Il giorno della memoria

Il giorno della memoria - 27 gennaio

Il giorno della memoria

27 gennaio

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario. (Primo Levi) – ”Se Dio esiste, deve chiedermi scusa” (Anonimo)

Il giorno della memoria - 27 gennaio Il giorno della memoria – 27 gennaio

Nomadi – Auschwitz


Il giorno della memoria - 27 gennaio Il giorno della memoria – 27 gennaio

Ho visitato i campi di concentramento di Mauthausen e di Dachau. Le sensazioni sono state le stesse. In entrambi i casi era inverno, una bruma copriva le baracche e un freddo penetrante entrava fino al midollo dell’anima. Ero vestitissimo, avevo pantaloni caldi, maglie e maglioni di fibre naturali, e un piumone caldo e confortevole. Ma io avevo freddo lo stesso. Era il freddo della vergogna, era il freddo di chi è imparentato con quelli che avevano potuto compiere quello scempio. Per un attimo mi sono immaginato nudo, alle 6 del mattino, in un freddo inverno del centr’Europa. In quel momento ho capito fino in fondo il significato di una scritta trovata nel campo di concentramento di Auschwitz  che recitava così: ”Se Dio esiste, deve chiedermi scusa”. Ma non è stato Dio a mandare quel castigo, ma solo altri uomini simili a noi. Sono certo che se anche andassi in estate, con 40 gradi, io sentirei freddo. Il freddo dell’insensibilità umana.

Giuseppe per il giorno della memoria… tutti i giorni.

#601

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  1. atroce, e mal di stomaco…..

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  2. Eh si cara Eva, tutto ciò non è umano. Com’è possibile che la cattiveria umana arrivi a questi livelli? Certe persone cosa hanno al posto del cuore? un iceberg? Non ci si può neanche consolare dicendo è successo tanto tempo fa, perché accade, ancora, tutti i giorni.

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  3. Nonostante i miei figli me l’avessero chiesto più volte,non sono ancora riuscita ad andare a visitare questi campi di concentramento. Una mia amica mi ha detto di aver avuto la sensazione di sentire i loro sussurri, che c’è sempre un vento che sibila quasi che loro fossero lì per ricordarci tutto il dolore possibile.
    Oggi mio figlio ventenne era in crisi per conto suo, crisi da adolescenti avanzati (gli manca la morosa) e per la prima volta mi sono spazientita, gli ho chiesto se sapesse che giorno fosse oggi, che si guardi allo specchio e che la finisca di bestemmiare,(non nel senso letterale della parola) perchè non trovarsi abbastanza belli o non essere contenti per nulla in un giorno come questo non l’accetto ed è peggio di una bestemmia.

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  4. Ancora oggi, quando guardo foto o solo vado in quei campi con il pensiero piango; mi accade spesso, non solo oggi. Perchè purtroppo c’è sempre un “campo”, anche nei nostri giorni, che ci ricorda quei “campi”. Ancora oggi l’uomo non riesce a non essere “disumano”. Mia figlia ha preparato un suo commento per la scuola, a cui ha dovuto allegare una sola immagine; ha scelto il volto di un bambino della sua età: 12 anni, un maschio; ne ha ritagliato gli occhi e li ha attaccati al foglio. Gli ho chiesto perchè non tutto il corpo, mi ha risposto che i corpi scheletrici e il viso scarno si possono spiegare e immaginare, ma la disperazione e la paura e l’angoscia e il dolore e l’assenza di non sapere il vero perchè era lì, nessuno li può spiegare e immaginare, solo gli occhi del piccolo suo compagno (così lo ha chiamato) lo possono dire. Mi sono messa a piangere come una fontana e lei mi ha detto: “Hai tanti anni e ancora piangi per questo, vuol dire che il mondo è salvo “, io gli ho risposto che il mondo si salverà solo perchè ci sono giovani come lei che hanno nel cuore l’amore, la vita, la voglia di migliorarlo e sanno guardare negli occhi degli altri. E oggi ce ne sono molti.
    Grazie Giuseppe di aver ricordato questo giorno.

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  5. Per me è, se possibile, ancora più straziante avendo avuto il papà deportato a Dachau. Lì non ho ancora avuto il coraggio di andarci, come se vedere i luoghi del delirio mi rendessero più vivo il dolore provato dal papà. A Mauthausen però ci sono andata e non è stato facile.
    Ciao

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  6. @ Alessandra – Cara Alessandra posso comprendere la tua renitenza a questa visita, anch’io avevo forti remore nel farlo. Non sono un superficiale, conoscevo un po’ tutto della tragedia, avevo letto molto. come tanti. Eppure non avevo il coraggio di affrontare l’impresa, troppo era il senso di colpa. Poi per motivi “professionali” sono stato costretto a farlo. Ho descritto le sensazioni nel posto, e sono stato felice di averlo fatto. è stato quasi catartico. Però in quel posto ho impresso nella mia anima la vergogna, come un tatuaggio.
    Se vai, fallo d’inverno, penso si possa capire fino in fondo l’entità del dramma.
    Ciao Ale

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  7. # Ladybeetle – Capisco fino in fondo quello che provi. ci vuole tanto, troppo coraggio per farlo. Ma penso anche, che se lo farai (visitare Dachau), sarà come togliersi una pietra dal cuore…e renderai omaggio a tuo papà.
    Ciao

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