesse
Siddharta – Herman Hesse |
« Le parole non colgono il significato segreto, tutto appare un po’ diverso quando lo si esprime, un po’ falsato, un po’ sciocco, sì, e anche questo è bene e mi piace moltissimo, anche con questo sono perfettamente d’accordo, che ciò che è tesoro e saggezza d’un uomo suoni sempre un po’ sciocco alle orecchie degli altri »
Siddharta
Siddharta è un romanzo dello scrittore tedesco Hermann Hesse edito nel 1922.
Il libro narra la vita di Siddharta, giovane indiano, che cerca la sua strada nei più svariati modi. Fin dall’inizio il narratore si dimostra esterno ed onnisciente poiché, benché faccia intuire che la storia di Siddharta sia tra le più particolari, non esprime un suo punto di vista. Si può dire che la focalizzazione sia quella del giovane.
Infatti è attraverso i suoi occhi che noi vediamo un’India del VI secolo a.C. dominata da molte religioni, da molti modi di vivere, da realtà e ipocrisie.
Siddharta inizia il suo viaggio fiancheggiato dall’inseparabile amico d’infanzia, Govinda, il quale lo ha sempre visto come un saggio. I due decidono di andare a vivere con i “Samana”, pensatori che vivono di poco o nulla, che imparano a immedesimarsi con tutto ciò che incontrano. Così fa infatti Siddharta. Dopo aver vissuto con loro, lui e Govinda decidono di andare a vedere il Buddha Gotama, alla quale setta Govinda decide di aggregarsi. Siddharta rimane quindi solo e arriva in una città, dove conosce la bella Kamala.
La straordinaria maestria di Hesse è ben visibile nei capitoli riguardanti Kamala, in quanto non la nomina mai con un appellativo dalla connotazione negativa, ma lascia intuire il lavoro, moralmente poco “elevato”, della donna. Siddharta decide di imparare l’amore da lei e tramite quello apprende i vari modi di lavorare, di guadagnare, di spendere e di divertirsi.
Il personaggio dell’autore che dapprima sembrava “immacolato” si dimostra soggetto alle debolezze umane, lui che considerava male quei comportamenti e che se ne considerava superiore.
Dopo anni e anni passati con Kamala, Siddharta si dispera, capisce il suo errore e scappa. Qui si ha il climax del libro, Kamala abbandonata dall’uomo che ama e da cui sa di non essere amata porta in grembo un figlio destinato a chiamarsi come il padre. Anche senza dichiararlo apertamente, l’autore lascia intendere che Siddharta incontrerà il figlio.
Questo succederà solo dopo un lungo periodo di transizione dell’ormai uomo Siddharta che, dilaniato dai rimorsi per il suo stile di vita degli ultimi anni, ipotizza per sé il suicidio come forma estrema di purificazione. Ma il caso, forse il destino, lo aiuta: incontra Govinda. L’amico da subito non lo riconosce, anzi si ferma pensando di aiutare uno sconosciuto. L’incontro tra i due è toccante, ma quando si separano si ha di nuovo la sensazione che si rivedranno.
Siddharta ha ritrovato un motivo di vita e cerca una nuova strada, che trova sulle sponde dello stesso fiume nel quale pensava di porre fine alla sua vita. A quel punto si imbatte in un barcaiolo che insegna al ragazzo l’essenza dell’acqua, mostrandogli il proprio spirito, come se il fiume fosse un’entità viva. Vasudeva, questo il suo nome, ci abita e condivide con Siddharta l’idea che il fiume sia vivo, che parli, che insegni. Siddharta decide di rimanere con Vesudeva da cui imparerà molto, anche durante i lunghi silenzi.
Un’altra scena toccante si ha con il passaggio di Kamala che è in viaggio per trovare Gotama, il Buddha ormai morente; con lei c’è il piccolo Siddharta. Un serpente morde la madre, il piccolo piange e richiama l’attenzione del padre che, riconosciuta la donna, cerca di aiutarla, ma tutto è inutile. Ora Siddharta ha un figlio da crescere. Come in tutti i romanzi c’è l’antagonista dell’eroe, ma è un paradosso: di Siddharta è lo stesso figlio. Il giovane ragazzo è ribelle, non lavora, si annoia, non vuole imparare: totalmente il contrario del padre. Dopo anni di sofferenza, il figlio scappa e Siddharta è costretto a lasciarlo andare: sono troppo diversi per poter convivere. Questo episodio, inoltre, induce Siddharta a pensare a quando anche lui aveva abbandonato suo padre e al dolore che gli aveva sicuramente procurato. Un giorno anche il vecchio barcaiolo lascia Siddharta, recandosi nella foresta, alla ricerca anche lui di altre conoscenze.
E qui si chiude il libro, nel rincontro di Siddharta e Govinda, ormai vecchi, vissuti, sapienti. L’amico ancora una volta non riconosce Siddharta, invecchiato, cambiato. Si raccontano le vite, ma soprattutto Govinda chiede all’amico quale sia, dopo tutti questi anni, la sua filosofia e Siddharta attua un monologo a dir poco affascinante.
Ora c’è da chiedersi se quel che Hesse fa dire al suo personaggio non sia altro che quello che lui ha dedotto da anni di studi sui libri del nonno, ma su una cosa non si può che essere d’accordo: Siddharta è un Buddha.
Ciò che trasmette questo libro non è solo un insegnamento morale, ma una lezione di vita su come giudicare per essere giudicati, su come cercare la conoscenza e su come anche il più puro degli uomini si possa ritrovare nel peccato.
E’ inevitabile immedesimarsi nel protagonista, con la sua voglia e la sua lotta per cercare la propria strada e per la verità. E’ incredibile l’umiltà e la voglia di apprendere di Siddharta, per lui ciò che sa non è mai abbastanza. Siddharta dovrebbe essere preso ad esempio da ogni giovane della nostra generazione, come un modello sa seguire in questa spasmodica ricerca, che è anche un po’ trovare se stessi.
E’ senza ombra di dubbio un libro che fa ragionare. Ciò che trasmette questo libro è non solo un insegnamento morale, ma una vera e propria lezione di vita. Fa capire come anche il più puro degli uomini si possa ritrovare di fronte alle mille tentazioni della vita e cadere nel peccato. Ma anche se siamo sprofondati nel peccato esiste sempre una via per la redenzione, un processo catartico che in primo luogo porta alla propria felicità dopo tanta ansia di trsgressione.
Questo libro fa capire realmente come tutto ciò di cui ci circondiamo, tutte le belle apparenze nei rapporti con gli altri e con noi stessi, non bastano a farci sentire meglio. Non abbiamo realmente bisogno di tutto ciò che abbiamo. Ciò che ricerchiamo sempre e comunque è la pace con noi stessi, è la retta via.
Inevitabile innamorarsi di questo libro e del protagonista perché c’è un po’ di Siddharta in ognuno di noi. (horsefly)
La morale non la si trova alla fine del libro, ma bensì è in ogni capitolo e in ogni pagina. Un libro ricco di contenuti e di “saggezza”.
E’ inevitabile immedesimarsi nel protagonista, con la sua voglia e la sua lotta per cercare la propria strada e per la verità. E’ incredibile l’umiltà e la voglia di apprendere di Siddharta, per lui ciò che sa non è mai abbastanza.
E’ senza ombra di dubbio un libro che fa ragionare. Ciò che trasmette questo libro è non solo un insegnamento morale, ma una vera e propria lezione di vita.
Fa capire come anche il più puro degli uomini si possa ritrovare di fronte alle mille tentazioni della vita e cadere nel peccato.
Questo libro fa capire realmente come tutto ciò di cui ci circondiamo, tutte le belle apparenze nei rapporti con gli altri e con noi stessi, non bastano a farci sentire meglio. Non abbiamo realmente bisogno di tutto ciò che abbiamo. Ciò che ricerchiamo sempre e comunque è la pace con noi stessi, è la retta via.
Inevitabile innamorarsi di questo libro e del protagonista perché c’è un po’ di Siddharta in ognuno di noi.
Giuseppe.. on the road…. again. |
#186 |
Kahlil Gibran – Poesie
Kahlil Gibran – Poesie |
CANTO POESIA PAROLA Se anche cantassi come gli angeli, ma non amassi il canto, non faresti altro che rendere sordi gli uomini alle voci del giorno e alle voci della notte. Kahlil Gibran ”Il profeta”
La mente soppesa e misura, ma è lo spirito che giunge al cuore della vita e ne abbraccia il segreto; e il seme dello spirito è immortale. Il vento puo’ soffiare e placarsi, e il mare fluire e rifluire: ma il cuore della vita è sfera immobile e serena, e in quel punto rifulge una stella che è fissa in eterno. Kahlil Gibran ”Gesu’ figlio dell’uomo”
DONO Dai poco quando doni cio’ che hai. Quando doni te stesso, solo allora dai veramente. Kahlil Gibran ”Il profeta”
La forza che difende il cuore dalle ferite è la stessa che gli impedisce di dilatarsi alla sua massima grandezza. Kahlil Gibran ”A Treasury of Kahlil Gibran”
La fede è il senso del cuore come la vista è il senso dell’occhio. Kahlil Gibran ”A Treasury of Kahlil Gibran”
RESPIRO DI VITA Vorrei che andaste incontro al sole e al vento con la pelle, più che con il vestito, perchè il respiro della vita è nella luce solare e la mano della vita è nel vento Kahlil Gibran ”Il profeta”
Noi stessi siamo l’infinitamente piccolo e l’infinitamemte grande e la vita che li unisce. Kahlil Gibran ”The Wanderer”
Dio mi guardi dall’uomo che si proclama fiaccola che illumina il cammino dell’umanità. Ben venga l’uomo che cerca il suo cammino alla luce degli altri. Kahlil Gibran ”Massime Spirituali”
IGNORANZA Devo ancora incontrare un ignorante le cui radici non affondino nella mia anima. Kahlil Gibran ”Massime Spirituali”
TRISTEZZA Interrogo la tristezza e scopro che non ha il dono della parola; eppure, se potesse, sono convinto che pronuncerebbe una parola più dolce della gioia. Kahlil Gibran ”Prose Poems”
Nessuno puo’ rivelarvi nulla se non cio’ che già si trova in stato di dormiveglia nell’albeggiare della nostra conoscenza. L’insegnante che avanza nell’ombra del tempio, fra i suoi discepoli, non trasmette la sua sapienza, ma piuttosto la sua fede e la sua amorevolezza. Se è veramente saggio, non vi introdurrà nella casa della sua sapienza, ma vi accompagnerà alla soglia della vostra mente. Kahlil Gibran ”Il profeta”
RITORNAR BAMBINI Le cose che il bambino ama rimangono nel regno del cuore fino alla vecchiaia. La cosa più bella della vita è che la nostra anima rimanga ad aleggiare nei luoghi dove una volta giocavamo. Kahlil Gibran ”Self-Portrait”
Ecco una parola io sono: una parola che significa a volte nulla a volte un infinito. Kahlil Gibran ”Prose Poems”
SOGNO E REALTA’ Com’è cieco colui che immagina e progetta qualcosa fino ai più realistici dettagli. e quando non risce a darne conto interamente con misure superficiali e prove verbali, crede che la sua idea e la sua fantasia siano vanità! Se invece riflettesse con sincerità, si convincerebbe che la sua idea è reale tanto quanto l’uccello in volo, solo che non è ancora cristalizzata; e capirà che l’idea è un segmento di conoscenza ancora ineslicabile in cifre e parole, poichè troppo alta e troppo vasta per essere imprigionata nel momento presente; ancora troppo profondamente immersa nello spirituale per piegarsi al reale. Kahlil Gibran ”A treasury of Kahlil Gibran”
L’anima non vede, nella vita, se non cio’ che è già nell’anima stessa. Non crede se non nella propria vicenda, e quando sperimenta qualcosa l’esito diventa parte di essa. Kahlil Gibran ”Self-Portrait”
SOFFERENZA Il tuo dolore è lo spezzarsi del guscio che racchiude la tua capacità di comprendere. E se potessi mantenere il cuore sospeso in costante stupore ai quotidiani miracoli della vita, il dolore non ti sembrerebbe meno meraviglioso della gioia; e accetteresti le stagioni del tuo cuore, come hai sempre accettato le stagioni che passano sui tuoi campi. Kahlil Gibran ”Il Profeta”
La tempesta è capace di disperdere i fiori ma non è in grado di danneggiare i semi. Kahlil Gibran ”Self-Portrait”
MAGIA DELLA VITA In un campo ho veduto una ghianda: sembrava così morta, inutile. E in primavera ho visto quella ghianda mettere radici e innalzarsi, giovane quercia verso il sole. Un miracolo, potresti dire: eppure questo miracolo si produce mille migliaia di volte nel sonno di ogni autunno e nella passione di ogni primavera. Perchè non dovrebbe prodursi nel cuore dell’uomo? Kahlil Gibran ”Gesu’ figlio dell’uomo”
RICORDO Non lascio che neanche un singolo fantasma del ricordo svanisca con le nuvole, ed è la mia perenne consapevolezza del passato che causa a volte il mio dolore. ma se dovessi scegliere tra gioia e dolore, non scambierei i dolori del mio cuore con le gioie del mondo intero. Kahlil Gibran ”Self-Portrait”
Noi siamo gemelli, Notte, perchè tu riveli lo spazio e io rivelo la mia anima. Kahlil Gibran ”Il folle”
DONARE Spesso dite: “Voglio donare, ma solo a chi merita”. Non così dicono gli alberi del vostro frutteto, né gli animali che portate al pascolo. Danno per vivere perché trattenere é perire. Sicuramente l’uomo che è degno di ricevere i suoi giorni e le sue notti é degno di ricevere da voi qualsiasi altra cosa. Kahlil Gibran ”Il Profeta”
CANTO DEL CUORE Il canto della voce è dolce, ma il canto del cuore è la pura voce dei cieli. Kahlil Gibran ”A treasury of Kahlil Gibran”
PENSIERO Il pensiero.. è un uccello dell’immenso, che in una gabbia di parole puo’ anche spiegare le ali, ma non volare. Kahlil Gibran ”Il Profeta”
L’ALTRO Il tuo prossimo è lo sconosciuto che è in te, reso visibile. Il suo volto si riflette nelle acque tranquille, e in quelle acque, se osservi bene, scorgerai il tuo stesso volto. Se tenderai l’orecchio nella notte, è lui che sentirai parlare, e le sue parole saranno i battiti del tuo stesso cuore. Non sei tu solo ad essere te stesso. Sei presente nelle azioni degli altri uomini, e questi, senza saperlo, sono con te in ognuno dei tuoi giorni. Non precipiteranno se tu non precipiterai con loro, e non si rialzeranno se tu non ti rialzerai. Kahlil Gibran ”Gesu’ figlio dell’uomo”
GRANDEZZA Il dolore è troppo grande per regnare in piccoli cuori. Kahlil Gibran ”A treasury of Kahlil Gibran”
Giuseppe per il profeta. |
#073 |