Lettera al maestro di mio figlio

Abram Lincoln

Lettera al maestro di mio figlio

di Abraham Lincoln

 Matite colorate

La lettera che Abraham Lincoln scrisse nel 1830 all’insegnante di suo figlio.

Libreria scogliera“Il mio figlioletto inizia oggi la scuola: per lui, tutto sarà strano e nuovo per un po’ e desidero che sia trattato con delicatezza. È un’avventura che potrebbe portarlo ad attraversare continenti, un’avventura che, probabilmente, comprenderà guerre, tragedie e dolore. Vivere questa vita richiederà Fede, Amore e Coraggio.

Quindi, maestro caro, la prego di prenderlo per mano e di insegnargli le cose che dovrà conoscere. Gli trasferisca l’insegnamento, ma con dolcezza, se può. Gli insegni che, per ogni nemico c’è un amico. Dovrà sapere che non tutti gli uomini sono giusti, che non tutti gli uomini sono sinceri.

Gli faccia però anche comprendere che, per ogni farabutto c’è un eroe, che per ogni politico disonesto, c’è un capo pieno di dedizione.
Gli insegni, se può, che 10 centesimi guadagnati valgono molto di più di un dollaro trovato; a scuola, o maestro, è di gran lunga più onorevole essere bocciato che barare. Gli faccia imparare a perdere con eleganza e, quando vince, a godersi la vittoria. Gli insegni a esser garbato con le persone garbate e duro con le persone dure.  Gli faccia apprendere anzitutto che i prepotenti sono i più facili da vincere. Lo conduca lontano, se può, dall’invidia, e gli insegni il segreto della pacifica risata. Gli insegni, se possibile, a ridere quando è triste, a comprendere che non c’è vergogna nel pianto, e che può esserci grandezza nell’insuccesso e disperazione nel successo. Gli insegni a farsi beffe dei cinici.

 Gli insegni, se possibile, quanto i libri siano meravigliosi, ma gli conceda anche il tempo di riflettere sull’eterno mistero degli uccelli nel cielo, delle api nel sole e dei fiori su una verde collina. Gli insegni ad aver fede nelle sue idee, anche se tutti gli dicono che sbaglia. Cerchi di infondere in mio figlio la forza di non seguire la folla quando tutti gli altri lo fanno. Lo guidi ad ascoltare tutti, ma anche a filtrare quello che ode con lo schermo della verità e a prendere solo il buono che ne fuoriesce. Gli insegni a vendere talenti e cervello al miglior offerente, ma a non mettersi mai il cartellino del prezzo sul cuore e sull’anima. Gli faccia avere il coraggio di essere impaziente e la pazienza di essere coraggioso. Gli insegni sempre ad avere suprema fede nel genere umano e in Dio.

Si tratta di un compito impegnativo, maestro, ma veda che cosa può fare. È un bimbetto così  grazioso, ed è mio figlio.”


I genitori invece di aggredire gli insegnanti per valutazioni didattiche non condivise, dovrebbero seguire l’esempio di Abraham Lincoln, leggendo con attenzione la sua celebre lettera inviata al maestro di suo figlio. Firma

Giuseppe per la strada da seguire

#818

 

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  1. Non mi piaceva quando i genitori neanche potevano entrare ma ora non mi piace per niente la soglia che hanno varcato, quella della prepotenza.

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    • E’ davvero difficile trovare un equilibrio in questo paese, sembra quasi che dobbiamo polarizzare sempre tutto. Ora, ogni insegnante dovrebbe avere un avvocato difensore, è davvero troppo.

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  2. Ci sono genitori e genitori. Insegnati e insegnanti. Sarebbe bello poter interagire con tutti in maniera costruttiva, tenendo conto solo dell’interesse dei bambini. Purtroppo, non sempre è così. È brutto da dire ma, ci sono genitori che considerano la scuola un parcheggio!!!

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    • Non posso che essere d’accordo con te. Grazie della visita.

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