Tutto quello che non sopporto ha un nome

Hanno tutti ragione, di Paolo Sorrentino, Feltrinelli 2010

Tutto quello che non sopporto ha un nome

 

 Hanno tutti ragione, di Paolo Sorrentino, Feltrinelli 2010

Tutto quello che non sopporto ha un nome.Puffo arrabbiato

Non sopporto i vecchi. La loro bava. Le loro lamentele. La loro inutilità.

Peggio ancora quando cercano di rendersi utili. La loro dipendenza.

I loro rumori. Numerosi e ripetitivi. La loro aneddottica esasperata.

La centralità dei loro racconti. Il loro disprezzo verso le generazioni successive.

Ma non sopporto neanche le generazioni successive.

Non sopporto i vecchi quando sbraitano e pretendono il posto a sedere in autobus.

Non sopporto i giovani. La loro arroganza. La loro ostentazione di forza e gioventù.

La prosopopea dell’invincibilità eroica dei giovani è patetica.

Non sopporto i giovani impertinenti che non cedono il posto ai vecchi in autobus.

Non sopporto i teppisti. Le loro risate improvvise, scosciate ed inutili.

Il loro disprezzo verso il prossimo diverso. Ancor più insopportabili i giovani buoni, responsabili e generosi. Tutto volontariato e preghiera. Tanta educazione e tanta morte. Nei loro cuori e nelle loro teste.

Non sopporto i bambini capricciosi e autoreferenziali e i loro genitori ossessivi e referenziali solo verso i bambini. Non sopporto i bambini che urlano e che piangono. E quelli silenziosi mi inquietano, dunque non li sopporto. Non sopporto i lavoratori e i disoccupati e l’ostentazione melliflua e spregiudicata della loro sfortuna divina.

Che divina non è. Solo mancanza di impegno.

Ma come sopportare quelli tutti dediti alla lotta, alla rivendicazione, al comizio facile e al sudore diffuso sotto l’ascella? Impossibile sopportarli.

Non sopporto i manager. E non c’è bisogno nemmeno di spiegare il perché. Non sopporto i piccolo borghesi, chiusi a guscio nel loro mondo stronzo. Alla guida della loro vita, la paura. La paura di tutto ciò che non rientra in quel piccolo guscio. E quindi snob, senza conoscere neanche il significato della parola. Non sopporto i fidanzati, poiché ingombrano.

Non sopporto le fidanzate, poiché intervengono.

Non sopporto quelli di ampie vedute, tolleranti e spregiudicati.

Sempre corretti. Sempre perfetti. Sempre ineccepibili.

Tutto consentito, tranne l’omicidio.

Li critichi e loro ti ringraziano della critica. Li disprezzi e loro ti ringraziano bonariamente. Insomma mettono in difficoltà.

Perché boicottano la cattiveria.

Quindi sono insopportabili.

Ti chiedono: “Come stai?” e vogliono saperlo veramente. Uno choc. Ma sotto l’interesse disinteressato, da qualche parte, covano coltellate.

Ma non sopporto neanche quelli che non ti mettono mai in difficoltà. Sempre ubbidienti e rassicuranti. Fedeli e ruffiani.

 

Hanno tutti ragione, di Paolo Sorrentino, Feltrinelli 2010Non sopporto i giocatori di biliardo, i soprannomi, gli indecisi, i non fumatori, lo smog e l’aria buona, i rappresentanti di commercio, la pizza al taglio, i convenevoli, i cornetti con la cioccolata, i falò, gli agenti di cambio, i parati a fiori, il commercio equo e solidale, il disordine, gli ambientalisti, il senso civico, i gatti, i topi, le bevande analcoliche, le citofonate inaspettate, le telefonate lunghe, coloro che dicono che un bicchiere di vino al giorno fa bene, coloro che fingono di dimenticare il tuo nome, colore che per difendersi dicono di essere dei professionisti, i compagni di scuola che dopo trent’anni ti incontrano e ti chiamano per cognome, gli anziani che non perdono mai occasione di ricordarti che loro hanno fatto la Resistenza, i figli sprovvisti che non hanno nulla da fare e decidono di aprire una galleria d’arte, gli ex-comunisti che perdono la testa per la musica brasiliana, gli svampiti che dicono “intrigante”, i modaioli che dicono “figata” e derivati, gli sdolcinati che dicono bellino carino stupendo, gli ecumenici che chiamano tutti “amore”, certe bellezze che ti dicono “ti adoro”, i fortunati che suonano ad orecchio, i finti disattenti che quando parli non ti ascoltano, i superiori che giudicano, le femministe, i pendolari, i dolcificanti, gli stilisti, i registi, le autoradio, i ballerini, i politici, gli scarponi da sci, gli adolescenti, i sottosegretari, le rime, i cantanti rock attempati coi jeans attillati, gli scrittori boriosi e seriosi, i parenti, i fiori, i biondi, gli inchini, le mensole, gli intellettuali, gli artisti di strada, le meduse, i maghi, i vip, gli stupratori, i pedofili, tutti i circensi, gli operatori culturali, gli assistenti sociali, i divertimenti, gli amanti degli animali, le cravatte, le risate finte, i provinciali, gli aliscafi, i collezionisti tutti, un gradino più in su quelli di orologi, tutti gli hobby, i medici, i pazienti, il jazz, la pubblicità, i costruttori, le mamme, gli spettatori di basket, tutti gli attori e tutte le attrici, la video arte, i luna park, gli sperimentalisti di tutti i tipi, le zuppe, la pittura contemporanea, gli artigiani anziani, nella loro bottega, i chitarristi dilettanti, le statue nelle piazze, il baciamano, le beauty farm, i filosofi di bell’aspetto, le piscine con troppo cloro, le alghe, i ladri, le anoressiche, le vacanze, le lettere d’amore, i preti e i chierichetti, le supposte, la musica etnica, i finti rivoluzionari, le telline, i panda, l’acne, i percussionisti, le docce con le tende, le voglie, i calli, i soprammobili, i nei, i vegetariani, i vedutisti, i cosmetici, i cantanti lirici, i parigini, i pullover a collo alto, la musica al ristorante, le feste, i meeting, le case col panorama, gli inglesismi, i neologismi, i figli di papà, i figli d’arte, i figli dei ricchi, i figli degli altri, i musei, i sindaci dei comuni, tutti gli assessori, i manifestanti, la poesia, i salumieri, i gioiellieri, gli antifurti, le catenine d’oro giallo, i leader, i gregari, le prostitute, le persone troppo basse o troppo alte, i funerali, i peli, i telefonini, la burocrazia, le installazioni, le automobili di tutte le cilindrate, i portachiavi, i cantautori, i giapponesi, i dirigenti, i razzisti e i tolleranti, i ciechi, la fòrmica, il rame, l’ottone, il bambù, i cuochi in televisione, la folla, le creme abbronzanti, le lobby, gli slang, le macchie, le mantenute, le cornucopie, i balbuzienti, i giovani vecchi e i vecchi giovani, gli snob, i radical chic, la chirurgia estetica, le tangenziali, le piante, i mocassini, i settari, i presentatori televisivi, i nobili, i fili che si attorcigliano, le vallette, i comici, i giocatori di golf, la fantascienza, i veterinari, le modelle, i rifugiati politici, gli ottusi, le Paolo Sorrentinospiagge bianchissime, le religioni improvvisate e i loro seguaci, le mattonelle di seconda scelta, i testardi, i critici di professione, le coppie lui giovane lei matura e viceversa, i maturi, tutte le persone col cappello, tutte le persone con gli occhiali da sole, le lampade abbronzanti, gli incendi, i braccialetti, i raccomandati, i militari, i tennisti scapestrati, i faziosi e i tifosi, i profumi da tabaccaio, i matrimoni, le barzellette, la prima comunione, i massoni, la messa, coloro che fischiano, coloro che cantano all’improvviso, i rutti, gli eroinomani, i Lions club, i cocainomani, i Rotary club, il turismo sessuale, il turismo, coloro che detestano il turismo e dicono che loro sono “viaggiatori”, coloro che parlano “per esperienza”, coloro che non hanno esperienza e vogliono parlare lo stesso, chi sa stare al mondo, le maestre elementari, i malati di riunioni, i malati in generale, gli infermieri con gli zoccoli, ma perché devono portare gli zoccoli?

Non sopporto i timidi, i logorroici, i finti misteriosi, i goffi, gli svampiti, gli estrosi, i vezzosi, i pazzi, i geni, gli eroi, i sicuri di sé, i silenziosi, i valorosi, i meditabondi, i presuntuosi, i maleducati, i coscienziosi, gli imprevedibili, i comprensivi, gli attenti, gli umili, gli esperti, gli appassionati, gli ampollosi, gli eterni sorpresi, gli equi, gli inconcludenti, gli ermetici, i battutisti, i cinici, i paurosi, i tracagnotti, i litigiosi, i superbi, i flemmatici, i millantatori, i preziosi, i vigorosi, i tragici, gli svogliati, gli insicuri, i dubbiosi, i disincantati, i meravigliati, i vincenti, gli avari, i dimessi, i trascurati, gli sdolcinati, i lamentosi, i lagnosi, i capricciosi, i viziati, i rumorosi, gli untuosi, i bruschi, e tutti quelli che socializzano con relativa facilità.

Non sopporto la nostalgia, la normalità, la cattiveria, l’iperattività, la bulimia, la gentilezza, la malinconia, la mestizia, l’intelligenza e la stupidità, la tracotanza, la rassegnazione, la vergogna, l’arroganza, la simpatia, il doppiogiochismo, il menefreghismo, l’abuso di potere, l’inettitudine, la sportività, la bontà d’animo, la religiosità, l’ostentazione, la curiosità e l’indifferenza, la messa in scena, la realtà, la colpa, il minimalismo, la sobrietà e l’eccesso, la genericità, la falsità, la responsabilità, la spensieratezza, l’eccitazione, la saggezza, la determinazione, l’autocompiacimento, l’irresponsabilità, la correttezza, l’aridità, la serietà e la frivolezza, la pomposità, la necessarietà, la miseria umana, la compassione, la tetraggine, la prevedibilità, l’incoscienza, la capziosità, la rapidità, l’oscurità, la negligenza, la lentezza, la medietà, la velocità, l’ineluttabilità, l’esibizionismo, l’entusiasmo, la sciatteria, la virtuosità, il dilettantismo, il professionismo, il decisionismo, l’automobilismo, l’autonomia, la dipendenza, l’eleganza e la felicità.

Non sopporto niente e nessuno.

Neanche me stesso. Soprattutto me stesso.

Solo una cosa sopporto.

Le sfumature.

(Hanno tutti ragione, di Paolo Sorrentino, Feltrinelli 2010)


L’insostenibile leggerezza dell’Essere (con buona pace di Parmenide e Kundera).

horsefly


Giuseppe per la revisione del proprio Es.

#437

 

Ho imparato…

Paulo Coelho - Ho imparato.....

Paulo Coelho – Ho imparato…..

 

 Paulo Coelho - Ho imparato.....
  • Ho imparato… Che ignorare i fatti non cambia i fatti. 
  • Ho imparato… Che quando vuoi vendicarti di qualcuno lasci solo che quel qualcuno continui a farti del male. 
  • Ho imparato… Che l’amore, non il tempo guarisce le ferite. 
  • Ho imparato… Che il modo più facile per crescere come persona è circondarmi di persone più intelligenti di me. 
  • Ho imparato… Che quando serbi rancore e amarezza la felicità va da un’altra parte. 
  • Ho imparato… Che un sorriso è un modo economico per migliorare il tuo aspetto. 
  • Ho imparato… Che quando tuo figlio appena nato tiene il tuo dito nel suo piccolo pugno ti ha agganciato per la vita. 
  • Ho imparato… Che tutti vogliono vivere in cima alla montagna ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la scali. 
  • Ho imparato… Che è meglio dare consigli solo in due circostanze: quando sono richiesti e quando ne dipende la vita. 
  • Ho imparato… Che la miglior aula del mondo è ai piedi di una persona anziana. 
  • Ho imparato… Che quando sei innamorato, si vede. 
  • Ho imparato… Che appena una persona mi dice, “mi hai reso felice! “, ti rende felice. 
  • Ho imparato… Che essere gentili è più importante dell’aver ragione. 
  • Ho imparato… Che non bisognerebbe mai dire no ad un dono fatto da un bambino. 
  • Ho imparato… Che posso sempre pregare per qualcuno, quando non ho la forza di aiutarlo in qualche altro modo. 
  • Ho imparato… Che non importa quanto la vita richieda che tu sia serio… Ognuno ha bisogno di un amico con cui divertirsi. 
  • Ho imparato… Che talvolta tutto ciò di cui uno ha bisogno è una mano da tenere ed un cuore da capire. 
  • Ho imparato… Che la vita è come un rotolo di carta igienica… Più ti avvicini alla fine, più velocemente va via. 
  • Ho imparato… Che dovremmo essere contenti per il fatto che Dio non ci dà tutto quel che gli chiediamo. 
  • Ho imparato… Che i soldi non possono acquistare la classe. 
  • Ho imparato… Che sono i piccoli avvenimenti giornalieri a fare la vita così spettacolare. 
  • Ho imparato… Che sotto il duro guscio di ognuno c’è qualcuno che vuole essere apprezzato e amato. 
  • Ho imparato… Che il signore non ha fatto tutto in un giorno solo. Cosa mi fa pensare che io potrei? 
  • Ho imparato… Che ogni persona che incontri merita d’essere salutata con un sorriso. 
  • Ho imparato… Che non c’è niente di più dolce che dormire coi tuoi bambini e sentire il loro respiro sulle tue guance. 
  • Ho imparato… Che nessuno è perfetto, fino a quando non te ne innamori. 
  • Ho imparato… Che la vita è dura, ma io sono più duro. 
  • Ho imparato… Che le opportunità non si perdono mai, qualcuno sfrutterà quelle che hai perso tu. Che desidererei aver detto una volta in più a mio padre che lo amavo, prima che se ne andasse. 
  • Ho imparato… Che ognuno dovrebbe rendere le proprie parole soffici e tenere, perché domani potrebbe doverle mangiare. Ho imparato… Che non posso scegliere come sentirmi, ma posso scegliere cosa fare con queste sensazioni. 
  • Lavora come se non avessi bisogno dei soldi 
  • ama come se nessuno ti avesse mai fatto soffrire 
  • balla come se nessuno ti stesse guardando 
  • canta come se nessuno ti stesse sentendo.

Paulo Coelho


Ho imparato che….. non finirò mai d’imparare. 


Giuseppe….. che non impara mai abbastanza.

#434

Cos’è un bacio?

Penna

di Edmond Rostand dal “Cyrano de Bergerac” Atto III Scena X

 

 Libri

Cyrano De Bergerac - Locandina FilmRossana:  Parlavamo di… di un…

 

Cyrano: Bacio. E’ una parola dolce. Non capisco perchè voi non osiate pronunciarla. Se già questo vi fa bruciare tutta, che accadrà poi più avanti? Non abbiate paura. Non avete poco fa, quasi senz’accorgervene, rinunciato a giocare? Non sieta passata senza traumi dal sorriso al sospiro e dal sospiro al pianto? Andate avanti, ancora un poco, senza farci caso, e vedrete: dalle lacrime al bacio non c’è che un brivido..

 

Rossana: Tacete!

 

Cyrano:Un bacio – ma cos’è poi un bacio? Un giuramento un po’ più da vicino, una promessa più precisa, una confessione che cerca una conferma, u’apostrofo Edmond Rostandroseo fra le parole t’amo, un segreto soffiato in bocca invece che all’orecchio, un frammento d’eternità che ronza come l’ali d’un ape, una comunione che sa di fiore, un modo di respirarsi il cuore e di scambiarsi sulle labbra il sapore dll’anima!

 

Rossana: Tacete

 

Cyrano: Un bacio – è così nobile un bacio, che la stess aregina di Francia – la regina! – non ha saputo negarne uno a un lord d’Inghilterra.

 

Rossana: E con questo?

 

Cyrano (esaltandosi): Io sono quel lord – come Buckingam! – come lui v’amo soffrendo in silenzio, mia regina, come lui sono triste e fedele…

Rossana: Che aspetti? sali a cogliere questo fiore ineguagliabile…Cyrano de Bergerac

Cyrano: (spingendo Cristiano verso il balcone) sali.

 

Rossana: Questo sapore di cuore…

 

Cyrano (sempre a Cristiano): Sali!

 

Rossana: Questo ronzio d’api…

 

Cyrano (a Cristiano): Sali….

Cristiano e Rossana si abbracciano e si baciano.

 

Cyrano: Che strana sensazione! Un bacio – l’amore pranza ed io, come Lazzaro, raccolgo le briciole nel buio. Ma sì, sento che un pò di questo bacio mi appartiene, perchè su quelle labbra Rossana bacia le parole che ho detto io…


Il “Cyrano de Bergerac” opera illuminante di Rostand, prima di Disney con “Bella e la bestia”, fonte per la “pupa e il secchione”, analisi per Quasimodo che ama Esmeralda, turbamenti giovanili che marchiano l’anima per tutta la vita. Cyrano, deforme nelle froge ma nobile d’animo; Cristiano bellimbusto e  decerebrato, Rossana, che come tutte le donne non sa cosa scegliere: bellezza o cervello? soldi o amore? Per una volta non esprimo una mia opinione, stimolo solo la curiosità e la ricerca, per saperne di più cliccate qui. 


Giuseppe, come al solito, tafano socratico.

#433

 

Asa Larsson – Tempesta solare

Asa Larsson - Tempesta solare

Asa Larsson – Tempesta solare

 Asa Larsson - Tempesta solare

Asa Larsson - Tempesta solareA Kiruna, una terra avvolta nell’eterna notte polare, giace il corpo massacrato del predicatore più famoso della Svezia, morto per la seconda volta. La prima volta era stato investito da un’auto ma si era risvegliato e aveva raccontato del regno fra la vita e la morte. Diventato una star, aveva usato la sua nuova forza per riunificare tre diverse congregazioni in un’unica, potente comunità religiosa. Chiamata dalla sorella della vittima, l’avvocato Rebecka torna alla sua città natale per aiutare l’amica di gioventù, sospettata dell’omicidio. Avvolte dalla neve e dal buio dell’inverno lappone, Rebecka e l’ispettrice di polizia Anna Maria Mella, in avanzato stato di gravidanza, indagano alla ricerca del vero colpevole.

tratto da ibs.it


Åsa Larsson  (Uppsala, 28 giugno 1966) è un avvocato e scrittrice svedese.
Avvocato fiscalista di professione, esercita dal 2003 anche il mestiere di scrittrice.
La fortunata serie di gialli che l’ha resa famosa, vede protagonista un’avvocatessa, Rebecka Martinsson, incoronata da molti quale “regina del giallo scandinavo”.

Asa Larsson - Tempesta solareÅsa Larsson (Uppsala, 28 giugno 1966) è un avvocato e scrittrice svedese.

Avvocato fiscalista di professione, esercita dal 2003 anche il mestiere di scrittrice. La fortunata serie di gialli che l’ha resa famosa, vede protagonista un’avvocatessa, Rebecka Martinsson, incoronata da molti quale “regina del giallo scandinavo”. Il primo libro dell’autrice Tempesta Solare ha vinto nel 2003 il Premio dell’Accademia Svedese come miglior giallo d’esordio. Nel 2004, invece, il suo secondo libro Il sangue versato ha conquistato il Premio dell’Accademia di Svezia per il miglior giallo.


“Tempesta Solare ha tenuto sveglio Stieg Larsson una notte intera. Non riusciva a smettere di leggere” Sköna Hem 


Così recitava la quarta di copertina di questo noir scandinavo, comprato perchè allegato al “Corriere Della Sera” (poi ho scoperto che mi dovevo comprare pure “Oggi“, vabbè pazienza tanto erano 6.90 euro ed è cmq economico per un libro). Avrebbe dovuto tentarmi la cosa, ma io nn ho letto la trilogia Millennium anche se ho visto il primo film e non è stato malaccio, e non conosco per niente questa Sköna Hem! Ho cominciato a leggerlo con una certa prevenzione, sarà mica un polpettone in salsa svedese? (lo so non esiste la salsa svedese ma è una licenza critica). Le giornate sono strane, è un’agosto sui generis: prima caldo africano, poi piogge monsoniche, poi giornate novembrine, in casa si sta bene e quindi si legge. L’inizio è difficile, proprio non riesco ad ingranare, sarà perchè sono freddi questi svedesi? anche se devo ammettere che poi così freddi non lo sono, almeno di carattere, per il clima invece freddo budello, la temperature nel romanzo non è mai salita a più di -10. Poi mi prende, non riesco più a smettere di leggere (sindrome da Stieg Larsson?), lavo i piatti e penso al libro che mi aspetta. Alla fine devo ammettere che è proprio un gran bel libro, per niente banale, pieno di colpi di scena, con un finale inatteso. Quindi ve lo consiglio caldamente.

horsefly


Visto che si parla di lapponi e di freddo leggetevi questo divertente post: 

Freddo?


Giuseppe per la calda Svezia

#429

 

Pablo Neruda – Ho fame della tua bocca

Pablo Neruda - Ho fame della tua bocca

Pablo Neruda

Ho fame della tua bocca

Filosofia - Enigma

Ho fame della tua bocca, della tua voce, dei tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso, non mi sostiene il pane,
l’alba mi sconvolge, cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.

Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.
Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell’aitante volto,
voglio mangiare l’ombra fugace delle tue ciglia
e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe

[Pablo Neruda]


Giuseppe per la fame… d’amore.

#419

Chi sono?

Filosofia Poesia

Il Saltimbanco (Aldo Palazzeschi)

Filosofia Poesia


Sono forse un poeta?

No, certo,

non scrive che una parola ben strana

la penna dell’anima mia:

nostalgia“.

Sono dunque un pittore?

Neanche.

Non ha che un colore

la tavolozza dell’anima mia:

malinconia“.

un musico allora?

Nemmeno,

non c’è che una nota

nella tastiera dell’anima mia:

nostalgia“.

Sono dunque… che cosa?

Io metto una lente

davanti al mio cuore

per farlo vedere alla gente.

Chi sono?

il saltimbanco dell’anima mia.


Aldo Palazzeschi

Questa poesia mi piace molto, a volte mi sento esattamente come nelle rime di questi versi. Poi, per fortuna, sono meno melanconico e vedo la vita con più ottimismo. Una nota di malinconia pervade sempre il mio animo. Mah, forse è solo il tarlo del pensiero, chi può saperlo. Ciao a tutti e buon caldo.

Foto di Aldo Palazzeschi

Giuseppe per la poesia malinconica

#372

 

New moon

Eros e Thanatos

Eros e Thanatos

 

 New moon

Eros e Thanathos
“Dall’erotismo di un freddo bacio,
istantaneamente tramutato in orgasmo fatale,

vittima e carnefice percorrono la legge dando vita al dualismo piacere dolore,

amore odio, vita morte.Ecco che la luce giunge, dal buio della foresta;

due occhi gialli si inebriano di narcisismo e potere,

di furia e freddezza, di oscurità e atroce bellezza.

Trauma e paura nelle grida della vittima..

Desiderio ed istinto nel coito del rapace.

In un rapporto che nulla ha di banale il sangue sgorga dai corpi orgasmanti,

quasi come burattini in preda a forze arcane che pochi conoscono.

L’ultimo amplesso dona l’energia,

’ultimo amplesso dona la morte.

La coppa si innalza colma di oscuri segreti che mai saranno svelati all’uomo indignato.”

[ E l i z a b e t h   B a t h o r y ] 


Giuseppe…..vampiresco.

#316

I Passi Dell’amore

I Passi Dell'amore - Nicholas Sparks

I Passi Dell’amore - Nicholas Sparks

 I Passi Dell'amore - Nicholas Sparks

L’amore è sempre paziente e gentile, non è mai geloso… L’amore non è mai presuntuoso o pieno di se, non è mai scortese o egoista, non si offende e non porta rancore. L’amore non prova soddisfazione per i peccati degli altri ma si delizia della verità… è sempre pronto a scusare, a dare fiducia, a sperare e a resistere a qualsiasi tempesta.

I passi dell’amore è un romanzo scritto da Nicholas Sparks nel 1998, pubblicato in Italia dall’editore Frassinelli nel 1999

Attraverso un lungo flash-back Nicholas Sparks racconta la storia di Landon Carter, un adolescente giovane, bello, ma piuttosto ribelle per l’America degli anni Cinquanta. In bilico tra l’assenza di un padre mai conosciuto davvero e gli scambi di battute con compagnie poco prestigiose,Landon si vede costretto a frequentare il corso di teatro, dove incontra Jamie Sullivan, la figlia del reverendo, una ragazza dolce e sensibile ma soprattutto diversa: sempre desiderosa di aiutare il prossimo, spesso immersa nella lettura della Bibbia. Il ballo di inizio anno si avvicina ma Landon non ha trovato nessuna ragazza disposta ad accompagnarlo, così si rivolge a Jamie che accetta a patto che lui non s’innamori di lei.I due iniziano, così, a frequentarsi, seppure Landon non provi nessun sentimento nei confronti della giovane. Le prove a teatro si fanno sempre più numerose e il giorno della prima lo spettacolo riscuote un successo inaudito, mentre Landon sembra notare per la prima volta l’angelica bellezza di Jamie. Da qui in poi avviene l’inevitabile: il giovane Carter si innamora della ragazza docile e matura e per quanto assurdo possa sembrare, lei ricambia il suo sentimento. I due vivono una meravigliosa storia d’amore interrotta, però, da una realtà ingiusta e inaspettata. Jamie sta morendo. La leucemia consuma ogni fibra del suo corpo, ma prima di morire, Landon riesce a regalarle ciò che più desiderava: un matrimonio felice, in una chiesa gremita di persone.


Giuseppe per l’amore puro.

#301

Incontro con Michela Murgia

Libri   libri libri

Michela Murgia presenta “Accabadora” a Schio 10 Novembre 2010

 Penna penna penna

Michela Murgia - Accabadora


Leggete il post del libro:

Michela Murgia – Accabadora


Michela Murgia sorride a Horsefly mentre la fotografa. Bella serata, grande donna, leggete il libro ne vale davvero la pena. 

horsefly


Giuseppe per il Campiello

#292

 

Niccolò Ammaniti – Io e Te

Niccolò Ammaniti  Io e Te / Branchie

Niccolò Ammaniti 
Io e Te / Branchie

 Niccolò Ammaniti  Io e Te / Branchie

Niccolò Ammaniti  Io e Te / BranchieBarricato in cantina per trascorrere di nascosto da tutti la sua settimana bianca, Lorenzo, un quattordicenne introverso e un po’ nevrotico, si prepara a vivere il suo sogno solipsistico di felicità: niente conflitti, niente fastidiosi compagni di scuola, niente commedie e finzioni. Il mondo con le sue regole incomprensibili fuori della porta e lui stravaccato su un divano, circondato di Coca-Cola, scatolette di tonno e romanzi horror. Sarà Olivia, che piomba all’improvviso nel bunker con la sua ruvida e cagionevole vitalità, a far varcare a Lorenzo la linea d’ombra, a fargli gettare la maschera di adolescente difficile e accettare il gioco caotico della vita là fuori. Con questo racconto di formazione Ammaniti aggiunge un nuovo, lancinante scorcio a quel paesaggio dell’adolescenza di cui è impareggiabile ritrattista. E ci dà con Olivia una figura femminile di fugace e struggente bellezza.


Tratto da IBS.it


Niccolò Ammaniti  Io e Te / BranchieProtagonista è un ragazzo che fabbrica acquari e studia il comportamento dei pesci. Malato di cancro, si trascina abulico da una festa all’altra al seguito di una fidanzatina, nei quartieri alti di Roma. Finché gli arriva una proposta curiosa: trasferirsi in India e costruire un acquario per una misteriosa signora. L’India di Ammaniti si rivela un continente fragorosamente eccessivo, che sembra nato da una mente eccitata e febbricitante. Succede di tutto: il ragazzo è sequestrato da una banda di arancioni, si unisce a un gruppo di musicisti che vivono sottoterra, viene sedotto da una ragazza che vive in un castello, e scopre che la signora capeggia una banda di delinquenti specializzati in trapianti di organi prelevati ad indiani vivi.

Tratto da IBS.it


In una settimana ho letto due libri di Niccolò Ammaniti, forse il nostro maggior scrittore del genere pulp.  Due giudizi completamente opposti per i due libri.
Ho letto prima “Branchie”, non mi è piaciuto per niente. Niccolò Ammaniti  Io e Te / BranchieLo so, è il suo primo libro mentre faceva ancora lo studente e quindi non era maturo. E’ quello squisitamente più di genere pulp,  il plot poteva essere anche carino ed originale, ma  l’ambientazione in una New Dahli 
ciociara-littoria-romana non mi è sembrata una trovata geniale.  Girare per New Dhali e descrivere Roma o Latina mi ha quasi infastidito. Anche certi personaggi erano decisamente “eccessivi”.  Forse è colpa mia, ho un rapporto con il genere pulp di amore ed odio, mi succede anche con i film di Tarantino, non sarebbero il mio genere, ma mi sorprendo a guardarli ogni volta che li danno in tv, e peggio ancora a comprare i DVD. Troppo sangue e troppa merda (è pulp non dimentichiamolo) ma mi attirano come una mosca alla…. Vabbè avete capito, visto che si parla di pulp.

Un po’ prevenuto dalla lettura precedente mi sono avvicinato a “Io e te”, una gran bella scoperta, un libro delicato, pieno d’amore, e anche molto originale (anche se il tema di ritirarsi in una cantina è un dejà vu).  L’amore fraterno che finalmente si rivela, il richiamo del sangue al quale nessuno di noi può resistere, sono stati trattati con ironia e delicatezza. La rimozione del trauma infantile che emerge da una seduta quasi psico-analitica con lo sorellastra e non con soloni della psico-analisi che ti fanno sdraiare sui loro costosissimi lettini, è una bella trovata. La risoluzione del complesso per uno e l’affondare nelle proprio debolezze per l’altra. E poi il finale davvero molto bello.
Alla fine Ammaniti Vs Ammaniti è finita con un pareggio: 1 a 1! 

horsefly


Giuseppe per il pulp/splash e il post-pulp

#291

 

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