Esperti, esperienze, expertise
Esperti, esperienze, expertise, …. |
- L’esperienza è quella cosa meravigliosa che ti permette di riconoscere un errore ogni volta che lo commetti. (Franklin P. Jones)
- L’esperienza non ha alcun valore etico: è semplicemente il nome che gli uomini danno ai propri errori. (da ‘Il ritratto di Dorian Gray’) (Oscar Wilde)
- L’esperienza insegna che non appena si giunge all’eta’ giusta per saperne di piu’, è proprio allora che in realta’ non si sa mai niente di niente. (Oscar Wilde)
- è un vero peccato che impariamo le lezioni della vita solo quando non ci servono piu’. (da “Il ventaglio di Lady Windermere”) (Oscar Wilde)
- Pessimista: Un ottimista con esperienza.
- Esperienza: un pettine che la vita ti da’ dopo che hai perso i capelli. (Judith Sterne)
- Il consiglio di un esperto è un grande conforto, anche se è sbagliato.
- Un esperto è un imbecille che si è ben organizzato. (Gianni Monduzzi)
- Solo gli stupidi imparano dalle proprie esperienze, i furbi imparano da quelle degli altri…
- Un esperto è uno che conosce molto riguardo al poco finchè non conosce tutto riguardo al nulla. (An expert is one who knows more and more about less and less until he knows absolutely everything about nothing)
- L’altro giorno il mio capo mi ha invitato a cena. Durante il pasto gli ho chiesto: “Ma ditemi, qual è il segreto del vostro successo?”. “Del mio successo? è facile: si puo’ riassumere in due parole”. “Ah si’? E quali sono queste due parole?”. E lui: “Buone decisioni”. Allora io insisto: “Hmm, ma come si fa a prendere sempre delle buone decisioni?”. E lui: “Ah cio’ è ancora piu’ facile: si puo’ riassumere in una sola parola: ESPERIENZA”. Allora io: “Si’, va bene. Ma come si acquisisce l’esperienza?”. E lui: “Due parole: CATTIVE DECISIONI”
- Legge di Kelley: Niente è semplice come sembra. Legge di Jones: L’esperienza consente di riconoscere un errore quando lo commetti di nuovo. Canone di Cannon: L’esperienza è cio’ che ti fa commettere errori nuovi invece di quelli vecchi. Seconda legge di Beryl: è sempre facile vedere entrambi i lati di una questione che non ci riguarda. Legge di McGuffin: è facile vedere il lato buono dei problemi degli altri.
- L’esperienza è come un pettine dato a un uomo ormai calvo.
- L’esperienza è la peggior insegnante. Ti da’ sempre prima il test e solo dopo le istruzioni.
- Esperienza: La somma di quelle conoscenze che ci permettono di cambiare gli errori della gioventu’ con quelli della vecchiaia. (Ambrose Bierce)
- L’esperienza è un ombrello disponibile quando ha smesso di piovere.
- Forse l’esperienza giova a questo o a quell’uomo. All’umanità non giova niente. (Ugo Ojetti)
- Ascolta sempre gli esperti. Essi ti diranno cio’ che non puo’ essere fatto e perchè. Poi fallo. (Always listen to experts. They’ll tell you what can’t be done and why. Then do it). (Robert Heinlein)
- Esperienza: È ciò che vi resta quando avete speso tutto il vostro denaro. (G.C. Fusco)
- Gli esseri umani che sono quasi gli unici nel possedere l’abilita’ di imparare dall’esperienza degli altri sono anche straordinari per la loro scarsa tendenza a fare cio’. (Douglas Adams, Last Chance to See)
- Cerca la semplicita’, e diffidane. (Regola di Whitehead)
- Un esperto è uno che ha commesso tutti gli errori che si possono commettere in un campo molto ristretto. (Definizione di Boher)
- Indovinala tre volte di seguito e sarai considerato un esperto. (Legge di Ryan)
- Una misurazione accurata vale piu’ delle opinioni di mille esperti. (Legge di Utvich)
- L’esperto lo si riconosce perchè contraddice il dilettante anche quando questi ha ragione. (Theo Herbst)
- Un esperto è un uomo che ha smesso di pensare. Perchè dovrebbe pensare? è un esperto. (Frank Lloyd Wright)
- Esperto: è colui che prima ti dice come andra’ a finire, e poi ti spiega perchè non è finita come prevedeva lui. (G. Calabrese)
- L’esperienza è un gran vantaggio. Il problema è che, quando hai l’esperienza, sei maledettamente troppo vecchio per farci qualcosa. (Jimmy Connors)
- L’esperienza insegna che gli uomini dall’esperienza non hanno mai imparato nulla. (Bernard Shaw)
- L’esperienza è una cosa che non puoi avere gratis. (Oscar Wilde)
- Un esperto è uno che sa sempre piu’ cose su sempre meno cose. (Nicholas Murray Butler)
- Le decisioni giuste vengono dall’esperienza. L’esperienza viene dalle decisioni sbagliate. (Higdon)(Arthur Bloch)
- Un buon consiglio è più efficace se è preceduto da una cattiva esperienza.
- Un grande pilota sa navigare anche con la vela rotta. (Seneca da “Lettere a Lucilio”)
- Una teoria può essere provata da un esperimento. Ma nessun percorso guida dall’esperimento alla nascita di una teoria. (Albert Einstein)
- L’esperienza è quel che ci rimane dopo aver perso tutto il resto.
- L’esperienza è una buona maestra, ma le sue rette sono le più alte. (Heinrich Heine)
- L’esperto è uno che può sbagliare nella sostanza a condizione che i dettagli siano incontestabilmente esatti. (Julien De Valckenaere)
- L’esperienza è una insegnante severa, perchè prima ti fa fare il test, e poi ti spiega la lezione. (Vernon Lan)
- L’esperienza è un alibi che i vecchi si creano per evitare la fatica di pensare. (G.P. Lepore)
- L’esperienza è un handicap che l’intelligenza può rendere meno grave. (G. P. Lepore)
- La funzione dell’esperto non è avere più ragione dell’altra gente, bensì sbagliare per motivi più sofisticati. (David Butler)
- Esperienza: un regalo utile che non serve a niente. (Jules Renard)
- Pensavo che gli esseri umani imparassero direttamente dall’esperienza, ma alcuni di noi devono andare alla scuola estiva. (Peter De Vries)
- La scienza è credere nell’ignoranza degli esperti. (Legge di Feyneman)
- L’esperienza non è cio’ che accade a un uomo: è cio’ che un uomo fa con quel che gli accade. (Aldous Huxley)
- Quanti sono gli esperti, tante sono le opinioni. (Franklin D. Roosevelt)
- Gli esperti sono persone che ripetono sempre gli stessi errori. (Walter Gropius)
- L’esperto è un signore che, a pagamento, ti spiega perchè ha sbagliato l’analisi precedente. (Leo Longanesi)
- Fate contemporaneamente tre supposizioni giuste e vi guadagnerete la fama di esperto. (Laurence J. Peter)
- L’esperienza è una scuola dove l’uomo impara quanto è stato sciocco. (Henry W. Shaw)
- Solo ora, con la mia mano bruciata, ho il diritto di scrivere sulla natura del fuoco. (Gustave Flaubert)
- L’esperienza ci fa conoscere che tutto quello che è incredibile è falso. (Cardinale di Retz)
- L’esperienza ci informa che la prima difesa degli spiriti deboli è recriminare. (Samuel Taylor Coleridge)
- Il miglior consiglio lo dà l’esperienza, ma è un consiglio che arriva sempre troppo tardi. (Amelot de la Houssaye)
- Per ogni esperto, ce n’è uno uguale ed opposto. (For every expert, there is an equal and opposite expert). (Arthur C. Clarke)
- Un uomo saggio impara dall’esperienza, un uomo ancora più saggio impara dall’esperienza degli altri. (saggio cinese)
- Esperto: Un signore che sbaglia come chiunque, ma in modo più sofisticato e inviandoti un’adeguata parcella. (David Butler)
- L’esperienza è la somma delle fregature prese nella vita.
- L’esperienza è il tipo di insegnante più difficile; prima ti fa l’esame poi ti spiega la lezione.
- Diffidate sempre dell’esperienza altrui. (Madame Knorr)
- Il problema di imparare dall’esperienza è che non riceverai mai un diploma. (Doug Larson)
- L’esperienza è direttamente proporzionale all’attrezzatura rotta. (Postulato di Horner) (Dalle leggi di Murphy)
- L’esperienza istantanea non esiste. (Legge di Oppenheimer)
- L’esperienza è una cosa che si ottiene nel momento immediatamente successivo a quello in cui ti sarebbe servita. (Legge di Olivier) (Dalle leggi di Murphy)
- Quando i fatti sono pochi, gli esperti sono molti. (Where facts are few, experts are many) (Donald R. Gannon)
- L’esperienza ha l’utilità di un biglietto di lotteria dopo l’estrazione. (Alfred d’Houdetot)
- L’esperienza è un rischio da correre. (Georges Bernanos)
- Un esperto è uno che conosce un gran numero di cose su un numero ristretto di soggetti. A forza di conoscere piu’ e piu’ cose su un numero sempre piu’ piccolo di soggetti, finisce per sapere tutto su niente. Al contario un manager, è uno che conosce poche cose su un gran numero di soggetti. A forza di conoscere sempre meno cose su un numero sempre piu’ vasto di soggetti finisce per non sapere niente su tutto.
- Esperienza : quel che ci rimane dopo che s’è perso tutto il resto. (Riccardo Bacchelli)
- My definition of an expert in any field is a person who knows enough about what’s really going to be scared. (P. J. Plauger, Computer Language, March 1983)
- Sonja: “Oh no, Boris, no! Ti prego! Il sesso senza amore è una vacua esperienza”. Boris: “D’accordo ma… nella sfera delle esperienze vacue, è una delle migliori!” (Woody Allen in “Amore e guerra”)
- Consultando abbastanza esperti si puo’ trovare conferma a qualsiasi opinione.
- Un esperto è una persona che, evitando tutti i piccoli errori, punta direttamente alla catastrofe. (Definizione di Weinberg dalle leggi di Murphy) (Benjamin Stolberg)
Giuseppe per la somma dei propri errori (esperienza) |
#568 |
Lo Zen e l’arte del sangue freddo
Lo Zen e l’arte del sangue freddo. – Forse…..
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C’era una volta un contadino cinese il cui cavallo era scappato; tutti i vicini quella sera stessa si recarono da lui per esprimergli il loro dispiacere. “Siamo così addolorati di sentire che il tuo cavallo è fuggito. E’ una cosa terribile” Il contadino rispose “Forse.”
Il giorno successivo il cavallo tornò portandosi dietro sette cavalli selvaggi, e quella sera tutti i vicini tornarono e dissero: “Ma che fortuna! Guarda come sono cambiate le cose. Ora hai otto cavalli!” Il contadino disse: “Forse.”
Il cerchio ZenIl giorno dopo suo figlio cercò di domare uno di quei cavalli per cavalcarlo, ma venne disarcionato e si ruppe una gamba, al che tutti esclamarono: “Oh, poveraccio. Questa e’ una vera disdetta” ma ancora una volta il contadino commentò: “Forse.”
Il giorno seguente il consiglio di leva si presentò per arruolare gli uomini nell’esercito, e il figlio venne lasciato a casa per via della gamba rotta. Ancora una volta i vicini si fecero intorno per commentare: ”Non è fantastico?”, ma di nuovo il contadino disse “Forse.”
Per tutti quelli che hanno sempre certezze in tasca. …”Forse”….
Giuseppe per lo Zen |
#510 |
La Teoria del barattolo di maionese
La Teoria del barattolo di maionese e dei due bicchieri di vino. |
Una studentessa alzò la mano e chiese che cosa rappresentasse il vino. Il professore sorrise. “Sono contento che tu l’abbia chiesto. Serve solo a dimostrare che per quanto possa sembrare piena la tua vita c’è sempre spazio per un paio di bicchieri di vino con un amico”.
Giuseppe per la vita piena. |
#507 |
Una leggenda Induista
Una leggenda Induista |
Una vecchia leggenda indù racconta che vi fu un tempo in cui tutti gli uomini erano Dei. Essi però abusarono talmente della loro divinità, che Brahma (signore degli Dei) decise di privarli del potere divino e di nasconderlo in un posto dove fosse impossibile trovarlo. Il grande problema fu quello di trovare un nascondiglio. Quando gli dei minori furono riuniti a consiglio per risolvere questo dilemma, essi proposero la cosa seguente: “Seppelliamo la divinità dell’uomo nella Terra” Brahma tuttavia rispose: “No, non basta. Perchè l’uomo scaverà e la ritroverà”. Gli dei, allora, replicarono: “In tal caso, gettiamo la divinità nel più profondo degli Oceani”. E di nuovo Brahma rispose: “No, perchè prima o poi l’uomo esplorerà le cavità di tutti gli Oceani, e sicuramente un giorno la ritroverà e la riporterà in superficie”. Gli dei minori conclusero allora: “Non sappiamo dove nasconderla, perchè non sembra esistere – sulla terra o in mare – luogo alcuno che l’uomo non possa raggiungere”. E fu così che Brahma disse: “Ecco ciò che faremo della divinità dell’uomo: la nasconderemo nel suo io più profondo e segreto, perchè è il solo posto dove non gli verrà mai in mente di cercarla”. “A partire da quel tempo”, conclude la leggenda, “l’uomo ha compiuto il periplo della terra, ha esplorato, scalato montagne, scavato la terra e si è immerso nei mari alla ricerca di qualcosa che si trova dentro di lui.
Giuseppe per la ricerca interiore |
#445 |
Io ho… – Charlie Chaplin
Io ho… - Charlie Chaplin |
Ho perdonato errori quasi imperdonabili, ho provato a sostituire persone insostituibili e dimenticato persone indimenticabili. Ho agito per impulso, sono stato deluso dalle persone che non pensavo lo potessero fare, ma anch’io ho deluso. Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo; mi sono fatto amici per l’eternità. Ho riso quando non era necessario, ho amato e sono stato riamato, ma sono stato anche respinto. Sono stato amato e non ho saputo ricambiare. Ho gridato e saltato per tante gioie, tante.
Ho vissuto d’amore e fatto promesse di eternità, ma mi sono bruciato il cuore tante volte! Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto. Ho telefonato solo per ascoltare una voce. Io sono di nuovo innamorato di un sorriso. Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e… ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale (che ho finito per perdere)… ma sono sopravvissuto! E vivo ancora! E la vita, non mi stanca… E anche tu non dovrai stancartene. Vivi! È veramente buono battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando, perchè il mondo appartiene a chi osa!
La Vita è troppo bella per essere insignificante! [Charlie Chaplin]
Thinking……numble numble…..
Giuseppe per gli inventari di una vita |
#410 |
Le cose belle della vita!
Le cose belle della vita! |
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Innamorarsi.
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Ridere così forte che ti fanno male le mascelle.
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Una doccia calda.
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Nessuno in coda davanti a te alle casse del supermercato.
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Uno sguardo speciale.
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Ricevere posta.
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Fare un giro in macchina in una stradina bellissima.
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Accendere la radio proprio quando stanno trasmettendo la tua canzone preferita.
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Restare sdraiato a letto ad ascoltare la pioggia.
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Il profumo degli asciugamani caldi stesi al sole.
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Trovare la maglia che cercavi in saldo a metà… prezzo.
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Un vasetto di Nutella.
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Una telefonata a qualcuno lontano.
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Una bella chiacchierata.
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La spiaggia.
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Trovare un biglietto da 50 € nella giacca dello scorso inverno. (e realizzare che se li avessi trovati un anno fa non li avresti potuti spendere)
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Ridere di te stesso.
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Le telefonate di mezzanotte che durano ore.
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Correre sotto gli acquazzoni estivi.
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Ridere senza ragione.
- Avere qualcuno che ti dice che sei bellissima/o.
- Gli amici.
- Ascoltare accidentalmente qualcuno dire qualcosa di carino su di te.
- Svegliarti nel cuore della notte e realizzare che hai ancora qualche oraper dormire.
- Avere qualcuno che gioca coi tuoi capelli.
- Fare un bel sogno.
- Una cioccolata calda con panna.
- I viaggi in macchina con gli amici.
- Salire su un’altalena.
- Incartare i regali sotto l’albero di Natale mangiando biscotti e bevendo un bicchiere di latte.
- Incrociare lo sguardo di uno/a sconosciuto/a carino/a.
- Vincere una sfida veramente competitiva.
- Fare una torta di mele.
- Tenerti per mano con qualcuno a cui vuoi bene.
- Incontrare per strada un vecchio amico e scoprire che alcune cose (buone o cattive) non cambiano mai.
- Guardare l’alba.
- Alzarti dal letto al mattino e ringraziare Dio per questo.
- Ricevere un fischio di approvazione da qualcuno che passa. (Paola)
- Riuscire a scrivere una poesia dopo averla tanto cercata. (Paola)
- Passare la notte aspettando l’alba. (Paola)
- Sentire il vento caldo e il sole che bacia le guance. (Paola)
- L
o sguardo pieno d’amore del tuo cane: (Eva)
- Realizzare i propri sogni (Lory)
- Tua figlia che ti dice”Ti voglio bene mamma” (Lory)
- Essere finalmente compresa oltre che comprendere (Lory)
- Vincere al superenalotto(molto venale…eheh) (Lory)
- Avere un sorriso per tutti (Lory)
- Il profumo del pane caldo. (Ladybeetle)
- Chiaccherare accoccolati davanti al camino acceso. (Ladybeetle)
- Riprendere in mano un vecchio quaderno. (Ladybeetle)
- I tuoni e fulmini di un temporale. (Ladybeetle)
- Le canzoni dello Zecchino d’Oro di Mago Zurlì. (Ladybeetle)
- Camminare sulla neve e ….una bella sciata! (Ladybeetle)
- Il primo caffè della mattina. (Ladybeetle)
- Essere contenti di se stessi… (Ladybeetle)
- Chi sa raccontare le barzellette (Ladybeetle)
- Scoprire una verità nascosta laddove non l’avresti mai cercata. (Maribelle)
- Avere una bella idea e poi scoprire da sobrio che e’ proprio una gran bella idea. (Maribelle)
- Alzarti al mattino pensando che avrai una bella sorpresa e andare a letto sorpreso e contento. (Maribelle)
- Un gesto che ti ridona fiducia nell’umanità. (Maribelle)
- Svegliarsi la mattina con il sorriso.. (Xls)
- Ricevere un sms della persona che ami.. (Xls)
- Sentire la voce a telefono della persona che ami.. (Xls)
- Stringere tra le braccia la persona che ami.. (Xls)
- Baciare la persona che ami.. (Xls)
- Regalare un mazzo di rose rosse alla persona che ami e farle capire quanto sia meravigliosa. (Xls)
- Fare tutte quelle cose che ami fare, compreso il lavoro.. (Xls)
- Coccolare gli animali di casa.. (Xls)
- Sapere che la tua famiglia sta bene.. (Xls)
- La salute.. (Xls)
- Una risata.. (Xls)
- Una carezza.. (Xls)
- Guardare mia figlia dormire serena. (Fulvialuna)
- L’abbraccio inapettato del marito, in un’ occasione “non speciale”, dopo anni di matrimonio. (Fulvialuna)
- L’approvazione di un trentenne mentre provi un abito e tu ne hai 53… (Fulvialuna)
- Guardare e sospirare davanti gli occhi incredibilmente belli di Paul Newman. (Fulvialuna)
- Il cane che ti salta addosso quando rientri da un lungo viaggio o solo da un’ora di assenza. (Fulvialuna)
- Prendere un caffè con la mamma di 80 anni. (Fulvialuna)
- Accorgersi d’un tratto che stai bene con te stesso e non hai bisogno che le cose belle vengano all’esterno (Titti)
- Osservare le montagne con le cime imbiancate quando il sole le illumina e ti sembra di poterle toccare. (Sim.64)
- Quando la vista si perde sul sali e scendi armonico delle colline ricoperte di erba verdissima, senza soluzione di continuità. (Sim.64)
- Il contrasto luminoso del sole sulle nuvole, che crea mille sfumature di colori. (Sim.64)
Chi mi aiuta ad aggiungerne altre? Aspetto il vostro contributo, lasciate un commento e una cosa bella della vita. Grazie
Giuseppe per la ricerca della felicità |
#304 |
Apologo sulla collaborazione
L’altruismo è una forma di egoismo con risultati a lungo termine. (F. Latini) |
Dio e l’uomo si diressero verso la seconda porta. Dio l’aprì. La scena che l’uomo vide era identica alla precedente. C’era la grande tavola rotonda, il recipiente colmo di cibo delizioso che gli fece ancora venire l’acquolina. Le persone attorno alla tavola avevano anch’esse i cucchiai dai lunghissimi manici. Questa volta però, le persone erano ben nutrite e felici e conversavano tra di loro sorridendo. Il sant’uomo disse a Dio “Non capisco!”. “E’ semplice- rispose Dio- dipende solo da un’abilità. Essi hanno appreso a nutrirsi gli uni gli altri, mentre gli altri non pensano che a loro stessi”.
Eppure l’uomo non riesce a capire una cosa così semplice, alla fine anche i somari ci riescono…… mah!!!!
Giuseppe per le sinergie |
#257 |
Il dolore genera perle?
Il dolore genera perle? |
Disse un’ostrica a una vicina:
“Ho veramente un gran dolore dentro di me. È qualcosa di pesante e di tondo, e sono stremata”. Rispose l’altra con borioso compiacimento: “Sia lode ai cieli e al mare, io non ho dolori in me. Sto bene e sono sana sia dentro che fuori”. Passava in quel momento un granchio e udì le due ostriche, e disse a quella che stava bene ed era sana sia dentro che fuori: “Sì, tu stai bene e sei sana; ma il dolore che la tua vicina porta dentro di sé è una perla di straordinaria bellezza”. È la grazia più grande, quella dell’ostrica. Quando le entra dentro un granello di sabbia, una pietruzza che la ferisce, non si mette a piangere, non strepita, non si dispera. Giorno dopo giorno trasforma il suo dolore in una perla: – il capolavoro della natura.Il dolore è una lacrima che si cristallizza in una perla.
Giuseppe per dolore prezioso |
#247 |
Siddharta – Herman Hesse
Siddharta – Herman Hesse |
« Le parole non colgono il significato segreto, tutto appare un po’ diverso quando lo si esprime, un po’ falsato, un po’ sciocco, sì, e anche questo è bene e mi piace moltissimo, anche con questo sono perfettamente d’accordo, che ciò che è tesoro e saggezza d’un uomo suoni sempre un po’ sciocco alle orecchie degli altri »
Siddharta
Siddharta è un romanzo dello scrittore tedesco Hermann Hesse edito nel 1922.
Il libro narra la vita di Siddharta, giovane indiano, che cerca la sua strada nei più svariati modi. Fin dall’inizio il narratore si dimostra esterno ed onnisciente poiché, benché faccia intuire che la storia di Siddharta sia tra le più particolari, non esprime un suo punto di vista. Si può dire che la focalizzazione sia quella del giovane.
Infatti è attraverso i suoi occhi che noi vediamo un’India del VI secolo a.C. dominata da molte religioni, da molti modi di vivere, da realtà e ipocrisie.
Siddharta inizia il suo viaggio fiancheggiato dall’inseparabile amico d’infanzia, Govinda, il quale lo ha sempre visto come un saggio. I due decidono di andare a vivere con i “Samana”, pensatori che vivono di poco o nulla, che imparano a immedesimarsi con tutto ciò che incontrano. Così fa infatti Siddharta. Dopo aver vissuto con loro, lui e Govinda decidono di andare a vedere il Buddha Gotama, alla quale setta Govinda decide di aggregarsi. Siddharta rimane quindi solo e arriva in una città, dove conosce la bella Kamala.
La straordinaria maestria di Hesse è ben visibile nei capitoli riguardanti Kamala, in quanto non la nomina mai con un appellativo dalla connotazione negativa, ma lascia intuire il lavoro, moralmente poco “elevato”, della donna. Siddharta decide di imparare l’amore da lei e tramite quello apprende i vari modi di lavorare, di guadagnare, di spendere e di divertirsi.
Il personaggio dell’autore che dapprima sembrava “immacolato” si dimostra soggetto alle debolezze umane, lui che considerava male quei comportamenti e che se ne considerava superiore.
Dopo anni e anni passati con Kamala, Siddharta si dispera, capisce il suo errore e scappa. Qui si ha il climax del libro, Kamala abbandonata dall’uomo che ama e da cui sa di non essere amata porta in grembo un figlio destinato a chiamarsi come il padre. Anche senza dichiararlo apertamente, l’autore lascia intendere che Siddharta incontrerà il figlio.
Questo succederà solo dopo un lungo periodo di transizione dell’ormai uomo Siddharta che, dilaniato dai rimorsi per il suo stile di vita degli ultimi anni, ipotizza per sé il suicidio come forma estrema di purificazione. Ma il caso, forse il destino, lo aiuta: incontra Govinda. L’amico da subito non lo riconosce, anzi si ferma pensando di aiutare uno sconosciuto. L’incontro tra i due è toccante, ma quando si separano si ha di nuovo la sensazione che si rivedranno.
Siddharta ha ritrovato un motivo di vita e cerca una nuova strada, che trova sulle sponde dello stesso fiume nel quale pensava di porre fine alla sua vita. A quel punto si imbatte in un barcaiolo che insegna al ragazzo l’essenza dell’acqua, mostrandogli il proprio spirito, come se il fiume fosse un’entità viva. Vasudeva, questo il suo nome, ci abita e condivide con Siddharta l’idea che il fiume sia vivo, che parli, che insegni. Siddharta decide di rimanere con Vesudeva da cui imparerà molto, anche durante i lunghi silenzi.
Un’altra scena toccante si ha con il passaggio di Kamala che è in viaggio per trovare Gotama, il Buddha ormai morente; con lei c’è il piccolo Siddharta. Un serpente morde la madre, il piccolo piange e richiama l’attenzione del padre che, riconosciuta la donna, cerca di aiutarla, ma tutto è inutile. Ora Siddharta ha un figlio da crescere. Come in tutti i romanzi c’è l’antagonista dell’eroe, ma è un paradosso: di Siddharta è lo stesso figlio. Il giovane ragazzo è ribelle, non lavora, si annoia, non vuole imparare: totalmente il contrario del padre. Dopo anni di sofferenza, il figlio scappa e Siddharta è costretto a lasciarlo andare: sono troppo diversi per poter convivere. Questo episodio, inoltre, induce Siddharta a pensare a quando anche lui aveva abbandonato suo padre e al dolore che gli aveva sicuramente procurato. Un giorno anche il vecchio barcaiolo lascia Siddharta, recandosi nella foresta, alla ricerca anche lui di altre conoscenze.
E qui si chiude il libro, nel rincontro di Siddharta e Govinda, ormai vecchi, vissuti, sapienti. L’amico ancora una volta non riconosce Siddharta, invecchiato, cambiato. Si raccontano le vite, ma soprattutto Govinda chiede all’amico quale sia, dopo tutti questi anni, la sua filosofia e Siddharta attua un monologo a dir poco affascinante.
Ora c’è da chiedersi se quel che Hesse fa dire al suo personaggio non sia altro che quello che lui ha dedotto da anni di studi sui libri del nonno, ma su una cosa non si può che essere d’accordo: Siddharta è un Buddha.
Ciò che trasmette questo libro non è solo un insegnamento morale, ma una lezione di vita su come giudicare per essere giudicati, su come cercare la conoscenza e su come anche il più puro degli uomini si possa ritrovare nel peccato.
E’ inevitabile immedesimarsi nel protagonista, con la sua voglia e la sua lotta per cercare la propria strada e per la verità. E’ incredibile l’umiltà e la voglia di apprendere di Siddharta, per lui ciò che sa non è mai abbastanza. Siddharta dovrebbe essere preso ad esempio da ogni giovane della nostra generazione, come un modello sa seguire in questa spasmodica ricerca, che è anche un po’ trovare se stessi.
E’ senza ombra di dubbio un libro che fa ragionare. Ciò che trasmette questo libro è non solo un insegnamento morale, ma una vera e propria lezione di vita. Fa capire come anche il più puro degli uomini si possa ritrovare di fronte alle mille tentazioni della vita e cadere nel peccato. Ma anche se siamo sprofondati nel peccato esiste sempre una via per la redenzione, un processo catartico che in primo luogo porta alla propria felicità dopo tanta ansia di trsgressione.
Questo libro fa capire realmente come tutto ciò di cui ci circondiamo, tutte le belle apparenze nei rapporti con gli altri e con noi stessi, non bastano a farci sentire meglio. Non abbiamo realmente bisogno di tutto ciò che abbiamo. Ciò che ricerchiamo sempre e comunque è la pace con noi stessi, è la retta via.
Inevitabile innamorarsi di questo libro e del protagonista perché c’è un po’ di Siddharta in ognuno di noi. (horsefly)
La morale non la si trova alla fine del libro, ma bensì è in ogni capitolo e in ogni pagina. Un libro ricco di contenuti e di “saggezza”.
E’ inevitabile immedesimarsi nel protagonista, con la sua voglia e la sua lotta per cercare la propria strada e per la verità. E’ incredibile l’umiltà e la voglia di apprendere di Siddharta, per lui ciò che sa non è mai abbastanza.
E’ senza ombra di dubbio un libro che fa ragionare. Ciò che trasmette questo libro è non solo un insegnamento morale, ma una vera e propria lezione di vita.
Fa capire come anche il più puro degli uomini si possa ritrovare di fronte alle mille tentazioni della vita e cadere nel peccato.
Questo libro fa capire realmente come tutto ciò di cui ci circondiamo, tutte le belle apparenze nei rapporti con gli altri e con noi stessi, non bastano a farci sentire meglio. Non abbiamo realmente bisogno di tutto ciò che abbiamo. Ciò che ricerchiamo sempre e comunque è la pace con noi stessi, è la retta via.
Inevitabile innamorarsi di questo libro e del protagonista perché c’è un po’ di Siddharta in ognuno di noi.
Giuseppe.. on the road…. again. |
#186 |
Horsefly – Tafano
Il filosofo è “un tafano” |
Socrate ci mostra come sia vero filosofo solo colui che, come “un tafano”, sottopone agli altri e se stesso una serie di martellanti domande.
Egli invita l’uomo a “conoscere se stesso”, a non aver paura a porsi e a porre continuamente domande su ciò che lo circonda, senza, tuttavia, la pretesa di arrivare sempre alla risposta incontrovertibile.
Occorre essere fastidiosi come “tafani”, per evitare “l’incantesimo” delle apparenze, spesso comodo per chi ha paura di attraversare”il mare della vita” da solo e da uomo libero.
Ma ecco le precise parole di Socrate: ” Ché se voi ucciderete me, non sarà facile troviate un altro al pari di me il quale- non vi sembri risibile il paragone – realmente sia stato posto dal dio ai fianchi della città come ai fianchi di un cavallo grande e di buona razza, ma per la sua stessa grandezza un poco tardo e bisognoso di essere stimolato, un tafano. Così appunto mi pare che il dio abbia posto me ai fianchi della città; nè mai io cesso di stimolarvi, di persuadervi, di rampognarvi, uno per uno, standovi addosso tutto il giorno, dovunque.”
Il Socrate – tafano diventa, allora, l’emblema del filosofo a tutto tondo: stimolare se stessi e gli altri ad interrogarsi sull’esistenza in un fecondo alternarsi di domande e risposte. Fino al vero e proprio fastidio.