Manuela Scortegagna – L’ultimo pensiero

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L’ultimo pensiero

 Manuela Scortegagna - L’ultimo pensiero

Manuela Scortegagna - L’ultimo pensieroCosa succederebbe se il ricchissimo, potente ed arrogante signor B., per uno strano scherzo del destino, si trovasse a dover vivere con una pensione di 886 euro? Cosa farebbe se dovesse improvvisamente fare i conti con la miseria, il risparmio estremo, le code alle Poste, la spesa al discount e una moglie sua coetanea che si chiama Bertilla?
Ma più di tutto: saprebbe conquistarsi il vero rispetto, quello che ci si deve guadagnare sul campo e che non ti puoi comprare quando fai parte della folta schiera dei signor Nessuno?

Un romanzo scritto con ironia e leggerezza, che attinge al vissuto quotidiano di migliaia di famiglie e che affronta e smaschera le contraddizioni e le ipocrisie del momento storico attuale.


Manuela Scortegagna - L’ultimo pensiero

Manuela Scortegagna, nata a Schio nel 1971, vive a Torrebelvicino, un paese del vicentino ai piedi delle Prealpi.

Laureata in Scienze Politiche all’Università di Padova, ha scritto per alcune riviste locali e ha collaborato con il quotidiano “Il Giornale di Vicenza”, ottenendo nel 1995 l’ammissione all’Ordine dei Giornalisti – Pubblicisti.
Ha lavorato per dieci anni presso un istituto bancario e nel 2007 si è dimessa per seguire la sua passione per la didattica. Oggi è un’insegnante precaria di Diritto ed Economia.

Tratto da Aletti Editore


Ho comprato e letteralmente divorato questo libro. L’autrice mi aveva anticipato che mi sarei fatto qualche risata nel leggerlo. A dire il vero di risate me ne sono scappate ben poche, forse perché, visto il periodo storico che abbiamo passato e che ci tocca vivere grazie al nostro Mr B, c’è ben poco da ridere. Ho trovato il libro fantastico, un vero trattato di sociologia. Un condensato di analisi psico/sociologica del nostro periodo: la voglia di gran parte della gente di essere “qualcuno” e quindi di riconoscersi nel DUX corrente; e agli antipodi l’onestà e il senso del dovere che comunque pervade una gran fetta della nostra nazione. La storia e la nemesi storica, che purtroppo, nella realtà non si è ancora realizzata e francamente – credo – non si realizzerà mai.  Mr Jekyll e Dr Hide dell’italica gente. Mi è piaciuto il plot, davvero originale.  Non sono tipo da “happy end”,  ma il finale  è davvero commovente ed originale, mi piaciuto da morire, davvero bello. Cosa dire? sono innamorato di questo libro. Grazie Manuela.

Giuseppe per la buona letteratura

#720

 

I 100 libri più influenti di tutti i tempi

I 100 libri più influenti di tutti i tempi

I 100 libri più influenti di tutti i tempi

La conoscenza è la forza più dirompente per sostenere le proprie idee. Con cui cambiare il mondo.

 I 100 libri più influenti di tutti i tempi
# Autore Titolo Data
1 Testo ebraico Torah XIII – IV secolo a.C.
2 Testo cinese classico Libro dei Mutamenti tardo IX secolo a.C.
3 Omero Iliade e Odissea VIII – VII secolo a.C.
4 Testo induista Upaniṣad VII – VII secolo a.C.
5 Laozi Daodejing III secolo a.C.
6 Testo dello Zoroastrismo Avesta III secolo a.C.
7 Confucio Analecta V IV secolo a.C.
8 Tucidide Guerra del Peloponneso V secolo a.C.
9 Ippocrate Opere 400 a.C.
10 Aristotele Opere IV secolo a.C.
11 Erodoto Storie V secolo a.C.
12 Platone La Repubblica 380 a.C.
13 Euclide Elementi 280 a.C.
14 Testo del Buddhismo Theravada Dharma 252 a.C.
15 Virgilio Eneide 19 a.C.
16 Lucrezio De rerum natura 55 a.C.
17 Filone di Alessandria Esposizione Allegorica della Sacra Legge I secolo
18 Testo cristiano Nuovo testamento circa 50-100
19 Plutarco Vite Parallele 120
20 Publio Cornelio Tacito Annales 120
21 Valentino Vangelo della Verità II secolo
22 Marco Aurelio Colloqui con se stesso 167
23 Sesto Empirico Lineamenti Pirroniani 150 - 210
24 Plotino Enneadi III secolo
25 Agostino da Ippona Confessioni 400
26 Testo islamico Corano VII secolo
27 Mosè Maimonide Guida dei perplessi 1190
28 Testo del misticismo giudaico Cabala XII secolo
29 Tommaso d’Aquino Summa Theologiae 1266 - 1273
30 Dante Alighieri La Divina Commedia 1321
31 Erasmo da Rotterdam Elogio della follia 1509
32 Niccolò Machiavelli Il Principe 1532
33 Martin Lutero Preludio alla cattività babilonese della chiesa 1520
34 François Rabelais Gargantua e Pantagruel 1534 e 1532
35 Giovanni Calvino Istituzioni della Religione Cristiana 1536
36 Niccolò Copernico De revolutionibus orbium coelestium 1543
37 Michel de Montaigne Saggi 1580
38 Miguel de Cervantes Don Chisciotte 1605 e 1615
39 Johannes Kepler L’Armonia dei mondi 1619
40 Francesco Bacone Novum Organum 1620
41 William Shakespeare First folio 1623
42 Galileo Galilei Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo 1632
43 Rene Descartes Discorso sul metodo 1637
44 Thomas Hobbes Leviatano 1651
45 Gottfried Leibniz Opere 1663 - 1716
46 Blaise Pascal Pensieri 1670
47 Baruch Spinoza Ethica more geometrico demonstrata 1677
48 John Bunyan Il viaggio del pellegrino 1678 - 1684
49 Isaac Newton Philosophiae Naturalis Principia Mathematica 1687
50 John Locke Saggio sull’intelletto umano 1689
51 George Berkeley Trattato sui principi della conoscenza umana 1710, modificato 1734
52 Giambattista Vico La Scienza nuova 1725, modificato il 1744
53 David Hume Un trattato della natura umana 1739 - 1740
54 Denis Diderot Enciclopedia 1751-1772
55 Samuel Johnson Un dizionario della lingua inglese 1755
56 Voltaire Candido 1759
57 Thomas Paine Senso comune 1776
58 Adam Smith La ricchezza delle nazioni 1776
59 Edward Gibbon Declino e caduta dell’impero romano 1776-1787
60 Immanuel Kant Critica della ragion pura 1781, revised 1787
61 Jean-Jacques Rousseau Confessioni 1781
62 Edmund Burke Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia 1790
63 Mary Wollstonecraft Rivendicazione dei diritti della donna 1792
64 William Godwin Inchiesta riguardo alla giustizia politica 1793
65 Thomas Malthus Saggio sui principi della popolazione 1798, modificato nel 1803
66 Georg Wilhelm Friedrich Hegel Fenomenologia dello spirito 1807
67 Arthur Schopenhauer Il mondo come volontà e rappresentazione 1819
68 Auguste Comte Course in the Positivist Philosophy 1830-1842
69 Carl von Clausewitz Della guerra 1832
70 Søren Kierkegaard Enten-Eller 1843
71 Karl Marx & Friedrich Engels Manifesto del partito comunista 1848
72 Henry David Thoreau Disobbedienza civile 1849
73 Charles Darwin L’origine delle specie 1859
74 John Stuart Mill Sulla libertà 1859
75 Herbert Spencer First Principles 1862
76 Gregor Mendel Saggio sugli ibridi vegetali 1866
77 Lev Nikolaevič Tolstoj Guerra e pace 1868 - 1869
78 James Clerk Maxwell Trattato sull’elettricità e il magnetismo 1873
79 Friedrich Nietzsche Così parlò Zarathustra 1883-1885
80 Sigmund Freud L’interpretazione dei sogni 1900
81 William James Pragmatismo 1908
82 Albert Einstein Teoria della relatività 1916
83 Vilfredo Pareto La mente e la società 1916
84 Carl Gustav Jung Tipi psicologici 1921
85 Martin Buber Io e tu 1923
86 Franz Kafka Il processo 1925
87 Karl Popper Logica della scoperta scientifica 1934
88 John Maynard Keynes Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta 1936
89 Jean-Paul Sartre L’essere e il nulla 1943
90 Friedrich von Hayek La strada per la servitù 1944
91 Simone de Beauvoir Il secondo sesso 1948
92 Norbert Wiener Cibernetica 1948, modificato 1961
93 George Orwell 1984 1949
94 Georges Ivanovič Gurdjieff Racconti di Belzebù a suo nipote 1950
95 Ludwig Wittgenstein Ricerche filosofiche 1953
96 Noam Chomsky Strutture sintattiche 1957
97 Thomas Kuhn La struttura delle rivoluzioni scientifiche 1962, revised 1970
98 Betty Friedan La mistica della femminilità 1963
99 Mao Zedong Libretto rosso 1966
100 Burrhus Skinner Oltre la dignità e la libertà 1971

Torah Torah

I 100 libri più influenti mai scritti: Storia del pensiero dall’antichità a oggi è un saggio enciclopedico di storia intellettuale scritto da Martin Seymour-Smith (1928 – 1998), un poeta, critico e biografo britannico.


Giuseppe per la cultura universale

#692

 

Donne, barche e libri

Donna - farfalla - Viso

Donne, barche e libri

 

 C.B. Barber: Donna che legge
Donna Che LeggeAnche se non pratica del lago, la moglie decide di uscire in barca. Accende il motore e si spinge ad una piccola distanza: spegne, butta l’ancora e si mette a leggere il suo libro.  Arriva una Guardia Forestale in barca.
Si avvicina e le dice:
- Buongiorno, Signora, Cosa sta facendo?
- Sto leggendo un libro. Risponde lei (pensando “non è forse ovvio?!?”)
- Lei si trova in una Zona di Pesca Vietata. Le dice
- Mi dispiace, agente, ma non sto pescando. Sto leggendo…
- Sì, ma ha tutta l’attrezzatura. Per quanto ne so potrebbe cominciare in qualsiasi momento. Devo portarla con me e fare rapporto.
- Se lo fa agente, dovrò denunciarla per molestia sessuale. Dice la donna.
- Ma se non l’ho nemmeno toccata!. Dice la Guardia Forestale
- Questo è vero, ma possiede tutta l’attrezzatura. Per quanto ne so potrebbe cominciare in qualsiasi momento.
- Le auguro buona giornata signora. E la guardia se ne va.
 
MORALE: Mai discutere con una donna che legge. E’ probabile (E’ certo – NDR) che sappia anche pensare.
Giuseppe per le donne che leggono

#604

 

Alessandro D’Avenia – Cose che nessuno sa

Alessandro D'avenia - Cose che nessuno sa

Alessandro D’Avenia – Cose Che Nessuno Sa


 

Descrizione

Alessandro D'avenia - Cose che nessuno saMargherita ha quattordici anni e sta per varcare una soglia magica e misteriosa: l’inizio del liceo. Un mondo nuovo da esplorare e conquistare, sapendo però di poter contare sulle persone che la amano. Ma un giorno, tornata a casa, ascolta un messaggio nella segreteria telefonica: è di suo padre, che non tornerà più a casa. Margherita ancora non sa che affrontando questo dolore si trasformerà a poco a poco in una donna, proprio come una splendida perla fiorisce nell’ostrica per l’attacco di un predatore marino. Accanto a lei ci sono la madre, il fratellino vivace e sensibile e l’irriverente nonna Teresa. E poi Marta, la compagna di banco sempre sorridente, e Giulio, il ragazzo più cupo e affascinante della scuola. Ma sarà un professore, un giovane uomo alla ricerca di sé eppure capace di ascoltare le pulsazioni della vita nelle pagine dei libri, a indicare a Margherita il coraggio di Telemaco nell’”Odissea”: così che il viaggio sulle tracce del padre possa cambiare il suo destino. - http://www.ibs.it/

Giuseppe per le letture adolescenziali

598

1Q84 – Haruki Murukami

1Q84 - Haruki Murukami1Q84 – Haruki Murukami


 

Descrizione

1984, Tokyo. Aomame è bloccata in un taxi nel traffico. L’autista le suggerisce, come unica soluzione per non mancare all’appuntamento che l’aspetta, di uscire dalla tangenziale utilizzando una scala di emergenza, nascosta e poco frequentata. Ma, sibillino, aggiunge di fare attenzione: “Non si lasci ingannare dalle apparenze. La realtà è sempre una sola”. Negli stessi giorni Tengo, un giovane aspirante scrittore dotato di buona tecnica ma povero d’ispirazione, riceve uno strano incarico: un editor senza scrupoli gli chiede di riscrivere il romanzo di un’enigmatica diciassettenne così da candidarlo a un premio letterario. Ma “La crisalide d’aria” è un romanzo fantastico tanto ricco di immaginazione quanto sottilmente inquietante: la descrizione della realtà parallela alla nostra e di piccole creature che si nascondono nel corpo umano come parassiti turbano profondamente Tengo. L’incontro con l’autrice non farà che aumentare la sua vertigine: chi è veramente Fukada Eriko? Intanto Aomame (che pure non è certo una ragazza qualsiasi: nella borsetta ha un affilatissimo rompighiaccio con cui deve uccidere un uomo) osserva perplessa il mondo che la circonda: sembra quello di sempre, eppure piccoli, sinistri particolari divergono da quello a cui era abituata. Finché un giorno non vede comparire in cielo una seconda luna e sospetta di essere l’unica persona in grado di attraversare la sottile barriera che divide il 1984 dal 1Q84. Ma capisce anche un’altra cosa: che quella barriera sta per infrangersi. - http://www.ibs.it/

La recensione di IBS

1Q84 - Haruki MurukamiL’uccello che girava le viti del mondo. Partiamo da lì. Si pensava di aver già trovato in quelle pagine la massima complessità di riferimenti, stratificazioni di scrittura, evocazioni di immagini, tòpoi della narrativa onirica e dell’iconografia possibili per uno scrittore. Poi è arrivato Kafka sulla spiaggia che ha sparigliato nuovamente le carte della nostra logica e ricomposto l’opera sovrapponendo ancor più immagini e parole, creazione artistica e realtà e arrivando a una quasi infinita elusività del senso, messinscena della fallacia interpretativa che non casualmente omaggia Kafka. Murakami, ne eravamo certi, non poteva arrivare a un più alto risultato. Ma non avevamo ancora letto 1Q84.
È subito evidente che l’autore ha fatto un complesso, immane lavoro di riferimenti incrociati su un tema centrale “le cose sono diverse da come appaiono”, dovremmo dire il tema centrale della narrativa dello scrittore giapponese. Eppure questo argomento viene continuamente sfaldato nel suo tragitto verso il senso, che non ha nulla di lineare: è invece – come sempre – labirintico, se non addirittura sospeso. Citazioni e omaggi si susseguono lungo tutto il testo. A partire, è ovvio, dall’anno in cui si ambienta la vicenda, quel 1984 di orwelliana memoria tramutato in 1Q84 sia per un’assonanza tra la lettera e il numero nella pronuncia giapponese, che per sottolineare l’ambiguità della situazione: Q è la Q del question mark, il punto interrogativo. Lungo il romanzo incrociamo anche la Storia che Murakami, a differenza di Orwell, può ricostruire nella sua interezza, pur con l’inserimento di momenti devianti. Ciò che è accaduto nel 1984 e negli anni precedenti è lì, davanti a noi, così come viene riportato, o quasi.
“Di realtà ce n’è sempre una sola” – fa dire Murakami al taxista-traghettatore, personaggio mitologico che porta la protagonista femminile Aomame (citata sempre con il suo strano cognome che significa “piselli verdi”) verso la discesa nell’altro mondo. Aomame: un po’ l’Alice di Carroll e un po’ temibile giustiziere e spietato killer, viso d’angelo e mostruosa smorfia terrorizzante. Ogni passaggio del romanzo gira attorno a questo concetto: le cose non sono come appaiono, ma di realtà ne esiste una sola. Anche se si può mascherare la verità con una finzione, con una menzogna, è necessario ricordare che “una volta che si dice una bugia al mondo, bisogna continuare a mentire in eterno. Diventa necessario per far quadrare i conti”. Anche con il passato e con i ricordi si devono quadrare i conti. I ricordi come ondate che risalgono nella mente, che interagiscono anche col fisico, che disturbano, che si vorrebbero scacciare ma che restano, che creano angoscia o rievocano piacere, ma che arrivano inaspettati e non voluti e non se ne vanno se non quando sono loro stessi a decidere di svanire. E al contempo la realtà che muta, il pensiero che non la coglie: “appena cercava di pensare qualcosa la realtà sembrava avvicinarsi per un attimo, poi subito sfuggiva”.
“Nella vita le cose non scorrono scegliendo il percorso più breve”. Lo scopre Tengo, protagonista maschile, giovane ghost writer incaricato di prendere in mano una bella storia mal scritta da Fukaeri (una diciassettenne misteriosa, impenetrabile, con un modo di parlare bizzarro, all’apparenza anche un po’ folle), e trasformarla in un esordio da premio: Crisalide d’aria. Le vite dei due protagonisti, che scorrono parallele nell’anno 1Q84 – Aomame impegnata a giustiziare su commissione e con un sistema raffinatissimo uomini che hanno fatto violenza sulle donne, e Tengo alle prese con la riscrittura dell’inquietante romanzo mentre viene portato da Fukaeri a scoprire una surreale realtà dove esistono misteriose piccole creature – sembrano a un certo punto convergere. Ma in questo spazio-tempo labirintico che ha assunto forme contorte nulla è scontato. “Il tempo in sé dovrebbe avere una struttura uniforme ma, una volta consumato, si deforma. Un periodo breve di tempo può essere terribilmente pesante e lungo, e un altro leggero e breve. E a volte il prima e il dopo si invertono e nei casi peggiori scompaiono del tutto. Capita pure che si aggiungano cose che non dovrebbero farne parte.” Ascoltando a lungo un applauso registrato al termine di un concerto Aomame ha la sensazione che non si tratti più di un applauso, ma si sia “trasformato nel rumore di una incessante tempesta di vento su Marte”.
Vivendo in un 1984 che non sembra più tale, decide di chiamarlo 1Q84. “Che mi piaccia o no, adesso mi trovo in questo anno IQ84. Il I984 che conoscevo non esiste più da nessuna parte. Ora è l’anno IQ84. L’aria è cambiata, il paesaggio è cambiato. Devo adattarmi il più in fretta possibile a questo mondo con punto interrogativo.”
Leggendo con passione il romanzo di Murakami, facendosi avvolgere alla storia, si ha la sensazione che non si tratti più di un semplice libro, ma che si espanda oltre le pagine verso la realtà, trasformandola, come se una seconda luna comparisse in cielo.

A cura di Wuz.it


Giuseppe per la letteratura Giapponese

#597

 

Gibran Kahlil Gibran – Il Profeta

Penna - scrivere

Gibran Kahlil Gibran

Il Profeta

Poesia

“Parlaci dell’Amore.

 
 
Gibran Kahlil Gibran - Il ProfetaQuando l’amore vi chiama, seguitelo,
Benché le sue vie siano ardue e ripide.
E quando le sue ali vi avvolgono, abbandonatevi a lui,
Anche se la spada nascosta tra le sue penne può ferirvi.
E quando esso vi parla, credetegli,
Anche se la sua voce può infrangere i vostri sogni come il vento del nord quando devasta il vostro giardino.
Poiché come l’amore v’incorona, così vi crocefigge. E’ egualmente pronto sia a farvi fiorire che a potarvi.
 Egualmente ascende fino alla cima ad accarezzare i rami più teneri che tremolano al sole, 
 E discenderà fino alle vostre radici e le scuoterà là dove più sono abbarbicate alla rerra.
 Come covoni di grano vi accoglie in sé. 
 Vi scuote per rendervi spogli.
 Vi staccia per liberarvi dalle reste.
 Vi macina fino all’estrema bianchezza.
 Vi impasta finché non siate cedevoli;
 Ed infine vi assegna al suo sacro fuoco perché diventiate pane sacro per la mensa di Dio.
Tutte queste cose saprà compiere l’amore per voi, di modo che voi possiate conoscere i segreti del vostro cuore e in questa conoscenza farvi frammento del cuore della Vita.
 Ma se, nel vostro timore, voleste cercare dell’amore la pace e il piacere,
 Allora meglio sarebbe per voi coprire la vostra nudità e uscir fuori dall’aia dell’amore,
 Nel mondo senza stagioni, dove riderete, ma non tutto il vostro riso; e piangerete, ma non tutte le vostre lacrime.
L’amore non dona che se stesso e nulla prende se non da se stesso.
 L’amore non possiede né vorrebbe esser posseduto;
 Poiché l’amore basta all’amore.”

Giuseppe per la poesia saccheggiata dai vari link di FB

#589

Videocracy

Televisore - Televisione

L’ha detto la Televisione !


Pier Paolo Pasolini Pier Paolo Pasolini

“Di fronte all’ingenuità o alla sprovvedutezza di certi spettatori io stesso non vorrei dire certe cose. Quindi mi autocensuro. Ma a parte questo, è proprio il medium di massa in sé… nel momento in cui qualcuno ci ascolta nel video ha verso di me un rapporto da inferiore a superiore, che è un rapporto spaventosamente antidemocratico”.

( P.P. Pasolini)


Giuseppe per…. che Mcluhan ci perdoni!

#570

Prima di tutto

Bertold Brecht

Prima Di Tutto Vennero A Prendere Gli Zingari

Penna

Bertold Brechtattribuita a Bertold Brecht, in realtà di Martin Niemoller (Berlino, 1932?) – wikipedia

Prima di tutto vennero a prendere gli zingarie fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebreie stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. 
Poi vennero a prendere i comunisti,ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,e non c’era rimasto nessuno a protestare

Da qualche giorno è comparsa in rete un altro testo che dice: Prima licenziarono i precari della scuola, ed io non dissi niente perché pensai che in effetti erano troppi , poi licenziarono quelli dei cantieri navali ed io non dissi niente perché le navi non si vendevano , poi licenziarono gli operai della Fiat ed io non dissi niente perchè erano troppo assenteisti, quindi licenziarono gli impiegati pubblici ed io non dissi niente perché non facevano un ca**o , poi licenziarono me, ma non c’era rimasto piu’ nessuno per protestare. (riadattamento di Roberto Mascilongo)


Sempre più attuale, visto anche l’ultimo hobby in auge di dar fuoco agli accampamenti di ROM. Dalle mie parti c’è un modo di dire, rivelatore: “Il cane morde sempre lo straccione”. Eh già…  


Giuseppe per le minoranze.

#562

Prodigio di semplicità

Grappolo di uva biancaProdigio Di Semplicità di Emanuela Pozzan 


 

 

Prodigio e semplicitàIn un attimo tutto sembra passato, il mio impeto è svanito nella speranza di assopire un bisogno.
In me si cerca: il sapore, l’ebbrezza di un momento e la pace di un sorso di nettare dal gusto sublime. Presto, la curiosità sulla mia natura, darà pace alla brama di sapere com’è l’annata.
Io sono la vite, io sono la vita e nel mio succo si racchiude l’attesa di dodici mesi. Nell’alba di una domenica autunnale mi ritrovo qui, anonima tra sconosciute ed attendo paziente che il sole sorga pigramente dal capanno affiancato al mio filare.
Mi sento soddisfatta ed orgogliosa anche quest’anno, ad ogni stagione che trascorre, assaporo sempre più il piacere di donare il mio prezioso succo; altro scopo non ho.
Sono stata scelta, la mia missione è questa: dare pace ad un desiderio dei sensi. Con il mio verdeggiare e l’armonia delle mie onde lignee sono un incanto per gli occhi ed i miei tralci sembrano corde di un violino naturale che suona melodie di passione; con le mie foglie rugose e fresche ricordo l’acqua di fonte che sgorga tra innumerevoli bollicine; con il profumo dei miei frutti inebrio le menti ed evoco con gli acini che maturo piano, la pace di un molesto sogno di conoscenza.
Ora è arrivato il tempo per il riposo e posso pensare; posso ricordare.
Amo la mia terra, leggermente inclinata a Sud e di cui sento tutto il calore che sale dalle mie radici, profonde idealmente sino al centro del globo.
L’inverno è stato lungo, solo per magia sono scampata all’acqua delle alluvioni che infondo alla collina ha creato il ristagno, e per fortuna io ero protetta su nel mio colle. Ho sentito la grande umidità fin dentro le mie scheletriche ramificazioni e non ne potevo più di sentirmi inebriata di acqua, ho pensato sonnecchiando alle calde giornate estive che prosciugano fin dentro l’intimo.
Tutto ha uno scopo.
Alla fine anche l’inverno è passato, lungo e freddo, mi ha ghiacciato la corteccia, avevo paura, e poi, è giunta la potatura, un misto di dolore e di piacere. Sento ancora il vibrare del mio corpo all’avvicinarsi del contadino che mi tocca, sento le sue mani calde in un pomeriggio di sole sofferente, sembra quasi sia primavera ed invece il suo tocco, dapprima dolce e rincuorante, si trasforma in una mano esperta che sradica i miei tralci inutili, e taglia, mi lascia lo stretto necessario per crescere ancora e rinvigorire. Mi chiedo a volte se lui si renda conto del dolore che mi provoca, se vede che poi piango. In realtà mi medico dove lui mi lacera, ma gli uomini chiamano: “lacrime”,  il mio sangue.
Laddove loro sanguinano, io irrigo le mie ferite di linfa, considerata medicamentosa, tanto che qualcuno ancora gira per i vigneti per raccogliere queste gocce ritenute un balsamo per gli occhi. Tra i prodigi della natura c’è anche questo: assistere ad un’alba nel vigneto che piange lacrime necessarie. Un altro anno è passato, sonnecchio nel pomeriggio tedioso di novembre e penso a quando, su qualche tavolo imbandito o nell’allegria delle osterie, qualcuno stapperà una bottiglia e penserà inconsciamente a me che sono qui pronta al riposo, ma in prima linea per ripetere il mio miracolo con l’avventarsi delle stagioni.
Il sonno giunge avvolgente come nebbia ed offusca i miei pensieri ed io delirio, tra finzione e realtà, nel sognare il momento in cui il mio nettare darà la gioia, magari adesso, magari tra anni, tra gli scaffali di una cantina, amerò come un’amante appassionata chi mi sceglierà, chi mi avrà. 
 
Emanuela Pozzan per http://www.santamargherita.com/

Bello questo racconto vero? Ha vinto un premio, che un’importante casa vinicola italiana ha bandito. Vi chiederete perché l’ho pubblicato? C’è un motivo, l’autrice è una mia ex-alunna. Quando l’ho letto mi sono emozionato molto per queste parole ed ho subito scritto una mail a Manuela, vi riporto il testo qui: “Cara Manu, ho letto il tuo breve racconto con voracità, così come quando da piccolo, assaporavo i grappoli d’uva dolcissimi, che il mio papà coltivava. Ho sentito il profumo dell’uva, il sapore del sole, della vita, dell’essenza delle cose. Hai descritto con pennellate di colori e sapori ciò che noi suggiamo dalla natura. Sei stata fantastica! Mi hai commosso! Grazie per queste emozioni che ci dai.” La cosa che mi ha colpito di più di questo breve racconto è stata la vite come metafora della vita. Non a caso hanno nomi simili, almeno in italiano. Così come la vite è orgogliosa di poter donare il proprio nettare, così noi dovremmo essere orgogliosi di donare noi stessi agli altri, senza pretendere grossi ringraziamenti, fieri soltanto di essere stati utili. Il senso dell’altruismo, che oramai è perso e forse faremo fatica a ritrovare. Ma quanto è bello sapere di essere utili a qualcuno, sapere che la nostra linfa alimenta gli altri, che non siamo piante sterili destinate a inaridirci perché incapaci di donare. Ringrazio ancora Manuela per le belle parole con cui ha espresso il concetto di vita, semplicità e amore. Bastano parole come queste per pensare che 26 anni d’insegnamento non sono stati inutili, ripagano di una vita intera dedicata alla scuola. 


Giuseppe per i sapori veri.

#539

Il più bello dei mari – Nazim Hikmet

Nazim Hikmet

Il più bello dei mari – Nazim Hikmet

 Libro - Libri - Letteratura - Poesia

Nazim Hikmet

“Il più bello dei mari

è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.”
I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.

 


Giuseppe per la speranza che non deve morire mai

#521

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