Tempus fugit

Tempus fugit

IL TEMPO PASSA…… INESORABILMENTE.

 

 Tempus fugit

Vi siete già sentiti in colpa per aver guardato le persone della vostra età ed aver pensato: “non posso sembrare così vecchio”?

Allora il racconto di questa signora vi riguarda.

Ero seduta in sala d’attesa per il mio primo appuntamento con un nuovo dentista, quando ho notato che il suo diploma era affisso al muro. C’era scritto il suo cognome, e improvvisamente mi sono ricordata di un gran moro che portava quello stesso cognome. Era nella mia classe di liceo 30 anni prima, e mi sono chiesta se poteva essere lo stesso ragazzo per il quale avevo “sbavato” all’epoca.

Quando sono entrata nello studio, ho immediatamente allontanato questo pensiero. Quest’uomo brizzolato,stempiato e con il viso segnato da profonde rughe era troppo vecchio per essere stato il mio amore segreto.

Dopo avermi visitato, gli ho chiesto se era stato al liceo de Mons.

‘Si’, mi ha risposto.

‘Quando si è diplomato?’, gli ho chiesto.

‘Nel 1988. Perché questa domanda?’, rispose.

‘Allora Lei era nella mia classe’, ho esclamato!

E allora questo orribile, vecchio, piccolo, stronzo figlio di puttana mi ha chiesto:

‘Lei era professoressa di cosa???’


Dopo aver letto questa storiellina mi corre l’obbligo di raccontarvi un mio piccolo aneddoto similare, forse ribaltato, ma poi chissà se è ribaltato sul serio. Andavo spesso in un negozio cooperativo poco fuori della mia città, siccome ci facevo spesso la spesa e diventando socio avrei avuto diritto a parecchie offerte speciali mi sono deciso a fare la tessera socio anche se un po’ fuori dalla mia portata logistica. Prendo la mia carta d’identità e mi avvicino al desk per fare la mia fiammante tessera di socio. Al desk c’è una bella signora matura, corpulenta, una classica “mammotta” come le chiamo io quelle belle signore per niente anoressiche, dai fianchi larghi da fattrici, che esprimono il concetto di famiglia e di mamma classica JNon esprimo mai giudizi sulle persone, però quella volta lì mi sono detto tra me e me che bella signora e gli ho dato come età qualcosa come 50/52 anni (io ne avevo 47). Molto gentile, molto efficiente, mi chiede la carta d’identità per procedere alla pratica di immatricolazione come socio. Sorride sempre, è molto affabile, sprizza simpatia,  efficienza e “maturità”. Prende la mia carta, legge il nome e dopo un po’ mi dice con molta noncuranza: “Signor XXXXX?  io alle superiori avevo un professore con questo nome, non è mica lei?”. Io rimango di sasso, sono l’unico prof. XXXXXX della provincia, quel professore non posso essere che io. Le chiedo il suo cognome e l’anno in cui andava alle superiore. Tutto coincide, è il mio secondo anno di insegnamento, il 1985, avevo 25 anni, lei 19 era in quinta. Mi faccio dire il cognome e tutto torna, adesso la ricordo, era una bella morettina, esile esile, con un sorriso da furbetta e devo confessare, io ne ero innamorato (non dimenticate che io avevo 25 anni e lei 19). Ho pensato se lei è così figuriamoci io come sono diventato. Ah ah ah ah ah ah. Tempus fugit….. davvero!!!


Giuseppe per il tempo che fugge

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